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Workation: significato, come implementarlo e quali sono le migliori destinazioni

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6 minuti di lettura
Workation: significato, come implementarlo e quali sono le migliori destinazioni

Hai mai sentito parlare di workation? Ti stai chiedendo se valga la pena implementare policy specifiche in azienda?

Dopo il Covid, le politiche di lavoro da remoto si sono fatte sempre più flessibili. Con il passare degli anni, l’idea di spendere diverse settimane, in particolare in estate, lontano dall’ufficio non è più una richiesta così strana, ma un benefit che molte aziende concedono ai propri dipendenti.

È così che concetti prima quasi sconosciuti, come ad esempio quello di workation, che concilia vacanza e lavoro, hanno preso sempre più piede.

In questo approfondimento vedremo cosa si intende con questa espressione, quali sono i benefici e gli svantaggi e come si possono implementare policy specifiche in azienda.

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Cos’è il workation: significato

Partiamo dalle basi: cosa significa, in concreto, workation?

Come molti concetti attuali nelle risorse umane, questo nuovo termine è un anglicismo che combina due idee diverse e persino tradizionalmente incompatibili. Da una parte, work o lavoro e dall’altra vacation, o ferie.

In definitiva, ciò che fa il workation è combinare precisamente entrambi i mondi, esprimendo il concetto che possiamo lavorare mentre siamo in vacanza e al tempo stesso possiamo anche essere in vacanza mentre lavoriamo. La fine dei legami imprescindibili con gli spazi di lavoro grazie all’ingresso del lavoro remoto e home office, si traduce in un cambiamento totale di paradigma rispetto al modo in cui concepiamo il lavoro stesso.

Nello specifico, quindi, il workation rappresenta un’esperienza in una località turistica in cui un lavoratore alterna il tempo impiegato a lavorare a quello passato a rilassarsi, sfruttando la flessibilità del lavoro da remoto.

Quali sono i benefici per dipendenti e azienda

Come molte delle opzioni di lavoro da remoto che sono state sdoganate in particolare dopo la pandemia, anche il workation presenta dei benefici innegabili e delle criticità, sia per l’azienda sia per i dipendenti.

Partiamo dagli elementi di valore che vengono apportati dall’adozione di politiche che intendono conciliare lavoro e vacanza.

I benefici per i dipendenti

Naturalmente, i benefici più tangibili e immediati riguardano i dipendenti.

Grazie a un periodo di workation, i dipendenti potranno visitare luoghi alternando lavoro a ferie, potendoci così trascorrere più tempo. Questo darà loro l’opportunità di combinare impegni professionali con esperienze personali arricchenti, non vedendosi costretti a sacrificare le proprie passioni per il lavoro.

Inoltre, questa possibilità di variare il contesto lavorativo può contribuire significativamente a ridurre lo stress e a migliorare il benessere psicologico, portando a un aumento della soddisfazione personale e della motivazione.

Il cambiamento di ambiente e la possibilità di trascorrere del tempo in luoghi piacevoli possono stimolare la creatività e la produttività, favorendo un approccio più positivo al lavoro.

I benefici per i datori di lavoro

Nonostante questa misura possa sembrare beneficiaria solo per i dipendenti, anche i datori di lavoro possono sfruttarla a loro vantaggio.

In primis, c’è da considerare il tasso di soddisfazione dei lavoratori. Con politiche di workation attive in azienda, i dipendenti si sentiranno più al centro delle decisioni aziendali e considereranno in maniera positiva il management.

Maggiore soddisfazione, come si sa, si traduce in maggiore impegno e migliori tassi di produttività. Il datore di lavoro quindi avrà dipendenti più rilassati, più soddisfatti e più produttivi.

Altri aspetti fondamentali da considerare sono quelli della reputazione aziendale, dell’employer branding e dei tassi di turnover. Avere politiche di questo tipo dimostrerà la flessibilità dell’azienda e la fiducia che ha nei propri dipendenti, oltre a rappresentare un benefit notevole.

Questo, spesso, si traduce sia in maggiori tassi di ritenzione dei dipendenti, che preferiranno rimanere in azienda per sfruttare questi benefit, sia in un maggiore interesse dei potenziali talenti, che saranno più inclini a inviare una candidatura sapendo di poter sfruttare di politiche flessibili sul lavoro da remoto.

Criticità del workation

Quali sono, invece, le criticità principali riscontrate in questo tipo di opzione lavorativa?

La principale, dal punto di vista dei dipendenti, riguarda l’impressione di non staccare mai dal lavoro. Un workation, infatti, non rappresenta una vera vacanza, perché i dipendenti dovranno comunque dividere il loro tempo tra vita lavorativa e privata e, quindi, la linea di confine tra le due sarà molto sottile.

Di conseguenza, un periodo del genere non porterebbe benefici effettivi sotto il punto di vista della diminuzione dello stress legato al lavoro, fermo restando che, naturalmente, i dipendenti vedranno rimanere intatte le proprie ferie, che potranno utilizzare più avanti nel corso dell’anno.

Un altro problema, inoltre, riguarda le potenziali difficoltà logistiche. Nel corso delle settimane potrebbero verificarsi guasti al computer del lavoro, oppure potrebbero esserci problemi continui di connettività difficilmente risolvibili lontano dall’ufficio.

Le migliori destinazioni per il workation

Passiamo ora alle migliori destinazioni per concedersi un periodo di vacanza-lavoro, concentrandoci sulle città e i paesi dove, già da tempo, è stato sdoganato questo concetto.

  • Bali, Indonesia: uno dei posti più celebri è sicuramente Bali. Già da anni, questa isola indonesiana rappresenta uno dei paradisi per nomadi digitali e quindi è più che pronta ad accogliere lavoratori da remoto. Oltre alle sue spiagge paradisiache e i suoi paesaggi mozzafiato, che la rendono perfetta per una vacanza in relax, non mancano co-working, appartamenti e hotel perfettamente equipaggiati per periodi brevi o lungi di workation.
  • Lisbona, Portogallo: in Europa, uno dei luoghi più apprezzati per il lavoro da remoto è sicuramente Lisbona. La città offre tanti coworking space ideali per chi vuole lavorare in tranquillità, ma anche tutte le caratteristiche perfette per una vacanza rilassante, in qualsiasi periodo dell’anno.
  • Chiang Mai, Thailandia: torniamo in Asia, dove, tra le destinazioni più celebri c’è Chiang Mai. Come Bali, anche la città thailandese è ormai da anni identificata come uno dei paradisi per digital nomads e quindi offre tutto il necessario per chi vuole passare qualche settimana di lavoro in serenità. Oltre ai coworking, Chiang Mai dispone anche di alcuni hotel studiati appositamente per i lavoratori da remoto, con sale riunioni, cucina e attività organizzate.
  • Città del Capo, Sudafrica: un’altra meta particolarmente amata è Città del Capo, in particolare in inverno, trovandosi nell’emisfero australe. La città sudafricana offre diverse strutture per lavoratori da remoto e ha anche il vantaggio di trovarsi nello stesso fuso orario dell’Italia.
  • Workation village: un’altra idea, nel caso in cui non si voglia andare troppo lontano, è quella di trovare strutture specifiche sul territorio dedicate al lavoro da remoto e al concetto di combinare vacanza e lavoro. In Italia sono diversi i luoghi di questo genere, rinominati “workation village“, presenti sia al nord, sia al centro, sia al sud.

Come scegliere la destinazione giusta

A prescindere dalla destinazione scelta per la propria vacanza-lavoro, ci saranno degli elementi da tenere sempre in considerazione prima della partenza.

Questi elementi potrebbero essere anche inclusi nella policy aziendale come best practice per i dipendenti in partenza:

  • Assicurarsi sempre che ci sia una buona connessione: la workation può svolgersi da ovunque, ma il requisito fondamentale sarà sempre quello di un’ottima connessione a internet. I lavoratori dovranno essere in condizione di svolgere il loro lavoro come dall’ufficio, quindi non possono incappare nel rischio di una connessione pessima che ne limiti le capacità.
  • Cercare strutture studiate appositamente per lavoratori da remoto: passare la propria workation in un luogo in cui ci sono infrastrutture studiate appositamente per lavoratori da remoto, come ad esempio coworking o posti in cui socializzare, oltre a rendere la permanenza più piacevole e meno stressante aiuta anche a fare networking e a confrontarsi con persone con cui si condivide il lavoro.
  • Cercare una località il cui fuso orario non disturbi troppo il regolare svolgimento delle attività lavorative: a meno che la policy aziendale non preveda una riduzione di orario o un blocco sui meeting, è importante organizzare bene la propria partenza in modo che l’eventuale differenza d’orario non intralci il regolare svolgimento delle ore lavorative.
  • Controllare visti e documenti necessari: prima di partire, vanno presi in considerazione anche gli eventuali visti necessari per svolgere un periodo di lavoro da remoto e i documenti necessari. Un’infrazione alla legge locale potrebbe comportare conseguenze sia per il dipendente sia per l’azienda.

Come implementare policy di workation in azienda

È sempre opportuno ricordare che, al momento, non esiste una metodologia specifica e nemmeno leggi che regolino la nozione di workation. Questo non solo perché si tratta di un’idea relativamente nuova, ma perché, data la natura di questa forma di lavoro, sarebbe complesso stabilire delle linee guida troppo rigide.

In generale, però, possiamo dire che implementare un sistema di workation implica poter svolgere i nostri compiti fuori dall’ufficio e anche da un altro paese, avendo un carico di lavoro sufficientemente leggero da consentirci di combinare tempo libero e obblighi entro un lasso di tempo stabilito.

Ecco qualche consiglio da seguire per far sì che questa forma di lavoro sia implementata al meglio nella tua azienda:

  • Limita il carico di lavoro nei periodi di workation
    Potresti permettere ai tuoi dipendenti di partire per una vacanza-lavoro nei mesi dell’anno con meno carico lavorativo, e concedere loro un orario ridotto, in modo da permettergli di godere al meglio del loro tempo libero.
  • Concedi flessibilità oraria ai tuoi dipendenti
    Nel caso in cui i dipendenti dovessero partire per un luogo con molte ore di fuso orario di differenza, potresti permettere loro di non rispettare i loro normali orari lavorativi ma di svolgere le otto ore lavorative in orari a loro più comodi, come ad esempio la notte italiana, istituendo una “no meeting policy” per i dipendenti in workation.
  • Controlla le presenze e gli orari dei tuoi dipendenti da remoto
    Utilizza strumenti di timbratura virtuale per assicurarti che i tuoi dipendenti lavorino negli orari stabiliti oppure il numero di ore deciso prima della partenza.
  • Creare una policy aziendale sempre accessibile con le linee guida
    Se i dipendenti intenderanno prendersi un periodo di workation, potranno consultare tutte le regole stabilite dall’azienda consultando un apposito documento.

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Dopo anni di esperienza nel mondo dell'editoria digitale e delle start-up, attualmente vive a Barcellona, dove è copywriter per Factorial e crea contenuti per il mercato italiano. Appassionata di scrittura e letteratura, non potrebbe mai vivere senza viaggiare e senza il suo gatto.

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