Vai al contenuto

Permessi non retribuiti: quali sono e quando vanno richiesti

Programma e gestisci ferie, permessi e assenze dei tuoi team senza stress. Scopri di più su Factorial!
·
8 minuti di lettura

Cosa sono i permessi non retribuiti? Quali sono le informazioni più importanti per le aziende?  

La legge italiana permette al dipendente di assentarsi dal lavoro per un periodo di tempo limitato attraverso l’uso dei permessi di lavoro. Alcuni di questi permessi non danno diritto al lavoratore di percepire alcuna retribuzione, ma obbligano il datore di lavoro alla riassunzione del lavoratore una volta terminato il permesso. 

In generale, rientrano tra i permessi non retribuiti buona parte delle richieste inerenti ai motivi personali.

In questo articolo, scopriamo insieme cosa sono i permessi non retribuiti, come funzionano, se possono essere negati e quali sono le informazioni principali da tenere a mente su questo tipo di congedo lavorativo.

Digitalizza la gestione dei permessi non retribuiti con Factorial

Che cosa sono i permessi non retribuiti?

A  differenza dei permessi retribuiti, i permessi non retribuiti, come suggerisce il termine, sono un periodo di tempo in cui il dipendente non si reca al lavoro e durante il quale non percepisce lo stipendio

I permessi non retribuiti, è bene specificare, prendono il nome di congedo quando il periodo di assenza del lavoratore è limitato nel tempo. Ad esempio, per frequentare un corso di formazione. Diversamente, quando la richiesta di permesso ha una lunga durata diventa una vera e propria aspettativa sul lavoro

Puoi quindi trovarti a dover gestire diverse situazioni. Un lavoratore può chiedere uno o due giorni in più di permesso non retribuito per motivi familiari, come anche, optare per un periodo di aspettativa lungo, che può durare fino a due anni.

Chiaramente, in questo secondo caso dovrai intervenire, trovando un sostituto o comunque riorganizzando il lavoro al fine di sopperire alla sua assenza.

Come datore di lavoro, in ogni caso, hai facoltà di rifiutare la richiesta di permesso non retribuito quando:

  • il rapporto di lavoro è breve
  • il lavoratore è stato chiamato per sostituire un altro lavoratore in congedo.

👉 Leggi la nostra guida completa a tutti i permessi di lavoro

Quali sono i permessi non retribuiti?

Dopo aver specificato cosa sono e come si categorizzano i permessi non retribuiti, andiamo a vedere, nel dettaglio, tutti i tipi di permessi di lavoro non retribuiti. 

In linea generale, lo spettro è abbastanza ampio, essendo che il datore di lavoro non è tenuto a pagare le ore di assenza del dipendente.

Permessi familiari

Secondo quanto riportato dalla legge 8 marzo 2000, n. 53, ogni lavoratore, sia impiegato nel pubblico sia nel privato, ha la facoltà di assentarsi per gravi motivi familiari fino a un massimo di due anni. 

Sono diverse, però, le motivazioni che possono spingere un dipendente ad assentarsi dal lavoro ad esempio in caso di:

  • Decesso di un familiare
  • Necessità di prendersi cura di un familiare
  • Disagi personali (separazione o divorzio).

La legge, ad esempio, assicura fino a tre giorni annui e retribuiti in caso di decesso o grave malattia del coniuge, o di un parente stretto. Il lavoratore però, può comunque chiedere altri giorni di congedo, i quali, salvo diverse disposizioni contenute nel CCNL, non sono retribuiti.

Permessi per motivi personali

La definizione “motivi personali” è molto ampia e può ricoprire diverse categorie, incluse alcune di quelle citate.

Tra queste, per esempio, ci sono questioni legali che non potevano essere pianificate in anticipo.

La loro approvazione da parte del datore di lavoro è soggetta soprattutto alle necessità dell’azienda, che deve essere in grado di mantenere le proprie operazioni senza il dipendente assente. Anche la durata è soggettiva e legata al consenso del manager e del datore di lavoro.

Permessi per attività sindacale

I lavoratori impegnati in attività di rappresentanza sindacale usufruiscono sia di permessi retribuiti per alcune attività e garantiti dallo Statuto dei Lavoratori, sia, in generale, possono usufruire fino a otto giorni di permesso non retribuiti durante l’anno per partecipare ad attività di formazione sindacale.

Permessi per studio

Una tipologia di permesso non retribuito che si verifica quando il lavoratore invia una richiesta di aspettativa per completare un percorso di studi (differente dal diritto 150 ore allo studio che invece è un permesso retribuito):

  • Finire la scuola dell’obbligo
  • Conseguire il diploma
  • Conseguire una laurea
  • Altre attività formative.

In questo caso, dovrai verificare quanto previsto nel contratto di lavoro, il quale a sua volta tiene conto delle norme vigenti e relative al diritto allo studio.

Permessi per volontariato

Queste assenze sono alcune tra le più regolamentate nella categoria dei permessi non retribuiti.

La legge, infatti, prevede che siano retribuiti i permessi relativi alla donazione di sangue o midollo osseo e i permessi per il volontariato con la Protezione Civile.

Non sono retribuiti, invece, i permessi per il cosiddetto “volontariato privo di qualifiche“. In questo caso, il dipendente potrà sfruttare anche i permessi ROL.

Permessi per cariche elettive

È diritto di un lavoratore chiedere un permesso non retribuito nel caso in cui sia eletto alle elezioni comunali, regionali, nazionali o europee. In caso di elezioni comunali, il lavoratore può altresì richiedere alcuni permessi retribuiti.

Il congedo, in ogni caso, ha una durata pari al mandato. Al termine dell’incarico, dovrai garantire al lavoratore il posto di lavoro.  

Il permesso non retribuito anche in questo caso non permette al lavoratore di maturare ferie, TFR o altri giorni di permesso.

Permessi in qualità di Consigliere di Parità

Coloro che in azienda ricoprono il ruolo di Consigliere di Parità hanno diritto sia a giorni di permesso retribuiti, sia non retribuiti. 

Questi ultimi, previa comunicazione, possono essere richiesti per corsi di formazione e di studio.

Permessi per tossicodipendenza

I soli lavoratori a tempo indeterminato hanno facoltà di chiedere un periodo di aspettativa non retribuita per tossicodipendenza. 

La richiesta implica che il dipendente partecipi a programmi riabilitativi fino a completa guarigione.

Il permesso in questo caso è più lungo e può arrivare fino a tre anni.

Permessi per periodi sabbatici

Infine, per i dipendenti c’è anche la possibilità di usufruire di periodi sabbatici non retribuiti. È bene specificare, però, che queste concessioni sono molto rare.

Normalmente, i periodi sabbatici possono essere richiesti da dipendenti con almeno cinque anni di anzianità in azienda, almeno 30 giorni prima dell’inizio del periodo di assenza.

I periodi di assenza non possono superare gli 11 mesi.

Scarica gratis la guida PDF alla gestione dei permessi di lavoro in Italia

Il modulo di richiesta per i permessi non retribuiti

Indipendentemente dalla motivazione, il dipendente è tenuto ad avvisare della propria intenzione di richiedere un permesso non retribuito.

In caso di gravi problemi familiari, dovrai richiedere la documentazione attestante il problema unita a una dichiarazione dell’interessato. Talvolta, e quando richiesto dalle circostanze, potrebbe essere necessario allegare alla richiesta anche la documentazione preparata da un medico.

Il lavoratore è tenuto a compilare un modulo inserendo informazioni quali:

  • Dati anagrafici
  • N° giorni di permesso
  • Periodo
  • Motivazione
  • Data
  • Firma.

Il modulo può essere preparato in formato cartaceo oppure elettronico. Generalmente, è buona prassi inviare la richiesta con almeno tre giorni d’anticipo, tuttavia in caso di eventi imprevedibili, il modulo può essere inviato anche il giorno stesso.

I permessi non goduti sono retribuiti?

Sussiste una netta distinzione tra permessi retribuiti e permessi non retribuiti

I primi, qualora non goduti e sempre verificando quanto contenuto nel CCNL, generalmente devono essere fruiti nell’anno corrente o al più entro la fine del secondo trimestre dell’anno successivo. 

Qualora non dovessero comunque essere spesi, il lavoratore ha diritto a ricevere un compenso (indennità sostitutiva). L’indennità dev’essere corrisposta anche nel caso in cui il contratto di lavoro dovesse cessare.

Ovviamente ben diverso è il discorso per quanto concerne i permessi non retribuiti che, anche se non fruiti, non comportano alcuna indennità per il lavoratore.

Permessi non retribuiti e trattenute

Quando un lavoratore fruisce di un permesso non retribuito, dovrai operarti affinché sulla busta paga si realizzi la cosiddetta “Trattenuta per mancanza di prestazione”. 

Anche in questo caso le condizioni specifiche sono riportate nel CCNL, tuttavia il riferimento da tener presente è al principio della corrispettività delle prestazioni. In altri termini, sei autorizzato a trattenere parte dello stipendio del lavoratore, pari al numero di ore o di giorni non lavorati.

Il calcolo è meno semplice di quanto possa sembrare, poiché, nel computo bisogna altresì considerare la parte di compenso che concorre alla quota di TFR, degli accantonamenti e della tredicesima. 

Inoltre, dovrai ricordarti che durante il permesso non retribuito il lavoratore non matura giorni di ferie.

Permessi non retribuiti imposti dal datore di lavoro

Come avrai intuito leggendo l’approfondimento finora, la facoltà di richiedere un permesso non retribuito, sia questo di poche ore, o esteso nel tempo, rientra tra i diritti esercitabili dal lavoratore.

Né la legge, né i CCNL, contengono indicazioni riguardo la possibilità di imporre un permesso non retribuito ai propri lavoratori. 

Pertanto, al contrario di quanto avviene per le ferie, le quali in taluni casi possono essere “forzate”, come datore di lavoro non puoi costringere un dipendente a usufruire dei permessi non retribuiti.  

Gestione dei permessi, dei congedi, delle aspettative e delle ferie

La gestione delle ore lavorate dei propri dipendenti può essere molto complessa. 

In questo articolo abbiamo evidenziato solo i casi in cui un lavoratore può richiedere un permesso non retribuito, evidenziando alcune conseguenze sul TFR e sulla tredicesima.

Per poter gestire al meglio tutti gli aspetti, bisogna anche considerare il lungo elenco di permessi retribuiti, tra cui:  

E non è tutto, alcuni permessi sono retribuiti dall’azienda, altri sono in parte o totalmente a carico dell’INPS.

I permessi non retribuiti, inoltre, modificano i giorni di ferie che un dipendente matura durante l’anno, un aspetto da non sottovalutare e che rende complesso creare un piano ferie e di conseguenza organizzare al meglio la chiusura aziendale.

La gestione di questi processi, fortunatamente, può essere automatizzata grazie all’utilizzo di un software HR per la gestione di ferie e permessi con il quale gestire in modo facile e veloce assenze, permessi, congedi e aspettative.

Mettere a disposizione dei tuoi lavoratori strumenti innovativi e pratici per richiedere i permessi retribuiti e le ferie fa di te un datore attento.

Grazie a Factorial, potrai:

  • Creare politiche di gestione permessi con pochi clic e condividerle
  • Approvare le richieste anche da app
  • Semplificare la richiesta e la modifica dei permessi con un solo clic, anche da cellulare
  • Molto altro ancora

👉 Chiedi una demo gratuita e scopri tutte le funzionalità e i vantaggi che un software come Factorial può portare alla tua azienda.

FAQ: permessi non retribuiti

Quali sono i premessi non retribuiti?

Ci sono diversi motivi per cui può essere richiesto un permesso non retribuito: motivi personali, motivi familiari (anche gravi), cariche elettive, per attività sindacale, per studio, per tossicodipendenza o in qualità di Consigliere di Parità.

Quali permessi non possono essere negati?

Normalmente, i permessi di lavoro retribuiti non possono essere negati.

Per quanto riguarda i permessi di lavoro non retribuiti, invece, il datore di lavoro può rifiutare la richiesta di permesso non retribuito quando: il rapporto di lavoro è breve o il lavoratore è stato chiamato per sostituire un altro lavoratore in congedo.

Quanto vengono pagati i premessi non retribuiti? 

Non essendo retribuiti, il datore di lavoro non pagherà le ore di permesso. Questo vuol dire che il calcolo dello stipendio mensile verrà effettuato senza includere le ore di permesso di cui ha usufruito il dipendente.

Questo discorso esclude i permessi che invece sono retribuiti per legge.

Quanti sono i giorni per motivi personali? 

La loro approvazione da parte del datore di lavoro è soggetta soprattutto alle necessità dell’azienda, che deve essere in grado di mantenere le proprie operazioni senza il dipendente assente. Anche la durata è soggettiva e legata al consenso del manager e del datore di lavoro.

Dopo anni di esperienza nel mondo dell'editoria digitale e delle start-up, attualmente vive a Barcellona, dove è copywriter per Factorial e crea contenuti per il mercato italiano. Appassionata di scrittura e letteratura, non potrebbe mai vivere senza viaggiare e senza il suo gatto.

Post correlati