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TFR in busta paga: dove si vede, rivalutazione, lordo o netto [+ Guida]

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6 minuti di lettura
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Come trovare il TFR in busta paga? In quale sezione è contenuto?

Il trattamento di fine rapporto o liquidazione è una quota che ogni mese i tuoi dipendenti maturano per poi riceverla indietro una volta terminato il rapporto di lavoro.

La busta paga a prima vista potrebbe confondere. Contiene numerose informazioni, numeri e tabelle. Riporta l’intera storia del dipendente, comprese le presenze, i giorni di assenza, le ore di straordinario.

Imparare a leggere questo documento è di fondamentale importanza, soprattutto quando arriva il momento di corrispondere il TFR al lavoratore.

In questo articolo vedremo dove trovare il TFR in busta paga, quali voci consultare, gli attuali obblighi di legge da rispettare e tutte le curiosità e i dubbi sul tema. 

Sommario

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Dove trovare il TFR in busta paga

Ogni busta paga, salvo piccole differenze, è strutturata allo stesso modo. Conoscere le varie parti non solo ti permetterà di trovare rapidamente il TFR ma anche tante altre informazioni, quali ad esempio:

Può aiutarti sapere che tutte queste informazioni sono riportate in sezioni specifiche. Convenzionalmente la busta paga è divisa in tre parti che elenchiamo di seguito.

👉 Leggi anche “Ferie busta paga: dove trovarle e come calcolarle”.

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Parte alta o testa

La parte alta, conosciuta anche come cedolino, deve obbligatoriamente contenere alcune informazioni. 

È qui che trovi i riferimenti della tua organizzazione, il numero di matricola INPS e alcune prime informazioni sul lavoratore e sul rapporto di lavoro:

  • Posizione INAIL 
  • Data d’inizio rapporto 
  • Livello d’inquadramento

Queste prime informazioni forniscono alcuni utili elementi che concorrono al calcolo del TFR. 

Corpo 

La parte centrale fornisce informazioni riguardo la posizione attuale del lavoratore:

  • Retribuzione lorda 
  • Premi 
  • Assenze 
  • Eventuali indennità per malattia o infortunio sul lavoro
  • Cassa integrazione 
  • Permessi 
  • Ferie 
  • Bonus 
  • Orari di straordinario

Parte bassa o piede

Infine, la parte bassa contiene altre voci che completano la posizione del lavoratore in azienda. La sezione riporta le varie trattenute e detrazioni, lo stipendio netto corrisposto al dipendente e il TFR.

Se ti interessa sapere il solo TFR puoi dunque scorrere fino alla parte bassa. È qui che troverai le quote del trattamento di fine rapporto accantonate sia mensilmente sia su base annuale. 

Scarica QUI il modello di busta paga in Excel

TFR maturato in busta paga: tutte le informazioni

La parte bassa della busta paga riporta quindi il TFR. Potresti a questo punto avere l’esigenza di trovare informazioni specifiche:

  • TFR mensile 
  • Importi lordi e netti
  • Eventuali anticipi e accantonamenti

Le voci sulle quali dovresti soffermarti sono: 

Retribuzione utile TFR

La retribuzione utile al Trattamento di fine rapporto, come disciplinato dalla legge n.297/1982, è la voce principale su cui soffermarsi.

L’accantonamento, salvo diverse disposizioni contenute nel CCNL di riferimento, è ottenuto sommando gli anni di lavoro a un importo pari o inferiore al totale delle voci retributive che concorrono al calcolo della liquidazione. Il totale va poi diviso per 13,5. 

Quota anno TFR

L’importo è relativo al totale di TFR maturato nell’anno in corso. Ne consegue che questa voce non riporta né il totale del TFR maturato negli anni precedenti, né degli accantonamenti di cui beneficerà il lavoratore nei mesi successivi. 

TFR del mese

Qui invece puoi verificare il TFR del mese corrente. La voce, di conseguenza, risulta uguale alla “Quota anno TFR” solo nel primo mese dell’anno di lavoro del dipendente.   

Fondo al 31/12

Il fondo al 31/12 ti permette di sapere il totale del trattamento di fine rapporto generato nell’anno precedente. 

È bene specificare che la voce non contiene il totale del TFR maturato, il quale dev’essere calcolato nel momento in cui il lavoratore si dimette o viene licenziato, oppure come vedremo, risulta riportato nella Certificazione Unica. 

Rivalutazione TFR

Consultando questa voce è possibile venire a conoscenza del coefficiente di rivalutazione applicato per il calcolo annuale del TFR.

La rivalutazione modifica l’importo totale poiché questo viene sommato a un tasso fisso dell’1,5% e a un tasso variabile (75% dell’indice ISTAT FOI). 

Anticipi

Un’ultima voce che è possibile trovare in busta paga relativamente al TFR è: “Anticipi”. Data la possibilità, ad alcune condizioni, di poter richiedere l’anticipo del TFR, è possibile che alcuni dei tuoi lavoratori abbiano durante l’anno ricevuto il TFR. L’importo totale è riportato in questa sezione.  

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Il TFR in busta paga è lordo o netto? Come funziona la tassazione TFR

Il TFR in busta paga riportato nelle varie voci elencate nel paragrafo precedente sono da considerarsi lorde. Fino al momento della liquidazione, come titolare dovrai occuparti di trattenere le imposte previste (sostituto d’imposta).

Una volta che avrai corrisposto la liquidazione toccherà al lavoratore versare le tasse. Quest’ultimo dovrà quindi versare all’Agenzia delle Entrate un importo variabile a seconda della base imponibile, calcolata anno per anno.

Ad esempio, in caso di tassazione TFR in azienda, una base imponibile compresa tra 15.000 e 28.000 euro comporta una tassazione pari al 25%. Diverso è il discorso qualora il TFR sia stato utilizzato dal lavoratore come fondo pensione. La tassazione è meno elevata e compresa tra il 9 e il 15%. 

TFR e tredicesima in busta paga

Un ulteriore aspetto che può crearti alcuni dubbi riguarda la tredicesima, in particolare se questa è calcolata o meno nella liquidazione. La risposta è affermativa. 

Salvo disposizioni diverse contenute nel contratto di lavoro, la mensilità aggiuntiva rientra nel calcolo del TFR. 

Ciò vale anche nel caso uno o più dipendenti abbiano un contratto di tipo part-time, l’unica differenza è che la tredicesima è determinata tenendo conto delle ore effettivamente lavorate (20 a settimana) risultando quindi la metà rispetto a quanto corrisposto a un lavoratore full time. Di conseguenza anche il TFR del lavoratore part-time risulta inferiore. 

Vedere il TFR in busta paga: quali alternative

Può succedere che il lavoratore abbia necessità di conoscere il TFR maturato e che allo stesso tempo non sia in grado o non abbia voglia di calcolare gli importi anno dopo anno. 

Come abbiamo visto infatti, l’ultima busta paga non è sufficiente per determinare il totale della liquidazione maturata. 

Il lavoratore dovrebbe avere a disposizione tutte le buste paga ricevute e procedere con dei calcoli non proprio semplici. 

In questo caso, considerato che, come datore, risulti sostituto d’imposta fino al momento dell’effettivo pagamento della liquidazione, hai un modo semplice e immediato per fornire risposta alla richiesta del lavoratore, grazie alla Certificazione Unica, la quale sei comunque tenuto a rilasciare al dipendente. 

Consultando il documento il lavoratore può venire a conoscenza di informazioni quali:

  • Importo del TFR depositato in azienda
  • Importo del TFR destinato a un fondo 
  • Acconti 
  • Anticipi 
  • Indennità 
  • Detrazioni

In più, sempre grazie alla Certificazione Unica il lavoratore può apprendere importanti dati relativi alla futura tassazione del TFR. Per essere ancora più precisi, è sufficiente consultare i punti dall’801 all’813, questi permettono di conoscere il totale del TFR maturato al netto della relativa imposta sulla rivalutazione. 

Dare il TFR come quota integrativa dello stipendio

Il continuo cambio di norme porta spesso confusione tanto tra i dipendenti tanto tra gli addetti alle risorse umane. È possibile ancor oggi ricevere la richiesta di integrare il TFR maturato nel mese direttamente allo stipendio. 

Tale possibilità, chiamata quota integrativa di retribuzione (QuIR) è stata sperimentata in Italia per circa quattro anni dal 2015 al 2018, per poi essere abolita. Fino a pochi anni fa, pertanto, tutti i dipendenti presso aziende private avevano la possibilità di ricevere subito il TFR invece di aspettare la conclusione del rapporto di lavoro. 

Era sufficiente presentare la richiesta e come datore eri obbligato a versare il trattamento di fine rapporto ogni mese insieme alla regolare retribuzione. 

Sebbene molti lavoratori abbiano apprezzato la possibilità di ricevere da subito il TFR, la manovra non ha avuto molto successo, tanto da far tornare sui propri passi il legislatore. 

Riassumendo quindi, il TFR oggi può essere: conservato in azienda, versato in un fondo, richiesto in anticipo ma solo a determinate condizioni. 

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TFR in busta paga: le conclusioni

In questo approfondimento abbiamo visto dove trovare il TFR in busta paga. Saper leggere la busta paga è basilare per determinare correttamente il calcolo della liquidazione, la quale differisce da lavoratore a lavoratore essendo determinata da molteplici parametri. 

Sebbene le operazioni debbano necessariamente essere affidate a un commercialista o a un reparto specializzato in azienda, è importante che anche People Manager e responsabili HR conoscano ogni aspetto riguardo il TFR: modalità di erogazione, tassazione prevista, ultime novità introdotte dal legislatore, così da rispondere prontamente alle richieste dei dipendenti e limitare l’insorgere di errori e incomprensioni. 

Nata a Firenze e laureata in Scienze Politiche (in particolare Comunicazione e Giornalismo) all’Università di Firenze. In Italia ha lavorato come giornalista ed ha collaborato con diversi siti web dedicati al mondo dell’attualità. Adesso vive a Barcellona ed è Content Marketing Specialist in Factorial e si occupa della creazione dei contenuti del mercato italiano. Il suo obiettivo è dare supporto, ispirazione e strumenti per far conoscere il mondo delle Risorse Umane e far crescere la community HR. Ama l’avventura, la natura, viaggiare e giocare a pallavolo.

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