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Congedo mestruale: potrebbe arrivare anche in Italia? [+ Modello]

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7 minuti di lettura
congedo mestruale

Presto anche in Italia sarà possibile per le lavoratrici usufruire del congedo mestruale? Perché ultimamente si è tornati a discutere di questo importante diritto per le donne?

Negli ultimi mesi il tema del congedo mestruale è tornato al centro del dibattito politico. Il merito è della Spagna che, proprio in questo periodo, dovrebbe definitivamente approvare una nuova legge pensata per garantire alle lavoratrici, e a tutte le donne, maggiori diritti e tutele.

Tra le misure presenti, vi è anche la possibilità di chiedere il congedo per mestruazioni. La misura si rivolge a tutte le lavoratrici spagnole, sia impiegate nel settore pubblico sia privato. 

Si tratta di un’importante legge promossa dal Ministro per l’Uguaglianza Irene Montero che ha recentemente evidenziato che tra gli obiettivi del Governo spagnolo c’è proprio la volontà di tutelare maggiormente le donne e le famiglie.

Cos’è e cosa prevede il congedo mestruale in Spagna? Qual è la situazione in Italia e nel mondo? A tutte queste domande troverai risposta in questo articolo. 


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Congedo mestruale: cos'è? 

Possiamo definire il congedo mestruale, in inglese menstrual leave, come la possibilità offerta alle donne di assentarsi dal lavoro per alcuni giorni per via delle mestruazioni. Non essendoci ancora una legge in Italia, non è possibile dire con precisione se il congedo previsto è retribuito oppure non retribuito né tanto meno per quanti giorni. 

Dare la possibilità di assentarsi dal lavoro a causa delle mestruazioni si basa sul fatto che, durante questo periodo, molte donne avvertono disagi di cui è importante tenere conto. I disagi sono di vario tipo, sia emotivi sia fisici. 

Tecnicamente il dolore è causato dalla dismenorrea. Si tratta di un dolore all’utero che generalmente è massimo a distanza di 24 ore dalle mestruazioni ma che talvolta può iniziare ad avvertirsi 1 o 2 giorni prima. La dismenorrea è un dolore avvertito al basso ventre e in generale i dolori mestruali causano altri dolori tra cui: 

  • Mal di schiena 
  • Stanchezza 
  • Nausea 
  • Sbalzi d’umore 
  • Giramenti di testa

In Italia, come vedremo in dettaglio più avanti, l’unica iniziativa pensata per dare alle lavoratrici la possibilità di assentarsi dal lavoro in caso di dismenorrea è una proposta di legge, presentata il 27 aprile 2016 dalla Camera dei Deputati su iniziativa di Mura, Iacono, Rubinato, Sbrollini.

Scarica QUI il modulo per la richiesta di permesso

👉 Può interessarti anche l’approfondimento “Congedo parentale e di paternità: come richiederlo e tutte le novità 2022”.

👉 Oppure “Congedo matrimoniale: la guida completa alla gestione e alla normativa”.

Congedo mestruale 2022: la situazione oggi in Italia

A oggi la situazione è chiara. Tra i permessi retribuiti e no, non è contemplato il caso in cui una lavoratrice debba assentarsi dal lavoro a causa delle mestruazioni. La conseguenza è che la lavoratrice, qualora non riesca a recarsi al lavoro, può solo utilizzare permessi generici.  

In particolare, l’unico strumento del quale può avvalersi è il R.O.L. (Riduzione dell’Orario di Lavoro). Ricordiamo tuttavia che sebbene questi permessi siano retribuiti non spettano a tutti i lavoratori. 

Dalla succitata proposta di legge, si apprende che i disagi causati dalla dismenorrea sono seri e andrebbero considerati. Percentuali variabili dal 60 al 90% delle lavoratrici soffrono durante il ciclo mestruale. Un malessere che aumenta i tassi di assenteismo tanto nel settore pubblico che nel settore privato. La proposta del 2016 invitava a concedere la possibilità di assentarsi dal lavoro fino a 3 giorni al mese. Inoltre: 

  • Il congedo deve essere retribuito in un importo pari al 100% della giornata lavorativa. 
  • I giorni di permesso non devono essere computati né per fini contributivi, né all’indennità di malattia.
  • Il diritto spetta a tutte le donne lavoratrici a tempo pieno, parziale o a progetto.
  • Per usufruire del congedo bisogna presentare al datore di lavoro la relativa certificazione medica. 

👉 Leggi l’articolo “Permessi ROL: cosa sono, differenze e dettagli”.

👉 Oppure “Permessi non retribuiti: quanti giorni spettano e quando richiederli”.

Congedo mestruale in Italia: cosa puoi fare per tutelare le lavoratrici? 

Il congedo mestruale in Italia quindi attualmente non è previsto. A ogni modo come titolare d’impresa puoi sempre pensare di dare un congedo anche se non c’è alcuna norma a obbligarti. 

Non saresti il primo. È dal lontano 2007 che la nota multinazionale Nike prevede il congedo mestruale. Una simile strada è stata perseguita anche da Coexist, un’azienda di Bristol, che ha inserito la possibilità di usufruire del congedo mestruale nel proprio Statuto.

Introdurre spontaneamente tali forme di tutela, non solo significa mostrarsi attenti alle esigenze delle risorse umane, attuando politiche pensate per il benessere dei lavoratori, ma anche, sostengono le aziende che hanno adottato la misura, ottenere benefici in termini di maggiore produttività delle lavoratrici una volta rientrate al lavoro. 

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Congedo mestruale paesi che lo prevedono 

Potresti rimanere stupito nel sapere che sono molto pochi i paesi nel mondo che prevedono per legge la possibilità di richiedere il congedo mestruale. Stupisce soprattutto il fatto che nessun Paese in Europa – la Spagna, come vedremo, deve ancora approvare definitivamente la legge, lo prevede. Anche negli Stati Uniti non esiste alcuna legge in merito. 

La maggior parte dei paesi che dispongono di leggi in merito li troviamo in Asia. In tutti gli altri, le iniziative sono limitate alle scelte private intraprese dai titolari d’azienda. 

Ma quali paesi oggi prevedono per legge il congedo mestruale? 

Giappone 

In Giappone il congedo mestruale esiste dal 1947. Le lavoratrici possono non recarsi al lavoro e non esiste un limite di giorni. L’unico limite riguarda la retribuzione. Il congedo non è retribuito, tuttavia tre aziende su dieci indennizzano le lavoratrici totalmente o parzialmente. Secondo un recente sondaggio, solo lo 0,9% delle lavoratrici effettivamente usufruisce del congedo. 

Corea del Sud 

Le lavoratrici della Corea del Sud avevano diritto a un giorno di congedo mestruale non retribuito al mese. Tale norma è stata in vigore fino al 2004. Dal 2004 in poi la settimana lavorativa è passata da sei giorni a cinque giorni, una modifica che ha portato all’eliminazione del congedo mestruale.  

Taiwan 

A Taiwan si dimostrano molto attenti al tema dell’uguaglianza di genere. Le donne possono richiedere fino a tre giorni di congedo mestruale l’anno che risultano retribuiti al 50% ed equiparati ai giorni di malattia. 

👉 Può interessarti l’articolo “Come promuovere l’uguaglianza di genere e ridurre il gender pay gap”.

Zambia 

Infine, un ultimo paese che prevede il congedo mestruale non è in Asia ma in Africa. Si tratta dello Zambia. Le lavoratrici possono assentarsi dal lavoro un giorno al mese. Non sono obbligate né ad avvisare né a presentare un certificato medico

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Congedo mestruale legge approvata in Spagna? 

Tornando in Europa, la Spagna è il Paese più vicino a concedere il diritto al congedo mestruale. Le ultime informazioni sul tema sono state riportate dalla Ministra Irene Montero e divulgate al pubblico nella nota stampa presente sul sito web del Ministerio De Igualdad.

Montero ha presentato un insieme di norme che hanno l’obiettivo di garantire alle donne una maggiore tutela e allo stesso tempo sono pensate per ampliare tutta una serie di diritti. Tra l’insieme di norme proposte vi è quella inerente al congedo mestruale. 

Il pacchetto di leggi dovrebbe non solo includere la salute mestruale come un diritto, ma consentire anche alle donne tra i 16 e i 18 anni di poter interrompere la gravidanza senza l’intervento di un tutore legale. 

Sempre nel medesimo pacchetto di leggi vengono inoltre previste risorse per migliorare l’educazione sessuale nel Paese. La riforma è ora al vaglio del parlamento spagnolo che, con procedura d’urgenza, ha il compito di approvare o non approvare i vari emendamenti. 

Congedo mestruale: due criticità

A una prima analisi chiunque dotato di buon senso non può che essere favorevole al congedo mestruale. Come titolare d’impresa, sappiamo quanto per te sia importante tutelare i tuoi talenti in azienda e garantire loro un’esperienza di lavoro davvero appagante. È probabilmente questo il pensiero che spinge molte organizzazioni a concedere giorni di permesso aggiuntivi e retribuiti alle donne e in generale a tutti i lavoratori. 

Probabilmente l’iniziativa della singola impresa è la strada migliore da perseguire rispetto a una vera a propria legge. A sostenere questa tesi sono in molti: associazioni femministe, medici, sociologi. Cerchiamo di capire quali criticità potrebbero emergere da una legge sul congedo mestruale non studiata in ogni minimo dettaglio. 

👉 Leggi l’articolo “Permessi di lavoro: la guida definitiva 2022 a tutte le tipologie”.

Aumento del gender gap 

Per quanto spiacevole, bisogna evidenziare che una legge sul congedo mestruale potrebbe aumentare il già elevato gender gap o divario di genere. Il motivo è facilmente intuibile. Già oggi non è raro leggere di datori di lavoro che tendono a non assumere giovani lavoratrici onde evitare di farsi carico dei costi di un’eventuale congedo di maternità

Una legge sul congedo mestruale potrebbe aumentare le discriminazioni e fare da ulteriore ostacolo non solo all’ottenimento di un posto di lavoro ma potrebbe anche ostacolare lo sviluppo della carriera, riducendo le possibilità di ottenere una promozione. Quanto appena riportato è confermato da diverse ricerche. In particolare, lo studio condotto da Essity evidenzia che: 

  • Al 28% delle donne non piace che passi l’idea che un cambiamento ormonale possa influenzare le capacità lavorativa. 
  • Il 35% ritiene che il congedo mestruale porti i datori di lavoro a rivedere le politiche di assunzione in sfavore delle donne.  

👉 Leggi l’articolo “Congedo maternità: tutte le regole, i giorni e gli aspetti economici spiegati”.

👉 Oppure “Gender Gap nelle aziende: il contesto attuale e come gestirlo”.

👉 Vuoi saperne di più sull’attuale stato dell’uguaglianza di genere in Italia? Qui trovi un approfondimento sul gender pay gap.

Privacy a rischio 

Far sapere di essere in congedo per mestruazioni potrebbe aprire seri problemi di privacy. Bisogna considerare anche le donne che non hanno le mestruazioni, le quali potrebbero vivere una condizione di disagio. 

Bisogna poi considerare anche le donne trans e le identità non binarie che hanno diritto, se vogliono, a mantenere la loro privacy non rischiando di ricevere domande od osservazioni scomode da altri colleghi di lavoro. 

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Congedo mestruale in Italia: le conclusioni 

In questo approfondimento abbiamo visto come la possibilità di beneficiare del congedo mestruale oggi non è ancora presente in Italia e in Europa. L’unica eccezione è data dalla Spagna che presto potrebbe concedere il diritto a tutte le lavoratrici. 

Fermo restando che ogni politica rivolta al benessere dei lavoratori tutti va accolta in maniera positiva, non si può non evidenziare l’assoluta necessità di una legge che davvero tuteli le lavoratrici e che non porti a conseguenze spiacevoli, come l’aumento del gender gap, o che costringa la donna ad avere meno diritto alla privacy e alla riservatezza rispetto ai lavoratori uomini.

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Nata a Firenze e laureata in Scienze Politiche (in particolare Comunicazione e Giornalismo) all’Università di Firenze. In Italia ha lavorato come giornalista ed ha collaborato con diversi siti web dedicati al mondo dell’attualità. Adesso vive a Barcellona ed è Content Marketing Specialist in Factorial e si occupa della creazione dei contenuti del mercato italiano. Il suo obiettivo è dare supporto, ispirazione e strumenti per far conoscere il mondo delle Risorse Umane e far crescere la community HR. Ama l’avventura, la natura, viaggiare e giocare a pallavolo.

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