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Permessi per malattia: cosa sono e quando vanno richiesti

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5 minuti di lettura
Permessi per malattia: cosa sono e quando vanno richiesti

Permessi per malattia: come funzionano? In che caso si possono richiedere? Qual è la retribuzione per i giorni di malattia?

C’è una lunga lista di ragioni per cui chiedere un permesso per malattia, da motivazioni più generiche come una visita medica, a ragioni specifiche come una terapia continuativa.

In ogni caso, come tutti gli altri tipi di permessi, anche questi sono regolamentati da una serie di normative che ne stabiliscono i criteri e le modalità di concessione.

Andiamo a vedere insieme insieme tutto ciò che riguarda i permessi per malattia, da quando e come vanno richiesti alle casistiche specifiche, passando per la retribuzione dovuta a un dipendente per i giorni di permesso di questo tipo.

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Cosa sono i permessi per malattia

Prima di parlare nel dettaglio di permessi per malattia, è importante specificare che l’assenza per malattia è un diritto del lavoratore, riconosciuto dalla legge, e che, in nessun caso può essere negato dal datore di lavoro.

Queste assenze vanno regolate tramite un certificato di malattia, uno strumento utile sia all’azienda sia al dipendente per tracciare e giustificare la malattia.

Oltre all’assenza per malattia vera e propria, però, ci sono una serie di casistiche in cui, invece, il lavoratore può fare richiesta per un permesso per assentarsi dal lavoro per motivi di salute, sua o di terzi. Questo tipo di permessi sono chiamati permessi per malattia.

Andiamo a vedere insieme tutti i casi in cui sono necessari.

Le tipologie di permesso per malattia

Quali sono le occasioni in cui un lavoratore può richiedere un permesso per malattia?

  • Visite mediche
    In questo caso, il lavoratore potrà chiedere un permesso, comunicandolo con anticipo al proprio datore di lavoro, secondo quanto stabilito dal proprio CCNL di riferimento oppure dalle norme indicate attraverso i protocolli aziendali.
  • Cure terapeutiche 
    Come per le visite mediche, anche per effettuare cure terapeutiche sarà necessario un permesso, regolamentato come sopra.
  • Terapie per ricaduta della malattia
    C’è la possibilità di richiedere un permesso anche per svolgere delle terapie periodiche di natura specialistica, legate a un precedente periodo di malattia. In questo caso, si applicano i criteri della “ricaduta della malattia“, che dovranno essere specificati dal medico sul certificato di malattia e non potranno essere effettuati a più di 30 giorni di distanza l’uno dall’altro.
  • Donazione di sangue o di midollo osseo
    Nel caso in cui un lavoratore voglia sottoporsi volontariamente alla donazione di sangue riceverà un permesso per l’intera giornata di lavoro e per un riposo della durata di 24 ore, che partiranno dall’orario scritto sul certificato del medico. Per la donazione di midollo osseo, invece, il permesso includerà anche le visite preliminari e il periodo di convalescenza. La retribuzione di questi permessi è a carico dell’INPS.
  • Vaccinazioni
    Anche in caso di vaccinazione, i dipendenti potranno usufruire di un permesso.
  • Casi specifici
    Ci sono una lunga serie di casi specifici a cui, invece, fanno riferimento normative ad hoc, sia in merito alla durata del permesso o del congedo, sia per la retribuzione.
    In questa categoria rientrano i malati oncologici e i loro parenti, i tossicodipendenti e i loro parenti, i mutilati e gli invalidi civili e i lavoratori sottoposti a trattamenti di emodialisi. Ci sono, infine, le persone affette da disabilità e i loro parenti, i cui permessi sono regolamentati attraverso la Legge 104.

👉 Leggi il nostro approfondimento sulla richiesta di permessi per visite mediche.

Permessi per malattia figlio

I permessi per malattia vanno richiesti soltanto nel caso in cui ad averne bisogno è direttamente il dipendente? Non necessariamente.

Un lavoratore potrà richiedere un permesso anche nel caso in cui a essere malato sarà un figlio a carico, oppure un parente che rientri tra i casi specifici indicati sopra (es. malati oncologici).

Una delle domande più frequenti, però, riguarda i diritti dei genitori in caso necessità di permessi per malattia dei figli. In questa eventualità, la categoria di permessi da considerare è quella dei permessi parentali o familiari.

La malattia dei figli è regolamentata rigidamente e prevede che, in caso di malattia del bambino, entrambi i genitori possono assentarsi dal luogo di lavoro per una durata illimitata fino al terzo anno di età del figlio e per un massimo di cinque giorni lavorativi tra il terzo e l’ottavo anno di età del figlio.

Anche in questo caso sarà necessario il certificato medico del malato.

Il permesso non sarà retribuito, a meno che il CCNL di riferimento o l’azienda non abbiano fornito altre disposizioni.

Come richiedere il permesso per malattia

Ma come va effettuata la richiesta per un permesso per malattia?

Per certificare la necessità di un permesso di questo tipo, andrà informato con anticipo il datore di lavoro, seguendo questo protocollo:

  • Fornire una richiesta scritta che spieghi le ragioni e la durata prevista dell’autorizzazione
  • Assicurarsi di aver comunicato in anticipo l’assenza al datore di lavoro, al fine di evitare problemi con l’organizzazione del lavoro
  • Indicare se si intendono utilizzare le ferie, i permessi compensativi o non compensativi
  • Su richiesta, fornire i documenti necessari, come ad esempio il certificato medico per assistere un familiare malato o il certificato del proprio figlio

Retribuzione di assenze e permessi per malattia

Una delle domande più frequenti riguarda la retribuzione in caso di assenze o permessi per malattia.

È bene specificare che assenze e permessi sono regolamentati in maniera molto differente: le prime in maniera rigida dalla legge, i secondi a discrezione del CCNL o del datore di lavoro stesso.

Andiamo a vedere come funziona la retribuzione nello specifico.

Retribuzione malattia

La retribuzione dell’assenza per malattia è garantita dalla legge.

Nello specifico, come spiegato anche dall’INPS, l’indennità di malattia è così suddivisa:

  • Dal 1° al 3° giorno: retribuzione al 100% corrisposta dal datore di lavoro
  • Dal 4° al 21° giorno: retribuzione al 50% corrisposta dall’INPS
  • Dal 22° al 180° giorno: retribuzione al 66,66% corrisposta dall’INPS

È bene ricordare che ci sono dei giorni massimi di malattia, superati i quali il lavoratore potrà incorrere in sanzioni che possono anche valere il licenziamento.

Retribuzione permessi

Per quanto riguarda i permessi, la risposta non è univoca, perché varia notevolmente dalla casistica e dal CCNL di riferimento.

In linea generale, i permessi possono essere sia retribuiti sia non retribuiti. Quando sono retribuiti, potrebbe essere indennizzato anche il tempo impiegato dal dipendente per recarsi dal luogo di lavoro alla struttura dove sono fissate visita o cure.

Nel caso in cui, invece, il tipo di visita preveda il regime di day hospital, verrà considerata come assenza per malattia e sarà quindi retribuita al 100% previa presentazione di un certificato medico.

Le donazioni di midollo e le donazioni di sangue, invece, sono retribuite al 100% dall’INPS.

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Dopo anni di esperienza nel mondo dell'editoria digitale e delle start-up, attualmente vive a Barcellona, dove è copywriter per Factorial e crea contenuti per il mercato italiano. Appassionata di scrittura e letteratura, non potrebbe mai vivere senza viaggiare e senza il suo gatto.

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