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Sicurezza sul lavoro: normativa e aspetti più importanti

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9 minuti di lettura

Cosa dice la legge sulla sicurezza sul lavoro in Italia? Come funziona per le aziende?

Lavoro e sicurezza sono due argomenti trattati troppo poco spesso nello stesso contesto. È diritto di ogni lavoratore ricevere le giuste tutele relative alla propria sicurezza e che vengano messe in atto tutte le precauzioni necessarie affinché possa svolgere il suo lavoro nel modo più sicuro possibile.

È importante che datori di lavoro, manager e responsabili HR pongano la sicurezza dei propri dipendenti come priorità adottando le dovute misure e mantenendo costantemente informato il personale in merito a rischi o potenziali criticità collegate allo svolgimento del lavoro. Proprio per questo motivo esiste un ampio tessuto legislativo in materia di sicurezza sul lavoro che impone ad aziende e datori di lavoro di tutelare in maniera consona i propri lavoratori.

In questo articolo troverai un approfondimento dettagliato sul tema della sicurezza del lavoro, incluse tutte le norme che la regolano e le migliori pratiche per garantire la sicurezza dei dipendenti. Inoltre, ti forniremo un comodo modello di regolamento aziendale per semplificare la comunicazione con tutti i tuoi team.

Cosa si intende per sicurezza sul lavoro

Partiamo dalle basi: cosa si intende per sicurezza sul lavoro?

In Italia ogni azienda ha il dovere di tutelare i propri dipendenti per legge e quando si parla di sicurezza sul lavoro si intende, per definizione, il normale svolgimento delle proprie mansioni lavorative senza che i dipendenti siano esposti a potenziali rischiinfortuni sul lavoroincidenti cattive condizioni di benessere mentale o fisico come, ad esempio, lo stress lavoro correlato o il burnout lavorativo.

Garantire sicurezza sul lavoro implica svolgere un percorso costante che viene effettuato dalle aziende per individuare i pericoli, educare il personale a contrastarli, disporre l’ambiente di lavoro in maniera funzionale, disporre sistemi di sicurezza come la segnaletica antincendio e gli estintori, scegliere il personale di riferimento per le emergenze e aggiornarsi su un miglioramento costante delle strategie di sicurezza.

Cosa dice la legge sulla sicurezza sul lavoro

La principale legge in merito alla sicurezza sul lavoro e gli obblighi per lavoratori e aziende è ad oggi il Decreto Legislativo 81/2008, meglio conosciuto come Testo Unico. Questa legge definisce il quadro delle regole, dei procedimenti e delle misure preventive che devono essere adottate per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro. L’obiettivo evidente è quello di minimizzare l’esposizione dei lavoratori a rischi legati alla propria attività lavorativa per evitare infortuni o incidenti e lo sviluppo di malattie professionali.

Nonostante questo, prima della sua emanazione, altre leggi disciplinavano già (e continuano a disciplinare) questo campo. Scopriamo insieme, quindi, cosa prevede la legge italiana e in quali articoli e leggi viene riservato uno spazio alla tutela della sicurezza sul lavoro.

Il Codice Civile

Il Codice Civile è il testo legislativo più importante nell’ambito del diritto civile e spesso ci si dimentica che dedica un’intera sezione alla legislazione lavorativa. Si tratta del Libro Quinto (definito in fatti “del Lavoro). All’interno di questa sezione, un articolo in particolare riguarda specificatamente il tema di cui stiamo trattando.

Si tratta dell’art.2087 del Codice Civile, il quale costituisce il primo vero punto di riferimento normativo in materia di sicurezza sul lavoro. Questo articolo pone un chiaro onere sulle spalle del datore di lavoro, recitando testualmente:

“L’imprenditore e’ tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità’ del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità’ fisica e la personalità’ morale dei prestatori di lavoro”.

Già da questo primo elemento si possono trarre delle conclusioni importanti: le misure da adottare da parte del datore di lavoro per tutelare la sicurezza dei propri dipendenti variano in base alla particolarità del lavoro (il tipo di attività), l’esperienza (l’anzianità di servizio) e la tecnica (il livello di sviluppo tecnologico raggiunto nella sicurezza sul lavoro).

La Costituzione

Anche il caposaldo del nostro ordinamento, la Costituzione, fa più volte riferimento alla sicurezza sul lavoro e alla tutela dei lavoratori. Gli articoli in cui più da vicino viene toccato questo tema sono:

  • L’Art. 4: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.
  • L’Art. 35: “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni”.
  • L’Art. 41: “L’attività economica […] non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.

Da questo si evince chiaramente che, già dal testo dei primi costituenti, la tutela della sicurezza sul lavoro è sempre stato un tema centrale e fondamentale per il nostro Paese.

Lo Statuto dei Lavoratori

Lo Statuto dei Lavoratori è una delle normative italiane principali in tema di diritto del lavoro. Disciplinando la legislazione lavorativa nel suo insieme, lo Statuto tocca anche anche il tema della sicurezza sul lavoro. All’art. 9 della legge 300/70, recita testualmente:

“I lavoratori, mediante loro rappresentanze, hanno diritto di controllare l’applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca, l’elaborazione e l’attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità’ fisica”.

Ecco, quindi, come anche lo Statuto dei Lavoratori, ben prima dell’emanazione del Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, ponesse una particolare enfasi sul controllo e sulla tutela delle misure necessarie a garantire uno svolgimento sicuro delle mansioni lavorative.

Gli obblighi dei datori di lavoro in tema di sicurezza sul lavoro

Andiamo a capire meglio quali sono gli adempimenti per aziende e datori di lavoro.

Cosa viene richiesto alle aziende per garantire la sicurezza dei propri lavoratori?

Documento di Valutazione dei Rischi

Uno dei primissimi adempimenti richiesti al datore di lavoro in materia di sicurezza è la redazione del cosiddetto DVR o Documento di Valutazione dei Rischi. Si tratta di un documento volto ad individuare i possibili rischi presenti in un luogo di lavoro e serve a valutare, analizzare e prevenire le situazioni di pericolo per i lavoratori. Secondo il Testo Unico, questo documento deve recare una data certa e deve contenere i seguenti elementi:

  • Una relazione contenente la valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute rilevati durante l’attività lavorativa, con specificazione dei criteri di valutazione adottati
  • L’indicazione delle misure di prevenzione e di protezione messe in atto e dei dispositivi di protezione individuali adottati
  • Il programma di tutte le misure che siano ritenute opportune per garantire l’aumento del livello di sicurezza sul lavoro
  • L’indicazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare, come anche dei responsabili preposti, i quali devono essere nominati solamente se in possesso delle adeguate competenze e poteri organizzativi
  • L’indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP), del rappresentante per la sicurezza dei lavoratori (RLS) e del medico competente (MC) che ha partecipato alla procedura di valutazione dei rischi
  • L’individuazione delle mansioni che possono esporre i lavoratori a specifici rischi che richiedono una riconosciuta anzianità professionale, un’esperienza specifica nonché un’adeguata formazione
  • Descrizione del ciclo lavorativo contenente la lista degli impianti, dei macchinari, delle attrezzature, delle sostanze chimiche impiegate, ecc.;
  • Indicazioni previste dalle specifiche norme sulla valutazione dei rischi specifici (come ad esempio rischi derivanti da agenti chimici, biologici ecc.)

Per facilitare la stesura del documento, alcune aziende possono usufruire del DVR standardizzato INAIL, ma l’approccio che viene solitamente consigliato è sempre quello di adeguare questo importante documento al proprio contesto aziendale: i locali, le attrezzature e i processi lavorativi, infatti, non sono sempre riconducibili a un modello unico uguale per tutti.

Nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP)

Come anticipato poco sopra, con la stesura del DVR è obbligatoria anche la nomina del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP). Nominata dal datore di lavoro, questa figura deve possedere le capacità e i requisiti necessari alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro. Dev’essere capace, quindi, di assumersi e dimostrare di avere le responsabilità che gli permettono di organizzare e gestire tutte le procedure di prevenzione e protezione dai rischi.

I compiti di un RSPP in azienda sono:

  • Individuazione dei fattori di rischio, valutazione dei rischi e scelta delle misure per il mantenimento di igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro, nel rispetto della normativa vigente e sulla base dell’esperienza aziendale acquisita
  • Messa in atto delle misure di prevenzione e protezione nonché dei sistemi di controllo per il rispetto delle misure stesse
  • Elaborazione delle procedure di sicurezza da osservare durante lo svolgimento delle mansioni aziendali
  • Predisposizione di programmi di comunicazione e formazione dei lavoratori riguardo alla sicurezza sul lavoro
  • Partecipazione alle consultazioni riguardanti la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori
  • Fornitura ai lavoratori di tutte le informazioni sui rischi e sulle misure di prevenzione e protezione messe in atto

I soggetti che possono essere nominati RSPP all’interno di un’azienda sono:

  • Il datore di lavoro
  • Un dipendente
  • Un soggetto esterno

Per poter essere nominati e svolgere questa mansione devono rispettare i seguenti requisiti:

  • Titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria superiore
  • Attestato di partecipazione ai corsi di formazione specifici per RSPP (divisi in 3 moduli)
  • Partecipazione obbligatoriamente ai corsi di aggiornamento quinquennali

Nomina del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Sempre secondo la legge per la sicurezza sul lavoro delineata dal Testo Unico, è necessaria la nomina di un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS). Questa figura rappresenta il portavoce dei dipendenti per tutti i temi riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro.

La normativa vigente stabilisce che nelle aziende o unità produttive con un massimo di 15 dipendenti il RLS è solitamente eletto dai lavoratori tra di loro. Al contrario, nelle aziende o unità produttive con più di 15 dipendenti il RLS viene eletto o nominato all’interno delle rappresentanze sindacali aziendali, ancorché sempre formate da lavoratori dipendenti.

Formazione dei dipendenti e nomina del medico competente

Un’importante parte nella gestione della sicurezza sul lavoro va data alla formazione del personale. All’interno del Testo Unico il tema della formazione viene affrontato in maniera puntuale negli articoli 36 e 37, ma è in realtà nel testo dell’Accordo Stato-Regioni del 2011 che viene definito il vero sistema di formazione sulla sicurezza al lavoro in Italia.

La formazione deve essere effettuata contemporaneamente all’assunzione o, nei casi in cui non sia possibile, deve essere completata entro 60 giorni dall’assunzione. La formazione obbligatoria, uguale per tutti i tipi di attività, ha una durata di 6 ore. La parte non obbligatoria, varia in base al settore e alle specifiche mansioni.

Per quanto riguarda la nomina del medico competente, essa è necessaria solo nei casi di sorveglianza sanitaria obbligatoria. Se l’azienda è sottoposta all’obbligo di sorveglianza sanitaria, tutti i lavoratori dovranno sottoporsi ad una visita medica preventiva.

Nomina e formazione della squadra antincendio

Secondo l’art. 18 del Testo Unico, il datore di lavoro ha l’obbligo di designare i lavoratori che andranno a formare la cosiddetta squadra antincendio. Si tratta di un gruppo di lavoratori incaricati di mettere in atto tutte le misure di prevenzione nonché di adottare i provvedimenti necessari in caso di emergenza. Le situazioni nelle quali la squadra antincendio interviene sono tipicamente:

  • Casi di incendio o presunto tale
  • Evacuazione dei locali aziendali in caso di pericolo grave ed immediato

I lavoratori non possono rifiutare la nomina come addetti antincendio (esclusi i casi di giustificato motivo). Devono inoltre essere formati durante specifici corsi, essere organizzati in numero sufficiente e disporre delle attrezzature adeguate.

Nomina della squadra di primo soccorso e attrezzatura minima

All’art. 45 il dlsg. 81/08 prevede la nomina di una squadra di Primo Soccorso. La nomina e la scelta degli addetti è sempre responsabilità al datore di lavoro, che dovrà tener conto della natura delle attività svolte nella sua azienda. Non esiste un numero minimo, o proporzionale al numero dei dipendenti, dei membri che devono comporre la squadra di Primo Soccorso, ma è il datore di lavoro assieme medico competente (MC), valuterà il numero di addetti necessari.

Gli addetti scelti a far parte della squadra di Primo Soccorso, dovranno partecipare ai relativi corsi di formazione teorici e pratici, la cui durata varia a seconda del tipo di attività aziendale e dei rischi ai quali i dipendenti sono esposti.

Al di fuori del Testo Unico, è importante specificare che il decreto n.388/03 definisce le caratteristiche minime dell’attrezzatura di pronto soccorso che devono essere presenti in azienda. Nello specifico, il decreto distingue gli strumenti di primo intervento in base al rischio aziendale:

  • Gruppo A: le aziende più a rischio
  • Gruppo B: tutte le aziende non comprese nel gruppo A con più di 5 dipendenti
  • Gruppo C: le aziende più piccole, non rientranti nei gruppi A e B

Salute e sicurezza sul lavoro: le possibili sanzioni a cui si può andare incontro

In linea generale le sanzioni a cui i responsabili vanno contro spaziano da una sanzione amministrativa fino all’arresto.

Questo perché la differenza viene fatta dalla gravità dell’incidente in questione e dalla gravità del inadempimento del datore di lavoro.

A oggi, quindi, non è facile dare un metro di misura unico e preciso che possa garantire quali sono le possibili conseguenze dal punto di vista economico e legale. Di fatto, abbiamo pochi dati che ci possono indicare la proporzione della pena.

Per esempio, in caso di arresto si parla dai tre ai sei mesi di reclusione, ma nell’ipotesi di una sanzione economica di va da circa 3 mila euro fino a circa 7 mila euro, specie se non è stato compilato il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), cosa che aggrava la posizione dell’azienda.

Sicurezza sul lavoro: informa e tutela i tuoi dipendenti con Factorial

Avere il quadro completo della legge sulla sicurezza sul lavoro è fondamentale per capire come comportarsi in materia all’interno della propria azienda. Molto spesso però, soprattutto quando si tratta di formare ed informare correttamente i dipendenti, il processo può risultare complicato.

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Isotta è Content Marketing Specialist in Factorial ed è appassionata di comunicazione, copywriting, social media e HR. Ama la natura, viaggiare e giocare a pallavolo.

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