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Flessibilità lavorativa: tipologie, vantaggi e normativa [+ Modello]

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6 minuti di lettura
Flessibilità lavorativa: tipologie, vantaggi e normativa [+ Modello]

Cos’è la flessibilità lavorativa? Quali sono i concetti più importanti per le aziende?

Dopo la trasformazione del paradigma lavorativo portato dalla pandemia e dall’attuale digital trasformation, sia concetti come la flessibilità oraria che lo smart working sono entrati stabilmente a far parte della realtà quotidiana di molte aziende.

La flessibilità lavorativa è un concetto che inizia a farsi strada in Italia verso la fine degli anni ‘90, da quando sono state introdotte le prime forme contrattuali flessibili. Nel corso del tempo, il concetto si è esteso a tal punto che oggi esistono due forme di flessibilità: formale e informale.

In questo articolo, approfondiamo insieme il tema della flessibilità lavorativa nelle aziende cercando di individuare gli aspetti più importanti per manager, responsabili delle risorse umane e dipendenti.

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Cos’è la flessibilità lavorativa?

Come datore di lavoro o selezionatore del personale, ti sarai reso conto che inserire nuove figure in azienda è più complesso rispetto al passato.

Non solo esistono molte forme contrattuali tra le quali scegliere, ma bisogna anche tener conto delle nuove esigenze dei lavoratori.

La flessibilità lavorativa è stata introdotta come adeguamento a un mercato del lavoro profondamente cambiato rispetto al passato. Consiste in un insieme di norme e accordi tra le parti, volti a tutelare sia le organizzazioni che i lavoratori.

Negli intenti, la flessibilità lavorativa formale dovrebbe portare dei vantaggi a tutte le parti coinvolte

  • Come titolare d’azienda puoi usufruire delle risorse umane solo all’occorrenza. 
  • Come lavoratore hai maggiori possibilità di trovare la miglior condizione occupazionale sulla base delle tue ambizioni e necessità.

Convenzionalmente possiamo dividere la flessibilità lavorativa in:

  • Formale: definita dai numerosi contratti di lavoro a tempo determinato.
  • Informale: l’insieme delle politiche interne aziendali pensate per permettere al lavoratore di raggiungere un perfetto equilibrio tra la vita personale e lavorativa.

👉 Dalla necessità di rispondere alle nuove realtà lavorative attuali, sono nati termini come remote working e smart working. Sai qual è la differenza tra i due? Scoprilo in questo articolo.

Flessibilità lavorativa: leggi e norme

Cerchiamo di capire come pian piano si è arrivati alle attuali forme di lavoro flessibili in Italia. Evidenziando alcuni tra gli interventi principali.

  • Per contrastare la disoccupazione nel 1997, l’allora Ministro del Lavoro mediante la legge n.196 introdusse il cosiddetto lavoro temporaneo (interinale) e regolò altre forme di contratti flessibili: i contratti di collaborazione coordinata e continuativa e i contratti a progetto.
  • Nel 2003, la legge n.30 eliminò il lavoro interinale e introdusse le tipologie di contratti flessibili quali i co.co.pro, intermittente, occasionale e accessorio. Nello stesso anno, lo Stato è intervenuto anche sul lavoro parziale, agevolando l’utilizzo del noto contratto part-time.
  • Nel 2017, la legge n.81, definì, sempre in un’ottica di flessibilità lavorativa, lo smart working o lavoro agile. La legge specifica che un lavoratore da remoto gode degli stessi diritti del lavoratore in sede: parità di trattamento economico, tutela in caso d’infortuni e malattie.  

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Lavoro flessibile: le tipologie

I diversi provvedimenti emanati al fine di promuovere la flessibilità lavorativa hanno portato alla nascita di numerosi contratti di lavoro flessibili.

Oggi, come titolare d’azienda o responsabile delle risorse umane, puoi proporre diverse tipologie di contratti: 

Tempo parziale

Il contratto di lavoro a tempo parziale (part time) può essere sia a tempo determinato che indeterminato.

La differenza sostanziale è data dalle ore di lavoro, inferiori alle tipiche 40 previste dai contratti di lavoro full time.

Potrai avere ampio potere discrezionale chiedendo al lavoratore di recarsi in azienda tutti i giorni a un orario ridotto, oppure solo in determinati giorni della settimana. Come anche avvalerti di una combinazione dei due precedenti casi.

Somministrazione

Il contratto di somministrazione, introdotto nel 2003, sostituisce i contratti di tipo interinale. La tipologia contrattuale ti permette di assumere forza lavoro sia a tempo determinato sia indeterminato.  

Questa modalità di lavoro vede coinvolti tre soggetti. Il lavoratore, il titolare d’azienda e un’agenzia esterna per il lavoro che si occupa di segnalare i profili più idonei alle esigenze aziendali.

La modalità di lavoro per somministrazione è tra le più flessibili. Come titolare d’azienda potrai assumere lavoratori solo nei periodi in cui ne hai bisogno.

Apprendistato

Se l’obiettivo è introdurre in azienda un giovane lavoratore (fino a 29 anni) e formarlo nel tempo, potresti pensare all’apprendistato professionalizzante.

Si tratta di forma di lavoro flessibile che lega il lavoratore all’azienda per un minimo di due anni fino a un massimo di sei anni.

Inserimento lavorativo

Un’altra tipologia di lavoro flessibile che potresti pensare di proporre è il contratto d’inserimento lavorativo. Questa modalità è simile all’apprendistato ma può essere proposta a qualsiasi lavoratore a prescindere dall’età.

Collaborazione coordinate e continuative

Dal 2003 è possibile avvalersi di uno o più lavoratori mediante le collaborazioni coordinate e continuative. Anche conosciute come lavori a progetto

Grazie a questa particolare tipologia di lavoro flessibile potrai introdurre in azienda una o più figure che si occuperanno di un progetto specifico per un periodo di tempo limitato. 

Lavoro intermittente

Il lavoro intermittente è ancor più flessibile rispetto ai casi precedenti. Non a caso il lavoro è conosciuto come “a chiamata”. 

Ti consente di contattare un lavoratore solo in caso di necessità.

Prestazione occasionale

Infine, la prestazione occasionale, introdotta nel 2017, è un contratto di lavoro che potresti proporre nel caso hai l’esigenza di commissionare lo svolgimento di alcune attività saltuariamente. 

La prestazione occasionale ha diversi limiti. A partire dai compensi che durante l’anno solare non possono essere superiori ai 5.000€.

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Flessibilità sul lavoro: esempi

Come anticipato, esiste anche la flessibilità lavorativa di tipo informale. Questa può essere raggiunta intervenendo sulle politiche aziendali. Vediamo in che modo, riportando alcuni esempi:

Flessibilità lavorativa con smart working

Continuare a mantenere lo smart working per lavorare anche solo per alcuni giorni alla settimana, è un modo per introdurre la flessibilità in azienda.

I lavoratori possono così avere maggiore libertà e ridurre lo stress da lavoro, scegliendo la forma di lavoro che più si adatta alle loro esigenze.

Orari di lavoro non definiti

Potresti pensare di far scegliere ai dipendenti l’orario di lavoro. 

Per fare un esempio, recarsi al lavoro alle 10.00, invece che alle 8.30, potrebbe essere un vantaggio per lavoratori-genitori, lavoratori pendolari o lavoratori che desiderano dormire qualche ora in più.  

Flessibilità lavorativa e stipendi

Anche intervenire sulle modalità di erogazione delle buste paga è indice di flessibilità. Un lavoratore più giovane potrebbe aver bisogno di ricevere lo stipendio ogni settimana o 15 giorni. Al contrario i lavoratori senior pongono meno attenzione su questo aspetto. 

Flessibilità lavorativa: vantaggi e svantaggi

Dovresti valutare attentamente i vantaggi e gli svantaggi derivanti dall’introduzione della flessibilità lavorativa all’interno della tua azienda.

In particolare, optare esclusivamente per forme contrattuali flessibili è una scelta che può rivelarsi controproducente.

A una prima analisi potresti essere portato a ritenere che i contratti flessibili siano molto vantaggiosi, ma non è sempre così.Come vedremo ci sono anche degli svantaggi che andrebbero considerati. 

Vediamo i tre principali vantaggi e successivamente tre possibili criticità.

Vantaggi della flessibilità lavorativa

Gestione ottimale delle risorse

Come anticipato l’utilizzo di contratti flessibili ti permetterà di gestire al meglio le risorse umane presenti in azienda. 

In questo modo riuscirai a gestire al meglio la forza lavoro a seconda delle esigenze.

Estendere la ricerca di talenti

I contratti flessibili permettono di rivolgersi a una platea più ampia di lavoratori. Ad esempio, neomamme, persone impiegate nei corsi di studio e formazione, freelance. Non tutti i lavoratori sono disposti, o hanno la possibilità, di lavorare 8 ore al giorno.

Lavoratori selezionati

Un altro vantaggio per l’azienda è la possibilità di disporre di lavoratori selezionati dalle agenzie per il lavoro. Potenzialmente queste ultime potrebbero proporre lavoratori già in grado di agevolare l’azienda nei processi di crescita e innovazione. 

Tale vantaggio teorico si concretizza adottando le forme di contratto per somministrazione.

Lavoratori poco motivati

Passando agli svantaggi bisogna considerare che un lavoratore a termine tendenzialmente sarà alla costante ricerca di una occupazione più stabile e migliore in termini di vantaggi e welfare aziendale.

Tale aspetto potrebbe portarti alla perdita dei migliori talenti che potrebbero essere assunti a tempo indeterminato da aziende competitrici.

Svantaggi della flessibilità lavorativa

Formazione continua

Nonostante le agenzie per il lavoro, nel caso dei contratti per somministrazione, tendenzialmente ti proporranno lavoratori già preparati e formati, è difficile che questi siano sin da subito in grado di svolgere il lavoro così come richiesto.

Adottare massicciamente forme di contratto flessibili potrebbe richiedere di organizzare continui corsi di formazione con conseguenti perdite in termini di tempo e denaro.

Contesto culturale

Un ultimo svantaggio potrebbe derivare dal contesto culturale italiano. Accettare il lavoro flessibile è per molti una seconda scelta. 

È innegabile che la maggior parte dei lavoratori qualificati siano alla ricerca di contratti a tempo indeterminato che possano garantirgli stabilità dal punto di vista economico nel tempo.

Utilizzare un software HR per gestire al meglio la flessibilità lavorativa

Puoi ottimizzare la gestione della flessibilità lavorativa in azienda utilizzando un software HR all in one come Factorial.

Implementare la flessibilità in azienda può essere complicato se non si hanno i giusti mezzi a supporto. Un software di gestione del personale come Factorial può aiutarti ad avere tutto ciò di cui hai bisogno in un unico posto.

Factorial ti aiuta a tenere sotto controllo l’orario di lavoro dei tuoi dipendenti grazie alla funzione di rilevazione presenze utilizzabile sia da app che da computer, per permettere ai tuoi dipendenti di timbrare la presenza ovunque si trovino, anche da casa o in viaggio di lavoro. Inoltre puoi facilmente gestire l’onboarding e l’offboarding dei dipendenti che hanno contratti di lavoro a breve termine e ottimizzare la gestione documentale e l’invio dei contratti, delle offerte di lavoro o di qualsiasi altro documento.

Anche la ricerca di nuovi talenti è molto più semplice grazie all’ATS di Factorial e alla funzionalità di recruiting che ti permette di postare in maniera automatizzata un’offerta di lavoro sulle principali piattaforme come Linkedin e Indeed.

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Nata a Piacenza e laureata in Economia e Gestione dei Beni Culturali presso l'Università Cattolica di Milano. Ha collaborato con una rivista di attualità culturale e mercato dell'arte. Ora vive a Barcellona dove lavora come Copywriter in Factorial e si dedica alla stesura di articoli e contenuti per il mercato italiano. Interessata alla digitalizzazione dei processi HR e agli strumenti di innovazione per la gestione del personale. Ama fare yoga, dedicarsi alla ceramica, viaggiare e guardare film.

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