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Licenziamento per giusta causa, giustificato motivo oggettivo e soggettivo: le differenze

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4 minuti di lettura
licenziamento per giusta causa

Qual è la differenza tra licenziamento per giusta causa e giustificato motivo? In quali casi il motivo è soggettivo e in quali oggettivo?

Quando si parla di licenziamento ci si addentra in un area piuttosto spinosa. Si tratta dell’interruzione del rapporto lavorativo per decisione del datore di lavoro.

Esistono vari tipi di licenziamento, e altrettanto vari sono i motivi che possono portare a tale decisione. Perciò è importante che responsabili delle risorse umane, manager e dirigenti conoscano le procedure e le implicazioni che ne derivano.

In questo articolo scopriamo insieme cosa sono il licenziamento per giusta causa e per giustificato motivo oggettivo e soggettivo e quali sono le differenze fra i vari tipi di licenziamento.

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Cos’è il licenziamento per giusta causa?

Il licenziamento per giusta causa è un’interruzione unilaterale del rapporto di lavoro che scaturisce da un evento riguardante la condotta del dipendente. In questo caso il licenziamento avviene con effetto immediato, in quanto l’evento è ritenuto talmente grave da non permettere il prosieguo del rapporto lavorativo e quindi non è previsto nessun preavviso.

Cos’è il licenziamento per giustificato motivo soggettivo?

Il licenziamento per giustificato motivo soggettivo avviene come conseguenza di una specifica inadempienza o condotta ritenuta negativa da parte del dipendente, ma non grave al punto da motivare un licenziamento in tronco.

I più comuni esempi di licenziamento per giustificato motivo soggettivo sono:

  • Negligenza e/o basse prestazioni lavorative
  • Assenza ingiustificata dal lavoro
  • Mancato rispetto di direttive aziendali
  • Falsificazione o diffusione di dati aziendali sensibili

Il licenziamento per giustificato motivo soggettivo prevede quindi un periodo di preavviso al lavoratore che intercorre fra la sua comunicazione e la sua efficacia.

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Cos’è il licenziamento per giustificato motivo oggettivo?

Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo (GMO) avviene a causa del verificarsi di eventi che influenzano l’attività produttiva o l’organizzazione del lavoro. Questi motivi “costringono” il datore di lavoro alla risoluzione del rapporto lavorativo.

La legge prevede che questo tipo di licenziamento possa avvenire solo in presenza di circostanze verificabili ed oggettive. In caso contrario il provvedimento potrà essere impugnato dal lavoratore. I principali motivi di licenziamento per giustificato motivo oggettivo sono generalmente:

  • Congiuntura economica aziendale negativa
  • Crisi economica-finanziaria
  • Crisi del settore di riferimento

Licenziamento disciplinare per giusta causa: ecco quali vi rientrano

Ora che abbiamo definito con più precisione in cosa consistono e per quali ragioni avvengono i vari tipi di licenziamento, è arrivato il momento di individuare quali fra questi rientrano nella categoria dei licenziamenti di tipo disciplinare.

Nei licenziamenti disciplinari sono quelli che hanno a che fare con la condotta del lavoratore. Qui rientrano il licenziamento per giusta causa (GC) e il licenziamento per giustificato motivo soggettivo (GMS). In questi casi, non vi è un motivo oggettivo o una causa di forza maggiore esterna che porti al licenziamento. È proprio il comportamento del lavoratore a compromettere il rapporto di fiducia con il datore di lavoro, il quale ha quindi la possibilità di rescindere unilateralmente il contratto.

Secondo l’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori, per eseguire un licenziamento disciplinare il datore di lavoro deve seguire una procedura che comporta in linea generale:

  • Preventiva affissione in luogo visibile del codice di condotta disciplinare
  • Contestazione del comportamento al dipendente
  • Concessione di almeno 5 giorni di tempo al dipendente per addurre giustificazioni
  • Partecipazione ad azione legale difensiva o al collegio di conciliazione ed arbitrato
  • Eventuale accettazione delle giustificazioni addotte o licenziamento

Differenze tra licenziamento per giusta causa e giustificato motivo

Come abbiamo già sommariamente spiegato sopra, per capire le differenze fra licenziamento per giusta causa e giustificato motivo è fondamentale evidenziare la tipologia di evento scatenante che li produce.

Quello che differenzia la giusta causa dal giustificato motivo è principalmente la gravità di ciò che ha portato al licenziamento stesso. In caso di licenziamento per giusta causa, il comportamento del dipendente viene giudicato talmente grave da non permettere ulteriormente la prosecuzione del rapporto lavorativo, il che comporta la sua risoluzione immediata.

In caso di licenziamento per giustificato motivo, invece, viene concesso al dipendente un intervallo di tempo (detto “preavviso”) tra la comunicazione del licenziamento e la sua validità, per permettere al dipendente di poter trovare una soluzione occupazionale alternativa.

Quanto sopra vale per quanto riguarda la differenza tra giusta causa e giustificato motivo soggettivo. Nei casi, invece, di licenziamento per giustificato motivo oggettivo la condotta del dipendente non influenza in alcun modo il provvedimento. Le ragioni saranno di tipo economico-organizzativo.

Come funziona il licenziamento collettivo

Quelli che abbiamo visto finora rientrano nella categoria dei licenziamenti individuali. Ciò significa che vanno a colpire il rapporto lavorativo del singolo dipendente nei confronti del proprio datore di lavoro. Esiste però un’altra forma di licenziamento, che va a colpire più lavoratori allo stesso modo.

Il licenziamento collettivo fa parte dei licenziamenti per giustificato motivo oggettivo, e si ha nei casi il provvedimento colpisca almeno 5 lavoratori nell’arco di 120 giorni. Mentre il licenziamento individuale lascia maggiori margini di manovra al datore di lavoro, il licenziamento collettivo viene regolamentato in maniera più stringente, in quanto crea un impatto maggiore a livello socio-economico.

Regolato in principio dallo “Statuto dei Lavoratori” e poi da successive leggi e decreti legislativi, il licenziamento collettivo può essere adottato solo nelle aziende con più di 15 dipendenti e per motivi legati espressamente a:

  • ridimensionamento dell’azienda per il contenimento dei costi aziendali
  • trasformazione dell’attività d’impresa
  • cessazione dell’attività

La motivazione che porta ad un licenziamento collettivo dovrà quindi essere oggettiva, giustificata ed economicamente rilevante per poter essere accettata. Una semplice riduzione del personale decisa arbitrariamente non può in alcun modo portare a questo tipo di provvedimento.

 

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1 Comment

  • Grazie mille! Era un po’ che cercavo delle informazioni dettagliate sui licenziamenti e finalmente trovo un articolo che li spiega in modo dettagliato :)

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