Ti sei mai trovato ad affrontare un colloquio di lavoro senza sapere cosa aspettarti? Non sai quali posso essere le domande aspettarti?
Preparare un colloquio di lavoro non è mai semplice. Ci sono molti fattori che possono influenzare l’andamento dell’intervista con il recruiter e, a volte, i candidati compiono inconsapevolmente qualche errore fatale che riduce al minimo le chance di ottenere un’offerta di lavoro.
In questo approfondimento vedremo le nozioni più importanti del colloquio di lavoro, quali domande aspettarsi e come rispondere al meglio, anche a quelle a trabocchetto.
- Come affrontare un colloquio di lavoro
- Le fasi del colloquio di lavoro
- Domande frequenti ai colloqui di lavoro
- Domande trabocchetto nei colloqui di lavoro
- Consigli utili: cosa dire e cosa non dire
- Ottimizza i processi di recruiting con Factorial 🚀
Come affrontare un colloquio di lavoro
Un’azienda a cui sei particolarmente interessato ti ha chiamato per un colloquio di lavoro e non sai da dove iniziare a prepararti? Hai paura di non riuscire a mantenere i nervi saldi e vedere sfumata una importante possibilità?
Partiamo da un presupposto: essere tesi prima di un colloquio di lavoro è un’esperienza comune. Il nervosismo è fisiologico e i recruiter sono abituati a gestire il talento e consapevoli della tensione che può accumulare un candidato e, se sono competenti, faranno sempre del loro meglio per metterlo a proprio agio e mostrare il meglio di sé.
Ci sono, però, fattori che possono essere controllati e che ti aiuteranno a sentirti più sicuro di te nel momento dell’intervista, permettendoti di evidenziare le tue doti e la tua esperienza nel modo migliore.
L’elemento fondamentale è la preparazione:
- Cerca di comprendere bene cosa è richiesto nella posizione lavorativa e quali sono i valori e la mission dell’azienda.
- Esponi in maniera chiara le informazioni presenti nel curriculum, presentandoti al colloquio con un pitch già pronto riguardo le tue capacità e la tua esperienza.
- Presentati in maniera professionale e in orario per evitare una brutta prima impressione.
- Non pretendere da stesso/stessa la perfezione. È fisiologico commettere errori oppure non riuscire ad esprimere al meglio i concetti, non lasciarti distrarre se ti accorgi di non aver dato il massimo in una fase del colloquio.
- Esercitati a utilizzare il metodo STAR (Situazione, Task, Azione, Risultato) per strutturare le tue risposte in modo logico e completo, prendendo spunto da esperienze passate.
Le fasi del colloquio di lavoro
Affidandosi alla classica struttura narrativa, come se fosse fondamentalmente una storia, il colloquio deve avere tre fasi: un’introduzione, uno sviluppo e un epilogo.
Ciascuna di queste fasi offre l’opportunità al candidato di mettere in luce le proprie potenzialità, come può integrarsi nel team e come può contribuire al successo dell’azienda.
Introduzione
Il colloquio inizia con una fase di apertura in cui si stabilisce il primo contatto.
In questa parte è fondamentale fare una buona impressione, dimostrando sicurezza e simpatia. Il tuo linguaggio del corpo, il tono di voce e il modo in cui ti esprimi sono tutti elementi che verranno notati.
Durante questa fase, avrai l’occasione di chiarire tutti i dettagli relativi alla posizione per cui ti sei candidato, così da avere una visione chiara delle aspettative.
Sviluppo
Man mano che il colloquio procede, il focus si sposta sulle tue competenze e sulla tua esperienza.
È importante che tu percepisca questa parte come una conversazione più che un interrogatorio. Non preoccuparti di dover dare risposte perfette: quello che conta è essere sinceri e mostrare la tua autenticità.
Anche se potrebbe non sembrare evidente, il selezionatore valuterà non solo cosa rispondi, ma anche come lo fai. Il modo in cui gestisci le domande, il tuo tono e la tua capacità di reagire a domande inattese possono dire molto di te.
Conclusione
Alla fine del colloquio, è normale voler sapere quali saranno i prossimi passi.
In questa fase, dovresti ricevere informazioni su quando e come riceverai una risposta.
Se non dovesse andare come speravi, cerca comunque di trarre il massimo dall’esperienza. Sapere che la tua candidatura non è stata accettata non è mai facile, ma è importante che ti venga comunicato in modo professionale e nei tempi giusti.
Ricorda, anche se il risultato del colloquio potrebbe non essere quello desiderato, ogni esperienza ti aiuta a crescere e a prepararti meglio per la prossima opportunità.
Domande frequenti ai colloqui di lavoro
Naturalmente, a seconda del tipo di azienda, della sua cultura, dello stile organizzativo e comunicativo, del tipo di posizione e del meccanismo del colloquio di lavoro, le domande possono variare in modo significativo.
Bisogna però sempre tenere presente che il colloquio di lavoro deve servire, tra l’altro, per poter comprendere se un candidato è allienato con gli obiettivi e la cultura lavorativa del team.
Per questo motivo, a prescindere da che tipo di lavoro si debba fare, le domande di un HR si incentreranno su:
- Comprendere la formazione professionale e informarsi sull’esperienza lavorativa.
- Capire quanto il candidato sa dell’azienda e del settore.
- Quali sono le aspettative sul ruolo, sia a livello di lavoro sia a livello di salario.
- Al di fuori dello stipendio, quali sono le motivazioni principali per il candidato.
- Conoscere le caratteristiche caratteriali della persona, come affronta le situazioni avverse, come si relaziona con le altre persone, le doti di leadership e quanto è predisposto a integrarsi.
- Che valore può apportare al team di riferimento e all’azienda.
- Comprendere quanto il candidato è stato produttivo e quanto è orientato all’obiettivo.
Alcune domande tipiche dei colloqui, ad esempio, saranno: “Quali sono le sue aspettative salariali?”, “Crede che questo tipo di posizione possa interessarla?“, “Dove ti vedi fra cinque anni?” oppure “Ha già esperienza con i software che utilizziamo in azienda?”.
Le domande che NON vanno poste durante un colloquio
La maggior parte delle domande che non dovrebbero essere poste semplicemente rientrano in quella categoria di domande che sono contro la legislazione non solo sui diritti dei lavoratori ma anche sul diritto alla privacy e alla discriminazione sul lavoro.
Tuttavia, molti recruiter e aziende commettono l’errore fare domande “scomode” per ottenere risposte sulla vita personale del candidato, credendo che ciò avrà un impatto diretto sulle loro prestazioni lavorative.
Molte di queste domande vengono poste con l’intento di scoprire altri tipi di dati rispetto a quelli che possono essere trovati nel CV (come l’età o l’indirizzo).
Un recruiter non dovrebbe mai chiedere informazioni personali, che non sono direttamente correlate alla posizione.
Domande di questo tipo sono anche sintomo di un ambiente di lavoro tossico, e dovrebbero far riflettere il candidato sul suo effettivo interesse a lavorare nell’azienda.
- Qual è il tuo orientamento sessuale? / Hai un compagno/a? / Sei sposato/a?
- Hai figli? / Sei incinta? / Pensi di avere figli?
- Qual è la tua religione? / Pratichi qualche tipo di credo?
- Qual è la tua ideologia politica? / Per chi hai votato nelle ultime elezioni?
- Quanto guadagnavi nel tuo ultimo lavoro?
- Hai subito molestie sul posto di lavoro? / Cosa faresti se subissi molestie sul posto di lavoro?
- Sei mai stato in arresto o in prigione? / Hai avuto problemi con la legge?
- Dove vivi? / Con chi vivi?
- Ritieni di essere troppo giovane o vecchio per la posizione? / Come ti senti a lavorare con persone più giovani o più anziane?
- Qual è l’origine della tua famiglia? / Appartieni a un gruppo etnico?
Colloquio di lavoro: domande trabocchetto
Passiamo alle cosiddette “domande trabocchetto”, ovvero domande che sono spesso domande innocue, che il candidato percepisce in modo casuale e spontaneo durante il dialogo.
Queste domande servono a far emergere aspetti della tua personalità, che non sempre traspaiono dal curriculum, e hanno lo scopo di metterti alla prova, distogliendoti dalle risposte che potresti aver preparato, per rivelare il tuo lato più autentico e umano.
Vediamo alcuni esempi e il modo migliore per approcciare le risposte:
- “Se fossi un dolce, quale saresti e perché?”
Questa domanda ovviamente non ha una risposta giusta o sbagliata, ma apre spazio alla tua creatività, il tuo senso dell’umorismo e la tua capacità di pensare fuori dagli schemi. Se riesci a fare un’analogia interessante o a spiegare la tua scelta con una metafora intelligente, dimostri di saper collegare concetti diversi e di avere una buona capacità di sintesi. - “Ti consideri una persona fortunata?”
Questa domanda mira a scoprire come percepisci la tua vita e quali sono i tuoi valori. Una risposta ottimista, che magari racconta un episodio in cui ti sei sentito particolarmente fortunato, può mostrare che hai una visione positiva della vita. Non c’è bisogno di entrare nei dettagli, basta essere sinceri e riflessivi. - “Quanto sei onesto?”
Evita di rispondere in modo troppo perfetto, ad esempio dicendo che non menti mai. Una buona risposta ammette che, in certe situazioni, potresti aver detto una “bugia bianca” per evitare un danno maggiore. Questo dimostra che sei una persona onesta, ma anche realista.
Ricorda, un colloquio di lavoro è molto di più di un semplice scambio di domande e risposte. È un’opportunità per mostrare chi sei veramente e come puoi contribuire all’azienda.
Le “domande trabocchetto” sono solo un altro modo per permetterti di esprimere il tuo lato più genuino e di distinguerti dagli altri candidati. Per questo motivo è importante affrontarle con serenità.
Consigli utili: cosa non dire e cosa dire ad un colloquio di lavoro
In termini generali, è vero che non esistono formule magiche per poter eseguire un colloquio di lavoro in modo perfetto e che garantiscano buoni risultati al 100%. Tuttavia, ci sono alcune nozioni di cui dobbiamo tenere conto in questa fase.
Fondamentalmente, il colloquio dovrebbe servire a completare e comprovare tutte le informazioni che inseriamo nel CV e ad approfondirle.
Ecco qualche consiglio utile per svolgere un colloquio al meglio, distinguendoti dagli altri candidati:
- Ricerca l’azienda
Ai datori di lavoro fa piacere trovarsi di fronte un candidato che conosce bene i dettagli dell’azienda, dimostrando di aver impiegato tempo e interesse nella preparazione del colloquio. - Fai collegamenti tra la tue esperienza passata e la posizione lavorativa a cui ambisci
Fare collegamenti espliciti tra le tue esperienze passate e la posizione aiuta non solo a capire in che modo potresti utilizzare la tua expertise in azienda, ma dimostra anche capacità di analisi e comprensione del ruolo che potresti ricoprire. - Pensa a qualche aspetto che miglioreresti del modo in cui l’azienda lavora
Una domanda frequente è anche relativa alla tua opinione sul modo in cui l’azienda opera nel tuo settore. Pensa sempre a qualcosa che potrebbe essere migliorato, dimostrando la tua capacità di pensare in maniera innovativa. Ad esempio, se sei un copywriter, potresti suggerire qualche accortezza per ottimizzare i contenuti del blog aziendale. - Metti in luce la tua ambizione
Mettere in chiaro già dall’inizio il tuo interesse a fare carriera o a crescere nella tua posizione, all’interno dell’azienda, dimostra motivazione e visione a lungo termine. - Non dimenticarti di porre delle domande
Chiedere informazioni sull’azienda, sulle aspettative del ruolo, sulla cultura aziendale e sulle prospettive future non solo ti aiuta a capire se l’azienda è adatta a te, ma dimostra anche il tuo interesse e la tua proattività.
Ad esempio, potresti chiedere quali sono le prossime fasi del processo di selezione, quali sono le possibilità di crescita, oppure, in che modo il tuo ruolo supporta quello degli altri membri del team o del dipartimento.
C’è, infine, un ultimo consiglio che però non riguarda il lasciare una buona impressione o meno nel colloquio. Ricorda sempre che il colloquio di lavoro non serve soltanto all’azienda per giudicare il candidato, ma anche al candidato per giudicare l’azienda.
Cerca di comprendere se la posizione e se chi hai di fronte rispecchiano i tuoi valori e se l’esperienza lavorativa sembra essere in linea con i tuoi obiettivi professionali e personali.