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Stress da lavoro correlato: che cos’è e quale impatto può avere in una PMI

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10 minuti di lettura
Stress da lavoro correlato: che cos’è e quale impatto può avere in una PMI

Per stress da lavoro correlato si intende una problematica sempre più frequente nella nostra società. Ha delle forti conseguenze nella qualità della vita di ognuno, sia a livello fisico che a livello mentale, nonostante non si tratti di una malattia certificata. È una condizione che non deve essere sottovalutata in quanto può portare a grandi turbamenti quali ansie, tachicardia, depressione e difficoltà a concentrarsi.

Nei nostri giorni, la valutazione dello stress da lavoro correlato è un problema di difficile gestione per le aziende, in particolare per le PMI. È dal 2010 che si parla sempre di più di questo tema tanto che sono state pubblicate guide e manuali (sia in Italia che in Europa) per sensibilizzare le persone attorno a questo argomento e trovare delle soluzioni.

Purtroppo però le persone che subiscono lo stress da lavoro correlato sono ancora tante, ecco perché è importante fare un approfondimento. In questo articolo vediamo insieme di cosa si tratta, qual è il suo impatto e come affrontarlo.

Che cos’è lo stress da lavoro correlato

Lo stress da lavoro correlato è stato definito nell’Accordo quadro europeo del 2004 come una “condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte in loro”.

Secondo l’INAIL si tratta di un problema legato quindi all’attività lavorativa e che viene a galla quando a lavoro le richieste superano la capacità di controllo e di gestione del lavoratore.

Valutazione dello stress da lavoro correlato

In Italia la valutazione dello stress da lavoro correlato è regolata dalle normative in materia di salute e sicurezza sul lavoro dal d.lgs 81 del 2008 che stabilisce l’obbligo da parte del datore di lavoro di valutare e gestire il rischio dello stress da lavoro correlato mettendolo allo stesso piano di altri rischi riguardanti la salute e la sicurezza.

Però è stato solo con il d.lgs 78/2010 che si è smosso qualcosa nel sistema italiano: il decreto ha introdotto l’obbligo di valutazione dello stress per tutte quelle aziende che hanno almeno un lavoratore subordinato. Ciò significa che i datori di lavoro devono misurare lo stress dei dipendenti e trovare le misure adatte per ridurlo al minimo.

Dal 2015 vengono effettuati dei controlli regolari su tutto il territorio italiano che hanno lo scopo di verificare l’impegno costante da parte dell’azienda. Ma cosa significa impegno costante? Significa che l’azienda ad esempio lo monitora lo stress e crea un piano di informazione. Come si fanno a verificare queste informazioni? Tramite email e verbali delle riunioni altrimenti rimane tutto incerto e contestabile.

I datori di lavoro devono misurare lo stress ricorrendo anche all’aiuto e alla collaborazione del personale medico, infatti è obbligatorio avere in azienda un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e intrattenere un continuo confronto con lui per avere la situazione sotto controllo.

Dal 2011 il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale ha reso pubblica una Metodologia per valutare e gestire il rischio di stress da lavoro correlato al fine di semplificare la vita alle azienda nella gestione e comprensione di tale rischio. Questa metodologia si basa su un percorso scientifico e che fornisce degli strumenti di valutazione affidabili e seri.

Legge sullo stress lavoro correlato: la situazione in Italia

Anche se lo stress lavoro correlato è una condizione riconosciuta a livello internazionale, è importante per i datori di lavoro conoscere la situazione legislativa nel proprio Paese.

Il termine stress lavoro correlato è stato introdotto esplicitamente per la prima volta in Italia dall’articolo 28 del Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D.lsg. n. 81/2008) come traduzione dall’inglese dell’accordo quadro europeo dell’8 ottobre 2004 tra UNICE (la Confindustria Europea), UEAPME (l’Associazione Europea Artigianato e PMI) e CEEP (l’Associazione Europea delle Imprese Partecipate dal Pubblico e di Interesse Economico Generale).

L’accordo quadro europeo, successivamente,  venne recepito in Italia solo nel 2008, attarverso un accordo interconfederale siglato tra vari enti quali Confindustria, Confapi, Confartigianato, CGIL, CISL, UIL e altre organizzazioni italiane.

Nell’accordo quadro europeo veniva definito, in inglese, “work-related stress” esattamente come fatto da gran parte della letteratura in materia dell’Unione europea. Altre fonti di lingua inglese, al contrario, preferiscono riferirsi ad esso come “occupational stress”. Il termine work-related stress è stato poi tradotto in italiano letteralmente come “stress lavoro correlato”.

Lo stress lavoro correlato è una malattia professionale?

Una delle domande che spesso emergono riguardo al tema è: ma lo stress lavoro correlato è considerabile come malattia professionale? La risposta, dal punto di vista tecnico, è no. Ciononostante, l’INAIL riconosce come malattia professionale le patologie derivanti da esso.

La Corte di Cassazione, infatti, ha stabilito che lo stress lavoro correlato fa parte di quei rischi specifici impropri (come, ad esempio, l’infortunio nel tragitto casa-lavoro), strettamente legati al rapporto lavorativo e, di conseguenza, le eventuali malattie professionali a esso collegate sono oggetto di tutela da parte del Testo Unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Come conseguenza, se lo stress da lavoro correlato causa una condizione patologica ed il lavoratore dipendente è costretto per questo motivo ad un periodo di riposo a casa o subisce un danno di tipo psicofisico, il dipendente potrà avere diritto di accesso alle varie tipologie di tutela ai lavoratori previste dall’INAIL.

👉 Qui ti spieghiamo quali sono i sintomi di workaholism e sindrome da burnout.

Quando si parla di stress da lavoro correlato

Come riconoscere lo stress da lavoro correlato al fine di prevenirlo?

Seppur sia molto diffuso non è sempre semplice distinguerlo, soprattutto quando è al suo principio. Ma è importante imparare a farlo per evitare di incorrere in disagi più grandi e che condizionano fortemente il soggetto interessato.

Ecco qui di seguito le tre fasi in cui generalmente si verifica:

  • Nella prima fase ciò che è possibile riconoscere è un’eccessiva dedizione al lavoro. Ovvero quando non si tratta più di sola passione o volontà di crescita bensì di ore e ore passate a lavorare (anche extra agli orari previsti) lasciando quindi da parte la sfera personale, la famiglia, gli hobby e il tempo libero. È il momento in cui il tentativo di avere un buon work life balance fallisce e l’equilibrio si perde totalmente;
  • La seconda fase subisce le conseguenze della prima. Ovvero: dedicando numerose ore al lavoro, con il tempo si iniziano a sentire i primi segni di stanchezza e di stress. La persona colpita è affaticata e fiacca, ha perso le energie che dovrebbe recuperare nelle ore di svago e che dedica alla sua vita personale. Ecco perché ha delle reazioni spropositate e gli sbalzi di umore sono all’ordine del giorno;
  • La terza fase vede purtroppo l’esplosione della prima e della seconda. L’ira, gli sbalzi di umore diventano insoddisfazione, depressione, fatica a concentrarsi e meno desiderio di lavorare e dedicarsi al raggiungimento degli obiettivi.

Sintomi dello stress da lavoro

Durante le tre fasi sopracitate sarà possibile identificare dei segnali: sono i campanelli d’allarme per riconoscere lo stress da lavoro correlato.

I sintomi possono essere di diverse tipologie, vediamoli insieme:

  • Sintomi fisici, sono tutti quelli che riguardando il corpo, per l’appunto. Si tratta del mal di testa che può causare vertigini, di disturbi del sonno e difficoltà nel dormire, tachicardia, palpitazioni, disturbi allo stomaco come il bruciore, i disturbi intestinali e difficoltà della digestione. Può capitare di perdere i capelli e di avere dei problemi alla pelle che prima non si erano mai verificati come l’acne o l’eczema;
  • Sintomi psicologici, tutti quei sintomi non evidenti come i primi ma che influenzano la felicità e il benessere della persona. Si tratta delle paure, della bassa stima di se stessi, di ansia che può sfociare in infelicità e depressione. Di insoddisfazione a lavoro che porta a una difficoltà nella concentrazione sulle attività e sui propri obiettivi;
  • Sintomi sociali, riguardano la sfera comportamentale soprattutto in relazione agli altri. Ad esempio si verifica quando le persone tendono a isolarsi e a evitare il confronto e il rapporto con gli altri. Può capitare che il soggetto interessato sia particolarmente irascibile e quindi cade subito in conflitto con i suoi colleghi. Oppure quando il lavoratore ha dei problemi di comunicazione e per sfogare in qualche modo la sua frustrazione inizia a sviluppare delle dipendenze che prima non aveva, come il fumo o l’alcool.

Si tratta di problematiche serie, ecco perché le diagnosi devono essere fatte da un medico del lavoro o da psicologi per capire come il lavoro sta influenzando la vita della persona.

👉Approfondisci qui: “Wellbeing Aziendale: la nuova frontiera del benessere dei dipendenti.”

Le principali cause dello stress lavoro correlato

Una delle domande più comuni in questi casi è: ma, nello specifico, da cosa è causato lo stress lavoro correlato? Prima di rispondere è necessario fare una premessa, cercando di capire che esistono delle cause ambientali, costantemente presenti, e dei fattori scatenanti, ossia eventi o cambi repentini che innescano lo stress.

Detto questo, è importante sottolineare come alcuni aspetti della propria situazione lavorativa hanno maggiori probabilità di portare allo stress rispetto ad altri: turni di lavoro mal organizzati, comunicazione insufficiente, mancanza di sistemi di prevenzione per situazioni di mobbing e culture aziendali tossiche sono tutti fattori che contribuiscono pesantemente all’aumento i livelli di stress sul luogo di lavoro.

Un dipendente può sperimentare stress lavoro correlato come risultato di varie cause, e spesso anche con un certo numero di cause che si verificano contemporaneamente. Alcune di queste sono legate alla percezione dell’individuo in quel momento, quindi non possiamo affermare automaticamente che il problema sia responsabilità o colpa dell’azienda.

Fra le principali cause di stress lavoro correlato troviamo:

  • Cultura aziendale negativa: scarsa comunicazione, bassi livelli di empatia e supporto per la risoluzione dei problemi e lo sviluppo personale, mancanza di definizione degli obiettivi aziendali
  • Confusione sul proprio ruolo in azienda: ambiguità nel ruolo, conflittualità nei ruoli e/o poca chiarezza nella definizione delle responsabilità del dipendente
  • Mancanza di crescita professionale: stagnazione e incertezza riguardo alla propria carriera, promozioni insufficiente o inesistenti, stipendio troppo basso, insicurezza riguardo al proprio lavoro, basso riconoscimento sociale del lavoro stesso
  • Scarso potere decisionale: bassa partecipazione al processo decisionale, mancanza di controllo sul proprio lavoro
  • Relazioni interpersonali di bassa qualità sul lavoro: isolamento sociale o fisico, scarse relazioni con i superiori, conflitto interpersonale con i colleghi o mancanza di supporto sociale
  • Interferenze tra vita personale e lavorativa: necessità conflittuali tra lavoro e casa, scarso supporto da parte della famiglia, sovrapposizione degli impegni.

Cosa fare se un dipendente soffre di stress da lavoro correlato?

In qualità di datore di lavoro o responsabile HR come puoi evitare che i tuoi dipendenti possano incorrere nel rischio di sviluppare stress da lavoro correlato? Ecco una piccola lista di domande da farsi per fare un po’ di prevenzione:

  • Ruolo dei dipendenti: è sempre chiaro e definito o i dipendenti hanno spesso ruoli contrastanti?
  • Relazioni sul posto di lavoro: c’è tensione e disarmonia costante, o addirittura un comportamento apertamente aggressivo da parte di qualcuno?
  • Gerarchie e leadership sul lavoro: ci sono pratiche di gestione delle gerarchie efficaci ed eque, supportate da una leadership positiva?
  • Autonomia e controllo: i dipendenti hanno un certo grado di controllo su ciò che fanno ogni giorno, o sono totalmente e costantemente controllati come fossero delle macchine?
  • Formazione del personale: i dipendenti vengono adeguatamente formati per il lavoro che svolgono?
  • Carichi di lavoro: i dipendenti la giusta quantità di lavoro da fare rispetto a quello che sono in grado di sopportare secondo gli standard o e il tempo previsti?

Alcune delle cause che abbiamo elencato possono verificarsi molto spesso in qualsiasi posto di lavoro, anche senza portare all’insorgenza di stress lavoro correlato. Il problema si pone quando queste situazioni sono evidenti, continuative e/o accadono contemporaneamente, portando i dipendenti a sentirsi stressati.

Come dimostrarlo? In questi casi sarà necessario ricorrere a una certificazione medica e all’individuazione delle cause (se nelle mansioni, nel carico di lavoro o nelle modalità di svolgimento dello stesso, o in comportamenti vessatori da parte di manager e/o datori di lavoro).

👉 In caso questo termine ti risultasse nuovo, qui ti spieghiamo come evitare i sintomi tecnostress durante il lavoro da remoto.

Qual è l’impatto dello stress da lavoro correlato in azienda

L’impatto che lo stress da lavoro ha nelle aziende è in primis un danno di tipo economico. Basta pensare infatti al fatto che la malattia e l’assenteismo hanno un costo, così come ce l’ha il “presenzialismo” ovvero la presenza in azienda improduttiva del lavoratore a causa di un suo malessere o di forte stress. A questa tipologia di danno, va aggiunta la mancata produttività del collaboratore dovuta al calo della sua performance, la gestione dei procedimenti giudiziari e la somministrazione di cure.

Come affrontare lo stress da lavoro correlato in azienda

Per affrontare il tema dello stress da lavoro correlato in azienda, bisogna prima capire quali sono i muri da abbattere e che rendono questa tematica ancora oggi difficile da affrontare:

  • Il primo limite è di tipo culturale: lo stress da lavoro correlato è un tema difficile da affrontare e da approfondire, tanto che spesso lo si nasconde sotto il tappeto e si fa finta di non vederlo**. È un tema molto soggettivo** e che non ha una verità uguale per tutti. Le aziende che iniziano ad avvicinarsi al tema, si impegnano nel redigere alcuni test dai quali però emergono dei risultati spesso superficiali e poco significativi;
  • Il secondo limite è legato alla medicalizzazione. In Italia lo stress da lavoro correlato viene gestito attraverso le cure mediche. In altri paesi europei esiste la Work – Health Promotion, una strategia che sposa la politica della prevenzione per ridurre i costi sanitari, dal momento che la gran parte di questi costi è a capo dell’azienda;
  • Il terzo limite riguarda le sanzioni: è vero che sono previste guide, supporti e best practice per inserire questo tema nelle aziende, ma è anche vero che i controlli sono veramente sporadici e riguardano solo le aziende più grandi, non quelle di piccole dimensioni.

Una volta individuati i limiti che esistono è possibile pensare a delle strategie e gli strumenti da adottare. Tra questi, è funzionale pensare a dei questionari da far compilare ai dipendenti, ai focus group e a delle interviste abbastanza strutturate affinché da esse si possano estrapolare delle notizie utili per il datore di lavoro.

Saranno delle figure specializzate ed esterne all’azienda a verificare i dati emersi. E, una volta concluso questo momento iniziale, sarà possibile mostrare i risultati dei testi ai collaboratori intervistati, sia per informarli sulla loro situazione, sia per mostrare loro i benefici del percorso appena compiuto.

Cosa succede se un datore di lavoro non affronta il problema: le sanzioni

In caso di mancata valutazione del rischio dello stress da lavoro correlato, il datore di lavoro incorre in delle sanzioni. Le sanzioni variano in base alla gravità e al tipo di inadempienza. Vediamo in questo paragrafo tutti i casi:

  • Se il datore di lavoro non ha effettuato la valutazione dello stress da lavoro correlato e quindi non l’ha inserita nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), allora la sanzione prevista può andare dai 2500€ ai 6400€, nei casi più gravi è previsto l’arresto da 3 a 6 mesi;
  • Se la valutazione dello stress da lavoro è stata effettuata senza la presenza del Responsabile del servizio di prevenzione e protezione e del medico, si incorre nelle stesse sanzioni sopracitate;
  • Se il DVR è incompleto: ovvero mancano le misure di prevenzione, il programma da attivare o non sono indicate le figure a supporto della valutazione, allora la sanzione sarà dai 2000€ ai 4000€;
  • Se nel documento DVR mancano i criteri con cui si analizza la valutazione o mancano le mansioni che possono condurre a questo rischio, la sanzione potrà variare dai 1000€ ai 2000€ in base alla gravità;
  • Se il datore di lavoro non consulta il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza prima di redigere il DVR, incorrerà in una sanzione tra i 2000€ e i 4000€;
  • Se quello che manca è una congrua formazione a proposito di questo tema e delle sue conseguenze, si incorre in una ammenda da 1200€ a 5200€ o all’arresto dai 2 ai 4 mesi.

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Nata a Piacenza e laureata in Economia e Gestione dei Beni Culturali presso l'Università Cattolica di Milano. Ha collaborato con una rivista di attualità culturale e mercato dell'arte. Ora vive a Barcellona dove lavora come Copywriter in Factorial e si dedica alla stesura di articoli e contenuti per il mercato italiano. Interessata alla digitalizzazione dei processi HR e agli strumenti di innovazione per la gestione del personale. Ama fare yoga, dedicarsi alla ceramica, viaggiare e guardare film.

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