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Ferie durante il preavviso: come funzionano, diritti e doveri [+ Piano Ferie]

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6 minuti di lettura

Si possono concedere ferie durante il preavviso? Come si devono comportare le aziende in queste situazioni?

Una richiesta di ferie o di permesso durante il periodo di preavviso è uno scenario che può verificarsi in azienda e andrebbe gestito al meglio. Da un lato potrebbe essere il dipendente a presentare la richiesta spinto dal desiderio di recarsi il meno possibile al lavoro nel lasso di tempo che precede le dimissioni o il licenziamento.

Dall’altro, come manager o responsabile delle risorse umane, potresti valutare l’ipotesi di far fruire al lavoratore delle ferie e dei permessi di lavoro restanti, così da non dover poi indennizzare quest’ultimo.

In questo articolo analizzeremo insieme come gestire al meglio il lasso di tempo del preavviso, scoprendo come gestire le eventuali richieste di ferie e permessi dei lavoratori.

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Ferie e permessi durante il preavviso: una panoramica generale  

È doveroso dapprima specificare cos’è e perché esiste il diritto di preavviso

Come saprai, in generale, un rapporto di lavoro non termina dall’oggi al domani. Ciò vale sia se decidi di licenziare un dipendente, sia se è il lavoratore stesso a dimettersi.

A seconda dell’inquadramento contrattuale del lavoratore (quadro, I, II, III livello…) e di quanto stabilito dalle leggi e dai CCNL di riferimento, il rapporto di lavoro termina allo scadere del periodo di preavviso, quest’ultimo varia da 15 giorni a due mesi.

Il preavviso, come stabilito all’art. 2118 del Codice Civile è un diritto che può essere esercitato da entrambi – datore e lavoratore. 

Il diritto è molto importante e tutela le parti.

Come datore hai il tempo necessario per:

  • Assumere un nuovo lavoratore
  • Ridefinire i ruoli in azienda
  • Formare nuove risorse.

Il lavoratore, dal canto suo, ha il tempo eventualmente per trovare una nuova occupazione, non ritrovandosi così immediatamente senza lavoro e retribuzione.

Eccezion fatta per i casi particolari previsti dalla legge, chi decide di non rispettare il preavviso, è tenuto a indennizzare l’altra parte. A seconda dei casi, o il lavoratore perde una parte dello stipendio o al contrario il datore paga ugualmente i giorni di lavoro al dipendente licenziato.

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Ferie durante il preavviso per dimissioni o per licenziamento

Prima di addentrarci nei casi particolari, bisogna evidenziare che il lavoratore può chiedere di godere delle ferie rimanenti durante il periodo di preavviso, ma le ferie non ridurranno i giorni di preavviso previsti.

Similmente, il dipendente può godere anche di uno o più giorni di permesso. Ad esempio in caso di:

Anche in questo caso, i giorni prorogano il periodo di preavviso.

Riassumendo dunque, sia nel caso si tratti di dimissioni volontarie o di licenziamento, chiedere ferie e permessi, o invitare a usufruirne, non permette di ridurre i giorni di preavviso, i quali sono un periodo di tempo in cui il lavoratore dev’essere effettivamente presente in azienda.

In ogni caso, le ferie restano un diritto irrinunciabile e salvo diversi accordi tra le parti bisogna indennizzare o far godere delle ferie al lavoratore.

Obbligo di ferie durante il preavviso

Secondo quanto emerso finora, il preavviso dunque non è un periodo di tempo che può essere utilizzato per far smaltire le ferie maturate al dipendente.

È possibile invitarlo, e talvolta obbligarlo ad andare in ferie (in caso di ferie arretrate), ma una volta terminate le ferie, il lavoratore dovrà recarsi in azienda e rispettare i giorni di preavviso previsti nel contratto di lavoro.

Come datore, pertanto, una volta terminato il contratto di lavoro, dovrai risarcire gli eventuali giorni di ferie non goduti.

Inoltre, è bene ricordarsi che i periodi di preavviso sono a tutti gli effetti dei giorni di lavoro

Il lavoratore, quindi, matura ulteriori giorni di ferie. Per fare un esempio, nel corso di un mese, il dipendente matura circa 2 giorni di ferie, che andranno poi indennizzate assieme alle altre non godute.  

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Ferie e malattia durante il preavviso di dimissioni

Cosa succede se durante il preavviso un lavoratore decide di mettersi in malattia? La malattia è un permesso retribuito (per i primi tre giorni) dal datore di lavoro e di conseguenza valgono le regole riportate finora.

Pertanto, la malattia non permette di ridurre i giorni di preavviso. Valgono inoltre tutte le regole generali. Tra cui: informare dell’assenza e fornire il certificato medico.

Come datore di lavoro invece dovrai quindi posticipare l’ultimo giorno di lavoro del dipendente, segnalando l’evento nel modello “Unilav” da far pervenire al Centro per l’Impiego.

Ti ricordiamo che qualora la malattia dovesse protrarsi per oltre tre giorni, la retribuzione passa a carico dell’INPS. L’ente provvederà a retribuire il 50% dello stipendio fino a un massimo di 20 giorni. Successivamente la retribuzione passa al 66%, fino a un massimo di 180 giorni.

A livello burocratico, dovrai inoltre segnalare la sopraggiunta malattia del lavoratore durante il preavviso nel Libro Unico del Lavoro e nel cedolino.

Ferie e permessi in caso di dimissioni per giusta causa o licenziamento

Gli scenari cambiano completamente qualora il lavoratore si dimetta per giusta causa.

Le dimissioni per giusta causa, si verificano ad esempio in caso di:

  • Molestie sul lavoro
  • Mobbing
  • Mancato rispetto del contratto di lavoro.

Il dipendente non ha più l’obbligo di rispettare il preavviso. Inoltre, dovrai corrispondere un’indennità al lavoratore sostitutiva del preavviso e l’indennità per le ferie non godute.  

Anche in caso di cessazione di un rapporto di lavoro per licenziamento, le ferie devono essere indennizzate e non possono essere incluse nel periodo di preavviso. Similmente ciò vale anche per i permessi non goduti.

Cosa succede alle ferie e ai permessi in caso di risoluzione consensuale

Una terza ipotesi da considerare è data dalla risoluzione consensuale. Lo strumento ti permette di accordarti con il dipendente così da porre fine al rapporto di lavoro.

La risoluzione consensuale è prevista dal Codice civile all’articolo 1372 e consente di accordarsi in vari modi.

Ad esempio, si può evitare che il lavoratore rispetti il preavviso, oppure concordare l’ultimo giorno di lavoro, senza tenere conto di quanto riportato nel contratto e nel CCNL.

Lo strumento è molto utile perché permette di accordarsi preventivamente, rendendo nei fatti la decisione presa di comune accordo e non in maniera unilaterale così come avviene per le dimissioni o il licenziamento.

Le parti possono quindi stabilire come gestire le ferie rimanenti, le quali vanno comunque godute.

Ad esempio, in caso di buoni rapporti con il lavoratore, quest’ultimo potrebbe accettare di spendere le ferie residue prima di terminare effettivamente il rapporto di lavoro. Diversamente le parti possono accordarsi con un indennizzo.

Le ferie durante il preavviso per pensionamento

Un caso comune in azienda si verifica quando un lavoratore ormai prossimo alla pensione dispone di ancora molti giorni di ferie da fruire.

Il preavviso, come evidenziato durante il corso di questo approfondimento, non può essere utilizzato per sostituire le ferie.

Il lavoratore, quindi, può godere delle ferie ma queste non permettono di ridurre i giorni previsti di preavviso.

Vi sono poi alcuni scenari particolari di cui tener conto e che potrebbero coinvolgere la tua azienda:  

Pensione di vecchiaia ordinaria

Il caso più semplice si verifica quando un lavoratore decide di andare in pensione usufruendo del classico sistema previsto.

La pensione di vecchiaia ordinaria può essere chiesta al raggiungimento dei 67 anni di vita e contributi versati per almeno 20 anni.

In questo caso non sono previste le finestre mobili e pertanto valgono tutte le condizioni riportate finora: il lavoratore ha diritto a godere o a essere indennizzato per le ferie non godute e queste non rientrano nel periodo di preavviso.

Ferie durante preavviso pensione quota 100

La celebre quota 100 risulta ormai applicabile per ridotte categorie di lavoratori. Sulla base di quanto previsto dall’ultima Legge di Bilancio, dal 2022, fino a nuovi provvedimenti, salvo particolari condizioni, per andare in pensione sono necessari 102 anni: 64 anni e almeno 28 anni di contributi versati.

I lavoratori che optano per questo sistema pensionistico fruiscono della cosiddetta finestra mobile, la quale è un periodo di 3 mesi durante il quale è possibile godere delle ferie arretrate. Durante la finestra mobile non vengono maturati altri giorni di ferie.

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Ferie durante il preavviso: le conclusioni

In questo approfondimento abbiamo messo in luce un caso particolare ma allo stesso tempo frequente: la gestione delle ferie durante i periodi di preavviso.

Il preavviso è un periodo di tempo che non solo ha la funzione di tutelare l’azienda e il lavoratore, ma dev’essere gestito con attenzione, onde evitare che il lavoratore possa avere ancora dei giorni di ferie di cui fruire.

Le ferie non godute infatti sono un’annosa questione spesso causa di tensioni e contestazioni tra aziende e dipendenti.  

Avvalersi di un software HR per la gestione di ferie e permessi può supportare la tua azienda nella gestione di tutte le assenze (ferie, permessi, congedi o aspettative). Così facendo i periodi di preavviso diventano un normale e sereno lasso di tempo da utilizzare per salutare il dipendente e riorganizzare l’azienda senza il timore di lasciare questioni burocratiche in sospeso.

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Nata a Firenze e laureata in Scienze Politiche (in particolare Comunicazione e Giornalismo) all’Università di Firenze. In Italia ha lavorato come giornalista ed ha collaborato con diversi siti web dedicati al mondo dell’attualità. Adesso vive a Barcellona ed è Content Marketing Specialist in Factorial e si occupa della creazione dei contenuti del mercato italiano. Il suo obiettivo è dare supporto, ispirazione e strumenti per far conoscere il mondo delle Risorse Umane e far crescere la community HR. Ama l’avventura, la natura, viaggiare e giocare a pallavolo.

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