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Tassazione TFR: come si calcola, anticipo, quanto ammonta ed esempio

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12 minuti di lettura
tassazione tfr

Come funziona la tassazione TFR? Quando viene pagato e come calcolarlo? È possibile richiederlo in anticipo?

Se sei un manager o un responsabile HR, in questo articolo troverai risposta a questi e molti interrogativi inerenti al trattamento di fine rapporto dei dipendenti. Premettiamo subito che tutti i lavoratori dipendenti maturano il TFR, indipendentemente dal tipo di contratto, come stabilito dall’articolo 2120 del Codice Civile

Il totale dell’importo il TFR, o anche chiamato liquidazione o buonuscita, è da corrispondere al lavoratore quando il rapporto si interrompe per dimissioni, licenziamento, risoluzione consensuale del rapporto o pensionamento. 


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TFR e tassazione una panoramica generale 

Il primo aspetto da considerare è che il calcolo della tassazione applicata al TFR differisce a seconda che il lavoratore opti per:

  • Lasciare il TFR in azienda 
  • Destinare il TFR a un fondo pensione 
  • L’anticipo del TFR

Optare per una delle prime due possibilità è a discrezione del lavoratore come stabilito dal Decreto Legislativo 252 del 2005.

Se il lavoratore non dovesse esprimere alcuna preferenza il principio valido è quello del silenzio assenso, il quale implica che dovrai accantonare il TFR in un fondo pensione.

Viceversa, il lavoratore può chiedere che il proprio trattamento di fine rapporto rimanga in azienda, pur continuando ad avere la possibilità di chiedere in qualsiasi momento che venga destinato a un fondo di previdenza pensionistica. 

Quando concedere l’anticipo del TFR 

Un paragrafo a parte merita la questione dell’anticipo del TFR. Il lavoratore presso un’azienda privata ha facoltà di chiedere l’anticipo del trattamento di fine rapporto ma solo a determinate condizioni.

La prima è che lavori per l’azienda da almeno 8 anni. Inoltre, il lavoratore non può percepire più del 70% dell’importo maturato al momento della richiesta e non può chiedere l’anticipo qualora una quota superiore al 4% del totale dei dipendenti abbia già usufruito della possibilità.

Devono altresì sussistere altre condizioni affinché il diritto sia esercitabile. In particolare, il lavoratore è tenuto a giustificare i motivi della richiesta, la quale può essere presentata per:

  • Spese sanitarie 
  • Acquisto della prima casa 
  • Nascita del figlio 
  • Attività formative

Come calcolare la tassazione per il TFR

Per calcolare la tassazione del TFR dovrai, in primo luogo, calcolare il trattamento di fine rapporto partendo dalla retribuzione annua lorda (RAL) e dividendola per 13,5. 

Ricordiamo che, in generale, la retribuzione annua include numerose voci da aggiungere allo stipendio base, tra cui:

Mentre non rientrano:

  • I rimborsi 
  • I compensi occasionali.

È sempre bene verificare quanto previsto nel CCNL poiché alcune voci potrebbero non rientrare nel calcolo. 

Ogni anno la cifra accantonata va rivalutata tenendo presente l’andamento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie e gli operai dell’anno precedente fornito dall’ISTAT, rivalutato a sua volta del 75%. L’importo ottenuto infine va ulteriormente rivalutato aggiungendo l’1,5% alla cifra ottenuta. 

Esempio di calcolo TFR

Con il seguente esempio di calcolo ti risulterà più semplice capire come effettivamente determinare il TFR.

Ipotizziamo che un lavoratore abbia lavorato nella tua azienda per 1 anno ricevendo una retribuzione annuale lorda di 25.000 euro. 

    1. Dividi la RAL per 13,5. 25.000 euro diviso 13,5 è uguale a 1851,85 euro.
    2. Trova il coefficiente di rivalutazione complessivo dell’anno precedente consultando le tabelle fornite dall’ISTAT. Nel 2019 è stato di 1,003 (per semplicità poniamo già rivalutato). Il totale diventa 1857,40 euro. 
    3. Aggiungi il coefficiente fisso dell’1.5% all’ultimo importo trovato: 1857,40 * 1,5%. Il totale è dato da 1857,40 + 27.86, ed è pari a 1885,26 euro di TFR maturato nel 2020 prendendo come riferimento l’indice dei prezzi al consumo dell’anno precedente, il 2019. 

Se un lavoratore matura, in media, 2 giorni di ferie retribuite al mese, tendenzialmente matura circa una mensilità dello stipendio ogni anno di lavoro. L’importo totale può variare di molto nei periodi di elevata inflazione, poiché risulta più elevato il coefficiente di rivalutazione. 

💡 Leggi qui riguardo la retribuzione dei dipendenti e come leggere la busta paga.

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Calcolo tassazione TFR in azienda

L’importo ottenuto non corrisponde alla cifra effettiva che dovrai accantonare per il lavoratore. 

Come datore di lavoro infatti sei tenuto a trattenere provvisoriamente le imposte, le quali poi verranno liquidate definitivamente dall’Agenzia delle Entrate al termine del rapporto di lavoro. 

Per capire la tassazione da applicare all’importo lordo del TFR è necessario determinare: la base imponibile, il reddito e le aliquote medie, quindi detrarre l’imposta IRPEF. 

Dovrai quindi determinare le aliquote IRPEF partendo dal TFR lordo e tenendo presente che la base imponibile è del:

  • 23% fino a 15.000 euro
  • 27% da 15.000 a 28.000 euro
  • 38% da 28.000 a 55.000 euro
  • 41% da 55.000 a 75.000 euro 
  • 43% per basi imponibili superiori. 

E non è tutto, come riportato all’articolo 17 del TIUR la tassazione è separata. Ciò vuol dire che dovrai considerare anno per anno la base imponibile da applicare e non fare riferimento alla sola ultima retribuzione annuale corrisposta. 

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Calcolo tassazione TFR fondo pensione 

Come anticipato il TFR può essere utilizzato dal lavoratore per godere di una pensione più elevata una volta giunto il momento. In questo caso il trattamento fiscale è diverso rispetto a lasciare il TFR in azienda. La tassazione risulta meno elevata e variabile dal 9% al 15%.

L’aliquota è determinata sulla base del numero di anni d’iscrizione al fondo di previdenza. Bisogna tener presente però che l’aliquota inizia progressivamente a essere inferiore del 15% solo dopo 15 anni di lavoro dello 0,3% annuo. 

Oltre la tassazione suddetta, però, il lavoratore deve considerare che dovrà anche pagare la tassazione derivante dai rendimenti del fondo. Questa è pari al 12,5% per quanto riguarda i Titoli di Stato e varia dal 20 al 26% sui rendimenti ottenuti da altre forme d’investimento. 

Come datore di lavoro o responsabile delle risorse umane, qualora l’azienda abbia meno di 50 dipendenti, beneficiare di TFR accantonati come fondo pensione è un vantaggio poiché potrai utilizzare le risorse per autofinanziare l’attività. Il vantaggio non è presente qualora i dipendenti siano più di 50, poiché i fondi sono da versare alla Tesoreria dell’INPS

 💡 Ti può interessare anche l’articolo “Come gestire la cessazione rapporto di lavoro”.

👉 Oppure leggi “Lettera di licenziamento: come si scrive e cosa dice la legge”.

Calcolo tassazione del TFR richiesto in anticipo

Il calcolo della tassazione per il TFR richiesto in anticipo prevede che, come datore, dovrai trattenere l’imposta determinata a seconda dell’aliquota IRPEF in cui ricade il lavoratore. Dovrai poi versare la trattenuta all’Agenzia delle Entrate compilando il modello F24. 

Sullo stato patrimoniale, l’importo va allocato alla voce “Crediti verso altri”. Similmente al trattamento di fine rapporto classico, la tassazione è determinata secondo il principio della tassazione separata, il quale permette di ottenere l’aliquota media imponibile. 

Calcolare la tassazione del TFR con Excel

Uno dei metodi per calcolare il TFR e la relativa tassazione da corrispondere al lavoratore è creando un modello in Excel. Per il calcolo del trattamento di fine rapporto è necessario creare un foglio per ogni lavoratore dove riportare: 

  • La data di inizio rapporto 
  • La data di fine rapporto 
  • La retribuzione annua lorda 
  • La base imponibile 
  • L’importo di TFR già maturato
  • Una tabella di calcolo ponderata per il 75% dell’indice dei prezzi al consumo

L’importo ottenuto maggiorato dell’1,5% permette di avere il TFR lordo al quale sottrarre le imposte previste. 

A questo punto, è necessario creare altri due fogli distinti. Il primo da riservare ai soli lavoratori che hanno optato per il TFR in azienda o che hanno richiesto l’anticipo, il secondo per i lavoratori che invece hanno preferito accantonare il TFR nel fondo pensione. 

Excel andrebbe configurato in maniera tale che in automatico calcoli la base imponibile, tenendo presente le differenze tra i due diversi sistemi di accantonamento e riportate nei paragrafi precedenti.

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TFR non corrisposto e prescrizione 

In ultimo vediamo il caso in cui dovessi avere difficoltà a corrispondere il TFR a uno o più dipendenti. Come abbiamo visto l’importo da corrispondere può raggiungere cifre elevate, in particolare quando il rapporto di lavoro perdura da molti anni. 

Il dipendente sebbene abbia diritto alla liquidazione appena terminato il rapporto di lavoro, nei fatti potresti aver bisogno di più settimane, se non mesi, per reperire la liquidità necessaria. 

Per gestire al meglio questa delicata fase, dovresti tenere costantemente informato il dipendente riguardo gli sviluppi onde evitare che l’ex lavoratore decida di rivolgersi al Tribunale. 

Dovresti tener presente che il TFR si prescrive in cinque anni che diventano 10 qualora il lavoratore abbia intrapreso un’azione legale. 

Anticipo TFR: quando e come un dipendente può richiederlo

Sai che i dipendenti possono chiedere a determinate condizioni l’anticipo del TFR? Sai già quando è possibile concedere l’anticipo e come funziona la tassazione?

Il TFR (Trattamento Fine Rapporto) spetta di diritto ai lavoratori subordinati. Come datore ogni mese sei tenuto ad accantonare una somma di denaro che restituirai poi al lavoratore una volta che si conclude il rapporto di lavoro. Anche conosciuto come liquidazione, il TFR è regolato dalla legge. È quest’ultima che prevede i casi in cui il dipendente può richiedere l’anticipo. 

In questo articolo vedremo come puoi gestire al meglio la richiesta di anticipo del TFR e tutto ciò che riguarda il calcolo e la tassazione. 

Anticipo TFR: cos’è e cosa si intende

La prima cosa che devi sapere è che ogni CCNL prevede delle regole specifiche per quanto concerne l’anticipo del TFR. Queste regole possono in parte discostarsi da quel che dice la legge. Ti consigliamo di verificare sempre ciò che è riportato nel contratto di lavoro applicato al lavoratore prima di procedere all’erogazione dell’anticipo. 

In linea generale, il lavoratore ha diritto al TFR quando si conclude il rapporto di lavoro, sia in caso di dimissioni sia in caso di licenziamento o pensionamento. Questo diritto, tuttavia, è possibile esercitarlo anche quando il lavoratore è ancora presente in azienda a condizione che: 

  • Abbia optato per lasciare il TFR in azienda 
  • Lavori nella tua organizzazione da almeno 8 anni 
  • Non abbia già richiesto l’anticipo in passato alla medesima azienda per la quale lavora

Inoltre, il Codice Civile all’articolo 2120, specifica che non sei tenuto a concedere il TFR se durante l’anno hai già erogato l’anticipo: 

  • Al 10% dei dipendenti aventi diritto 
  • A più del 4% di tutti i dipendenti presenti in azienda 

Altri aspetti preliminari da sapere sono: 

  • Non devi concedere il 100% del TFR maturato ma solo il 70% 
  • Non è valida la richiesta d’anticipo del TFR senza motivazione
  • Il TFR non spetta a tirocinanti e collaboratori

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Anticipo TFR dipendenti privati: quali sono le motivazioni 

Come anticipato i lavoratori non possono chiedere l’anticipo del TFR senza motivazione. Di conseguenza puoi valutare le richieste d’anticipo nei soli casi in cui il dipendente prevede di spendere il denaro anticipato per: 

Acquistare, costruire o ristrutturare la prima casa 

Sempre restando nei limiti del 70%, sei tenuto a concedere il TFR ai lavoratori con almeno 8 anni di servizio presso la tua azienda, così da permettergli l’acquisto, la costruzione o l’acquisto della prima casa o se lo richiedono per le eventuali spese di ristrutturazione. Inoltre, l’anticipo può essere concesso anche se la casa è destinata ai figli del dipendente. 

In ogni caso, il dipendente è tenuto a presentare l’atto notarile come prova di acquisto della casa, oltre che a dimostrare di non essere proprietario di altri immobili a scopo abitativo. 

Spese sanitarie (anche per familiari) 

Per quanto riguarda le spese sanitarie, il dipendente può chiederti un anticipo del TFR solo quando ha bisogno sostenere costi per terapie o interventi necessari e straordinari per sé stesso, per il coniuge o i figli. La necessarietà dell’intervento deve essere certificata da apposita documentazione elaborata dal medico di base, dall’ospedale o dall’ASL. 

Congedi parentali o formazione 

È possibile che il dipendente presenti domanda di anticipo del TFR per sostenere le spese di cui si deve fare carico durante i periodi di astensione dal lavoro per congedi parentali e formazione.

A seconda dei casi il lavoratore può presentare la richiesta di anticipo, solo dopo la concessione del congedo. Nel caso si tratti di un congedo per formazione, il lavoratore è obbligato a partecipare effettivamente a programmi di formazione. Dal canto tuo sei tenuto a garantire il mantenimento del posto di lavoro al dipendente quando farà rientro in azienda successivamente al congedo. 

👉 Leggi l’articolo “Congedo parentale e di paternità: come richiederlo e tutte le novità 2022”.

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Come gestire la richiesta anticipo TFR 

Il lavoratore può dunque richiedere l’anticipo del TFR a determinate condizioni: quando ha maturato almeno 8 anni di lavoro per la tua organizzazione, quando deve sostenere spese per le quali la legge ammette la richiesta di anticipo del TFR e quando l’azienda non ha già concesso l’anticipo a più del 4% degli aventi diritto (o al 10% del totale). 

Se tutti i requisiti vengono rispettati allora non puoi rifiutarti di concedere l’anticipo del TFR. Come datore di lavoro o People Manager, puoi pensare di preparare e rendere disponibili un modulo che il lavoratore può compilare all’occorrenza. L’anticipo infatti deve essere richiesto mediante apposita richiesta scritta. 

Inoltre, ti consigliamo di informare tutti i lavoratori riguardo la possibilità di richiedere il TFR in anticipo e di tutti i requisiti da rispettare, così da evitare che il reparto delle risorse umane si trovi a dover rispondere alla medesima richiesta proveniente dai lavoratori. 

👉 Leggi l’articolo “Costo aziendale dipendente: composizione e come calcolarlo”.

Anticipo TFR senza giustificativo è possibile?  

Eccezione fatta per i casi riportati in precedenza, non è possibile rispondere positivamente a qualsiasi altra richiesta di anticipo del TFR. Qualora tu voglia comunque venire incontro al dipendente bisognoso di liquidità, ad esempio pensa al caso in cui ricevi una richiesta di anticipo TFR per difficoltà economiche o per generici motivi personali, puoi comunque aiutare il lavoratore, ma non attivando la procedura prevista per l’anticipo del TFR. 

Nella pratica puoi pensare di concedere un prestito al lavoratore e accordarti di scalare l’importo in futuro quando arriverà il momento di erogare il TFR. Così facendo però, come vedremo in dettaglio più avanti, la tassazione da applicare è diversa. 

Il TFR ricade nella tassazione separata ed è escluso dal calcolo dei contributi INPS. Il prestito, diversamente, rientra nel calcolo della normale retribuzione e pertanto il lavoratore è tenuto a pagare l’IRPEF prevista. In altre parole, l’importo corrisposto al lavoratore potrebbe portarlo a pagare più tasse, nel caso in cui il reddito aggiuntivo dovesse portarlo a uno scaglione IRPEF superiore. Infine, come datore dovrai occuparti di ricalcolare a tempo debito il TFR da erogare che sarà chiaramente d’importo minore a quanto previsto. 

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Tassazione anticipo TFR: come funziona? 

Come anticipato, il TFR erogato a fine rapporto di lavoro o in anticipo è soggetto al meccanismo della tassazione separata. Le norme che regolano il funzionamento della tassazione da applicare sono contenute nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi, agli articoli 17 e 19.  

Includere il TFR nella tassazione separata permette ai lavoratori di non pagare più tasse rispetto agli anni precedenti. Se il TFR fosse stato incluso nella tassazione ordinaria, l’ex dipendente avrebbe rischiato di generare un reddito tale da portarlo a uno scaglione IRPEF superiore con il rischio di dover pagare fino al 43% di tasse sul totale del reddito generato. 

Il meccanismo della tassazione separata viene incontro ai lavoratori che quindi possono così beneficiare di quasi l’intero TFR ricevuto. Nello specifico per calcolare le tasse da pagare bisogna: 

  • Calcolare l’importo lordo di TFR anticipato
  • Dividere l’importo per gli anni lavorati 
  • Moltiplicare il risultato per 12 

Il risultato è il reddito annuale. Da questo il lavoratore deve calcolare l’importo di tasse da pagare. Bisogna inoltre pagare l’11% delle imposte previste solo nel caso in cui il TFR sia stato erogato mediante la formula dell’anticipo. L’11% tuttavia può ridursi dello 0.30% per ogni anno successivo al 15esimo in cui il lavoratore ha versato contributi a enti per la previdenza complementare fino a un limite massimo del 9%. 

💡 Può interessarti l’articolo sulla retribuzione dei dipendenti e su come leggere la busta paga.

👉 Oppure “TFR in busta paga: dove si vede, rivalutazione, lordo o netto”.

Chiedere l’anticipo TFR non conviene? 

Potresti chiederti a questo punto con quale spirito accogliere una richiesta di anticipo del TFR. La convenienza o meno dello strumento, va trattata su due piani distinti. 

Come datore, qualora il dipendente abbia optato per lasciare il TFR in azienda, trovarti d’improvviso a erogare l’importo spettante di diritto al dipendente potrebbe rappresentare un problema quando l’attività da te gestita ha meno di 50 dipendenti. In questo caso, infatti, i TFR accumulati sono utilizzati come forma di autofinanziamento e di conseguenza potresti avere difficoltà a reperire la liquidità necessaria

Diversamente se gestisci un’azienda con più di 50 dipendenti il problema non sussiste poiché i TFR risultano versati al Fondo Tesoreria dell’INPS. È proprio per ovviare a una crisi aziendale che la legge ha imposto i limiti riportati in precedenza, superati i quali puoi non concedere più anticipi di TFR a coloro che lo richiedono. 

Anche il dipendente, da parte sua, è tenuto a valutare pro e contro. L’anticipo del TFR dal punto di vista della tassazione è un aspetto da considerare. Sebbene il TFR rientri nella tassazione separata infatti, richiedere un anticipo superiore ai 28.000 euro, comporta per il lavoratore perdere il 35% del totale. 

Un anticipo del TFR superiore a 50.000 euro prevede una tassazione ancor più elevata e pari al 43%. Di conseguenza, un lavoratore può trovare convenienza nel richiedere l’anticipo del TFR nei soli casi in cui il totale richiesto non superi i 15.000 euro, così da pagare il 23% di aliquota IRPEF. 

In definitiva, un lavoratore dovrebbe sempre valutare il calcolo dell’anticipo TFR netto prima d’inviare la richiesta. Qualora l’importo risulti al netto della tassazione di molto inferiore rispetto al lordo, potrebbe optare per altre forme di finanziamento, come la cessione del quinto dello stipendio. 

👉 Leggi l’articolo “Riduzione costi aziendali: i 7 fattori con maggiore impatto”.

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Tassazione TFR e anticipo TFR: conclusioni 

Il calcolo del trattamento di fine rapporto è un’operazione abbastanza complessa e ancor di più lo sono le relative imposte da versare. 

Mantenere traccia della situazione di ogni dipendente è quanto mai importante onde evitare sia di sbagliare i calcoli, sia eventuali contenziosi successivi alla conclusione del rapporto di lavoro. 

Utilizzare appositi fogli di calcolo Excel e software HR per la gestione delle risorse umane per tenere traccia di: data d’inizio e fine rapporto, ferie e permessi (o solo permessi), straordinari, modalità di TFR adottato, evita l’insorgere di situazioni spiacevoli, senza contare il risparmio di tempo dato dal non dover rielaborare l’intera storia del dipendente in azienda una volta raggiunta l’età pensionabile o in caso di dimissioni o licenziamento.

Concedere l’anticipo del TFR ai tuoi lavoratori vuol dire aiutarli ad affrontare una spesa improvvisa, straordinaria e strettamente necessaria. Come abbiamo visto, non è possibile erogare il TFR in anticipo senza una precisa motivazione, anche se non mancano altri modi che puoi pensare di utilizzare per aiutare un dipendente in difficoltà. 

Come datore, l’importante è tenere sotto controllo la situazione lavorativa di ogni lavoratore in azienda. In tal senso utilizzare software come Factorial HR, ti permette di gestire la forza lavoro in azienda, monitorando e gestendo con facilità tutte le richieste, (ferie, permessi, buste paga, TFR), le comunicazioni e tanti altri aspetti che riguardano le risorse umane in azienda.

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Nata a Firenze e laureata in Scienze Politiche (in particolare Comunicazione e Giornalismo) all’Università di Firenze. In Italia ha lavorato come giornalista ed ha collaborato con diversi siti web dedicati al mondo dell’attualità. Adesso vive a Barcellona ed è Content Marketing Specialist in Factorial e si occupa della creazione dei contenuti del mercato italiano. Il suo obiettivo è dare supporto, ispirazione e strumenti per far conoscere il mondo delle Risorse Umane e far crescere la community HR. Ama l’avventura, la natura, viaggiare e giocare a pallavolo.

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