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Lavoro notturno: come funziona e cosa dice la normativa [guida completa]

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7 minuti di lettura
Lavoro notturno: come funziona e cosa dice la normativa [guida completa]

Cos’è il lavoro notturno e come funziona? Cosa prevede la legge a riguardo e quali criteri tenere in conto per garantire il rispetto delle norme?

Il lavoro notturno non è semplicemente qualsiasi attività lavorativa svolta di notte, ma un aspetto regolato in maniera netta dalla legge e che prevede doveri specifici per le aziende che lo impiegano.

In questa guida vedremo cosa viene considerato ‘lavoro notturno’, come funziona questa pratica e cosa tenere in conto per garantire il rispetto delle norme e dei diritti dei lavoratori.

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Che cos’è il lavoro notturno

Il lavoro notturno, secondo la normativa italiana, è quello svolto durante un periodo di 7 ore consecutive che comprende l’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino.

Questa fascia è detta ‘periodo notturno’ ed è regolata dal Decreto Legislativo 8 aprile 2003, n. 66, che stabilisce dei limiti temporali chiari e netti per individuare il lavoro notturno in Italia.

Secondo questa definizione, ad esempio, un infermiere svolge lavoro notturno se il suo turno in ospedale va dalle ore 23:00 alle 06:00 del mattino successivo.

Il decreto in questione stabilisce inoltre dei criteri chiari per inquadrare i cosiddetti ‘lavoratori notturni’, ovvero quei lavoratori che:

  • Lavorano nel periodo notturno per almeno una parte del proprio orario di lavoro, laddove il proprio contratto collettivo di riferimento (o CCNL) lo stabilisca;
  • Lavorano per almeno tre ore nel periodo notturno durante il proprio orario di lavoro ‘normale’ e per un minimo di ottanta giorni lavorativi l’anno, nei casi in cui questo aspetto non sia regolato da un CCNL.

Questo limite minimo può variare in caso di lavoro parziale.

Conoscere e comprendere come funziona il lavoro notturno è fondamentale, in quanto esso prevede dei limiti e delle caratteristiche diverse rispetto al lavoro diurno, che le aziende hanno bisogno di tenere in conto per garantire i diritti dei dipendenti.

Ad esempio, durante la notte il lavoratore deve far fronte a diverse sfide e problematiche legate al proprio lavoro, come la necessità di adattarsi ai ritmi circadiani diversi e la gestione della fatica e del sonno.

Inoltre, lavorare durante la notte può comportare anche una maggiore esposizione a rischi lavorativi specifici, come l’isolamento, lo stress e una minore supervisione da parte dei responsabili.

Chi può svolgere il lavoro notturno

In genere, il lavoro notturno rappresenta un obbligo a cui il dipendente non può sottrarsi, laddove gli venga richiesto.

Tuttavia, la legge prevede delle eccezioni e stabilisce alcuni soggetti esonerati, a cui l’obbligo non si estende o che non possono effettuare lavoro notturno nemmeno se lo desiderano.

Ma vediamo subito, nello specifico, le categorie di lavoratori per cui la legge prevede delle limitazioni sul lavoro notturno.

Lavoratori a cui non si applica l’obbligo di lavoro notturno:

  • Lavoratrici madri di un figlio di età inferiore a tre anni o, in alternativa, lavoratori padri conviventi con la stessa. Questi lavoratori possono chiedere di non svolgere il lavoro notturno per garantire la cura e l’assistenza al figlio.
  • Lavoratrici o lavoratori che siano l’unico genitore affidatario di un figlio convivente di età inferiore a dodici anni. Anche in questo caso, il lavoratore può richiedere di non svolgere il lavoro notturno per occuparsi del figlio.
  • Lavoratrici o lavoratori che abbiano a proprio carico un soggetto disabile ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive modificazioni. I lavoratori che assistono una persona disabile possono chiedere di non svolgere il lavoro notturno per garantire l’assistenza necessaria.

Lavoratori che non possono effettuare lavoro notturno, nemmeno se lo desiderano:

  • Donne in gravidanza. Per proteggere la salute delle donne gestanti e dei neonati, la legge vieta il lavoro notturno per le donne in gravidanza. Nello specifico, questo divieto si applica dal momento in cui la gravidanza viene accertata, fino al compimento di un anno di età del bambino.
  • Lavoratori minorenniIn generale, la legge vieta il lavoro notturno per i minorenni. Questa regola tuttavia prevede delle eccezioni, regolate da criteri netti e ben definiti, che le aziende devono tenere in conto.Nello specifico, i lavoratori minorenni possono effettuare lavoro notturno solo se:
    • hanno più di 16 anni;
    • il lavoro sia indispensabile per mantenere la continuità dell’azienda;
    • il lavoro viene effettuato in maniera temporanea e a causa di ‘forza maggiore’;
    • non sono disponibili lavoratori adulti.

    La deroga è ammessa in maniera straordinaria e solo per il tempo ‘strettamente necessario’.

    In questi casi, infine, il datore di lavoro deve comunicare all’Ispettorato del lavoro la propria richiesta, indicando la causa che ritiene di forza maggiore, i nominativi dei minori impiegati e le loro ore di lavoro.

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I limiti di orario per il lavoro notturno

Il lavoro notturno è soggetto a diversi limiti di orario, legati alle leggi che lo regolano, ma anche alle norme che disciplinano il riposo a disposizione dei lavoratori.

Ecco, nello specifico, alcuni dei limiti di orario più importanti previsti dalla normativa italiana per il lavoro notturno:

  • Durata massima del lavoro notturno. Il Decreto Legislativo 66/2003 stabilisce che l’orario di lavoro dei lavoratori notturni non può superare una media di otto ore nelle ventiquattrore.Questa media va calcolata prendendo in considerazione la settimana lavorativa, salvo nel caso in cui sia prevista una normativa che indichi diversamente.Infine, è bene notare che i CCNL possono prevedere deroghe a questa regola, purché che il lavoratore non sia esposto a rischi per propria salute e sicurezza.
  • Riposo giornaliero. I lavoratori notturni hanno diritto a un periodo di riposo giornaliero di almeno 11 ore consecutive ogni 24 ore.
  • Riposo settimanale. Il lavoratore notturno ha diritto a un periodo di riposo settimanale di almeno 24 ore consecutive, da cumulare con le ore di riposo giornaliero.Anche in questo caso, i CCNL possono prevedere deroghe, purché il lavoratore riceva un periodo di riposo compensativo equivalente.

Gli obblighi del datore di lavoro per il lavoro durante la notte

Il datore di lavoro ha una serie di obblighi e responsabilità nei confronti dei lavoratori notturni, sia in termini di organizzazione del lavoro, che per quanto riguarda la tutela di salute e sicurezza dei dipendenti.

Nello specifico, ecco alcuni degli obblighi più importanti previsti dalla normativa italiana in materia di lavoro notturno:

  • Valutazione dei rischi. Il datore di lavoro è tenuto a valutare i rischi specifici legati al lavoro notturno e ad adottare le misure di prevenzione e protezione necessarie per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori.Questa valutazione deve essere aggiornata periodicamente e tener conto delle particolari esigenze dei lavoratori notturni.
  • Limitazione della durata del lavoro notturno. Come già accennato, il datore di lavoro deve rispettare i limiti di orario previsti dalla legge per il lavoro notturno e, in particolare, deve garantire che il lavoratore notturno non lavori per più di una media di 8 ore nelle ventiquattrore.
  • Riposo giornaliero e settimanale. Il datore di lavoro deve rispettare i periodi di riposo giornaliero e settimanale previsti dalla legge.
  • Sorveglianza sanitaria. Il datore di lavoro deve assicurarsi che il lavoratore sia idoneo a svolgere il lavoro notturno, effettuando l’accertamento tramite strutture sanitarie competenti.In aggiunta, lo stato di salute dei lavoratori notturni deve essere verificato periodicamente, almeno ogni due anni.Il datore di lavoro deve sostenere i costi dei controlli citati.
  • Trasferimento a mansioni diurne. Il datore di lavoro deve garantire, nei limiti delle disponibilità aziendali, il trasferimento a mansioni diurne per i lavoratori notturni che, per motivi di salute, non possono più svolgere il lavoro notturno.Inoltre, nel caso di lavoratrici in gravidanza, il datore di lavoro deve provvedere al trasferimento a mansioni diurne compatibili con lo stato di salute della lavoratrice, in conformità con le disposizioni previste dalla legge e dai CCNL.
  • Adeguamento delle condizioni di lavoro. Il datore di lavoro deve adottare misure per migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori notturni, tenendo conto delle esigenze specifiche legate al lavoro notturno.Queste misure possono riguardare, ad esempio, l’illuminazione dei luoghi di lavoro, l’organizzazione dei turni e delle pause, la formazione e l’informazione sui rischi specifici del lavoro notturno e le buone pratiche per prevenirli.

Come funziona la retribuzione del lavoro notturno

In genere, i lavoratori notturni hanno accesso a una retribuzione maggiorata, dovuta alle condizioni specifiche del lavoro notturno.

Questa maggiorazione non è definita in modo uguale per tutti i lavoratori, ma al contrario è regolata dal contratto collettivo di riferimento.

Dunque, la retribuzione prevista per il lavoro notturno varia in funzione del settore specifico e del tipo di mansione svolta dal lavoratore notturno.

Ecco, ad esempio, le indicazioni fornite dal CCNL per il settore metalmeccanico:

  • 20% di stipendio extra per il lavoro notturno, fino alle ore 22:00;
  • 30% di stipendio aggiuntivo per il lavoro effettuato oltre alle 22:00;
  • 60% di stipendio extra per il lavoro notturno effettuato in periodi festivi, o 35% in caso di riposo compensativo.

Come gestire la rilevazione presenze del lavoro notturno

Gestire la rilevazione delle presenze dei lavoratori notturni può essere una sfida per le aziende.

Tuttavia, si tratta di un compito fondamentale per garantire il rispetto delle normative e la corretta retribuzione dei dipendenti, a cui occorre dedicare la giusta attenzione.

Ecco dunque alcuni consigli utili per gestire al meglio la rilevazione presenze del lavoro notturno, per limitare gli errori e favorire una buona organizzazione aziendale:

  • Utilizzare sistemi di rilevazione presenzeI sistemi di rilevazione presenze – come i badge elettronici o le app per smartphone – possono semplificare notevolmente la rilevazione delle presenze dei lavoratori notturni.Questi sistemi permettono di registrare in tempo reale l’orario di inizio e fine del turno, le pause e le eventuali assenze, riducendo così il rischio di errori e semplificando la gestione dei dati.Ad esempio, un’azienda potrebbe utilizzare un sistema di badge elettronico per consentire ai lavoratori notturni di timbrare all’entrata e all’uscita dell’edificio, registrando automaticamente l’orario di lavoro.
  • Definire procedure chiare per la rilevazione delle presenze. È importante stabilire delle procedure chiare e semplici per la rilevazione delle presenze dei lavoratori notturni, in modo da evitare incomprensioni e garantire il rispetto delle normative.Queste procedure devono essere comunicate in modo chiaro ai lavoratori notturni e al personale responsabile della gestione delle presenze.Ad esempio, un’azienda potrebbe istituire un registro cartaceo o digitale in cui i lavoratori notturni devono annotare l’orario di inizio e fine del turno, le pause e le eventuali assenze.
  • Controllo periodico delle presenze. È importante effettuare dei controlli periodici sulla rilevazione delle presenze dei lavoratori notturni, per verificare la correttezza dei dati e identificare eventuali irregolarità.Questi controlli possono includere la verifica dei dati di rilevazione, l’analisi degli orari di lavoro e il confronto con le normative vigenti.In aggiunta, questo compito può essere semplificato utilizzando un software di rilevazione presenze, che permette di avere una visibilità totale sulle ore lavorate dai dipendenti.
  • Comunicazione con i lavoratori notturni. Infine, è fondamentale mantenere una comunicazione aperta e costante con i lavoratori notturni riguardo alla rilevazione delle presenze e alle eventuali problematiche o esigenze dell’azienda.È importante essere disponibili a rispondere alle domande e a fornire chiarimenti sulle procedure aziendali, in modo da garantire il rispetto delle regole e la corretta retribuzione dei lavoratori notturni.

Come Factorial ti supporta nella gestione dei turni di lavoro

La gestione dei turni di lavoro digitalizzata con il software HR Factorial

Come abbiamo visto sinora, gestire il lavoro notturno è un compito delicato e che richiede grande attenzione.

Un errore in questa fase, difatti, può portare a diversi problemi, quali disorganizzazione, malumori tra i dipendenti o persino controversie legali.

Perciò, come gestire al meglio il lavoro notturno, limitando al contempo i rischi per la tua azienda?

Per fortuna, per questo esiste Factorial.

Factorial è il software HR che ti permette di gestire in maniera facile e sicura i turni dei tuoi dipendenti, garantendo una buona organizzazione aziendale, limitando gli errori e riducendo al minimo i conflitti tra lavoratori.

Come?

Ecco alcune funzioni chiave di Factorial che rendono possibile tutto ciò:

  • Creazione e assegnazione dei turni ai dipendenti, per permettere a ciascun lavoratore di tener sotto controllo i propri impegni;
  • Rilevazione automatica di errori come la sovrapposizione dei turni, per ridurre al minimo conflitti interni e inefficienze;
  • Controllo e visibilità totale sui turni dei dipendenti, per pianificarli in maniera precisa ed efficiente.

Se vuoi gestire in modo efficace il lavoro dei tuoi dipendenti, Factorial è la scelta che fa al caso tuo.

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Punto di riferimento per le start-up SaaS che vogliono posizionarsi nel mercato italiano, Niccolò è copywriter, scrittore, amante dell’arte e del viaggio. I suoi contenuti aiutano realtà internazionali come Factorial, o strappano un sorriso agli amici quando si tratta di poesie e brevi racconti. Nomade digitale, ama il mondo start-up, stare nella natura e visitare i musei.

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