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Contratto di espansione: ultime notizie e come funziona [+ Modello]

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8 minuti di lettura
contratto di espansione

Cos’è il contratto di espansione e quali sono le ultime notizie su quest’ultimo? Come può avvantaggiare aziende e dipendenti?

La crisi economica creata dalla pandemia scoppiata nel 2020 e le conseguenze negative che, tutt’oggi, molte imprese stanno vivendo hanno portato il governo a introdurre nuove misure volte a facilitare la gestione delle risorse umane.

Sono stati creati e potenziati numerosi ammortizzatori sociali, come ad esempio la cassa integrazione covid, per consentire a datori di lavoro e dipendenti un prosieguo più agevole del loro rapporto lavorativo.

Un altro strumento di supporto particolarmente importante è stato il cosiddetto contratto di espansione, il quale è stato rinnovato dalla legge di Bilancio 2021, che ne ha esteso secondo specifici limiti, l’ambito di applicazione anche alle imprese fino a 100 dipendenti.

Essendo il contratto di espansione una manovra relativa principalmente al prepensionamento, la misura porta con sé alcuni elementi di continuità con relazione alla normativa precedente. Il così definito “scivolo pensionistico” continua ad avere una durata massima di 60 mesi (ovvero 5 anni) in caso di uscita dall’azienda prevista entro il 30 novembre 2021. Ovviamente l’azienda dovrà prepararsi per tempo, dando la possibilità all’INPS di monitorare le risorse accantonate, e i datori di lavoro saranno tenuti a fornire la stima dei costi da sostenere.

In questo articolo scopriamo insieme nei dettagli cos’è il contratto di espansione, come funziona e quali sono le ultime notizie per quest’anno.

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Cos’è il contratto di espansione

Partiamo dalla base. Cosa intendiamo quando parliamo di contratto di espansione? Il contratto di espansione, introdotto dall’articolo 26-quater del decreto Crescita (decreto legge n. 34/2019, convertito dalla L. 58/2019) è uno strumento che prevede la concessione di cassa integrazione straordinaria e agevolazioni per l’esodo anticipato dei dipendenti più vicini alla pensione, dietro presentazione di un piano di assunzioni di giovani le quali verranno allo stesso modo agevolate.

Il Governo lo ha introdotto al fine di sostenere i processi di reindustrializzazione e riorganizzazione, permettendo soprattutto di ricorrere al prepensionamento i lavoratori che si trovino a non più di 60 mesi (ossia 5 anni) dal raggiungimento dei requisiti minimi per la pensione di vecchiaia o di quella anticipata, anche attraverso l’utilizzo della cassa integrazione straordinaria per coloro che non possono sfruttare lo scivolo pensionistico dei 5 anni. Come accennato, conseguentemente l’esecutivo ha previsto l’attuazione di processi di formazione per l’aggiornamento delle competenze dei dipendenti in forza e la stipula di nuovi contratti a tempo indeterminato.

Il testo della legge di conversione del decreto Sostegni bis, approvato tramite voto di fiducia in Parlamento e vicino alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, conferma l’ampliamento della platea delle aziende che possono ricorrere al contratto di espansione, all’interno della quale adesso sono compresi i datori di lavoro che hanno in organico almeno 100 dipendenti.

👉 Qui trovi la lista completa dei tipi di contratto di lavoro in Italia.

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Contratto di espansione: tutto quello che c’è da sapere

Una delle domande principali che riguardano il contratto di espansione è relativa alle sue finalità? Perché si decide di sottoscrivere un contratto di espansione? Quali sono gli scopi principali?

Secondo quanto previsto dalla legge, il contratto di espansione viene utilizzato nei casi un’azienda voglia:

  • modificare in modo strutturale i processi aziendali al fine di favorire il progresso e lo sviluppo tecnologico
  • procedere ad una riqualifica delle competenze professionali del personale
  • inserire nuovi profili professionali in organico anche in un’ottica di “ringiovanimento aziendale”
  • accompagnare alla pensione in modo anticipato i lavoratori più anziani (con una sorta di incentivo all’uscita).

I requisiti per aziende e lavoratori

Arriviamo ora a parlare di quelli che sono i requisiti dei lavoratori e delle aziende per poter accedere al contratto di espansione. Parlando della CIGS, vengono esclusi dall’accesso alla cassa integrazione straordinaria i lavoratori che operano a domicilio, come anche gli apprendisti che abbiano un contratto diverso un contratto di tipo professionalizzante.

Oltre a questo è previsto dalla normativa che, per accedervi, i dipendenti debbano aver maturato presso il proprio datore di lavoro attuale (attraverso il quale viene richiesta l’attuazione della manovra) un’anzianità lavorativa effettiva di almeno 90 giorni prima di poter presentare la domanda relativa.

Passando invece al tema relativo i requisiti delle aziende, affinché il contratto di espansione sia applicabile il datore di lavoro dovrà necessariamente rientrare nell’ambito di quelli a cui sono applicabili le integrazioni salariali straordinarie, secondo quanto dispone l’art. 20 del dlsg n. 148/2015. Tali aziende, inoltre, dovranno essere nel processo di intraprendere processi di reindustrializzazione, riorganizzazione e riqualificazione professionale, attuando effettive modifiche ai propri processi aziendali necessari, con lo scopo di migliorare e generare un flusso di lavoro qualitativamente e tecnicamente più elevato.

Parlando di soggetti e rapporti di lavoro esclusi a priori dalla possibilità di usufruire del contratto di espansione, ricordiamo che non hanno la possibilità di stipularlo le aziende operanti nel settore agricolo, così come tutti gli enti della Pubblica Amministrazione, le imprese del settore finanziario e i rapporti lavorativi legati al lavoro domestico.

Come funziona

Passiamo ora ad uno dei temi più importanti. Come funziona esattamente il contratto di espansione? La normativa vigente, aggiornata quest’anno con la nuova legge di bilancio e la firma al Decreto Sostegni bis, prevede che possa essere concessa l’integrazione salariale straordinaria (la CIGS) per un periodo massimo di 18 mesi, i quali possono essere fruiti sia consecutivamente che in modo frazionato.

In questo caso parliamo di un intervento di cassa integrazione relativo all’applicazione di un orario ridotto e la cui riduzione non avvenga in maniera superiore al 30% dell’orario medio giornaliero, settimanale o mensile. Ad ogni modo, la riduzione complessiva dell’orario per ogni singolo lavoratore al quale si voglia applicare il contratto di espansione può essere negoziata, se necessario, fino ad arrivare al 100% per tutto il periodo durante il quale il contratto di espansione è stato sottoscritto.

Oltre a questo, per il contratto di espansione c’è un’importante novità dal punto di vista contributivo. Le aziende che accedono alla cassa integrazione straordinaria per i contratti di espansione tra il 26 maggio 2021 e il 31 dicembre 2021, sono esonerate dal versamento dei contributi addizionali pari al:

  • 9% della retribuzione complessiva spettante al dipendente per le ore di lavoro non prestate, in relazione ai periodi di integrazione salariale ordinaria e straordinaria fruiti in concomitanza di uno o più interventi fino ad arrivare ad un limite complessivo di 1 anno all’interno di un quinquennio mobile
  • 12% oltre il limite di 1 anno e fino a 2 anni in un quinquennio mobile
  • 15% oltre il limite di 2 anni in un quinquennio mobile

👉 A proposito di contratti, fai clic qui per maggiori informazioni su caratteristiche e requisiti del contratto di stage.

Contratto di espansione: come richiederlo

Come è possibile richiedere la stipula del contratto di espansione per le aziende italiane? Ogni azienda che sia interessata ad usufruire di questo particolare strumento dovrà avviare una specifica procedura di consultazione sindacale con il fine di stipulare in sede governativa un contratto di espansione direttamente con il Ministero del Lavoro e le associazioni sindacali più rappresentative a livello nazionale, con le loro rappresentanze sindacali aziendali o con una rappresentanza sindacale unitaria.

Gli elementi più importanti di un contratto di espansione sono:

  • l’indicazione del numero dei lavoratori che verranno assunti
  • la specifica dei profili professionali compatibili con i piani di reindustrializzazione o riorganizzazione e la programmazione nel tempo delle relative assunzioni
  • l’indicazione della durata a tempo indeterminato dei contratti di lavoro scelti (è concessa anche la stipula di contratti di apprendistato professionalizzante)
  • la riduzione media dell’orario di lavoro prevista e il numero di dipendenti interessati dalla stessa
  • il numero dei dipendenti con i requisiti per accedere al trattamento previsto dallo scivolo pensionistico

All’accordo deve essere allegato un progetto di formazione e di riqualificazione che è parte integrante del contratto di espansione dove si descrivono i contenuti formativi e le modalità attuative, il numero complessivo dei lavoratori interessati, il numero delle ore di formazione, le competenze tecniche professionali iniziali e finali. Ricordiamo che la CIGS che venga concessa successivamente alla stipula di un contratto di espansione non è conteggiabile nel quinquennio di riferimento.

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Contratto di espansione: presentare la domanda

Come si presenta la domanda per il contratto di espansione? In prima battuta, relativamente al caso in cui debba essere riconosciuta un’indennità mensile, le aziende sono obbligate a comunicare alla Struttura INPS competente per il proprio territorio, l’accordo che hanno sottoscritto assieme al “Modello di accreditamento e variazioni”.

Nel caso in cui il contratto di espansione venga sottoscritto da un gruppo di imprese o da imprese costituite in stabile organizzazione, anche se con posizioni contributive presso Strutture INPS diverse, l’accordo di esodo relativo a tutte le aziende interessate deve essere trasmesso a una sola Struttura INPS, ossia quella che gestisce la matricola aziendale principale.

La struttura INPS competente che avrà in carico la posizione aziendale principale procederà, una volta ricevuto l’accordo dall’impresa in questione, allo svolgimento della fase istruttoria assicurandosi in ogni momento di verificare la presenza dei requisiti necessari.

Relativamente alla forma, l’accordo scritto dovrà contenere:

  • i dati identificativi della singola azienda in questione o, in caso di aggregazione di imprese stabile o di gruppo di imprese, i dati identificativi (codice fiscale e matricola) di tutte le aziende interessate dall’accordo
  • la data di stipula dell’accordo
  • la data di inizio della validità dello stesso
  • la data di fine della validità dello stesso
  • il numero massimo di lavoratori in regime di “esodo”
  • in caso di un gruppo di imprese o di imprese costituite da una stabile aggregazione di aziende, l’accordo dovrà essere sottoscritto anche dai rappresentati legali di tutte le aziende in questione.

La stipula di un contratto di espansione non è così semplice come potrebbe sembrare, e pone le aziende di fronte alla necessità di fare attenzione ai requisiti, ai contenuti e alle disposizioni dettate dalla normativa.

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Contratto di espansione: esempio di prepensionamento

Il contratto di espansione, come abbiamo accennato, non riguarda solo ed esclusivamente la cassa integrazione straordinaria, ma include ovviamente anche la concessione di un’indennità mensile in favore dei lavoratori dipendenti in possesso di un contratto a tempo indeterminato che accettino di risolvere consensualmente il proprio rapporto di lavoro entro il 30 novembre 2021, inclusi dirigenti e apprendisti.

L’azienda interessata, al fine di procedere alla stipula effettiva del contratto è obbligata per legge a presentare una fideiussione bancaria come garanzia della propria solvibilità relativamente agli obblighi previsti dal contratto stesso. L’indennità mensile da corrispondere ai dipendenti inizia dal primo giorno del mese successivo a quello della risoluzione del rapporto di lavoro, a prescindere dalla data di presentazione della domanda in questione.

È importante che dalla data in cui viene risolto il rapporto lavorativo e l’inizio della corresponsione dell’indennità non vi sia alcuna interruzione, per non lasciare scoperto il lavoratore. Questa indennità mensile sarà commisurata al trattamento pensionistico lordo che è stato maturato dal dipendente fino al momento della cessazione del proprio rapporto lavorativo.

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Quanto costa alle aziende il contratto di espansione?

In conclusione, vorremmo soffermarci sul tema relativo ai costi sostenuti dalle aziende per accedere al contratto di espansione. Va ricordato, come abbiamo già detto, che il costo totale sostenuto dai datori di lavoro per accedere allo “scivolo” è commisurato alla pensione maturata dal lavoratore fino al momento del recesso e, nel caso di un accompagnamento verso la pensione anticipata, ai contributi relativi (che vengono calcolati in base alla retribuzione media degli ultimi 5 anni) fino al raggiungimento dei requisiti necessari.

Nel caso di aziende che decidano di non sostenere i costi in unica soluzione, nel calcolo sono da aggiungere per forza di cose anche gli interessi relativi alla polizza fideiussoria bancaria calcolata a garanzia dell’importo totale, il quale viene maggiorato del 15% rispetto alle altre voci di costo dirette.

Il versamento di cui si fa carico il datore di lavoro per l’indennità mensile è ridotto, per l’intero periodo di spettanza teorica della NASpI al lavoratore, di un importo equivalente alla somma della NASpI stessa (massimo 24 mesi, comprensivi del decalage dal 4° mese).

Inoltre, in caso di accompagnamento a pensione anticipata, il versamento a carico del datore di lavoro per i contributi previdenziali è ridotto di una somma equivalente a quella della NASpI, per l’intero periodo in cui spetta la NASpI stessa.

Questa riduzione relativa ai versamenti potrà essere più evidente solo nel caso delle aziende con più di 1.000 unità lavorative che dimostrino il proprio impegno ad assumere nuovo personale a tempo indeterminato o in apprendistato professionalizzante nella proporzione di 1:3 rispetto al numero dei dipendenti “esodati”. Nel caso di questi soggetti viene applicato uno sconto per ulteriori 12 mesi di NASpI, il cui importo viene calcolato basandosi sull’ultima mensilità di in cui la prestazione spetta a livello teorico.

Scritto da Matteo Pizzinato

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Isotta è Content Marketing Specialist in Factorial ed è appassionata di comunicazione, copywriting, social media e HR. Ama la natura, viaggiare e giocare a pallavolo.

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