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Indennità di trasferta: cosa dice la normativa e come erogarla correttamente [guida]

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9 minuti di lettura
Indennità di trasferta

Il mondo del lavoro sta cambiando e i dipendenti devono viaggiare sempre più per necessità di lavoro. La trasferta non è più un evento eccezionale ma è una situazione in cui i lavoratori si ritrovano frequentemente.

È un tema che interessa sia le piccole-medie imprese che le imprese con un organigramma numericamente più elevato e, per questo motivo, è bene fare un approfondimento sull’indennità di trasferta.

Spesso la si confonde con il rimborso spese ma in realtà si tratta di una forma specifica di rimborso spese. 

Allora come possiamo fare per individuarla immediatamente? Proseguendo nella lettura di questo articolo non avrai più dubbi sull’indennità di trasferta. 

Sommario

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Indennità di trasferta: che cos’è

Partiamo dalle basi: che cosa si intende per indennità di trasferta?

È il compenso che spetta a tutti quei dipendenti di un’azienda che si spostano temporaneamente al fine di svolgere il proprio lavoro in una sede diversa rispetto a quella abituale. Ma attenzione: non si tratta di un vero e proprio trasferimento bensì di uno spostamento provvisorio. Infatti il trasferimento implicherebbe una condizione permanente e quindi a lungo termine.

I lavoratori, siano essi dipendenti o professionisti, che hanno sostenuto una trasferta di lavoro e le relative spese di viaggio, hanno diritto all’indennità di trasferta. L’importo è anticipato dal lavoratore e il disagio che comporta la trasferta (a causa dello spostamento temporaneo della sua sede di lavoro) va compensato con un contributo economico che si aggiunge al suo stipendio ordinario. 

Chiariamo subito un punto: l’indennità di trasferta non equivale al rimborso spese anche se spesso si tende a generalizzare e a pensare che uno dei due corrispettivi possa escludere l’altro. Ma non è assolutamente così e vediamo qui di seguito il perché. 

Rimborso spese vs indennità di trasferta.

Il rimborso spese è l’operazione di restituzione degli esborsi sostenuti dai lavoratori per conto dell’azienda. Il rimborso avviene direttamente sulla busta paga e solo se il dipendente presenta una nota spese. Nel caso in cui i lavoratori effettuino un viaggio aziendale; il rimborso spese restituisce in busta paga le somme spese durante il viaggio al fine di non intaccare lo stipendio dell’interessato. 

D’altra parte l’indennità di trasferta è una tipologia di rimborso spese. È un’indennità giornaliera calcolata in misura fissa o in percentuale rispetto alla retribuzione giornaliera. L’indennità di trasferta spetta al lavoratore per tutte le giornate in cui dura la trasferta: comprese le festività, le domeniche e gli eventuali giorni di assenza per malattia o infortunio. 

Un mio dipendente può rifiutare la richiesta di una trasferta? 

La risposta è no perché per contratto il lavoratore ha l’obbligo di accettare la trasferta. Infatti nel momento in cui il datore di lavoro chiede la trasferta a un suo dipendente per comprovate esigenze aziendali, il lavoratore non può rifiutare l’incarico. Nel caso in cui lo facesse, la sua scelta potrebbe essere motivo di licenziamento. Questo perché la giurisprudenza considera il rifiuto della trasferta come un’inadempienza del lavoratore alla quale può conseguire il licenziamento. 

👉 Leggi anche: Rimborso spese dipendenti: tutto quello che c’è da sapere [+modello]

Indennità di trasferta VS diaria

Confondere indennità di trasferta e diaria è un altro tranello in cui è semplice cadere. Ma dove sta la differenza?

La principale differenza sta nel fatto che non sono soggette allo stesso regime fiscale e questo implica che hanno un diverso valore per entrambe le parti, ovvero sia per il datore di lavoro che per il dipendente. 

La diaria è un rimborso forfettario delle spese giornaliere del lavoratore in trasferta e non ha niente a che fare con lo stipendio. Mentre l’indennità di trasferta consiste proprio in una retribuzione che va ad aggiungersi allo stipendio del lavoratore. 

👉 Leggi anche: “Nota spese: come digitalizzare il processo”

Come funziona l’indennità di trasferta

Ora che abbiamo messo a fuoco l’indennità di trasferta è bene precisarne le diverse tipologie. 

Tipologie di indennità di trasferta

  1. Indennità di trasferta forfettaria.
    È la prima tipologia di indennità di trasferta che vediamo insieme. “Forfettaria” significa che il rimborso spese è effettuato su un parametro fisso previsto nel contratto di lavoro stipulato e che prescinde dal tipo di attività che il lavoratore svolge e dal settore di riferimento. Quindi se nel CCNL del lavoratore è indicato questo tipo di indennità di trasferta, ciò significa che avrà diritto alla somma stabilita nel contratto senza possibilità di modifica. 
  2. Rimborso spese di trasferta a piè di lista o analitico.
    Questa tipologia di indennità di trasferta è una scelta del lavoratore, ma affinché quest’ultimo possa richiederla deve presentare al suo datore di lavoro una nota spese. Più precisamente si tratta di un documento in cui sono elencati tutti i pagamenti che il lavoratore ha effettuato durante la trasferta e per i quali deve essere rimborsato. 
  3. Rimborso spese misto.
    È l’unione delle precedenti due tipologie di indennità di trasferta. Infatti capita che in alcuni contratti sia previsto un rimborso spese misto in cui per il lavoratore è possibile ricevere sia un’indennità forfettaria ma anche un rimborso spese di trasferta a piè di lista a sé stante, sempre a patto che sia stato preventivamente documentato.

Esiste una legge che la regola?

Il nostro ordinamento giuridico non prevede una legge che regoli propriamente l’indennità di trasferta. Difatti il singolo lavoratore deve fare riferimento alla disciplina adottata nel proprio CCNL perché è nella contrattazione collettiva che emergono i diritti e i doveri del lavoratore.

Ciò che viene regolato dal nostro sistema legislativo dall’Art. 51 co. 5 TUIR è invece il trattamento fiscale e contributivo della trasferta, ovvero l’impatto che essa ha nella retribuzione del lavoratore.

Quando si può ottenere l’indennità di trasferta

Facciamo alcuni esempi: uno dei tuoi dipendenti deve incontrare un cliente che si trova a seicento chilometri di distanza dalla sede dell’azienda oppure deve verificare il funzionamento di un impianto, o se vogliamo sbizzarrirci, deve partire in trasferta per un paio di giorni al fine di fare dei sopralluoghi. Ecco che si parla di indennità di trasferta. Ma mi raccomando, la trasferta è provvisoria e il lavoratore deve poi ritornare alla sede di lavoro abituale

La situazione cambia se si tratta di un cambiamento in via permanente e quindi di un trasferimento: in questi casi il lavoratore non ha diritto all’indennità di trasferta. 

Infatti se il lavoratore compra un abbonamento, un biglietto o fa il gasolio per raggiungere l’ordinario luogo di lavoro le spese rimangono a suo carico e non può beneficiare dell’indennità di trasferta.

Quattro criteri per riconoscere prontamente il diritto all’indennità 

Per non perdere tempo ed essere celeri nello svolgimento del lavoro, ecco i quattro criteri che ti permetteranno di riconoscere all’istante quando si può parlare di indennità di trasferta: 

  • La presenza di un CCNL;
  • La temporaneità della trasferta;
  • La ragione della trasferta e quindi lo svolgimento dell’attività di lavoro;
  • Il necessario ritorno al luogo di lavoro prestabilito dal contratto 

Come calcolarla?

Vediamo insieme come si calcola l’indennità di trasferta. Innanzitutto avevamo già annunciato che bisogna fare riferimento al CCNL, il contratto collettivo nazionale di lavoro, perché è proprio lì che è riportato l’ammontare dell’indennità di trasferta dovuta al lavoratore. 

Ogni settore e, di conseguenza, ogni contratto hanno un’indennità di trasferta specifica e dedicata. È questa la motivazione per cui un lavoratore nel settore dell’edilizia avrà un’indennità diversa da un lavoratore nel settore commerciale. Così come un dipendente nel settore turistico avrà un’indennità diversa dal dipendente nel settore metalmeccanico.  

Sembra più complicato di quello che in realtà è ma vi ricordiamo che, come già preannunciato, il CCNL indica già l’importo dovuto. Importo che a sua volta è stato precedentemente regolamentato dalla legge. 

Nel paragrafo successivo vediamo come deve essere calcolata l’indennità di trasferta in base anche al luogo in cui la trasferta avviene.  

Indennità trasferta all’estero e in Italia: differenze

Ben diverso è muoversi nel comune della sede di lavoro, all’interno dei confini nazionali oppure all’estero. Infatti ognuno di questi casi prevede un regime fiscale diverso (sia per il lavoratore che per il datore di lavoro) e ne vediamo in questo paragrafo le specificità. 

Se la trasferta avviene nel comune della sede di lavoro, all’indennità di trasferta vanno aggiunti i contributi INPS e la tassazione fiscale. Mentre se si tratta di una trasferta entro i confini nazionali o all’estero il calcolo dell’indennità di trasferta sarà diverso.

Ecco i casi in cui è possibile ritrovarsi:

  1. Il lavoratore deve andare all’estero o muoversi in Italia e l’indennità è di tipo forfettario. Al netto delle spese di viaggio e di trasporto, non verrà applicato alcun contributo INPS o Irpef se il contributo a cui ha diritto il lavoratore è inferiore ai 46,68€ giornalieri per la trasferta in Italia e di 77,46€ per la trasferta all’estero. Ma se l’importo è maggiore allora la cifra eccedente sarà soggetta alla tassazione. In questo caso il lavoratore non è tenuto a conservare gli scontrini o le ricevute e l’importo non andrà introdotto nel Modello Unico o nel 730 poiché non è valutato come reddito.
  2. Il secondo è il caso in cui il lavoratore deve andare all’estero o in Italia e il rimborso è di tipo misto. Sarà esente dalla tassazione solo la parte forfettaria che non supera i 30,99€ per la trasferta in Italia e i 51,65€ per la trasferta all’estero.

Per concludere questo paragrafo è bene fare anche un’ultima riflessione sul rimborso spese chilometrico ovvero per le ore di viaggio che sono necessarie per raggiungere il luogo di lavoro diverso dalla abituale sede. Per queste ore non è prevista alcuna indennità al lavoratore ma alcuni settori, quali il metalmeccanico o l’industria tessile, prevedono che le ore di viaggio vengano retribuite nella loro totalità o in percentuale rispetto alla retribuzione ordinaria.

Come digitalizzare il rimborso spese con un software

Factorial Note spese, come gestire le spese aziendali e le note spese in modo semplice e veloce

Per semplificare i processi di rimborso spese le aziende possono fare riferimento a software e app che lo automatizzano. La digitalizzazione è stata resa possibile quando l’Agenzia delle Entrate ha concesso una gestione in digitale delle note spese

Che cosa si può fare con pochi click? Caricare e tracciare le spese, automatizzare l’approvazione delle stesse e analizzare le spese nei report.

In questo modo il processo è veloce, semplice, riduce i costi aziendali e aumenta la produttività. Ticket e ricevute non saranno più necessari per rendicontare le spese e le informazioni verranno automaticamente archiviate in assoluta sicurezza. 

Gestisci le spese dei tuoi dipendenti senza perdere tempo grazie a Factorial

Factorial ha già pensato a tutto: non avrai più bisogno di scontrini, fogli cartacei o elettronici perché utilizzando Factorial Note Spese potrai gestire tutte le spese che i dipendenti effettuano per conto della tua azienda. Il software e l’app dedicata ti permettono di digitalizzare l’intero processo e di risparmiare una notevole quantità di tempo e risorse. 

Ma come funziona l’app? Il meccanismo è semplicissimo: l’app avvisa con una notifica ogni volta che un dipendente inserisce una nuova spesa e basta un click da parte dell’amministratore per approvarla. Nel caso avessi qualche dubbio a proposito della nuova spesa puoi richiedere maggiori informazioni aggiungendo dei commenti direttamente sull’app. 

E non finisce qui: puoi semplificare ancora di più la gestione delle spese grazie a Factorial Card, una carta prepagata che i tuoi dipendenti possono utilizzare per tutte le spese aziendali. La somma pagata viene registrata automaticamente nell’app e viene inviata una notifica all’amministratore che potrà approvare o meno il pagamento.  

Il software HR di gestione delle spese può essere di aiuto per portare la tua azienda al livello successivo. Migliora notevolmente la produttività della tua azienda facendo risparmiare tempo a dipendenti e manager e riducendo i costi aziendali. In questo modo il tempo e le risorse risparmiate potranno essere investite in altre aree che generano maggior profitto.

Factorial è un software completo che ti aiuta anche a gestire tanti altri processi in ambito HR. Da un unico software puoi facilmente:

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Domande frequenti sull’indennità di trasferta

Come si calcola l’indennità di trasferta?

Bisogna fare riferimento al CCNL perché ogni settore e, di conseguenza, ogni contratto hanno un’indennità di trasferta specifica e dedicata. 

Che cos’è l’indennità di trasferta?

È il compenso che spetta a tutti quei dipendenti di un’azienda che si spostano temporaneamente al fine di svolgere il proprio lavoro in una sede diversa rispetto a quella abituale.

Quando si concede l’indennità di trasferta?
Esistono quattro criteri per stabilire se concedere l’indennità di trasferta: la presenza di un CCNL, la temporaneità della trasferta, la ragione della trasferta e quindi lo svolgimento dell’attività di lavoro, il necessario ritorno al luogo di lavoro prestabilito dal contratto. 

Nata a Piacenza e laureata in Economia e Gestione dei Beni Culturali presso l'Università Cattolica di Milano. Ha collaborato con una rivista di attualità culturale e mercato dell'arte. Ora vive a Barcellona dove lavora come Copywriter in Factorial e si dedica alla stesura di articoli e contenuti per il mercato italiano. Interessata alla digitalizzazione dei processi HR e agli strumenti di innovazione per la gestione del personale. Ama fare yoga, dedicarsi alla ceramica, viaggiare e guardare film.

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