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Guida ai fringe benefit 2024: tutto quello che bisogna sapere

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8 minuti di lettura
Guida ai fringe benefit 2024: tutto quello che bisogna sapere

Sai cosa sono e quali sono i fringe benefit più comuni? Stai pensando di offrirli ai tuoi dipendenti?

In questa guida, esploreremo ogni aspetto in modo approfondito. Ti offriremo una chiara definizione di fringe benefit, indagheremo su chi può beneficiarne e analizzeremo come vengono tassati. 

Inoltre, esamineremo le ragioni per cui queste forme di servizi o beni aggiuntivi sono altamente apprezzate dai dipendenti, e come possono svolgere un ruolo cruciale nel trattenere e fidelizzare i talenti più qualificati all’interno della tua azienda. 

Paragrafo dopo paragrafo, troverai tutte le risposte relative a questi specifici vantaggi aziendali.

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Che cosa sono i fringe benefit 

I fringe benefit costituiscono beni o servizi non tassati entro una specifica soglia, aventi lo scopo di integrare lo stipendio del lavoratore. 

Si tratta, in pratica, di uno strumento che permette ai lavoratori di sostenere alcune spese senza dover intaccare lo stipendio. 

In Italia, i fringe benefit, inclusi nell’ampio panorama dei benefit aziendali, sono comunemente noti come “compensi in natura” in quanto rappresentano integrazioni non monetarie.

La retribuzione in natura è regolamentata nel nostro ordinamento, in particolare dall’articolo 2099 del Codice Civile, che specifica che il compenso al prestatore di lavoro può essere integrato tramite strumenti quali:

  • Partecipazione agli utili
  • Provvigioni
  • Prestazioni in natura

È proprio in quest’ultima casistica che rientrano i fringe benefit, i quali, come stabilito nell’ultima legge di bilancio del 2024, concorrono a determinare il reddito da lavoro dipendente quando il valore totale corrisposto a ciascun lavoratore supera nel periodo d’imposta i 1.000 euro (o 2.000 euro nel caso di figli a carico). 

Viceversa, nel caso in cui il lavoratore non percepisca incentivi non monetari superiori alla suddetta soglia, secondo il principio di armonizzazione della base imponibile (D.Lgs. n. 314/1997), tali incentivi non concorrono a formare il reddito imponibile.

Chi può usufruire dei fringe benefit 

Tutti i lavoratori hanno la possibilità di accesso ai fringe benefit, poiché le norme in tal senso non impongono alcun limite. 

La decisione su quali compensi in natura offrire ai lavoratori e l’implementazione delle regole per il loro utilizzo spettano al datore di lavoro.

Generalmente, questo strumento è prevalentemente previsto nelle medio-grandi aziende, e a beneficiarne sono spesso lavoratori di categorie come dirigenti e quadri. Tuttavia, non mancano situazioni in cui tali vantaggi sono estesi ad altre figure all’interno dell’organizzazione, come impiegati e operai.

I fringe benefit infatti possono venire incontro alle esigenze di diverse categorie di lavoratori. Pensa ad esempio a: 

  • Dirigenti aziendali: i quali potrebbero aver bisogno di un’auto aziendale come anche potrebbero apprezzare la possibilità di stipulare un’assicurazione sulla vita a tutela della propria famiglia. 
  • Lavoratori pendolari: anch’essi potrebbero trovare conveniente fruire di un auto aziendale o ricevere un bonus dall’azienda che possa ridurre le spese sostenute per i biglietti dell’autobus o del treno. 
  • Ricercatori: lavoratori dediti alle attività di ricerca e sviluppo potrebbero trovare assolutamente convenienti ricevere fringe benefit come agevolazioni per l’acquisto di attrezzature tecnologiche o partecipare gratuitamente a corsi di alta formazione.

In sostanza, è l’azienda che ha la libertà di decidere se offrire fringe benefit e a quali categorie di lavoratori concederli.

È importante sottolineare che questa forma di compenso in natura non solo integra lo stipendio, ma spesso rappresenta un beneficio che indirettamente contribuisce anche al vantaggio dell’azienda stessa. Un esempio significativo è l’auto aziendale, utilizzata dal lavoratore per spostamenti relativi alle attività svolte per l’organizzazione, o strumenti tecnologici come PC e tablet, impiegati per scopi professionali.

Infine, va precisato che i fringe benefit sono utilizzati dall’azienda non solo come forma di welfare e incentivo per migliorare l’employee engagement e il wellbeing aziendale, ma anche come strategia per ridurre l’onere fiscale e contributivo. 

A titolo di esempio, dal punto di vista fiscale, può risultare più vantaggioso per il datore fornire ai lavoratori un tablet o uno smartphone aziendale anziché garantire uno stipendio più elevato.

Valore e tassazione dei fringe benefit nel 2024

È probabile che il tuo commercialista ti abbia già informato sulle novità relative ai fringe benefit per il 2024. 

Rispetto agli anni precedenti, sono stati stabiliti nuovi limiti di non imponibilità, e per comprenderne appieno le modifiche è necessario fare riferimento all’ultima legge di bilancio del 2024

Le sostanziali novità valide per quest’anno riguardano il limite della soglia imponibile, che è pari a 2.000 euro in caso di figli a carico e 1.000 euro per i lavoratori senza figli a carico.

Questi valori sono stati modificati nel 2024, poiché l’anno precedente, mediante la legge di bilancio del 2023, la soglia era di 3.000 euro per coloro con figli a carico, mentre rimaneva a 258,23 euro per i lavoratori senza figli a carico.

Entro le nuove soglie (2.000 e 1.000 euro), i fringe benefit corrisposti ai dipendenti sono esenti da IRPEF. 

Tuttavia, nel caso in cui i beni o servizi accessori superino tali soglie, il datore di lavoro deve applicare la tassazione ordinaria sul reddito per l’intero importo dei fringe benefit corrisposti.

Per esemplificare, immaginiamo due casi. Nel primo, in cui il fringe benefit supera la soglia ordinaria di 2.000 euro, con una retribuzione mensile di 1.800 euro e 2.500 euro di fringe benefit, dovresti versare un totale di contributi IPSN/INAIL pari a circa 504 euro (stipendio) più circa 770 euro (benefit).

Al contrario, se decidi di rimanere entro la soglia dei 2.000 euro, sei tenuto a versare solo i contributi IPSN/INAIL relativi allo stipendio di 1.800 euro, beneficiando di un risparmio di circa 770 euro. In termini percentuali, questo rappresenta un risparmio di circa il 14% per l’azienda.

Come si calcolano i fringe benefit in busta paga 

Per determinare con precisione l’importo dei fringe benefit da includere nella busta paga, è fondamentale considerare la tipologia specifica di compenso offerto. A seconda della natura del benefit, le modalità di calcolo possono variare notevolmente

Per questi motivi è possibile solo fornire una panoramica riguardo come tali incentivi vengono calcolati in busta paga, ma per determinare l’importo corretto è necessario analizzare caso per caso la situazione di ogni singolo lavoratore. 

Esaminiamo da vicino alcuni dei casi più comuni di fringe benefit e le relative procedure di calcolo.

Fringe benefit: auto aziendale

L’auto aziendale rappresenta uno dei fringe benefit più classici. Per calcolare l’importo da inserire in busta paga, è necessario fare riferimento alle tabelle ACI

Queste tabelle, a seconda della tipologia di veicolo, stabiliscono come varia la retribuzione in base all’uso che il lavoratore fa dell’auto: se solo a scopi lavorativi o sia lavorativi che privati, nonché in base al numero di chilometri percorsi annualmente. 

Ad esempio, se metti a disposizione un modello 500 HYBRID 1.0 da 70 CV, il costo per chilometro è di 0,3778 euro fino a un massimale di 15.000 chilometri annui.

Fringe benefit: telefono cellulare

Gli smartphone possono essere considerati fringe benefit, e in busta paga dovrebbe essere inserito il costo del telefono insieme all’eventuale canone mensile. 

Questo beneficio è integralmente coperto dall’azienda e, entro i limiti stabiliti dalla legge, non è soggetto a tassazione, a meno che il dipendente non utilizzi il telefono anche per scopi privati. In questo caso, si applica una tassazione del 50% del totale dei contributi e delle imposte previste.

Fringe benefit: mensa

Il fringe benefit può anche consistere nella fornitura di buoni pasto ai lavoratori. Ci sono diverse modalità per implementare questo servizio, ad esempio stipulando convenzioni con ristoranti o fornendo un servizio mensa direttamente in azienda. 

Per quanto riguarda il calcolo, è importante notare che fino a 5,29 euro giornalieri l’importo erogato è esente da tasse. Per importi superiori, l’importo contribuisce al reddito del lavoratore e, di conseguenza, è soggetto al versamento delle relative tasse.

Fringe benefit: assicurazione sulla vita

Un altro fringe benefit apprezzato consiste nell’offrire ai lavoratori l’accesso a un’assicurazione sulla vita. 

In questo caso, chi stipula l’assicurazione ha diritto a una detrazione d’imposta del 19%, fino a un massimo di 1.291,14 euro. La detrazione è garantita se il lavoratore subisce un infortunio che comporta un’invalidità permanente pari o superiore al 5%, o nel caso di decesso.

Fringe benefit: bonus carburante

Un ulteriore fringe benefit comune è rappresentato dal bonus carburante. Le aziende hanno facoltà di erogare ai dipendenti somme o titoli di valore non superiori a 200 euro per l’acquisto di carburante. 

Questo beneficio è non imponibile fiscalmente e deducibile per l’impresa. Al fine di applicare correttamente il bonus in busta paga e la relativa tassazione, bisogna calcolare la somma erogata sommarla agli altri eventuali bonus e verificare se l’importo supera o meno le soglie previste. 

Fringe benefit: contributo alloggio

Alcune organizzazioni possono valutare l’opportunità di fornire contributi per l’alloggio ai propri dipendenti, soprattutto a coloro che devono spostarsi per ragioni lavorative. Questo fringe benefit mira a coprire le spese legate all’affitto o all’alloggio temporaneo.

Il calcolo di questo beneficio dipende da vari fattori, tra cui la zona geografica in cui il dipendente risiede o si trasferisce, gli accordi aziendali specifici, la situazione economica del lavoratore e la presenza di altri fringe benefit nell’offerta complessiva.

Nel contesto dell’anno 2024, in relazione ai bonus affitto casa, la normativa ha previsto che l’intero ammontare del fringe benefit, che può essere di 1.000 o 2.000 euro, sia utilizzato per fornire supporto ai lavoratori che devono affrontare spese di locazione o per coloro che stanno pagando un mutuo. Nel secondo caso, il bonus può essere erogato per contribuire al pagamento degli interessi relativi al mutuo.

Ad ogni modo la notista risulta molto apprezzata dai lavoratori i quali possono così ricevere un aiuto concreto dall’azienda la quale può così supportare il dipendente del canone d’affitto o del mutuo.

Fringe benefit 2024: cosa dice la normativa 

Le ultime notizie sui fringe benefit sono contenute nella legge di bilancio 2024. Come anticipato, la modifica più significativa riguarda la soglia di non imponibilità, che è stata portata a 1.000 euro per i lavoratori senza figli a carico e fino a 2.000 euro per coloro con uno o più figli a carico.

Questa modifica sostituisce quanto previsto all’articolo 40 del D.L. n. 48/2023, che stabiliva una soglia superiore fino a 3.000 euro per i lavoratori con figli a carico, ma inferiore per tutti gli altri e pari a 258,23 euro. 

È importante specificare che, come stabilito dal TUIR, per figlio a carico si intende un figlio di età non superiore a 24 anni che non genera un reddito superiore ai 4.000 euro, oppure con più di 24 anni ma con reddito che non supera i 2.840,51 euro.

Nell’ambito delle norme relative ai fringe benefit, segnaliamo, inoltre, che come datore di lavoro hai la facoltà di erogare i fringe benefit anche nei periodi festivi, come stabilito dall’Agenzia delle Entrate il 22 ottobre 2008 n. 59/E.

Se si superano le soglie, l’intero valore del fringe benefit è soggetto a tassazione, non solo la parte eccedente.

Infine, per il solo periodo d’imposta 2024, è possibile erogare sotto forma di fringe benefit un aiuto ai lavoratori per il pagamento delle utenze domestiche (luce, gas, acqua).

Tipologie ed esempi di fringe benefit

Esistono diverse tipologie di fringe benefit che possono essere offerti ai dipendenti, e la decisione su quali erogare dipende dalle esigenze dei lavoratori e dalle possibilità dell’azienda. 

In linea generale, è possibile categorizzare i fringe benefit in diverse aree:

  • Trasporti: In questa categoria rientrano vantaggi come l’auto aziendale, altre tipologie di veicoli aziendali (come moto o biciclette), e agevolazioni per il pagamento dei costi dei mezzi pubblici, specialmente per i lavoratori pendolari.
  • Generi alimentari: I benefit in questa categoria includono buoni pasto, voucher per l’acquisto di generi alimentari, e la possibilità di usufruire di una mensa aziendale.
  • Tecnologia: Qui troviamo benefit come telefono aziendale, fornitura di computer portatili o altri dispositivi tecnologici, e agevolazioni per l’acquisto di dispositivi elettronici personali.
  • Educazione: Questa categoria comprende borse di studio per dipendenti o loro familiari, corsi di formazione e aggiornamento professionale finanziati dall’azienda, e agevolazioni per la partecipazione a eventi formativi.
  • Casa e affitto: Benefici relativi all’abitazione, come l’assegnazione di immobili in locazione, uso o comodato, e agevolazioni per l’affitto di alloggi per i dipendenti.
  • Assicurazioni: Questa categoria include coperture sanitarie, polizze assicurative vita o contro gli infortuni, e assicurazioni per veicoli aziendali.
  • Altri servizi finanziari: Benefit come prestiti personali agevolati, agevolazioni per il rimborso di spese finanziarie o l’erogazione di stock options.

Questi sono solo alcuni dei principali esempi di fringe benefit. Come abbiamo visto in questa guida, è importante non solo conoscerli tutti, ma anche trovare un giusto equilibrio tra le esigenze dei dipendenti e le risorse disponibili per l’azienda. 

Un mix ben ponderato di questi benefici può sicuramente contribuire a migliorare la soddisfazione dei dipendenti e promuovere un ambiente lavorativo positivo.

Per gestire in modo efficiente i fringe benefit, consigliamo di utilizzare un software HR dedicato come Factorial

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Inoltre, un software HR assicura che tutti i benefici per i dipendenti vengano calcolati correttamente ogni mese, evitando errori dovuti da un calcolo errato della tassazione applicabile. 

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