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Congedo parentale 2024:come funziona e tutte le novità da conoscere

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7 minuti di lettura
Congedo parentale 2024:come funziona e tutte le novità da conoscere

Che cos’è e come funziona il congedo parentale nel 2024? A chi si rivolge e come gestire le richieste di permesso parentale?

In questo articolo abbiamo raccolto le informazioni più importanti riguardo al congedo parentale: cos’è, come funziona, come richiederlo e come gestire al meglio l’intero processo.

Dettagli fondamentali da conoscere non solo per i dipendenti, ma anche per i datori di lavoro e i responsabili HR. Leggendo questo articolo, infatti, i dipendenti potranno conoscere meglio i diritti, le garanzie e le tutele offerti dalla legge italiana per aiutarli nella delicata fase iniziale della nascita di un figlio mentre, dall’altro lato, datori di lavoro e responsabili HR troveranno informazioni utili riguardo alle indennità, alla gestione delle assenze e ai principali riferimenti normativi da seguire.

Sommario

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Che cos’è il congedo parentale

Per congedo parentale si fa riferimento ai periodi di tempo previsti dalla legge che consentono ai lavoratori e alle lavoratrici di assentarsi dal lavoro per prendersi cura dei propri figli nei loro primi mesi di vita. 

A differenza dell’aspettativa parentale e in generale degli altri periodi di aspettativa, i congedi parentali rientrano nell’insieme dei permessi retribuiti.

Come sottolineato dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia, il congedo parentale ha la specifica funzione di permettere ai genitori prendersi cura dei bambini durante i primi anni di vita e di soddisfare i bisogni affettivi e relazionali della madre, del padre e del bambino, anche in caso di adozione o affidamento.

A livello normativo, tutte le informazioni specifiche sui congedi, riposi e permessi collegati alla maternità e alla paternità sono contenute nel Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151.

Nel congedo parentale o congedo familiare, rientrano tutte le tutele previste:

  • Per le donne durante i due mesi precedenti la data presunta del parto e fino a tre mesi dopo il parto (congedo di maternità),
  • Per i padri lavoratori che hanno diritto a 10 giorni di congedo di paternità obbligatorio per stare vicini al neonato e alla madre.
  • Per entrambi i genitori il diritto di assentarsi per periodi ti tempo anche frazionati di massimo 10 mesi. 

Nell’insieme dei congedi parentali rientrano anche tutte le misure a sostegno della paternità e della maternità, che vanno dalle maggiori tutele per i riposi concessi alla madre lavoratrice fino ai trattamenti economici come l’assegno di maternità. 

Queste misure includono anche le tutele garantite al padre nel caso in cui debba gestire da solo il neonato senza la presenza della madre.

Quali sono le novità del 2024 introdotte per il congedo parentale 

Tra le diverse novità presentate nella legge di bilancio 2024, alcune riguardano anche il congedo parentale facoltativo.

La legge, infatti, ha previsto un aumento dell’indennità garantita alla madre e al padre del bambino. L’indennità è garantita fino al compimento del 6º anno di vita del bambino.

La retribuzione prevista a coloro che richiedono e fruiscono del permesso parentale per il 2024 passa infatti dal 30% della retribuzione all’80% fino a due mesi, e diventa, a partire dal 2025, del 60% nel terzo mese. 

Niente cambia invece per i mesi successivi al terzo, in cui la retribuzione rimane al 30% fino al compimento dei 12 anni del figlio.

Questa è la principale novità introdotta nell’ambito dei congedi parentali facoltativi per il padre e per la madre. 

La novità si inserisce in un contesto di grandi modifiche apportate negli ultimi anni. 

Ricordiamo in particolare la modifica introdotta dal d.lgs 105/2022 che ha assicurato un indennizzo ai lavoratori fruitori del congedo parentale per 9 mesi (precedentemente 6 mesi).

Nessuna altra modifica è stata prevista nel 2024. Resta quindi valida la possibilità per la madre lavoratrice di fruire di un congedo per un massimo di 6 mesi e fino a quando il figlio non compie 12 anni. Similmente, anche il padre può godere dello stesso diritto. 

È da notare, inoltre, che nel caso il bambino abbia un solo genitore, quest’ultimo ha diritto a richiedere un congedo parentale totale pari a 11 mesi.

A chi si rivolge il congedo parentale 

Il congedo parentale è destinato a tutti i lavoratori dipendenti con figli e può essere richiesto fino al compimento dei 12 anni di questi ultimi. Il congedo familiare è esteso anche ai genitori lavoratori di figli in adozione o affidamento.

Per quanto riguarda i periodi, i due genitori, madre e padre, hanno diritto a un periodo totale di congedo familiare di 10 mesi, che diventano 11 se il padre si assenta dal lavoro in modo continuativo o frazionato per almeno tre mesi.

Più in dettaglio, e sempre rispettando i limiti appena visti, bisogna tenere presente che la madre del bambino può richiedere il congedo parentale e fruirne in maniera continuativa o frazionata per un massimo di 6 mesi. Lo stesso vale anche per il padre. 

Questo significa che è prevista la possibilità che entrambi i genitori abbiano pressoché lo stesso tempo a disposizione per prendersi cura del neonato.Inoltre, il congedo parentale può essere richiesto contemporaneamente da entrambi i genitori. Mentre il genitore solo e lavoratore dipendente può usufruire fino a un massimo di 9 mesi.

Il congedo è previsto e si rivolge anche ai lavoratori iscritti alla gestione separata INPS. Anche in questo caso spetta fino al compimento dei 12 anni di vita del bambino (anche in adozione o affidamento). 

Diversa è invece la situazione per i lavoratori autonomi, i quali hanno diritto a soli tre mesi ciascuno e da fruire necessariamente entro il primo anno di vita del bambino.

Congedo di maternità

Ben diverso rispetto al congedo parentale è il congedo di maternità. In questo caso si tratta di un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro, riconosciuto dal Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151 e previsto per tutte le lavoratrici dipendenti. 

Queste ultime hanno diritto ad assentarsi a partire dai 2 mesi prima della data presunta del parto e fino a 3 mesi dopo la data effettiva del parto. 

I cinque mesi di astensione obbligatoria possono essere gestiti anche in maniera flessibile. Ad esempio, la lavoratrice può decidere di prendere tutti i 5 mesi di maternità direttamente dopo il parto.

Inoltre, la legge riconosce un’indennità economica alla lavoratrice in maternità che è a carico dell’INPS e pari all’80% della retribuzione normalmente corrisposta alla lavoratrice.

Congedo di paternità

Il congedo parentale non va confuso neanche con il congedo di paternità obbligatorio per il padre

Anche questo è disciplinato dal D.Lgs. 151/2001. Si tratta di un congedo obbligatorio della durata di 10 giorni e rivolto al padre del bambino. 

Quest’ultimo può decidere di richiederlo e di fruirne anche in maniera frazionata a partire dai due mesi precedenti alla presunta nascita del bambino e fino ai 5 mesi successivi.

I 10 giorni obbligatori di congedo parentale per il padre sono retribuiti. L’indennizzo previsto è pari al 100% della retribuzione. Inoltre, è bene sapere che in caso di parto plurimo la durata del congedo obbligatorio passa da 10 a 20 giorni interamente retribuiti.

Come richiedere il congedo parentale 

Formalmente, le domande di congedo parentale vanno presentate collegandosi al portale dell’INPS e utilizzando i relativi servizi telematici. Il lavoratore per accedere ai servizi ha bisogno dello SPID (identità digitale).

Sull’argomento è bene sapere che la domanda può essere presentata anche il giorno stesso (o in anticipo) rispetto al periodo di fruizione del permesso. 

Tuttavia, non è ammessa la presentazione della domanda retroattiva, dopo cioè aver fruito di uno o più giorni. 

Attenzione inoltre al fatto che nell’indicare i periodi di congedo i giorni festivi vanno conteggiati ugualmente. Quindi la domenica o altre festività valgono comunque come giorno di congedo.

Oltre alla parte formale, nell’ottica di un’efficace gestione del tempo in azienda, dei turni di lavoro e in generale delle assenze e dei permessi, è bene che un’azienda si affidi a strumenti che permettano ai dipendenti di comunicare l’assenza utilizzando moduli cartacei o appositi software per la gestione delle ferie e dei permessi.

Pertanto, da un lato la richiesta di congedo deve necessariamente passare per i canali INPS. All’ente infatti spetta il compito di prendere in carico la richiesta e di provvedere con gli indennizzi prestati.

Dall’altro lato, chiaramente anche l’azienda ha bisogno di sapere i periodi in cui il lavoratore o la lavoratrice sarà assente, gestendo quindi l’assenza allo stesso modo in cui il dipendente è assente per ferie, o per altre tipologie di permesso.

Come gestire le richieste di congedo parentale

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Domande frequenti relative al congedo parentale

Come funziona il congedo parentale 2024?
Il congedo parentale prevede una retribuzione per i genitori che ne usufruiscono. Questa somma è pari al 30% del reddito del genitore, tranne per il primo mese che è pari all’80%.

Che cos’è il congedo parentale?
È un periodo di assenza dal lavoro che i neo genitori possono richiedere per poter passare del tempo con i propri figli. In questo modo si conciliano le esigenze lavorative e quelle familiari.

Quanti giorni di congedo parentale si possono richiedere?
Il numero di giorni che si possono richiedere dipendono da molti fattori tra cui l’età del bambino, il tipo di contratto di lavoro del genitore e le specifiche esigenze della famiglia.

Come si richiede il congedo parentale?
La domanda deve essere presentata con un 5 giorni di anticipo (o con un preavviso di 48 ore nel caso di fruizione su base oraria), e deve essere inoltrata sia al datore di lavoro, sia all’INPS.

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