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Liquidazione TFR: quando va pagato, regole e tempistiche

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8 minuti di lettura
Liquidazione TFR: quando va pagato, regole e tempistiche

Quanto tempo ha il datore di lavoro prima di procedere alla liquidazione del TFR al lavoratore? Quali sono le regole a cui si deve attenere?

Il trattamento di fine rapporto, conosciuto anche come buonuscita, è una retribuzione di tipo differita. Non viene cioè corrisposta alla fine del mese o a una data definita.  

Il TFR, che spetta a qualsiasi lavoratore dipendente a prescindere da come si è concluso il rapporto di lavoro (dimissioni, licenziamento, risoluzione consensuale o pensionamento), è disciplinato dall’articolo 2120 del Codice civile.  

Cerchiamo quindi di capire quali sono la prassi e i vari scenari nella gestione aziendale che il dipartimento HR può trovarsi ad affrontare ogni qual volta un lavoratore invia un modulo di richiesta di liquidazione del TFR.

A seguire, troverete tutte le informazioni che riguardano i tempi di liquidazione e la tassazione del TFR.

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Liquidazione TFR: i tempi

Quando viene pagato il TFR? Poiché non c’è un chiaro riferimento normativo, il datore di lavoro può liquidarlo seguendo quelle che sono le regole del buon senso.

Normalmente, le organizzazioni, salvo problemi di liquidità, versano il TFR in concomitanza con l’ultima busta paga o al massimo entro i successivi 30-45 giorni.

Sulla base di quanto contenuto nel Codice civile, si può sostenere che versare sin da subito il TFR significa garantire quello che a tutti gli effetti è un diritto del lavoratore.

Sul tema, inoltre, si è più volte pronunciata la Cassazione, ribadendo il diritto a ricevere la liquidazione al termine del rapporto di lavoro. Ti invitiamo comunque a consultare quanto riportato nel contratto di lavoro. Ad esempio, molti CCNL fissano un periodo specifico entro il quale il datore di lavoro è obbligato a versare il trattamento di fine rapporto.

Come regola generale, quindi, il datore di lavoro è tenuto a versare al lavoratore il dovuto il prima possibile. Non c’è alcuna differenza nei tempi di liquidazione del TFR tra dimissioni volontarie, licenziamento o pensionamento.  

Ti ricordiamo, inoltre, che si può verificare l’ammontare di TFR maturato dal lavoratore in qualsiasi momento. La liquidazione è presente nel cedolino.

Un classico esempio di busta paga contiene un’intera sezione dedicata alla buonuscita. Da lì è possibile ottenere informazioni quali: 

  • Imponibile 
  • Accantonamenti del mese 
  • Accantonamenti netti  

Abbiamo visto quindi che, in generale, è bene versare il TFR il prima possibile. Nonostante questo, ci sono alcuni casi particolari da considerare, che differiscono dalla regola. 

👉 Può interessarti l’approfondimento “Dove si vede il TFR in busta paga”.

Liquidazione TFR: tempi in caso di fallimento dell’azienda o insolvenza

Nella sfortunata ipotesi in cui l’azienda dovesse fallire in concomitanza con la richiesta del dipendente di ricevere il TFR, i tempi necessari per ricevere la buonuscita si allungano. La buona notizia, però, è che il dipendente non perde il diritto a ricevere la liquidazione. 

Il lavoratore può infatti ottenere il TFR direttamente dall’INPS grazie al fondo di garanzia a tutela dei dipendenti privati. 

È bene specificare che un lavoratore può ottenere il TFR anche nel caso in cui l’azienda non sia fallita ma il datore di lavoro risulti insolvente. Quest’ultima procedura, però, allunga ulteriormente i tempi, perché richiede anche il coinvolgimento di un giudice che a sua volta autorizza il pignoramento. 

In entrambi i casi, le tempistiche possono variare. A volte potrebbero passare addirittura alcuni anni prima che il lavoratore riesca a ottenere il trattamento di fine rapporto. 

Tempi liquidazione TFR in caso di decesso

Per quanto il tema possa essere spiacevole da affrontare, potrebbe capitare che un lavoratore perda la vita prima di raggiungere l’età pensionabile. Cosa succede in questo caso al TFR? E cosa cambia inerentemente ai tempi di liquidazione? 

Per rispondere a queste domande possiamo fare riferimento all’articolo 2122 del Codice civile: indennità in caso di morte. L’articolo specifica che il datore di lavoro dovrà versare il TFR agli eredi del dipendente.

Per eredi, in questo caso, si intendono: 

  • Coniuge 
  • Figli
  • Conviventi a carico del dipendente 

Nel caso in cui nessuno dei parenti stretti sia in vita, il TFR spetta ai parenti fino al 3° grado. 

Anche in questo caso, gli eredi dovranno pazientare un pò prima di vedersi riconosciuto il TFR spettante come eredità. I tempi, infatti, si allungano per via delle diverse pratiche burocratiche da sistemare in ambito di successione. 

Quale tassazione sulla liquidazione del TFR

Quando si parla di liquidazione TFR in busta paga bisogna tener conto della tipologia di trattamento di fine rapporto scelto dal lavoratore. Sebbene quest’aspetto non cambi le tempistiche entro cui il datore di lavoro dovrà procedere con la liquidazione, in base a quello scelto risultano diversi il trattamento fiscale e il rendimento dell’accantonamento

Il lavoratore, infatti, può scegliere tra due tipologie di destinazione del TFR

  • In azienda 
  • Nel Fondo Pensione 

Quando il lavoratore opta per quello in azienda, allora non si applica alcuna tassazione al TFR fino a quando l’importo non viene effettivamente liquidato. Una volta terminato il rapporto di lavoro, alla buona uscita viene applicata una tassazione separata. 

L’aliquota da applicare dipende dal reddito medio degli ultimi 5 anni. Andranno quindi verificare le tabelle IRPEF. Il minimo applicabile è il 23% per redditi fino a 15.000 euro. Il massimo è del 43% per redditi oltre i 50.000 euro. 

Anche per l’opzione nel Fondo Pensione il TFR non viene tassato subito, ma solo quando il lavoratore lo riceverà come prestazione (rendita pensionistica o, nei limiti previsti, capitale). La tassazione varia da un minimo del 9% a un massimo del 15% (in base al numero di anni di iscrizione alla previdenza integrativa).

Oltre a queste due possibilità, la liquidazione del TFR può essere anche richiesta dal lavoratore senza che il rapporto di lavoro sia giunto al termine. La possibilità di chiedere il trattamento di fine rapporto in anticipo è riservata ai lavoratori del settore privato. 

Tutti i dipendenti privati, una volta raggiunti gli 8 anni di permanenza in una stessa azienda, hanno la possibilità di chiedere fino al 70% del TFR spettante in anticipo. La possibilità è esercitabile una sola volta e il lavoratore dovrà fornire valide motivazioni per ottenere l’anticipo. Tra queste sono ammesse le spese sanitarie e per: 

  • I figli (congedi parentali) 
  • L’acquisto della prima casa 
  • La formazione 

Dal punto di vista fiscale l’anticipo del TFR rientra, similmente ai casi precedenti, nella tassazione separata. Bisogna prima calcolare l’importo spettante al lavoratore, quindi procedere con il calcolo dell’aliquota IRPEF applicabile. 

Modulo richiesta liquidazione TFR

In un’ottica di migliore gestione delle risorse umane puoi creare il tuo modulo di richiesta liquidazione del TFR e renderlo accessibile a tutti i dipendenti condividendo il file Excel, oppure avvalendoti di un software HR

Il modulo di richiesta di liquidazione del TFR può essere strutturato in cinque sezioni compilabili: 

Dati del lavoratore

In questa prima sezione il lavoratore deve inserire dati quali: 

  • Nome 
  • Cognome 
  • Data di nascita 
  • Codice fiscale 
  • Telefono 
  • E-mail 
  • Indirizzo di residenza 
  • Posizione lavorativa 

È possibile utilizzare la classica formula: 

Il/la sottoscritt0/a (…) nato/a (…) il (…), con CF (…) residente a (…) in via (…) come dipendente della ditta (…) dalla data (…) alla data (…) con qualifica di (…). 

Nel caso particolare di decesso del lavoratore, allora è necessario inserire i dati del richiedente e i dati personali del o dei beneficiari. 

Specificare la richiesta 

La lettera a questo punto dovrebbe contenere una sezione dedicata che permetta al lavoratore di esplicitare la richiesta. Come anticipato, il lavoratore può chiedere: 

  • Il riscatto anticipato del (…%) del TFR 
  • La liquidazione del TFR

Motivazioni 

Nel caso in cui il lavoratore richieda il riscatto è bene spieghi il perché della richiesta, ad esempio per: spese sanitarie, studio o acquisto della prima casa. 

Diversamente qualora la lettera abbia l’obiettivo di sollecitare il pagamento del TFR, allora è possibile semplicemente invitare l’azienda al pagamento, specificando il motivo dell’interruzione del rapporto: dimissioni, licenziamento, rescissione consensuale, pensionamento o decesso. 

Coordinate bancarie 

Un tipico facsimile di lettera liquidazione del TFR è bene contenga una sezione riservata alle coordinate bancarie così che l’azienda possa procedere alla liquidazione. È sufficiente quindi invitare il richiedente a inserire: 

  • IBAN 
  • ABI 
  • CAB
  • Banca/filiale 

Data, firma e allegati 

Nell’ultima sezione bisogna inserire la data e la firma. Nel caso in cui il modulo sia stato compilato da un erede avente diritto, quest’ultimo deve avere cura di allegare il certificato di morte, il certificato di stato di famiglia e tutta la documentazione attestante che il richiedente abbia diritto a ricevere il TFR. 

💡 Può interessarti l’approfondimento “Costo aziendale dipendente: composizione e come calcolarlo”.

Come si calcola la liquidazione del TFR

Prima di liquidare il TFR, andrà calcolata la somma a cui ammonta la liquidazione. Per sapere l’esatto ammontare da corrispondere al dipendente, agli anni di lavoro andrà sommata la retribuzione annua corrisposta al lavoratore, divisa per 13,5. Ad esempio, un impiegato con una retribuzione annua di 20.000 euro lordi accantona ogni anno 1.481,48 euro di TFR. 

Il calcolo va fatto anno per anno, considerando le maggiorazioni dello stipendio. Agli importi annuali, andrà poi aggiunto il tasso di rivalutazione pari all’1,5% e il 75% dell’indice di rivalutazione dei prezzi. Quest’ultimo dato è fornito su base annuale dall’ISTAT. 

Fortunatamente, non ci sarà bisogno della calcolatrice e di addentrarsi in complicati calcoli. Il TFR maturato è riportato nella busta paga. La parte bassa (cedolino) contiene sia quanto maturato nel mese corrente sia l’importo accantonato negli anni precedenti. 

Tempi per la liquidazione del TFR: le conclusioni

In questo articolo abbiamo visto che, salvo diverse disposizioni contenute nel CCNL, è buona norma corrispondere il TFR spettante al lavoratore il prima possibile preferibilmente in concomitanza con l’ultima busta paga. 

Esistono alcune eccezioni delle quali tenere conto e che possono allungare le tempistiche, tuttavia la presenza di strumenti come il Fondo di Garanzia INPS, garantiscono al lavoratore di non perdere mai il diritto a ricevere il trattamento di fine rapporto maturato negli anni. 

Onde evitare problemi di calcolo della liquidazione e ulteriori costi aziendali, richieste di pagamento o situazioni limite che spingano il lavoratore a rivolgersi a un giudice, è sempre buona norma avvalersi di app e software per la gestione delle note spese, come Factorial.

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Domande frequenti sulla liquidazione del TFR

Prima di concludere, andiamo a ricapitolare il contenuto dell’articolo rispondendo alle Frequently Asked Questions (FAQ), le domande più comuni riguardo il TFR.

Come viene tassato il TFR al momento della liquidazione? 

TFR in azienda: una volta terminato il rapporto di lavoro, alla buona uscita viene applicata una tassazione separata, che dipende dal reddito medio degli ultimi 5 anni. Il minimo applicabile è il 23% per redditi fino a 15.000 euro. Il massimo è del 43% per redditi oltre i 50.000 euro. 

TFR nel Fondo Pensione: il TFR non viene tassato subito, ma solo quando il lavoratore lo riceverà come prestazione (rendita pensionistica o, nei limiti previsti, capitale): la tassazione varia da un minimo del 9% a un massimo del 15% (in base al numero di anni di iscrizione alla previdenza integrativa).

Quali sono i tempi per la liquidazione del TFR?

Normalmente, le organizzazioni, salvo problemi di liquidità, versano il TFR in concomitanza con l’ultima busta paga o al massimo entro i successivi 30-45 giorni. Molti CCNL fissano un periodo specifico entro il quale il datore di lavoro è obbligato a versare il trattamento di fine rapporto.

Come faccio a sapere quanto prendo di liquidazione? 

Per sapere l’esatto ammontare da corrispondere al dipendente, agli anni di lavoro andrà sommata la retribuzione annua corrisposta al lavoratore, divisa per 13,5.

Ad esempio, un impiegato con una retribuzione annua di 20.000 euro lordi accantona ogni anno 1.481,48 euro di TFR.

Quando non spetta il TFR?

Il TFR spetta a qualsiasi lavoratore dipendente a prescindere da come si è concluso il rapporto di lavoro: dimissioni, licenziamento, risoluzione consensuale o pensionamento.

Dopo anni di esperienza nel mondo dell'editoria digitale e delle start-up, attualmente vive a Barcellona, dove è copywriter per Factorial e crea contenuti per il mercato italiano. Appassionata di scrittura e letteratura, non potrebbe mai vivere senza viaggiare e senza il suo gatto.

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