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Gender Gap nelle aziende: il contesto attuale e come gestirlo in azienda

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6 minuti di lettura
gender gap

Cos’è il Gender Gap? Qual è la situazione in Italia e in Europa? Esistono ancora evidenti disparità tra uomo e donna. Disparità che riguardano ogni ambito: economia, salute, istruzione e mercato del lavoro. 

In merito a quest’ultimo aspetto, nonostante il progresso e la sensibilizzazione, a parità di ore lavorate le donne guadagnano in media ancora meno rispetto agli uomini, hanno meno possibilità e opportunità di raggiungere posizioni di vertice nelle organizzazioni pubbliche e private. 

Il Gender Gap, in italiano: divario di genere, è un fenomeno presente in tutto il mondo, anche se non mancano marcate differenze tra i paesi. Alcuni sono riusciti a raggiungere una quasi uguaglianza tra i generi, altri invece sono ben distanti dal raggiungerla. 

Come vedremo la parità tra i generi, misurata dal Global Gender Gap index, vede l’Italia occupare una non edificante 63esima posizione ben lontana dai paesi virtuosi. 


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Gender Gap: significato e definizione

Cos’è il Gender Gap e cosa significa? Seguendo la definizione fornita dal World Economic Forum possiamo definire il divario di genere come la differenza tra uomini e donne presente non solo in ambito lavorativo ma anche politico e culturale. I parametri presi come riferimento sono: 

  • Salute 
  • Istruzione 
  • Economia 
  • Politica 

L’aspetto che subito balza all’occhio è la non presenza dei paesi più industrializzati al mondo tra le prime 10 posizioni dei paesi virtuosi, quelli cioè che riescono a garantire eguali trattamenti ai cittadini indipendentemente dal genere. 

Bisogna fare attenzione a non confondere il Gender Gap con il Gender Pay Gap. Quest’ultimo parametro misura le sole differenze retributive tra uomini e donne calcolate sulla base dello stipendio lordo orario medio. 

Dagli ultimi dati rilevati le lavoratrici in UE guadagnano circa il 13% in meno rispetto agli uomini, nonostante nel 1957 il Trattato di Roma ha introdotto il principio dell’uguale retribuzione a parità di mansioni svolte. 

L’Italia sembra essere tra i Paesi più virtuosi se si analizza soltanto il divario contributivo, tuttavia, come vedremo in dettaglio nei prossimi paragrafi, la realtà dei fatti è differente. 

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Il Gender Gap in Italia: la situazione nel nostro Paese 

Per quanto riguarda il divario tra uomini e donne in Italia occorrono diverse precisazioni. Consultando il Global Gender Gap report possiamo notare come il nostro Paese garantisca sostanzialmente parità di trattamento, indipendentemente dal genere, per quanto riguarda: 

  • La salute 
  • L’istruzione 

Nessun’anomalia è stata rilevata in parametri quali: aspettativa di vita e possibilità di accesso all’istruzione.  

Diversamente, punteggi ancora troppo bassi sono stati rilevati nella partecipazione delle donne alla vita politica. In particolare, le basse percentuali di donne parlamentari e ministre e il fatto che mai una donna è stata eletta a Capo del Governo spingono l’Italia al 63esimo posto su 156 paesi analizzati nel report. 

Gender Pay Gap in Italia e come calcolarlo 

Ben diversa e meritevole di analisi è la situazione Gender Pay Gap in Italia. Come anticipato il divario retributivo nel Paese rilevato da Eurostat è del solo 5,5%. Decisamente inferiore alla media UE: 16,3%.  

Tuttavia, l’analisi non riflette l’attuale situazione. Il Gender Pay Gap infatti è non aggiustato, o meglio non tiene conto né di alcuni parametri essenziali per valutare una reale differenza retributiva tra uomini e donne, né che le donne siano in percentuale maggiore impegnate in lavori meno retribuiti. Ad esempio, è sufficiente inserire nel calcolo parametri quali: percentuale di disoccupate e inattive e retribuzione annua (e non oraria) per avere risultati completamente diversi. 

Un’idea più realistica riguardo le differenze salariali è data dal Gender Overall Earnings Gap. Quest’ultimo, che tiene conto dei fattori riportati in precedenza, mostra come la differenza complessiva dei salari tra uomo e donna in Italia è del 44%, in Europa è del 40%. 

A ogni modo, una lavoratrice può facilmente avere un’idea di quanto guadagni in meno rispetto a un lavoratore o utilizzando un simulatore Gender Pay – ne sono disponibili diverse versioni in rete, oppure calcolando manualmente il Gender Pay Gap. La formula da utilizzare è la seguente: 

gender gap calcolo

👉 Vuoi saperne di più sull’attuale stato dell’uguaglianza di genere in Italia? Qui trovi un approfondimento sul gender pay gap.

Gender Pay Gap Italia: quali sono i motivi 

L’ultimo Global Gender Gap report 2021 ricorda che la parità di genere non è stata raggiunta ancora da alcun paese al mondo. La pandemia inoltre sembra aver accentuato alcune differenze che hanno impiegato anni a ridursi. 

Secondo il report il ritmo con il quale le disuguaglianze si affievoliscono è così basso che potrebbero volerci oltre 267 anni prima di raggiungere una completa parità tra i generi. 

A oggi, l’unico paese che mostra una quasi perfetta parità tra i generi è l’Islanda, seguita da altri paesi del Nord Europa: Norvegia e Finlandia. Per quanto riguarda il Gender Gap in Italia, l’ultima classifica ha visto l’Italia recuperare 13 posizioni. Il recupero è stato trainato da un maggior coinvolgimento delle donne in ruoli quali: ministre e sottosegretarie. 

Ma perché nonostante viviamo in uno dei Paesi più industrializzati e progrediti al mondo ci sono ancora queste disparità? 

Comprendere i motivi è molto complesso. Come abbiamo visto non è un problema d’istruzione. In Italia infatti le donne laureate sono più degli uomini. Tuttavia bisogna considerare che la percentuale di lavoratrici laureate in discipline STEM (science, technology, engineering and mathematics) sono meno rispetto ai lavoratori uomini. Questo aspetto potrebbe in parte spiegare le differenze di salario e di opportunità di carriera. Altri motivi che spiegano il Gender Pay Gap sono i seguenti.

👉 Leggi l’articolo “Gestione diversità: come applicarla in ufficio”. 

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Meno anni di esperienza 

La carriera di una lavoratrice spesso si interrompe, a volte definitivamente, a causa di eventi quali: maternità e necessità di accedere ai congedi parentali per assistenza ai familiari malati o disabili. 

Queste interruzioni spesso diventano definitive. Basta consultare il numero di dimissioni volontarie. Queste il più delle volte sono rassegnate da neo mamme che hanno difficoltà a far conciliare la vita privata con la vita lavorativa.

Queste difficoltà oltre che ad aumentare il numero di donne disoccupate e inattive, spesso precludono l’accesso a posizioni di vertice in azienda.

Meno ore lavorate

È proprio perché alle donne è spesso affidata la cura della famiglia che si crea un divario nelle ore lavorate. Meno ore lavorate vuol dire sia salari inferiori, sia maggiori contratti di lavoro part-time. Non a caso il Gender policies report 2021 riporta che quasi il 50% dei contratti di lavoro delle donne sono part-time, contro solo il 26,6% degli uomini.

gender gap azienda

Gender Gap in Italia: come puoi ridurre il divario retributivo in azienda 

Bisogna essere realisti. Quella del Gender Gap è una questione che nonostante le tante misure introdotte a tutela delle donne lavoratrici non è stata ancora risolta. L’Oxfam invita gli stati a fare ancora di più. Ad esempio introducendo:

  • Sgravi contributivi per le aziende 
  • Misure volte a ridurre il precariato 
  • Maggiori servizi pubblici a tutela della famiglia e dei figli 

È compito del parlamento approvare nuove misure a tutela delle donne lavoratrici e volte a ridurre le disparità. Tuttavia come titolare d’azienda puoi organizzare la tua attività rendendola un ambiente che davvero garantisca un equità di trattamento. Ad esempio: 

Rivedi i processi di promozione 

Come abbiamo visto possono crearsi profonde disparità salariali quando ad una lavoratrice è preclusa la possibilità di avanzare di carriera. 

Potresti pensare a percorsi di carriera personalizzati che tengano conto delle esigenze delle lavoratrici madri. Così facendo garantirai anche a queste ultime la possibilità di raggiungere le posizioni di vertice in azienda. 

Organizza attività formative 

Spesso i pregiudizi e il contesto socio culturale causano disparità di genere in azienda.

Organizzare attività volte a sensibilizzare manager e responsabili HR riguardo l’importanza di garantire le pari opportunità in azienda, può essere un ottimo modo per crescere e distinguersi. 

Diffondendo una cultura aziendale tra i lavoratori delle diverse aree potrai attribuire una visione e una personalità all’azienda e i dipendenti potranno sentirsi identificati con i valori. 

👉 Leggi l’articolo “Cultura aziendale: cos’è, quali tipi con esempi e dettagli”.

👉 Oppure “Come promuovere l’uguaglianza di genere e ridurre il gender pay gap”.

Promuovi la work-life balance 

Garantire alcuni giorni di permesso aggiuntivi alle lavoratrici madri, offrire la possibilità di lavorare da remoto, cercare, in altre parole, di venire incontro alle esigenze specifiche di ogni singolo lavoratore è un’attenzione in più presente nelle aziende virtuose e orientate al futuro. 

Diffondi la tua vision 

E infine, il tuo impegno verso la parità di genere in azienda, l’adozione di politiche orientate al benessere dei dipendenti, e in generale tutte le azioni volte a tutelare la parità di genere in azienda, andrebbero comunicate all’esterno. 

In questo modo, la tua azienda può distinguersi dalla concorrenza, attirare nuovi talenti e perché no, diventare un esempio e fonte d’ispirazione per altre realtà. 

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Gender Gap in Italia: le conclusioni 

Le istituzioni e le aziende possono fare molto per ridurre il problema del Gender Gap in Italia. Da un lato maggiori tutele alle donne lavoratrici promosse dallo Stato e dalla Comunità Europea possono effettivamente contribuire a ridurre le differenze di genere. Dall’altro come titolare puoi promuovere azioni a tutela delle donne e in generale di tutte le fasce dei lavoratori più deboli. 

L’auspicio, in conclusione, è che presto anche l’Italia possa occupare le prime posizioni nei Global Gender report e distinguersi in Europa e nel mondo come uno dei Paesi più sensibili al tema. 

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Nata a Firenze e laureata in Scienze Politiche (in particolare Comunicazione e Giornalismo) all’Università di Firenze. In Italia ha lavorato come giornalista ed ha collaborato con diversi siti web dedicati al mondo dell’attualità. Adesso vive a Barcellona ed è Content Marketing Specialist in Factorial e si occupa della creazione dei contenuti del mercato italiano. Il suo obiettivo è dare supporto, ispirazione e strumenti per far conoscere il mondo delle Risorse Umane e far crescere la community HR. Ama l’avventura, la natura, viaggiare e giocare a pallavolo.

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