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Contratto di lavoro a tempo parziale: come funziona il contratto part-time

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8 minuti di lettura

Il contratto di lavoro a tempo parziale, comunemente noto come contratto part-time, è una tipologia di contratto di lavoro subordinato che consente di ridurre l’orario lavorativo rispetto a quello previsto per i contratti a tempo pieno. 

Questa modalità di lavoro si adatta perfettamente alle esigenze di conciliazione tra vita privata e professionale, offrendo flessibilità sia ai lavoratori che ai datori di lavoro. Tuttavia, la normativa italiana permette l’utilizzo di questo contratto nel rispetto di una serie di regole e condizioni.  

In questo approfondimento, forniremo una panoramica completa del contratto di lavoro a tempo parziale: dalle leggi che lo regolano a tutte le tipologie e gli obblighi da rispettare.

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Cos’è il contratto di lavoro a tempo parziale

Il contratto di lavoro a tempo parziale, o part time, è una forma di contratto subordinato basato su un accordo tra datore di lavoro e lavoratore, in cui quest’ultimo presta la propria attività per un numero di ore inferiore rispetto al tempo pieno, generalmente fissato a 40 ore settimanali.

Tale contratto può essere applicato sia a tempo determinato che indeterminato.

Il lavoratore part-time ha gli stessi diritti di un lavoratore full-time, ma con un trattamento economico e normativo proporzionato alle ore lavorative effettivamente prestate.

Cosa dice la legge sul contratto di lavoro part-time

Il contratto di lavoro a tempo parziale è regolamentato dal Decreto Legislativo 81/2015, parte integrante del Jobs Act. Questo decreto disciplina le modalità di stipula, gestione e cessazione dei contratti part-time, quindi stabilisce le norme per la gestione degli orari ridotti, i diritti e i doveri delle parti. 

Tra i punti principali vi sono:

  • Forma scritta obbligatoria:

Il contratto part-time deve essere stipulato per iscritto, indicando chiaramente l’orario di lavoro e la sua distribuzione (giorni, settimane o mesi).

  • Clausole elastiche e flessibili

Le parti, ossia il datore di lavoro e il lavoratore, possono concordare modifiche agli orari inizialmente stabiliti nel contratto part-time. Ad esempio, il datore di lavoro potrebbe richiedere un aumento delle ore di lavoro in determinati periodi dell’anno, come in occasione di un picco di attività. Qualsiasi modifica, però, deve essere accettata esplicitamente dal lavoratore. Non è possibile per il datore di lavoro imporre unilateralmente un cambiamento degli orari senza il consenso del lavoratore. Questo garantisce che la flessibilità non venga sfruttata a danno del dipendente.

Ovviamente, se le modifiche agli orari prevedono un aumento delle ore lavorate rispetto a quanto inizialmente concordato, il lavoratore ha diritto a una retribuzione aggiuntiva per il lavoro extra. Questa remunerazione può essere prevista come una maggiorazione sul salario base, per esempio come una percentuale sulle ore aggiuntive o un pagamento fisso, in linea con quanto stabilito nel contratto collettivo di settore o nel contratto individuale.

  • Parità di trattamento

I lavoratori part-time devono avere le stesse condizioni economiche e normative dei lavoratori full-time comparabili, come ferie, permessi, TFR, e trattamento previdenziale, tutti proporzionati alle ore lavorate.

  • Conciliazione vita-lavoro

La legge agevola l’adozione di contratti part-time per esigenze familiari o personali, ad esempio per genitori o lavoratori che assistono familiari con disabilità.

  • Risoluzione delle controversie

Eventuali conflitti riguardanti modifiche unilaterali degli orari o altri aspetti del contratto possono essere risolti attraverso procedure di conciliazione previste dalla normativa.

Se il lavoratore non è d’accordo con le modifiche unilaterali del datore di lavoro, può chiedere un incontro di conciliazione, che avviene solitamente tramite le organizzazioni sindacali o, in alcuni casi, tramite il Servizio Ispettorato del Lavoro. Questo tentativo è obbligatorio prima di poter avviare una causa legale.

Se le parti non riescono a trovare un accordo attraverso la conciliazione, potrebbe essere proposta una procedura di arbitrato o mediazione, con una terza parte indipendente aiuta a trovare una soluzione al conflitto. Se tutte le vie di conciliazione e mediazione falliscono, il lavoratore può decidere di rivolgersi al tribunale del lavoro per chiedere l’annullamento della modifica unilaterale del contratto e, eventualmente, il risarcimento per danni o danni economici derivanti dalla modifica.

Come funziona il contratto di lavoro a tempo parziale

Ci sono alcune regole che ne disciplinano il funzionamento, garantendo diritti e tutele a entrambe le parti (datore di lavoro e lavoratore).

Nel dettaglio: 

  • Il lavoratore part-time si impegna a lavorare un numero di ore settimanali inferiore a quello di un contratto a tempo pieno, che generalmente corrisponde a 40 ore settimanali. Le ore di lavoro part-time possono variare, ad esempio, a 20 ore settimanali o anche meno, a seconda dell’accordo tra datore di lavoro e dipendente;
  • Le ore lavorative vengono distribuite su tutti i giorni lavorativi della settimana, ma in numero inferiore rispetto a un contratto full-time, oppure lavoratore lavora solo in determinati giorni della settimana, ma per un numero maggiore di ore in quei giorni;
  • La retribuzione di un lavoratore part-time è proporzionata alle ore lavorate rispetto a un lavoratore full-time che svolge lo stesso lavoro. Ad esempio, se il lavoratore part-time lavora la metà delle ore rispetto a un contratto a tempo pieno, percepirà la metà dello stipendio. La legge stabilisce che non ci devono essere discriminazioni tra i due tipi di contratto, a meno che non vi siano motivi oggettivi che giustifichino una differenza;
  • Per quanto riguarda la durata, può essere sia a tempo determinato che a tempo indeterminato. In alcuni casi, è possibile che un contratto part-time venga trasformato in full-time o viceversa, ma ciò deve avvenire con il consenso di entrambe le parti e nel rispetto della normativa vigente. La richiesta di trasformazione potrebbe derivare sia da esigenze aziendali che personali del lavoratore.

Inoltre, i lavoratori part-time godono degli stessi diritti dei lavoratori a tempo pieno, che includono:

  • Ferie e permessi calcolati in base alle ore effettivamente lavorate;
  • Congedo di maternità e malattia come un full time, con la differenza che l’importo del trattamento economico è calcolato sulle ore effettivamente lavorate.
  • Trattamento di fine rapporto (TFR) anche questo proporzionale alle ore lavorate. 

Tipologie di contratto di lavoro a tempo parziale

Esistono diverse modalità per stipulare un contratto di lavoro part-time, che variano a seconda della distribuzione delle ore lavorative durante la settimana. Ecco una spiegazione più dettagliata delle tre principali tipologie di part-time:

1. Part-time orizzontale

  • Come funziona: Il lavoratore è impiegato ogni giorno della settimana, ma con un numero di ore inferiore rispetto a un contratto full-time. In pratica, il lavoratore svolge le stesse giornate lavorative di un dipendente a tempo pieno, ma con ore ridotte.
  • Esempio pratico: Un lavoratore a tempo pieno potrebbe lavorare 8 ore al giorno per 5 giorni a settimana (40 ore settimanali). In un contratto part-time orizzontale, il lavoratore potrebbe lavorare 4 ore al giorno, sempre per 5 giorni a settimana, con una riduzione del carico orario, ma senza alterare la distribuzione giornaliera. Questo tipo di part-time è utile quando il datore di lavoro ha bisogno di presenza continua durante la settimana, ma non a tempo pieno.

2. Part-time verticale

  • Come funziona: In un contratto part-time verticale, il lavoratore lavora solo in determinati giorni della settimana o del mese. Le ore di lavoro sono concentrate in poche giornate, ma durante quelle giornate il lavoratore può lavorare a tempo pieno (ad esempio, 8 ore al giorno). Questo tipo di contratto è più adatto a chi ha bisogno di maggiore disponibilità in alcuni periodi specifici, ma non durante tutta la settimana.
  • Esempio pratico: Se un dipendente ha un contratto full-time con 40 ore settimanali, in un contratto part-time verticale potrebbe lavorare solo 2 o 3 giorni alla settimana, per 8 ore in ciascun giorno, coprendo il carico orario settimanale in poche giornate. Un altro esempio potrebbe essere un lavoratore che lavora in alcuni periodi del mese, come nel caso di un supporto extra in determinate settimane o mesi.

3. Part-time misto

  • Come funziona: Il part-time misto combina elementi del part-time orizzontale e verticale. In altre parole, il lavoratore potrebbe lavorare a tempo parziale in alcuni giorni della settimana (come nel part-time verticale) ma con una distribuzione delle ore che non segue un modello fisso, come avviene nel part-time orizzontale.
  • Esempio pratico: Un lavoratore potrebbe lavorare 4 ore al giorno per 3 giorni a settimana e 8 ore in altri 2 giorni. Un altro esempio potrebbe essere un lavoratore che lavora per 6 ore al giorno, ma distribuite su 4 giorni, concentrando l’orario in alcuni giorni specifici, mentre in altri giorni lavora solo poche ore.

Differenze tra part-time verticale e part-time orizzontale

Le differenze principali tra il part-time verticale e il part-time orizzontale riguardano principalmente la distribuzione dell’orario di lavoro.

Nel caso del part-time orizzontale, la riduzione oraria avviene in modo costante durante tutta la settimana, distribuendo le ore di lavoro su ogni giorno lavorativo.

Ad esempio, un lavoratore a part-time orizzontale potrebbe lavorare 4 ore al giorno per 5 giorni alla settimana, riducendo l’orario di lavoro giornaliero rispetto a un contratto a tempo pieno.

Questo tipo di contratto è particolarmente utile per chi desidera un impegno regolare ma con una minore intensità quotidiana, che permette di conciliare meglio la vita privata e il lavoro. La distribuzione delle ore in maniera uniforme durante la settimana garantisce una routine abbastanza prevedibile per il lavoratore.

D’altra parte, nel part-time verticale, il lavoratore concentra le sue ore di lavoro in alcuni giorni specifici, ma con orari completi per quelle giornate. In altre parole, il lavoratore lavora a tempo pieno in determinati giorni della settimana o del mese, e nei giorni in cui non è previsto lavoro, è completamente libero.

Ad esempio, potrebbe lavorare 8 ore al giorno per 3 giorni a settimana, mentre gli altri 2 giorni è completamente a riposo. Questo modello è ideale per chi ha bisogno di concentrarsi sul lavoro in specifici periodi della settimana, lasciando tempo libero in altri giorni.

Il part-time verticale è spesso utilizzato in contesti in cui le esigenze di produzione o di servizio sono concentrate in giorni particolari, come nelle attività stagionali o in quei settori che richiedono picchi di lavoro concentrati.

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Domande frequenti relative al contratto di lavoro a tempo parziale

Cosa si intende per contratto di lavoro a tempo parziale?
Il contratto di lavoro a tempo parziale è un contratto subordinato in cui l’orario di lavoro è ridotto rispetto al tempo pieno.

Quali sono i 3 tipi di part time?
Attualmente, esistono 3 tipi di contratto di lavoro part-time: part-time orizzontale, verticale e misto.

Quali sono le ore minime per un part time?
La Legge non stabilisce un minimo di ore per i contratti di lavoro a tempo parziale, ma spesso i contratti collettivi fissano un limite, ad esempio 16 ore settimanali.

Quanti anni può durare un contratto part time?
I contratti part-time seguono le stesse regole dei contratti full-time. Se il contratto è a tempo determinato, segue le regole generali per questa tipologia. Se è a tempo indeterminato, la durata dipende dalla volontà delle parti e dalle condizioni previste. 

Consulente del lavoro ed esperta di Fisco, Tasse e Diritto. Laureata in Scienze dell'Amministrazione e dell'Organizzazione presso l'Università di Palermo, dal 2016, mi occupo principalmente di scrittura su temi legati a Previdenza, Economia e Lavoro, con un focus sull'attualità e i temi caldi. La mia curiosità e passione mi spinge al costante aggiornamento e un’analisi approfondita delle dinamiche di cui tratto. Scrivo perché quando lo faccio ho l'impressione di stare al posto giusto nel momento giusto

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