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Contratto apprendistato: come funziona, durata e licenziamento

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8 minuti di lettura
contratto apprendistato

Ti stai chiedendo come funziona il contratto di apprendistato? Quanti apprendisti puoi avere in azienda, i pro e i contro di questa tipologia di contratto lavorativo? 

L’apprendistato è un accordo vantaggioso per entrambe le parti. Da un lato hai la possibilità di formare e valutare le potenzialità di un giovane lavoratore prima di assumerlo a tempo indeterminato.

Dall’altro lato, l’apprendista ha l’occasione di inserirsi gradualmente in azienda, acquisendo le competenze necessarie per diventare al più presto una risorsa per l’organizzazione. Scopriamo di più in questo articolo. 

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Come funziona il contratto di apprendistato

L’apprendistato è una tipologia di lavoro subordinato e a tempo indeterminato. Lo strumento è finalizzato a contrastare il fenomeno della disoccupazione giovanile e allo stesso tempo permettere alle aziende di formare l’apprendista prima di assumerlo. 

Ogni contratto di apprendistato deve essere accompagnato dal Piano Formativo Individuale (PFI). Si tratta di un documento contenente tutte le informazioni riguardo il rapporto instaurato tra l’azienda, l’apprendista e l’ente preposto alla formazione. 

Ogni tipologia di apprendistato deve durare almeno 6 mesi. Inoltre vi altre condizioni da rispettare: 

  • Retribuire l’apprendista (non a cottimo)
  • Incaricare un tutor o un referente aziendale
  • Registrare i percorsi formativi nel fascicolo elettronico del lavoratore 

Tutte le aziende possono avvalersi degli apprendisti. Nel caso tu abbia massimo 10 dipendenti il rapporto apprendisti/lavoratori dipendenti può essere massimo pari a 1. Nel caso tu abbia più di 10 dipendenti puoi avvalerti di tre apprendisti ogni due lavoratori subordinati.

Il contratto di apprendistato è molto flessibile. Puoi decidere per un contratto a tempo indeterminato full time o part time a seconda delle esigenze aziendali. Qualora tu voglia assumere il lavoratore puoi trasformare il contratto di apprendistato in un normale contratto a tempo indeterminato anche prima della scadenza. 

A livello normativo puoi fare riferimento a quanto contenuto al Capo V del decreto legislativo 81/2015. Il legislatore ha normato tre differenti tipologie di apprendistato. 

Apprendistato per la qualifica e il diploma professionale

Questa forma di apprendistato è stata pensata per permettere al lavoratore sia di formarsi in azienda, sia, allo stesso tempo, di continuare a seguire i percorsi di studio finalizzati ad acquisire un diploma professionalizzante. 

Puoi avvalerti dell’apprendistato per la qualifica o il diploma professionale per tutti i lavoratori di età compresa tra i 15 e i 25 anni. La durata del rapporto di lavoro dipende da quanto dura il percorso formativo previsto per l’acquisizione della qualifica o del diploma, in genere tre o quattro anni. 

Una volta conseguito il diploma hai la facoltà di chiedere al lavoratore di restare in azienda come apprendista per un altro anno, a condizione che questo periodo di tempo serva al lavoratore per:  

  • Conseguire ulteriori competenze professionalizzanti 
  • Acquisire un’ulteriore certificazione

Se decidi di avvalerti di questa tipologia di contratto devi inoltre stipulare un accordo con l’istituto preposto alla formazione dell’apprendista. L’accordo ha l’obiettivo di definire aspetti quali:  

  • Modalità di apprendimento  
  • Ore trascorse in azienda 
  • Ore di studio previste 

👉 Potrebbe interessarti questo articolo in cui spieghiamo cosa devi sapere sui contratti lavorativi.

👉 Oppure leggi “Coaching aziendale: il trend HR 2022 è puntare su formazione e sviluppo”.

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Apprendistato professionalizzante 

Il contratto di apprendistato professionalizzante è applicato a tutti i lavoratori che necessitano di acquisire una qualifica necessaria per svolgere le mansioni richieste dalla tua azienda. 

Al contrario del caso precedente, la possibilità si rivolge a tutti coloro che hanno un’età compresa tra i 18 e i 29 anni.  

Questa forma di apprendistato è più flessibile rispetto alla precedente. La legge rimanda agli accordi stipulati tra le associazioni sindacali e le parti sociali aspetti quali: 

  • Modalità di apprendimento
  • Tipologia di competenze da acquisire 
  • Durata dell’apprendistato

Ad ogni modo l’apprendistato professionalizzante non può durare più di tre anni. 

Apprendistato di alta formazione e ricerca 

Un’ultima forma di apprendistato è detta di alta formazione e ricerca. La misura si rivolge ai lavoratori di età compresa tra i 18 e i 29 anni. Il limite dell’età decade qualora il lavoratore sia percettore di NaspI, ASDI o Dis-COLL.  

Questa tipologia di apprendistato ha l’obiettivo di permettere al lavoratore d’inserirsi nel mercato del lavoro e allo stesso tempo può scegliere tra una delle seguenti attività: 

  • Acquisire un titolo di studio universitario 
  • Frequentare un dottorato di ricerca 
  • Acquisire un diploma presso un istituto tecnico superiore 
  • Svolgere attività di praticantato o di ricerca

Come datore sei tenuto a stipulare un accordo con l’ente preposto alla formazione o alle attività di ricerca. L’accordo permette di definire aspetti quali: durata, modalità dell’apprendistato e divisione dei crediti formativi tra l’azienda e l’ente. 

La regola generale è che l’apprendista non può dedicare più del 60% dell’intera durata dell’apprendistato ad attività di formazione esterne all’azienda. 

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Contratto apprendistato: stipendio

Indipendentemente dal contratto di apprendistato applicato, dovrai corrispondere lo stipendio per le sole ore che il lavoratore effettivamente trascorre in azienda. Non è possibile determinare a priori l’ammontare della retribuzione poiché questa dipende dal contratto collettivo di riferimento e dalla tipologia di apprendistato. 

In linea generale, puoi fare riferimento a quanto contenuto agli articoli 42 e 47 del D.Lgs. n. 81/2015. In particolare: 

  • A parità di mansioni puoi inquadrare l’apprendista fino a due livelli in meno rispetto a un normale lavoratore con contratto determinato o indeterminato. 
  • Puoi beneficiare di uno sgravio contributivo qualora decidessi di assumere la risorsa al termine dell’apprendistato. 

Per avere un’idea più chiara riguardo lo stipendio da corrispondere all’apprendista, tieni presente che, oltre a inquadrare la risorsa a un livello inferiore, la retribuzione dovuta non è il 100% di quanto previsto nel CCNL. 

Tipicamente un apprendista riceve il 70% di quanto previsto il primo anno, l’80% il secondo anno e il 90% il terzo anno. Per fare un esempio, inquadrare un apprendista al VI livello del CCNL commercio significa verificare lo stipendio percepito di lavoratori inquadrati nel suddetto livello, 1.405 euro, e quindi corrispondere all’apprendista una retribuzione di circa 980 euro il primo anno, di circa 1.100 euro il secondo anno e di circa 1250 euro il terzo anno. 

Eccezion fatta per la retribuzione, l’apprendista gode degli stessi diritti riconosciuti a un normale lavoratore. Ne consegue che il lavoratore ha diritto a: 

👉 Ti lasciamo qui una guida completa sull’apprendistato, con stipendio, durata e tutti i dettagli del contratto.

👉 Scopri qui dove trovare il TFR in busta paga e come si calcola la tassazione.

👉 Oppure leggi “Permessi ROL: cosa sono, differenze e dettagli”.

👉 Qui invece puoi scoprire di più sul congedo matrimoniale dell’INPS o sul diritto al congedo maternità.

Contratto apprendistato: contributi da versare 

Lo Stato prevede importanti agevolazioni per le imprese che assumono giovani in apprendistato. Gli sgravi contributivi variano a seconda del numero di dipendenti dell’azienda.  

  • Aziende con meno di 9 dipendenti: come previsto dalla legge di Bilancio 2022, lo sgravio contributivo è al 100% ed è valido per i primi 3 anni di contratto fino a un massimo di 3.000 euro. Una volta terminati i tre anni l’aliquota contributiva a tuo carico è pari al 10%, mentre l’aliquota a carico del lavoratore è del 5.84% calcolata sulla base imponibile. Inoltre, le ore che l’apprendista trascorre presso l’ente preposto alla formazione sono esenti da contributi. 
  • Aziende con più di 9 dipendenti: in questo caso l’aliquota contributiva che dovrai versare per ogni dipendente è pari all’11,61%. L’importo è quasi totalmente destinato ai contributi previdenziali, mentre una residua parte è destinata all’ASpI e ai fondi interprofessionali.  

Per accedere allo sgravio contributivo è richiesto di: 

  • Essere in regola con i contributi versati   
  • Rispettare gli accordi stipulati a tutti i livelli (CCNL, regione).   

💡 Scopri qui tutti i dettagli e le differenze tra contributi previdenziali e contributi figurativi.

Cosa succede alla fine del contratto di apprendistato

Cosa succede quando termina il contratto di apprendistato? Devi tener presente che l’apprendistato è inquadrato come una tipologia di contratto a tempo indeterminato. Ne consegue che l’obiettivo ultimo è effettivamente favorire l’inserimento della risorsa in azienda al termine del periodo di formazione stipulando un normale contratto di lavoro a tempo indeterminato. 

Il primo aspetto da segnalare è che, come stabilito dall’articolo 2118 del c.c., se nessuna delle due parti recede il contratto, al termine dell’apprendistato, il rapporto di lavoro si trasforma in un normale contratto a tempo indeterminato. 

Quanto appena detto però non implica che sei obbligato ad assumere la risorsa. La legge infatti stabilisce che, una volta terminato l’apprendistato, puoi decidere per l’interruzione del rapporto lavorativo, senza dover esplicitare la motivazione (recesso ad nutum). Indipendentemente da come il rapporto di lavoro si interrompe sei tenuto a comunicare la fine dell’apprendistato al Centro per l’Impiego, inviando il modello Unilav. 

Cosa succede in caso di licenziamento 

L’apprendista è a tutti gli effetti un lavoratore e pertanto puoi licenziarlo anche prima che completi il percorso professionalizzante. Hai quindi facoltà di porre fine al rapporto di lavoro per giusta causa, qualora sussistano validi motivi tali da allontanare il dipendente, o per giustificato motivo. Quest’ultimo caso si presenta ad esempio quando l’apprendista viene meno agli obblighi contrattuali. 

Per licenziare l’apprendista dovrai quindi seguire il medesimo iter previsto per il licenziamento di un qualsiasi dipendente. Nella pratica sei tenuto a: 

  • Contestare il comportamento dell’apprendista 
  • Concedere al lavoratore 5 giorni di tempo per difendersi 
  • Inviare il modello Unilav 

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Cosa succede in caso di dimissioni 

Il rapporto può interrompersi anche durante l’apprendistato stesso. Il dipendente ha facoltà di presentare le dimissioni rispettando i canonici 15 giorni di preavviso. Qualora sia ancora in periodo di prova non è tenuto a rispettare alcun preavviso. 

Il diritto di recesso è quindi esercitabile dall’apprendista in qualsiasi momento. Quest’ultimo non è tenuto a fornire le motivazioni che lo hanno spinto a dimettersi. Le dimissioni senza rispettare il preavviso, ti autorizzano a trattenere la parte di retribuzione spettante dalla busta paga

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Apprendistato: l’importanza di rispettare gli obblighi formativi 

Come datore di lavoro sei tenuto ad adempiere agli obblighi formativi previsti in ogni contratto di apprendistato. 

L’obbligo formativo in molti sostengono rappresentare il vero limite all’utilizzo di questo strumento da parte delle imprese. Secondo gli ultimi rapporti i contratti di apprendistato non superano il 5% del totale dei contratti di lavoro. 

Nonostante i tanti vantaggi per l’azienda (fiscali e non solo) dover assicurarsi che l’apprendista consegua la qualifica prevista dal contratto sembra fare da freno all’adozione dello strumento. La legge infatti ritiene i datori di lavoro come unici responsabili nel caso in cui l’apprendista non riesca a conseguire il titolo. 

Qualora si verifichi il suddetto evento, perdi le agevolazioni contributive e sei tenuto a versare i contributi previsti dalla qualifica che l’apprendista avrebbe raggiunto completando il percorso di formazione. Tale rischio è reale, tuttavia bisogna precisare che spesso si tende a favorire la mediazione cercando di far ugualmente acquisire al lavoratore la formazione prevista. 

💡 Leggi anche “Contratto di stage o di tirocinio: cos’è e cosa implica per le aziende”.

Contratto di apprendistato: vantaggi per l’azienda 

L’apprendistato è una tipologia di contratto vantaggiosa tanto per le aziende che per i lavoratori. Come abbiamo visto i benefici sono diversi: 

  • Esonero dai contributi previdenziali per le piccole aziende 
  • Possibilità di inquadrare l’apprendista fino a due livelli inferiori 
  • Nessun obbligo di assumere l’apprendista al termine del contratto 

Oltre a questi vantaggi è possibile individuarne altri a cui forse non avevi pensato: 

Investire sui talenti 

Le risorse umane sono il bene più prezioso che la tua azienda può avere. Lo strumento dell’apprendistato è stato creato appositamente per invogliare le aziende a investire nei talenti. Grazie all’apprendistato infatti si riducono considerevolmente i costi per la formazione, i quali da sempre rappresentano un limite allo sviluppo delle piccole imprese.

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Processi d’integrazione facilitati 

Il contratto di apprendistato favorisce l’inserimento graduale della risorsa in azienda. Ciò significa che quando e se deciderai di trasformare l’apprendistato in un contratto a tempo indeterminato beneficerai di una risorsa già pronta per lavorare nella tua azienda. L’apprendistato può durare fino a quattro anni un periodo più che sufficiente per preparare al meglio il dipendente. 

Facile ricambio generazionale

Dover affiancare all’apprendista un tutor interno all’azienda è un aspetto da non sottovalutare. Il lavoratore seguito da una figura esperta può potenzialmente assicurare un corretto e quanto più naturale ricambio generazionale, dando così l’occasione ai lavoratori prossimi alla pensione di trasmettere tutta la loro esperienza ai più giovani. 

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Contratto di apprendistato: le conclusioni 

Avvalersi dei contratti di apprendistato può rappresentare una vera opportunità di crescita per la tua azienda. Come abbiamo visto, puoi scegliere tra diversi tipi di contratto di apprendistato e decidere poi liberamente se assumere o meno la risorsa.  

I numerosi incentivi previsti rappresentano oggi un’occasione, soprattutto per le piccole imprese, le quali hanno la possibilità di formare al meglio un giovane lavoratore coinvolgendo i dipendenti senior i quali possono così trasmettere la loro essenziale esperienza all’apprendista, assicurando un facile ricambio generazionale.

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Nata a Firenze e laureata in Scienze Politiche (in particolare Comunicazione e Giornalismo) all’Università di Firenze. In Italia ha lavorato come giornalista ed ha collaborato con diversi siti web dedicati al mondo dell’attualità. Adesso vive a Barcellona ed è Content Marketing Specialist in Factorial e si occupa della creazione dei contenuti del mercato italiano. Il suo obiettivo è dare supporto, ispirazione e strumenti per far conoscere il mondo delle Risorse Umane e far crescere la community HR. Ama l’avventura, la natura, viaggiare e giocare a pallavolo.

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