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Hardiness: cos’è e come agisce su stress e prestazioni lavorative

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8 minuti di lettura
hardiness lavoro

Cos’è l’hardiness? Come influenza lo stress e le prestazioni lavorative dei dipendenti?

Non è certo una novità. Lo stress lavoro-correlato è una fra le problematiche più complesse da gestire quando si tratta di gestione delle risorse umane. Sbagliando, tendiamo spesso a pensare che gli ambienti lavorativi siano semplicemente fatti di performance, processi e risultati raggiunti dimenticandoci che, prima di tutto, sono fatti da persone.

La resilienza psicologica di dipendenti e manager è una componente importantissima nell’economia di un team e di un’azienda. Il modo in cui vengono gestiti errori, fallimenti e situazioni stressanti ha un impatto notevole sui risultati e le prestazioni di lungo periodo.

L’hardiness è un concetto molto interessante, prestato dalla psicologia e che ha un’importanza fondamentale nella valutazione e supporto dei componenti di un team di lavoro.

In questo articolo scopriamo insieme cos’è l’hardiness, quali sono gli aspetti più importanti da considerare e come influenza stress e prestazioni lavorative.

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Hardiness: cosa significa?

Come ci piace fare, partiamo sempre con i concetti di base e cerchiamo di dare una definizione chiara di quello di cui stiamo parlando. Cos’è l’hardiness? Cosa si intende con questo termine?

L’hardiness (definito anche resistenza psicologica o resistenza cognitiva) è uno stile di personalità che permette una persona a far fronte, di resistere di impegnarsi attivamente nel processo di adattamento trasformazionale necessario di fronte a eventi particolarmente stressanti. Il termine hardiness è stato introdotto nella letteratura specifica per la prima volta nel 1979 dalla psicologa Suzanne C. Kobasa.

La capacità di far fronte (coping, in inglese) permette alla persona con hardiness di riformulare la situazione stressante e di percepirla come un’opportunità di crescita anziché come una minaccia.

L’hardiness è caratterizzata da tre fattori principali, ovvero:

  • sensazione di controllo sugli eventi esterni
  • impegno attivo nella vita quotidiana
  • prospettiva di sfida nei confronti cambiamenti inaspettati.

Le tre componenti dell’hardiness si complementano a vicenda, facendo sì che l’individuo lavori più degli altri per trasformare situazioni potenzialmente stressanti in opportunità positive e stimolanti. Per questo motivo, se questo tratto della personalità si sviluppa in modo consistente, segna un percorso di crescita verso una completa resilienza in ambienti stressanti, la quale alla fine risulta in un miglioramento della performance attraverso un tipo di coping attivo.

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Come l’hardiness influenza le performance dei dipendenti

Secondo numerosi studi, gli individui con un alto livello di hardiness dimostrano di poter fornire migliori prestazioni se sottoposti a condizioni di stress in una serie di ambienti e occupazioni impegnative come, ad esempio, l’esercito, il mondo accademico, lo sport, il corpo dei vigili del fuoco ma anche il mondo del business in generale.

Soprattutto negli Stati Uniti sono stati condotti numerosi studi sull’hardiness. Un’interessante ricerca del condotta dal professor Sheldon Hanton, dell’Università di Cardiff, ha esaminato i livelli di hardiness di atleti e studenti impegnati in varie competizioni. Ciò che è emerso dalla ricerca è che gli individui con maggiori valori di hardiness presentavano livelli più bassi di ansia sia cognitiva (preoccupazione) che somatica (con sintomi corporei), livelli più alti di autostima e una migliore capacità di coping.

Tutto ciò suggerisce che quando gli individui con maggiori livelli di hardiness sono messi in situazioni di difficoltà, rispondono in modo molto migliore ai fattori di stress negativi portati dall’ambiente circostante.

Per aggiungere un’analisi dell’hardiness nella valutazione della performance dei dipendenti, può essere una buona idea effettuare queste revisioni a cadenza più serrata, ad esempio trimestrale. Rendendo la cadenza del feedback più ricorrente, le possibilità di valutare e supportare la sua hardiness e i progressi fatti alla fine dell’anno sono più alte.

Altra cosa importante è stabilire scadenze da rispettare e piani d’azione in relazione ai punti deboli. Il dialogo è sempre utile oltre al monitoraggio della situazione a distanza di un determinato periodo di tempo. Nel nostro blog puoi trovare degli esempi di valutazione della prestazione dei dipendenti per aiutarti a strutturare i tuoi meeting.

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Hardiness e prospettive relative allo stress sul lavoro

Secondo la psicologa che ha introdotto il termine, gli individui con un alto livello di hardiness tendono a mettere le circostanze stressanti in una prospettiva più positiva e a interpretarle in modo meno pessimistico. In relazione a tutte queste valutazioni ottimistiche, l’impatto degli eventi stressanti è ridotto ed è meno probabile che tali eventi influenzino negativamente la salute del lavoratore.

Ad esempio, uno studio ha utilizzato come partecipanti dei cadetti militari sottoposti ad un addestramento stressante scoprendo che i cadetti che avevano ottenuto un punteggio elevato in termini di hardiness valutavano l’addestramento al combattimento come meno pesante rispetto agli altri e, allo stesso tempo, si consideravano più in grado di affrontare con successo l’addestramento.

Hardiness e coping comportamentale

Lo stile di coping più comunemente associato all’hardiness, come dicevamo poco sopra, è il coping trasformazionale, una maniera di far fronte alle avversità della vita ottimistico, che trasforma gli eventi stressanti in accadimenti meno negativi.

A livello di pensiero questo comporta l’inserimento dell’evento negativo in una prospettiva più ampia in cui non sembra poi così terribile. A livello di azione, si ritiene che gli individui con un alto livello di hardiness reagiscano agli eventi stressanti aumentando la loro interazione con essi cercando, come accennavamo, di trasformarli in un vantaggio e in un’opportunità di crescita, e raggiungendo una maggiore comprensione nel processo.

A sostegno di questa nozione, vari studi hanno dimostrato che gli effetti dell’hardiness sui sintomi delle malattie vengono in parte influenzati dalla relazione positiva dell’hardiness con delle modalità di coping positive e la relazione negativa con presunti stili di coping dannosi.

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Hardiness, salute e relazioni sociali

Il concetto di coping trasformazionale può essere esteso per includere anche il comportamento di promozione della salute e il reclutamento o l’uso adeguato delle risorse sociali. Uno studio ha dimostrato che in relazione allo stress dell’ambiente lavorativo, il sostegno di un superiore, ma non quello della famiglia, è benefico per la salute dei dirigenti con un alto livello di hardiness.

Per i dirigenti con un basso livello di hardiness, il sostegno del capo non ha alcun effetto sulla salute e il sostegno della famiglia addirittura peggiora il loro stato di salute. Questi risultati sono stati presi per suggerire che gli individui con hardiness elevata sanno quale tipo di supporto sfruttare in una data situazione.

Diverse indagini hanno anche rivelato che l’hardiness e l’esercizio fisico non sono correlati. D’altra parte, uno studio ha esaminato una gamma più ampia di comportamenti che proteggono la salute, compreso l’esercizio fisico, e ha scoperto che l’hardiness lavora nell’essere umano in maniera indiretta  attraverso questi comportamenti per influenzare la salute. Un altro studio ha anche trovato che l’hardiness era correlata negativamente all’uso di alcool e droghe.

Hardiness e resistenza alle emozioni forti

L’hardiness sembra essere correlata alle differenze nell’eccitazione fisiologica. Si ritiene che l’hardiness aiuti a diminuire la capacità degli eventi particolarmente stressanti di produrre eccitazione nel sistema nervoso simpatico. Un certo supporto a questa nozione può essere trovato in vari studi che dimostrano che i partecipanti che ottengono un punteggio elevato in termini di hardness mostrano una minore reattività cardiovascolare in risposta allo stress.

Un altro studio ha esaminato l’efficacia funzionale delle cellule immunitarie nei partecipanti che hanno ottenuto un punteggio basso e alto di hardiness. Questo studio ha esaminato la proliferazione in vitro dei linfociti in risposta a microrganismi invasori (antigeni e mitogeni), un processo che si pensa imiti la serie di eventi che si verifica nel corpo dopo una sovrastimolazione da microrganismi invasori. I risultati hanno mostrato che i partecipanti che hanno ottenuto un punteggio elevato in termini di hardiness hanno anche risposte proliferative indotte da antigeni e mitogeni significativamente più elevate.

Ulteriori studi hanno associato il colesterolo e alle variazioni ormonali. Sono stati esaminati i livelli di hardiness in relazione a un profilo lipidico completo, compresa le lipoproteine ad alta densità, solitamente considerate un tipo di colesterolo buono.

I risultati di questo studio hanno mostrato che i partecipanti con un alto livello di durezza avevano più di del doppio delle probabilità di avere anche alti livelli di lipoproteina ad alta densità rispetto ai partecipanti con bassi livello di hardiness. Anche se viene normale pensare che l’hardiness potrebbe essere correlata a livelli più bassi di cortisolo (il famoso “ormone dello stress”) alcuni studi che hanno esaminato la correlazione tra i due elementi ha riscontrato che una maggiore hardiness era associata a livelli in realtà più alti di cortisolo.

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Come incentivare l’hardiness dei dipendenti: 4 consigli per i manager

In tempi incerti, come quello attuale caratterizzato dalla pandemia, dove il cambiamento e l’incertezza sono delle costanti inevitabili, è importante rafforzare la capacità di adattamento del proprio team. Per i manager, un modo per farlo è iniziare con il lavorare sulla propria hardiness, e sul come rimanere positivi sotto stress. I leader resilienti hanno un forte senso di impegno sia nella vita e che nel lavoro, una maggiore sensazione di controllo e sono più aperti al cambiamento e alle sfide della vita.

Sviluppare la propria hardiness come manager e incoraggiare un ambiente di lavoro che favorisca la resilienza mentale pone le basi per il successo della propria azienda. Da varie ricerche sono emersi quattro modi in cui i leader possono sviluppare la propria hardiness per se stessi e nei loro team.

1. Dimostrare impegno, autocontrollo e ottimismo in risposta a circostanze stressanti

Lo stress può essere prezioso, e gli eventi stressanti possono sempre fornire un’opportunità per imparare e crescere. I membri di un team osservano da vicino i propri leader e tendono a seguire il loro esempio. Dimostra hardiness in prima persona. Mostra una passione per il lavoro e un interesse per coloro che lo stanno facendo. Questo ricorda a tutti l’importanza di chi sono e di cosa stanno facendo. Quando sorgono situazioni di crisi o di sfida, queste possono essere opportunità d’oro per i leader di dimostrare di saper rispondere allo stress.

È importante proiettare un approccio calmo. Valutare la situazione, formare un piano d’azione per affrontarla, e mostrare sempre un interesse ad imparare dall’esperienza.

2. Nel team, tratta gli errori e i fallimenti in modo positivo

Poniti queste domande: accetti la responsabilità degli errori e cerchi di imparare da essi? Oppure incolpi gli altri ed eviti la responsabilità (e l’apprendimento che ne deriva)? I leader costruiscono la propria resilienza fissando standard elevati, mentre affrontano gli errori e i fallimenti come opportunità per imparare e migliorare.

Mentre la maggior parte di questa influenza positiva avviene attraverso le normali interazioni e comunicazioni quotidiane, può avvenire anche nel corso di meeting di valutazione post-progetto o situazioni più formali che focalizzino l’attenzione sugli eventi come opportunità di apprendimento, creando discussioni condivise positive e risposte ottimiste nei confronti delle difficoltà.

Quando, invece, le cose vanno bene è importante festeggiare i successi del team dando riconoscimenti, premi e opportunità di riflessione sui risultati positivi, per poterli visualizzare con foto, storie di successo nelle newsletter aziendali, premi per il dipendente o il team del mese, e così via.

3. Dare dei feedback costruttivi sulle prestazioni con regolarità

Dove e quando possibile, i feedback dati da un manager dovrebbero aprire la porta ad opportunità di crescita e di apprendimento. Assicurati sapere come dare i feedback nel modo giusto a tutti i membri del team in base al loro modo di riceverli, abituandoli ad essere desiderosi di passare all’azione quando si rende necessario.

Fissare obiettivi e target ragionevoli e standard di successo raggiungibili aiuta sicuramente a mettere i membri del team sempre alla prova. Anche in questo caso, è importante mostrare che anche tu come leader sei aperto al feedback e al cambiamento. Questo significa fornire ai dipendenti opportunità significative per esprimere le proprie opinioni su come migliorare.

4. Fornire opportunità per socializzare e interagire sul lavoro e fuori dal lavoro

Al lavoro, impegnati affinché la tua azienda metta a disposizione delle aree confortevoli dove i dipendenti possono incontrarsi in modo informale, come delle sale per il pranzo e per le pause. Organizza eventi di team building esterni, come cene, attività sportive, partecipazione a progetti di beneficenza, viaggi formativi o di sviluppo professionale. Tutte queste attività servono a costruire e consolidare la coesione dei tuoi dipendenti, l’impegno e il senso di appartenenza.

Il sostegno personale da parte dei colleghi è un elemento importante per affrontare positivamente lo stress e rinforzare una mentalità volta alla resilienzaa. Il modo in cui diamo senso alle esperienze difficili può essere fondamentale in un gruppo. Approfitta di questo elemento per costruire una cultura di team in cui la gestione costruttiva dello stress rappresenta la normalità.

Scritto da Matteo Pizzinato

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Isotta è Content Marketing Specialist in Factorial ed è appassionata di comunicazione, copywriting, social media e HR. Ama la natura, viaggiare e giocare a pallavolo.

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