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Ferie Matrimoniali dipendenti: cosa sono e come funzionano

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9 minuti di lettura
Ferie Matrimoniali dipendenti: cosa sono e come funzionano

Cosa sono le ferie matrimoniali? Come funzionano, chi ne ha diritto e quando si possono richiedere? 

In questo approfondimento, risponderemo a queste e molte altre domande, scoprendo come un’azienda dovrebbe comportarsi quando un dipendente si sposa e quali sono i diritti del lavoratore.

In primo luogo, è importante sapere che ogni lavoratore ha diritto a un congedo (o licenza) matrimoniale. Si tratta di un periodo di solito di 15 giorni, durante il quale il lavoratore ha il diritto di assentarsi dal lavoro.

Quindi, accomodati e preparati a conoscere tutti gli aspetti delle ferie matrimoniali: chi ha diritto a esse, chi è tenuto a pagare i giorni di lavoro e se questo periodo contribuisce alla maturazione delle ferie e del TFR.

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Cosa sono le ferie matrimoniali 

Le ferie matrimoniali (o periodo di licenza matrimoniale) si riferiscono al diritto dei lavoratori di assentarsi dal lavoro subito dopo essersi sposati. Queste sono considerate ferie che il neo-sposo/a può liberamente decidere di come fruirle

Ad esempio, può usarle per il viaggio di nozze o semplicemente per trascorrere qualche giorno in compagnia del/la coniuge.

Dal punto di vista normativo, l’articolo 1 della legge 76/2016 definisce il congedo matrimoniale come un periodo di tempo che spetta al lavoratore in occasione del matrimonio o dell’unione civile.

In dettaglio:

  • Ai lavoratori neo sposi spettano 15 giorni di ferie
  • Le ferie sono retribuite
  • Le ferie matrimoniali sono distinte dalle ferie canoniche e spettanti
  • I 15 giorni spettanti devono essere fruiti in maniera continuata

Dal punto di vista storico, è interessante sottolineare che le ferie matrimoniali esistono in Italia dal 1937, quando il diritto fu sancito. Inizialmente, solo i lavoratori impiegati potevano fruirne, mentre dopo la Seconda Guerra Mondiale il diritto fu esteso anche agli operai.

Come vedremo in dettaglio, la maggior parte dei lavoratori subordinati ha diritto alle ferie matrimoniali, anche coloro che si sposano per la seconda volta o che optano per l’unione civile. È importante che il lavoratore avvisi l’azienda con un sufficiente anticipo, in modo che si possa organizzare il lavoro tenendo conto dell’assenza del dipendente.

Inoltre, è bene sottolineare che salvo diverse disposizioni stabilite nel CCNL applicato, le ferie matrimoniali vanno fruite entro i 30 giorni successivi alle nozze. Tuttavia, non è raro che queste vengano concesse anche successivamente a condizione che i 15 giorni siano collegati al matrimonio.

Infine, non sempre l’azienda deve farsi carico dell’intera retribuzione spettante. Infatti, l’INPS copre una parte dei giorni di ferie per alcune categorie di lavoratori. Anche in questo caso, è consigliabile verificare quanto stabilito nel contratto di lavoro applicato.

A chi spettano le ferie matrimoniali 

Le ferie matrimoniali, o congedo matrimoniale, spettano a tutti i lavoratori con contratto da dipendente – lavoratore subordinato. In linea generale, tutti hanno diritto al congedo, il quale inizia a decorrere dal giorno delle nozze, siano queste civili o religiose.

Devi quindi riconoscere il diritto a:

  • Dirigenti
  • Quadri
  • Impiegati
  • Operai

Viene da sé che il diritto spetta anche ai lavoratori in smartworking, nonché a coloro con contratto di apprendistato. La condizione generale è che il dipendente abbia lavorato almeno 15 giorni negli ultimi 90 giorni lavorativi.

Quindi le ferie matrimoniali spettano a tutti. Per i lavoratori a tempo indeterminato non ci sono altre particolari regole da rispettare, mentre per i lavoratori a contratto determinato è importante che il lavoratore chieda il congedo quando il rapporto di lavoro è ancora in essere, diversamente non potrà fruire del diritto. Le ferie matrimoniali invece non spettano ai liberi professionisti. Tale categoria di lavoratori è esclusa.

Passando al matrimonio vero e proprio, questo è considerato valido quando sancito sotto forma civile. Il solo matrimonio “in chiesa” non è sufficiente per avere diritto al congedo. 

La legge Cirinnà ha inoltre esteso il diritto a ogni tipologia di unione. Quindi anche coppie omosessuali possono richiedere le ferie matrimoniali.

Per quanto riguarda la durata, come visto, il congedo matrimoniale dura 15 giorni. Nel calcolo vanno inclusi tutti i giorni, anche quelli festivi, tra cui i weekend. Come anticipato, le ferie matrimoniali non possono essere sovrapposte a:

  • Ferie annuali
  • Congedi parentali
  • Permessi retribuiti

In altre parole, il lavoratore, godendo del congedo matrimoniale, non perde le ore e i giorni di ferie e permesso maturati.

In più, come datore devi sapere che:

  • Non puoi rifiutarti di concedere le ferie matrimoniali
  • Devi garantire al lavoratore il mantenimento del posto di lavoro
  • Hai la facoltà di concedere le ferie matrimoniali in modo frazionato

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Quando si possono richiedere le ferie matrimoniali 

Entro quando vanno richieste le ferie matrimoniali? Chiaramente spetta al lavoratore compilare l’apposita richiesta seguendo quanto stabilito dal regolamento aziendale. Sul tema, i CCNL stabiliscono solo che è diritto del datore essere informato con sufficiente anticipo.

L’obiettivo è garantire al datore di lavoro di avere il tempo sufficiente per fare fronte all’assenza del lavoratore, riorganizzando i turni di lavoro e la produzione, ed evitando che l’azienda possa avere difficoltà a gestire i compiti e le mansioni durante i 15 giorni in cui il lavoratore è in congedo. 

La legge impone che la richiesta sia trasmessa con almeno 6 giorni di anticipo, tuttavia la prassi vuole che i lavoratori inviino la richiesta con un anticipo più largo, almeno di un mese. In questo modo, il lavoratore ha la ragionevole certezza di non creare alcun disagio all’organizzazione e di vedersi accettata la richiesta per potersi così godere il viaggio di nozze.

A livello normativo, come datore di lavoro, non puoi opporre alcun rifiuto alla richiesta di ferie matrimoniali, tuttavia, se dovessero sussistere impedimenti oggettivi, puoi chiedere al lavoratore di posticipare le ferie, ma sei obbligato a concederle al massimo entro i 30 giorni successivi al matrimonio.

Per quanto riguarda la richiesta che il lavoratore deve inviare, questa può essere trasmessa in diversi modi, a seconda di come gestisci le varie richieste che un lavoratore fa pervenire al dipartimento HR.

Puoi quindi optare per:

  • Richiesta mediante modulo cartaceo
  • Richiesta mediante software HR

In ogni caso, sei tenuto a dare pronta risposta alla richiesta, accettando o declinando la richiesta. Le richieste devono essere firmate sia dal lavoratore, sia dal datore o dal responsabile incaricato della gestione delle ferie e dei permessi.

Al termine del congedo sei tenuto a richiedere il certificato di matrimonio. Quest’ultimo deve essere consegnato dal lavoratore entro due mesi dalla data di matrimonio. Il documento lo puoi così archiviare e utilizzarlo qualora il contratto di lavoro preveda che l’INPS compri una parte della retribuzione riconosciuta al lavoratore in congedo. 

Calcolo del congedo matrimoniale

Un aspetto di cui necessariamente tener conto riguarda come calcolare i 15 giorni di congedo matrimoniale.

Diversamente dal calcolo delle ferie, nel caso in cui il periodo coincida con giorni festivi (ad esempio le domeniche) questi ultimi bisogna includerli nel conteggio.

Un dipendente potrebbe altresì richiedere un ulteriore periodo di ferie, così da estendere la durata del congedo. 

In questo caso, ovviamente, dovrai accertarti che il lavoratore disponga ancora di giorni di ferie non goduti

I giorni, come sempre, possono essere concessi compatibilmente con le esigenze aziendali.

Ferie matrimoniali dopo i 30 giorni

Può succedere che sia il lavoratore stesso a chiederti di poter fruire delle ferie matrimoniali in una data differente dall’unione, ad esempio a distanza di due o tre mesi dal matrimonio. 

In questo caso, poiché la decisione è del lavoratore e compatibilmente con le esigenze della tua attività, puoi concedere le ferie matrimoniali anche dopo i canonici 30 giorni dal matrimonio.

A stabilirlo è la sentenza n. 9150 del 2012, la quale evidenzia come è possibile per il dipendente fruire delle ferie matrimoniali anche diverso tempo dopo il matrimonio, a condizione che i giorni di permesso siano connessi alle nozze.

Chiaramente resta l’obbligo per il lavoratore di far pervenire la comunicazione con un congruo anticipo.

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Chi paga le ferie matrimoniali?

Le ferie matrimoniali sono totalmente a tuo carico, come anticipato infatti il lavoratore dipendente continua a percepire il normale compenso. Di conseguenza, durante i giorni di congedo, matura comunque i giorni spettanti di ferie, per la tredicesima e per il calcolo del TFR.

Quanto appena detto vale in via generale. In alcuni casi, 7 giorni sono retribuiti dall’INPS i restanti 8 giorni sono a carico del datore di lavoro. 

L’INPS eroga quindi una parte della retribuzione mediante l’assegno per congedo matrimoniale. Per usufruire dell’assegno, il dipendente necessariamente deve fruire delle ferie per matrimonio entro i 30 giorni successivi alle nozze.

L’INPS si occupa di retribuire una parte dei giorni previsti per il congedo matrimoniale solo in alcuni casi. 

L’assegno spetta a lavoratori dipendenti del settore industria, artigianato e cooperative inquadrati come:

  • Operai
  • Apprendisti
  • A domicilio.

Ne consegue che non potrai contare sul contributo INPS qualora la tua attività sia operante in settori quali:

  • Commercio
  • Assicurazioni e credito
  • Agricoltura.

Bisogna inoltre specificare che l’assegno è cumulabile con l’indennità prevista dall’INAIL in caso d’infortunio sul lavoro. Al contrario non è cumulabile in caso di:

Qualora un lavoratore o una lavoratrice, quindi, invii la domanda per l’assegno matrimoniale all’INPS, pur trovandosi allo stesso tempo in una delle su riportate condizioni, riceverà il solo assegno matrimoniale in quanto l’importo previsto è più cospicuo. 

L’INPS paga l’assegno direttamente al datore di lavoro. Dovrai quindi a tua volta girare l’importo al dipendente.

Per usufruire del contributo i lavoratori aventi diritto sono tenuti a presentare domanda al datore di lavoro. La domanda deve contenere uno dei seguenti documenti:

  • Certificato di matrimonio
  • Stato di famiglia
  • Dichiarazione sostitutiva comprovante l’unione.   

Cosa succede in caso di congedo matrimoniale non goduto

La disciplina sul tema è complessa e articolata. Le ferie matrimoniali spettano di diritto al lavoratore. Quest’ultimo può godere dei 15 giorni previsti, mediante accordo tra le parti, anche in una data diversa. Può succedere però che il lavoratore nello stesso periodo decida di dimettersi o venga licenziato.

Tale scenario potrebbe portare il lavoratore a richiedere il pagamento di un indennizzo sostitutivo delle ferie per il matrimonio non godute.

Da un lato il lavoratore può fare appello a quanto sancito dalla Suprema Corte nel febbraio del 1991, la pronuncia evidenzia che il datore è tenuto a retribuire i giorni di ferie non goduti.

Tuttavia, successive sentenze evidenziano che non è presente alcuna norma specifica che equipara il congedo matrimoniale o alle ore di ferie o permesso retribuite. 

In altri termini, la licenza matrimoniale non è inquadrata come ferie e pertanto decade quanto sancito dall’articolo 36 della Costituzione, il quale evidenzia il diritto irrinunciabile alle ferie.

Si può concludere pertanto che qualora il rapporto di lavoro dovesse interrompersi prima che il dipendente sia riuscito a fruire del congedo matrimoniale, nessun obbligo di remunerazione è a carico del datore di lavoro.

Come richiedere le ferie matrimoniali  

Non esiste un unico modo per richiedere le ferie matrimoniali. Ogni azienda è libera di stabilire le modalità che ritiene più opportune per la gestione delle richieste di ferie e permessi

In passato, l’unico modo per richiedere le ferie matrimoniali era compilare un apposito modulo cartaceo, che veniva poi letto e firmato dal datore di lavoro o dal responsabile HR.

Richiedere le ferie matrimoniali: modulo cartaceo

Un classico modulo di richiesta ferie matrimoniali deve contenere:

  • Oggetto (ferie matrimoniali)
  • Nome del lavoratore
  • Data
  • Firma del lavoratore

Ecco un esempio di modulo di richiesta di ferie matrimoniali:

Spett.le (…)

c.a. Dipartimento risorse umane

Oggetto: Richiesta di congedo matrimoniale

Io sottoscritto (…) in qualità di dipendente con qualifica di (…) e numero di matricola (…), con la presente richiedo di fruire del congedo matrimoniale di (…) giorni a partire dal giorno (…) al giorno (…) così come previsto dalla legge.

Distinti saluti

Il lavoratore

Richiedere le ferie matrimoniali: software HR  

In alternativa ai poco pratici moduli cartacei per le richieste delle ferie matrimoniali, potresti pensare di digitalizzare il processo, gestendo così tutte le richieste inviate dai dipendenti direttamente dal PC o dallo smartphone. 

I vantaggi di una gestione fatta in questo modo sono notevoli. Pensa solo al tempo che risparmieresti approvando o rigettando le richieste con un click, oppure pensa al notevole risparmio di carta e alla riduzione dei possibili errori.

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Scegliendo il giusto applicativo, i lavoratori possono inviare la richiesta direttamente dallo smartphone, e gli addetti HR possono visualizzarla in tempo reale e decidere se accettarla o rifiutarla.

In più, essendo questi software pensati per una gestione a 360° di tutti gli aspetti HR in azienda, dopo aver accettato una qualsiasi richiesta di ferie e permesso, diventa facile verificare i turni di lavoro, modificarli e condividerli.

Tutti questi vantaggi si traducono in:

  • Migliore trasparenza in azienda
  • Più facile rispetto delle norme
  • Risparmio di tempo e di costi
  • Riduzione dell’errore umano

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L’intera gestione diventa automatizzata e se desideri puoi anche chiedere al software di elaborare i dati raccolti e preparare dei report personalizzati riguardanti le ferie e i permessi fruiti, maturati e richiesti da un singolo lavoratore, da un team di lavoro o da un intero dipartimento.

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