Quanti tipi di contratto di lavoro esistono? Qual è la situazione in Italia?
Uno degli elementi che spesso si danno maggiormente per scontati quando si parla di gestione delle risorse umane è senza dubbio il contratto di lavoro. Si tende (e anche giustamente) a focalizzarsi sugli aspetti legati alla retribuzione, alla gestione delle buste paga e alla formazione aziendale, dimenticandosi dell’importanza di questo documento.
Si tratta, infatti, del documento ufficiale primario sul quale si basa l’intero rapporto di lavoro tra dipendente e azienda e necessita quindi della giusta attenzione, sia dal punto di vista della sua redazione che nella scelta di quale contratto andare a proporre ai propri dipendenti futuri e correnti.
Come nel resto del mondo, anche in Italia esistono diversi tipi di contratto di lavoro ed è importante che tanto i dirigenti e i manager di ogni azienda quanto i responsabili delle risorse umane abbiano una conoscenza approfondita delle varie tipologie e delle loro differenze.
In questo articolo analizziamo insieme tutti i tipi di contratti lavorativi presenti in Italia e le loro caratteristiche principali, per aiutarti a fare la scelta migliore per la tua azienda.
Sommario
Quanti tipi di contratto di lavoro esistono in Italia?
Partiamo dalla domanda principale: quanti tipi di contratto di lavoro esistono nel nostro Paese? La risposta è che in Italia sono previsti diversi tipi di contratto di lavoro, alcuni simili e altri completamente diversi, sia per quanto riguarda la durata del rapporto di lavoro che per ciò che concerne gli obblighi e i doveri delle parti.
Ecco la lista dei principali tipi di contratto di lavoro previsti in Italia:
- Contratto di lavoro a tempo indeterminato
- Contratto di lavoro a tempo determinato
- Contratto di lavoro part-time
- Contratto di lavoro: stage
- Contratto di lavoro a chiamata
- Contratto di lavoro: apprendistato
- Contratto di collaborazione coordinata e continuativa
- Contratto di prestazione occasionale
- Contratto di appalto per lavori privati
Avere una panoramica completa di tutti i tipi di contratto di lavoro dà la possibilità ai responsabili HR delle aziende di gestire con maggior consapevolezza i propri processi di assunzione e promozione del personale. Nei paragrafi successivi entreremo nello specifico di ogni tipologia contrattuale, per capirne più a fondo caratteristiche e particolarità.
Contratto di lavoro a tempo indeterminato
Il principale e più importante tipo di contratto di lavoro è senza dubbio il contratto di lavoro a tempo indeterminato. Questo contratto, nella maggior parte dei casi, stabilisce le mansioni di cui il lavoratore è incaricato, gli orari di lavoro e la retribuzione spettante a carico del datore di lavoro come anche, chiaramente, i relativi contributi previdenziali.
Gli elementi principali di un contratto di lavoro a tempo indeterminato sono:
- Mansioni e responsabilità
- Inquadramento contrattuale
- Data di inizio del contratto
- Ammontare della retribuzione
- Luogo e orari di lavoro
- Dettagli relativi alla maturazione di ferie e permessi
- Eventuale presenza di un periodo di prova
- Vincoli legali del contratto
È il tipo di contratto più importante in quanto in questo caso l’assunzione del dipendente è definitiva, senza una data di conclusione. Questo dà al dipendente maggiore stabilità e tutele anche dal punto di vista legale.
Nei tipi di contratto di lavoro a tempo indeterminato può essere inserito un periodo di prova, che permette all’azienda di verificare l’idoneità del lavoratore alla posizione. Se il dipendente assunto non viene ritenuto idoneo, il rapporto di lavoro può essere interrotto senza comportare obblighi per nessuna delle parti. La durata del periodo di prova è fissata dal CCNL di riferimento, ma ha sempre una durata massima di 6 mesi.
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Contratto di lavoro a tempo determinato
Subito dopo questo tipo di contratto troviamo il contratto di lavoro a tempo determinato. La differenza principale rispetto al contratto a tempo determinato è dato, come intuibile, dalla sua durata, che è infatti prestabilita fin dall’inizio.
Per poter definire tale un contratto a tempo determinato la sua durata deve essere:
- Di almeno 12 giorni
- Di massimo 24 mesi totali.
Il contratto di lavoro a tempo determinato può essere rinnovato da parte dell’azienda fino ad un massimo di 4 volte all’interno dei 24 mesi massimi previsti. Qualora il numero delle proroghe sia superiore a 4 o vengano superati i 24 mesi di durata, il contratto si trasforma in contratto a tempo indeterminato dalla data di decorrenza della quinta proroga o del superamento del limite.
In caso di rinnovo del contratto, il datore di lavoro dovrà rispettare un intervallo di tempo tra il primo e il secondo rinnovo di 10 giorni, se la durata del contratto è inferiore ai 6 mesi, o di 20 giorni per contratti di durata superiore. Le motivazioni che hanno portato ad un rinnovo di contratto (e non alla conversione in contratto a tempo indeterminato) vanno sempre specificate per iscritto.
Contratto di lavoro part-time
Ecco un tipo di contratto di lavoro che spesso viene sfruttato da aziende e dipendenti per soddisfare le loro esigenze: il contratto di lavoro part-time. In questo caso non stiamo parlando propriamente di un tipo di contratto diverso, ma semplicemente di una diversa distribuzione degli orari rispetto alle classiche 40 ore settimanali.
Un contratto part-time è caratterizzato da un orario di lavoro ridotto, che generalmente va dalle 20 alle 30 ore alla settimana. Nulla cambia in relazione al diritto del lavoratore di maturare permessi e ferie né in relazione all’aspetto contributivo. Semplicemente dovranno essere definiti con precisione gli orari di lavoro e le tutele relative verranno maturare in proporzione alle ore lavorate.
Nell’insieme dei tipi di contratto di lavoro part-time esistono 3 tipologie diverse:
- Part-time orizzontale: il dipendente lavora tutti i giorni, ma svolge meno ore rispetto al classico orario di lavoro, solitamente 4 o 5 ore al giorno
- Part-time verticale: il dipendente svolge 8 ore di lavoro al giorno ma è tenuto a presentarsi solo in alcuni giorni della settimana o in alcuni periodi del mese
- Part-time misto: il lavoratore gode di un rapporto di lavoro particolarmente flessibile, potendo optare per una soluzione ibrida tra un part-time verticale e uno orizzontale
Il lavoratore dipendente in regime di part-time, inoltre, ha la possibilità di sottoscrivere anche più di un contratto part-time contemporaneamente, sempre e quando tenga conto dei propri orari settimanali e del suo diritto al riposo settimanale. Il datore di lavoro non può in alcun modo impedire al proprio lavoratore di prestare servizio presso un’altra azienda, a meno che non si tratti di un concorrente.
Quanto un contratto di lavoro full-time si trasforma in part-time
Esistono alcuni casi particolari nei quali un contratto di lavoro a tempo pieno si converte in un contratto part-time. Il dipendente ha la possibilità di chiedere al datore di lavoro una riduzione dell’orario, o anche un vero e proprio cambio di contratto, in caso di:
- Situazione di grave malattia
- Necessità di assistere parenti affetti da malattia grave
- Assistenza a familiari affetti da disabilità
- In situazioni di genitori-lavoratori
In tutti questi casi particolari può essere concessa questa flessibilità da parte del datore di lavoro per venire incontro alle esigenze del dipendente.
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Contratto di prestazione occasionale
Il contratto di prestazione occasionale è un tipo di contratto di lavoro rivolto a varie categorie, ognuna delle quali ha i propri limiti e caratteristiche peculiari: professionisti, lavoratori autonomi, imprenditori, associazioni, fondazioni e altri enti di natura privata come imprese agricole, amministrazioni pubbliche, enti locali, strutture alberghiere e ricettive nel settore turistico, onlus e associazioni che possono usufruire di prestazioni lavorative attraverso contratti di prestazione occasionale, riguardo ad attività lavorative sporadiche e/o saltuarie.
Questo contratto è caratterizzato dai seguenti limiti economici:
- per ciascun prestatore, con riferimento alla totalità degli utilizzatori, l’importo complessivo dei compensi ricevuti non deve essere superiore a 5.000 euro annui
- per ciascuna azienda, con riferimento alla totalità dei prestatori, l’importo complessivo dei compensi erogati non deve essere superiore a 5.000 euro annui
- per le prestazioni fornite complessivamente da ogni prestatore nei confronti della medesima azienda, l’importo complessivo dei compensi erogati non deve essere superiore a 2.500 euro
Contratto di lavoro: stage
Tipologia più gettonata fra le aziende che assumono giovani leve che si approcciano per la prima volta, il contratto di stage è una validissima forma di contratto per entrambe le parti. Chiamato anche tirocinio, il contratto di stage è un tipo di contratto di lavoro che rappresenta un vero e proprio percorso lavorativo di formazione, con lo scopo di preparare i giovane nel migliore dei modi ed, eventualmente, inserirlo in pianta stabile in azienda.
Il contratto di stage è a tutti gli effetti un contratto a tempo determinato: ha, quindi, una durata massima definita e prevede obblighi e doveri sia da parte del datore di lavoro che da parte dello stagista. Il progetto formativo stilato e sottoscritto dal datore di lavoro definisce gli obiettivi dello stage.
Vi sono poi diverse tipologie di stage a seconda degli obiettivi e del lavoratore:
- Stage curricolare: tipo di stage pensato per i giovani che frequentano un percorso di studi col fine di conseguire di crediti formativi e un primo assaggio di come funziona il mondo del lavoro
- Tirocinio di inserimento o reinserimento lavorativo: destinato a soggetti disoccupati o inoccupati per favorire l’entrata o il ritorno nel mondo del lavoro
- Stage a favore di disabili e soggetti svantaggiati
Dopo la Riforma Fornero, in Italia la legge prevede che non sia più possibile proporre stage gratuiti ai giovani, e che venga prevista da ogni Regione l’indennità economica minima da versare assieme alle sanzioni relative nel caso in cui l’impresa non la corrisponda.
Il datore di lavoro, infine, non può in alcun caso richiedere ad uno stagista di sostituire altri dipendenti a tempo determinato nei periodi di massima produttività né sostituire lavoratori assenti per malattia, maternità o ferie.
👉 Se stai pensando di assumere degli stagisti puoi controllare la nostra guida dove spieghiamo cos’è il contratto di stage, i requisiti e le caratteristiche.
Contratto di lavoro a chiamata
Il contratto di lavoro a chiamata è caratterizzato dal prolungamento della reperibilità (anche se non costante) da parte del lavoratore. Viene attivato solo ed esclusivamente nel caso in cui il datore di lavoro si trovi nella necessità (temporanea) della prestazione del lavoratore in questione.
Per i tipi di contratto di lavoro a chiamata, la legge fissa un limite massimo oltre il quale il contratto viene convertito automaticamente in un contratto a tempo indeterminato. Questo limite si attesta in 400 giorni lavorativi svolti nell’arco di 3 anni. Un’eccezione a questo limite è rappresentata dai settori del turismo, degli esercizi pubblici e dal settore dello spettacolo, che possono invece superare tranquillamente tale limite.
Il contratto a chiamata è diffusissimo per moltissimi tipi di professionisti, soprattutto quelli dello spettacolo, e da altri lavori caratterizzati dalla discontinuità di servizio. Se il lavoratore fornisce il suo impegno a sottoscrivere un contratto a chiamata, rendendosi disponibile ogni qualvolta il datore di lavoro ne abbia bisogno, è generalmente prevista un’indennità di disponibilità a favore del lavoratore.
Anche se il contratto di lavoro a chiamata ha carattere discontinuo, deve in ogni caso essere costituito da un documento redatto in forma scritta che ne attesti modalità motivazioni che portano il datore di lavoro ad utilizzare questa tipologia di contratto anziché una forma più classica di contratto.
Ultima, ma non per importanza nei tipi di contratto di lavoro a chiamata, è la questione relativa al cosiddetto preavviso di chiamata fornito da parte del datore di lavoro, il quale deve essere di almeno un giorno lavorativo. La legge non impedisce ad un lavoratore di sottoscrivere più tipi di contratto di lavoro a chiamata contemporaneamente, sempre e quando le aziende in questione non siano concorrenti e che lo svolgimento di un lavoro non porti all’impossibilità di svolgere gli altri.
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Contratto di lavoro: apprendistato
Qui parliamo di un tipo di contratto di lavoro particolare. Il contratto di apprendistato è un tipo di contratto rivolto ai giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni con l’obiettivo di facilitare il loro ingresso nel mondo del lavoro.
La particolarità principale del contratto di apprendistato sta nel fatto che il datore di lavoro non è solo tenuto a corrispondere al lavoratore una retribuzione, ma anche tutta la formazione necessaria all’acquisizione di una qualifica professionale o alla riqualificazione della propria professionalità.
Esistono 3 tipi diversi di contratto di apprendistato:
- apprendistato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione: per giovani e adolescenti che abbiano compiuto 15 anni e con una durata massima di 3 anni
- apprendistato professionalizzante: per giovani tra i 18 e i 29 anni, consente di ottenere una qualifica attraverso una formazione sul lavoro e un apprendimento tecnico-professionale. Può durare fino a 6 anni.
- apprendistato per l’acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione: per giovani tra i 18 e i 29 anni, consente di conseguire un titolo di studio di livello secondario, universitario o di alta formazione e per la specializzazione tecnica superiore. È di durata variabile.
Ovviamente, anche il contratto di apprendistato deve essere redatto in forma scritta per poter essere valido a livello legale ed indicare tutte le specifiche relative a piano formativo, retribuzione, orari e tutele per il lavoratore.
👉 Qui trovi un articolo dedicato al contratto di apprendistato, stipendio, durata e ed età limite.
Contratto di collaborazione coordinata e continuativa
Qui parliamo di un tipo di contratto di lavoro che potremmo definire “ibrido”. Il contratto di collaborazione coordinata e continuativa (chiamato anche co.co.co) è, infatti, una sorta di via di mezzo tra il lavoro dipendente e quello del libero professionista: il lavoratore, pur avendo un rapporto continuativo con il medesimo datore di lavoro, presta il proprio lavoro in modo totalmente autonomo e senza alcun vincolo di subordinazione.
In poche parole, al lavoratore viene data piena autonomia nella gestione dei propri orari, del proprio luogo di lavoro e delle modalità di svolgimento dello stesso. Il contratto co.co.co. ha solitamente queste caratteristiche:
- l’autonomia del lavoratore
- la natura personale della prestazione
- il coordinamento continuativo con il committente
- il contenuto artistico-professionale della mansione
Parlando della retribuzione di un co.co.co, i contributi relativi da versare sono per ⅔ a carico del datore di lavoro e per ⅓ a carico del lavoratore. Il datore di lavoro, ad ogni modo, mantiene l’obbligo ad agire come sostituto d’imposta versando anche la parte a carico del dipendente, trattenendola dalla busta paga di quest’ultimo.
Contratto di appalto per lavori privati
Il contratto di appalto è un tipo di contratto di lavoro cui a partecipare è un soggetto imprenditore, che sotto la propria responsabilità e utilizzando i propri mezzi assume l’obbligazione del compimento di un’opera a fronte di un corrispettivo economico.
Stiamo parlando, in questo caso, di un contratto di risultato e non di un contratto legato allo svolgimento continuativo di una mansione lavorativa. Un’altra importante differenza rispetto a molti altri tipi di contratto di lavoro è data dal fatto che l’appaltatore non deve personalmente occuparsi dello svolgimento del lavoro commissionato, ma semplicemente servirsi delle propria organizzazione e per raggiungere il risultato accordato. Il contratto può riguardare tanto il compimento di un’opera fisica quanto la fornitura di servizi.
Tipi di contratto di lavoro per pensionati
Ecco una domanda che per molti può risultare interessante: i pensionati possono lavorare? La mia azienda può assumere un pensionato come dipendente o il lavoratore dovrà necessariamente essere un libero professionista? Qual è il tipo di contratto migliore per un pensionato?
La risposta è assolutamente sì. Non esiste alcun limite imposto dalla legge che impedisca ad un pensionato di essere assunto come lavoratore dipendente ne esistono limiti di età per le assunzioni. Per quanto riguarda il tipo di contratto, tutti i tipi di contratto sono potenzialmente adatti all’assunzione di un pensionato. È certo che, data anche l’età dell’assunto, probabilmente i tipi di contratto più adatti ad un pensionato potrebbero essere i contratti di collaborazione, a chiamata o di prestazione occasionale.
Scritto da Matteo Pizzinato