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Direttiva Whistleblowing: tutte le novità e come implementarla in azienda

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14 minuti di lettura
Normativa whistleblowing: tutte le novità

Whistleblowing è un termine inglese che possiamo tradurre in italiano con: segnalazione di irregolarità. 

In effetti e come scoprirai leggendo questo articolo, il whistleblowing è una segnalazione alle autorità fatta dal dipendente pubblico o privato. La segnalazione serve per denunciare uno o più illeciti commessi dall’azienda. 

Come potrai immaginare, ricevere questo tipo di segnalazione non è affatto piacevole. La tua azienda rischia di perdere di credibilità e potresti trovarti a dover rispondere dell’illecito davanti alle autorità competenti. Ma andiamo con ordine.

A partire da dicembre 2023 ci sarà un cambiamento nell’applicazione della normativa, scopri nell’articolo come questo può influenzare la tua azienda.

Sommario

Con la funzionalità reclami sei a norma con la direttiva Whistleblowing

Whistleblowing: cos’è, traduzione e significato

Per whistleblowing s’intende l’atto in cui un dipendente decide di segnalare alle autorità un illecito commesso dall’azienda per la quale lavora. 

L’illecito segnalato deve riguardare l’interesse generale. Ciò vuol dire che si può parlare di whistleblowing solo nei casi in cui il fatto commesso interessa la collettività e non esclusivamente i singoli interessi del lavoratore.  

Inoltre, il whistleblowing, come specificato nella Legge 179/2017, è tale quando il dipendente viene a conoscenza del reato o dell’irregolarità, in ragione del rapporto di lavoro in essere.  

L’insieme di norme previste sul tema esistono perché il legislatore ha voluto prevedere un sistema di tutela degli interessi del lavoratore che decide di sporgere la segnalazione. Il lavoratore, infatti, non può essere: 

  • Licenziato 
  • Trasferito 
  • Demansionato 

Il dipendente, che prende il nome di whistleblower, è quindi tutelato. Queste tutele servono a scongiurare che il lavoratore, onde evitare ritorsioni, decida di non segnalare l’illecito di cui è venuto a conoscenza.

Bisogna tener presente che, tendenzialmente, i fatti denunciati dal lavoratore sono molto gravi, trattandosi di: 

  • Frodi 
  • Episodi di corruzione
  • Violazioni di regolamenti 
  • Fatti d’interesse per la salute pubblica 

In Italia l’ente preposto alla gestione degli illeciti e delle eventuali ritorsioni messe in atto dall’azienda nei confronti del dipendente è l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione). 

L’Autorità prende in carico le segnalazioni e si occupa di trasmetterle ai vari enti autorizzati a occuparsene a seconda della natura dell’illecito. 

Whistleblowing interno

Il whistleblowing interno avviene, appunto, internamente ad un’organizzazione e può rivelarsi uno strumento preventivo per le aziende nel ridurre i rischi di negligenze e irregolarità. Dare ai dipendenti e ad altre parti interessate la possibilità di “fare una soffiata” aumenta le possibilità per i manager di ottenere informazioni su irregolarità che dovrebbero essere prese in considerazione ma che sono rimaste nascoste.

Le organizzazioni che prendono sul serio il loro regolamento interno metteranno quindi in atto i meccanismi necessari a fin che il whistleblowing organizzativo possa avvenire, garantendo un sistema sicuro attraverso il quale comunicare eventuali illeciti e la fornitura di linee guida per il whistleblowing.

Whistleblowing pubblico

Nelle aziende e organizzazioni in cui il livello di fiducia tra i vari componenti è basso, i meccanismi di cui abbiamo parlato poco sopra non vengono messi in atto e, molto spesso, non c’è la possibilità di presentarsi come whistleblower anonimo. In questi casi i whistleblower potrebbero essere più inclini a denunciare pubblicamente.

Il whistleblowing pubblico può includere una denuncia alle forze di polizia, ai media o un comunicato effettuato tramite i propri social. Tutte queste situazioni comportano, ovviamente,  un maggior rischio di danno d’immagine per le aziende.

Cosa viene considerato nello specifico con whistleblowing?

Le casistiche specifiche possono variare da un’azienda all’altra, e le leggi sulla protezione degli informatori definiscono i casi di whistleblowing in modo diverso in base anche alla giurisdizione nazionale di ogni Paese.

Ecco una lista delle principali situazioni nelle quali una denuncia viene considerata a livello generale come whistleblowing da parte di membri di aziende e organizzazioni:

  • Reati penali come, ad esempio, truffa o corruzione
  • Rischio per la salute e la sicurezza di una persona
  • Rischio o danno effettivo all’ambiente
  • Errori giudiziari
  • Gravi forme di discriminazione o molestia
  • Violazione della legge come, ad esempio, la mancanza di un’assicurazione adeguata
  • Sospetto che un individuo stia coprendo un illecito

Perché il whistleblowing ha assunto un ruolo così importante?

La crescita dell’interesse nei confronti del whistleblowing è iniziata sicuramente con la crisi finanziaria globale del 2008, che ha risvegliato il mondo sulla necessità di un cambiamento nella denuncia della corruzione a livello aziendale. Inoltre, negli ultimi anni, le varie campagne come WikiLeaks, Facebook e Panama Papers hanno cambiato completamente il modo in cui gli vengono visti i whistleblower: da spioni a veri e propri eroi.

Di conseguenza, si è notata una maggiore attenzione alla lotta contro la corruzione e una maggiore pressione sulle aziende per dare maggior voce ai propri dipendenti. Allo stesso tempo, sempre più governi stanno mettendo in atto leggi sul whistleblowing che, in alcuni casi, rendono obbligatoria l’implementazione di sistemi di whistleblowing definiti, facilitando la la tutela dei whistleblower.

Proprio per questo motivo, sempre più aziende private stanno decidendo di istituire canali di whistleblowing interni per gestire al meglio i problemi a livello organizzativo e garantire trasparenza e parità di trattamento.

La direttiva europea whistleblowing

Oltre le leggi nazionali a tutela dei dipendenti che decidono di denunciare un illecito commesso dall’azienda per la quale lavorano, è bene conoscere anche quanto contenuto nell’ultima Direttiva UE emanata nel novembre 2019.  

La Direttiva impone a tutti gli stati UE di uniformare le norme vigenti nell’ambito del decreto whistleblowing. L’obiettivo è fornire a tutti i lavoratori degli Stati Membri gli stessi diritti e le stesse tutele. 

Per quanto riguarda le aziende, qualora contino più di 250 dipendenti, sono tenute a dotarsi di un sistema per permettere ai lavoratori di segnalare con facilità un illecito. Bisogna precisare che il requisito dei dipendenti calerà da 250 a 50 a partire dal mese di dicembre 2023. 

In linea generale, il sistema implementato in azienda deve garantire l’anonimato al lavoratore e permettergli di segnalare l’illecito in forma scritta od orale. 

Deve essere inoltre previsto un sistema che consenta l’invio di eventuali report e documenti. Scendendo più in dettaglio, la Direttiva contiene disposizioni per quanto riguarda: 

La tipologia di denunce

Il primo punto affrontato dalla Direttiva UE sul whistleblowing riguarda le denunce. Sebbene tutti gli stati già prevedano leggi e regolamenti in materia, l’impegno dell’UE è verso la realizzazione di un sistema in cui, indipendentemente dallo stato in cui risiede, il lavoratore abbia agli stessi diritti, tutele e protezioni. 

Ti segnaliamo inoltre che la Direttiva specifica anche chi sono i soggetti autorizzati a sporgere la segnalazione. Oltre ai lavoratori dipendenti, sono autorizzati a denunciare un illecito: 

  • Azionisti 
  • Volontari 
  • Tirocinanti 
  • Ex lavoratori dell’azienda 

Migliorare i sistemi esistenti

La Direttiva europea sul whistleblowing contiene una sezione dedicata ai canali utilizzati per inviare le segnalazioni. In tal senso le organizzazioni devono dotarsi di un sistema: 

  • Che garantisca l’anonimato al dipendente (se previsto dalla legge nazionale)
  • Non accessibile da soggetti non autorizzati 
  • Conforme alle norme sulla privacy

Inoltre, come titolare d’azienda sei tenuto a informare i dipendenti sull’esistenza dello strumento

Mentre per quanto riguarda il whistleblowing, l’ente ricevente, è tenuto a inviare una notifica di avvenuta ricezione della segnalazione entro 7 giorni. Deve poi attivarsi e provvedere alle verifiche del caso entro i successivi 3 mesi. 

Proteggere i lavoratori

E infine, la Direttiva whistleblowing in Italia contiene tutta una serie di misure a protezione del lavoratore che ha deciso di segnalare un illecito. 

Così come previsto dalle leggi sul tema in Italia, sporgendo denuncia il lavoratore è tutelato in caso di ritorsioni e non rischia di perdere il posto di lavoro. 

I casi tipici segnalati dai whistleblower nelle aziende

Non è raro leggere di casi in cui un lavoratore ha deciso di denunciare l’azienda per i comportamenti irregolari commessi. Questi episodi sono più frequenti di quanto si possa pensare e avvenivano anche prima dell’effettivo recepimento della Direttiva UE sul whistleblowing. 

Molte grandi e medie imprese operanti in qualsiasi settore hanno dovuto quindi fare fronte alle segnalazioni dei propri lavoratori e alcuni casi, gli episodi sono passati alla storia, riempiendo per giorni le pagine di riviste e quotidiani.  

Ecco alcuni dei più comuni e incredibili episodi segnalati dai whistleblowers: 

Frodi nei confronti dei creditori

Probabilmente il più noto ed eclatante caso di whistleblowing è quello che ha visto coinvolta l’azienda JPMorgan e l’avvocatessa Alayne Fleischmann. 

La Fleischmann nel 2012 segnalò e fornì le prove riguardo le attività illecite del gruppo nell’ambito del commercio di titoli di credito derivati. 

È anche grazie alla testimonianza della lavoratrice che la Securities and Exchange Commission (SEC) è riuscita a provare la condotta scorretta della banca, costringendola a pagare una maxi multa da 13 miliardi di dollari! 

Difetti di sicurezza

Emblematico è il caso di whistleblowing che ha visto coinvolta l’azienda Cisco System. Nel 2003, il dipendente Michael Lynn ha rilevato un grave problema di sicurezza presente nei router commercializzati dall’azienda. 

La vulnerabilità era così grave che una persona esperta d’informatica avrebbe potuto prendere il controllo del dispositivo e quindi accedere a tutta una serie d’informazioni sensibili. 

Lynn ha quindi segnalato l’episodio e l’azienda pur di evitare che la notizia diventasse di dominio pubblico ha denunciato il lavoratore accusandolo di violazione degli accordi di riservatezza presenti nel contratto di lavoro. 

La notizia si è comunque diffusa e il caso ha fatto scuola, spingendo aziende e istituzioni a definire una miglior whistleblowing policy. 

Violazione di regolamenti e protocolli

Rientrano tra i casi di whistleblowing anche le segnalazioni relative alle violazioni di regolamenti e protocolli. Ad esempio nel 2015 un infermiere del Community Regional Medical Center ha segnalato palesi violazioni dei protocolli medici. 

La denuncia ha permesso al Department of Public Health d’indagare sul caso e successivamente, l’ospedale è stato sanzionato ed è stato costretto a migliorare la gestione dell’intero reparto. 

Il lavoratore invece ha subito episodi discriminatori ed è stato anche licenziato. L’intera vicenda alla fine si è conclusa con l’ospedale che ha riconosciuto un risarcimento all’infermiere. 

Corruzione

Anche un mancato rispetto degli accordi contrattuali può esporre l’azienda a ricevere una segnalazione da parte di uno o più dipendenti. 

È quanto accaduto a ENI che nel 2009 è stata denunciata da alcuni lavoratori per presunta gestione illecita degli accordi presi con società nel settore operanti in Nigeria e in Algeria. 

I dipendenti denunciarono episodi di corruzione e frode che portarono la magistratura italiana a indagare sui fatti. 

Nonostante la società ENI si sia sempre dichiarata estranea, nel 2018, alcuni funzionari dell’azienda sono condannati per corruzione. A livello giudiziario il caso non è ancora chiuso. 

Frodi nei confronti del fisco

Come ormai chiaro un dipendente ha pieno diritto a segnalare qualsiasi tipo d’illecito che sospetta l’azienda stia commettendo. È interessante segnalare il caso di whistleblowing che ha visto coinvolta la banca UBS. Il caso è scoppiato nel 2007 a seguito di una segnalazione presentata dall’ex dipendente Bradley Birkenfeld. 

Birkenfeld sosteneva che la banca operava in maniera illecita permettendo ai suoi clienti americani di nascondere il denaro agli occhi del fisco. 

La denuncia ha permesso alle autorità d’indagare e a scoprire l’esistenza di un sofisticato sistema per evadere il fisco. La banca è stata condannata a risarcire ben 780 milioni al fisco americano e anche a fornire i dati dei suoi clienti coinvolti nella faccenda. 

Gestione illecita dei fondi pubblici

Un ultimo caso di whistleblowing ha visto coinvolto l’Istituto Superiore di Sanità nel 2013 quando alcuni lavoratori segnalarono una scorretta gestione dei fondi pubblici ricevuti dall’Istituto. 

Secondo i whistleblowers l’ISS utilizzava i fondi illecitamente, non destinandoli per finanziare le previste attività di ricerca. Le denunce anche in questo caso portarono le autorità competenti ad attivarsi. La vicenda a livello giudiziario non si è ancora conclusa. 

whistleblowing normativa

Come vengono protetti i whistleblower dalla normativa in Italia?

Ora che abbiamo visto qual è la normativa relativa al whistleblowing in Italia, passiamo all’aspetto legato alla protezione. Quali sono le tutele per i whistleblower in Italia? Anche qui, la questione cambia tra settore pubblico e privato.

Tutele nel settore privato

La legge fornisce una protezione più ampia ai whistleblower nel settore privato rispetto alla situazione presente prima dell’attuazione della normativa nel 2018. Per quanto riguarda le tutele, in particolare la legge prevede che:

  • il whistleblower è protetto da qualsiasi licenziamento ritorsivo o discriminatorio come conseguenza della sua segnalazione e il whistleblower è protetto da qualsiasi retrocessione o qualsiasi altra misura, diretta o indiretta, discriminatoria o ritorsiva come conseguenza della sua segnalazione. Ogni presunta violazione di questa protezione può essere denunciata all’Ispettorato Nazionale del Lavoro dal denunciante o dal suo rappresentante sindacale (per quanto riguarda il diritto del lavoro) e
  • in tutti i casi l’identità del denunciante è e deve essere mantenuta strettamente anonima (in relazione alla legge sulla privacy).

Inoltre, è importante notare che queste protezioni sono previste non solo per i dipendenti subordinati, ma anche per i lavoratori autonomi: infatti, la legge si riferisce espressamente al “dipendente o all’imprenditore”.

Tutele nel settore pubblico

La natura della protezione prevista dalla legge per il whistleblower di un datore di lavoro del settore pubblico è simile a quella di un datore di lavoro del settore privato:

  • il dipendente pubblico che segnala, nell’interesse dell’integrità della pubblica amministrazione, comportamenti illeciti di cui è venuto a conoscenza a causa dell’impiego, non può essere sanzionato, retrocesso, licenziato, trasferito o sottoposto a qualsiasi altra misura organizzativa che abbia effetti negativi diretti o indiretti sulle sue condizioni di lavoro a causa della segnalazione che ha fatto (relativa al diritto del lavoro); e
  • il datore di lavoro del settore pubblico interessato ha l’obbligo di garantire la riservatezza dell’identità del denunciante (in relazione alla legge sulla privacy).

Inoltre, la legge chiarisce che ai fini dell’applicazione della legge, il “dipendente pubblico” è da considerarsi come appartenente a gruppi quali:

  • dipendenti della pubblica amministrazione
  • dipendenti di enti pubblici economici
  • dipendenti di enti di diritto privato soggetti a controllo pubblico
  • lavoratori e appaltatori di società o enti che forniscono beni e servizi e/o eseguono opere o servizi nei confronti della pubblica amministrazione (in questo caso, la tutela prevista dalla legge si applica anche ai whistleblower che non fanno parte della pubblica amministrazione, ma hanno una posizione rilevante per la segnalazione di illeciti).

Quali comportamenti sono permessi alle aziende in relazione al whistleblower e alle informazioni divulgate?

La normativa definisce anche quali sono le azioni concesse alle aziende a seguito di situazioni di whistleblowing. Nel settore privato, le politiche di whistleblowing non possono mai essere utilizzate come strumento per monitorare o valutare le prestazioni dei dipendenti, o per indagare su fatti non attinenti alle capacità lavorative dei dipendenti o alle attività del datore di lavoro.

La legge prevede anche specifiche eccezioni al concetto di riservatezza, in determinate condizioni, al fine di perseguire l’interesse di prevenire gli illeciti.

Nel settore pubblico, la normativa fornisce una maggiore protezione ai whistleblower del settore governativo rispetto a quanto avveniva in passato. Nello specifico:

  • La nuova normativa è obbligatoria per qualsiasi amministrazione pubblica
  • L’identità del whistleblower è protetta in modo migliore nel senso che, salvo condizioni specifiche, l’identità del whistleblower deve essere mantenuta strettamente riservata durante qualsiasi procedura disciplinare contro la/e persona/e accusata/e, così come durante qualsiasi eventuale processo (penale o altro). Inoltre, i sistemi di segnalazione devono essere stabiliti per garantire la riservatezza dell’identità del whistleblower utilizzando modalità informatiche e strumenti di crittografia.

Come avviene anche per il settore privato, la legge prevede specifiche eccezioni a questo concetto di riservatezza, a determinate condizioni, al fine di perseguire l’interesse di prevenire illeciti.

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Quali sono le sanzioni per le aziende che infrangono la normativa whistleblowing?

Avendo trattato la struttura generale della normativa e le tutele che prevede nei confronti dei whistleblower, possiamo addentrarci ora all’aspetto sanzionatorio. Quali sono le sanzioni che vengono applicate alle aziende che non rispettano la normativa sul whistleblowing? Vediamole nello specifico, sempre differenziando tra settore pubblico e privato.

Sanzioni in caso di infrazione della normativa whistleblowing nel settore privato

In caso di inosservanza della normativa whistleblowing, la legge whistleblowing prevede sanzioni disciplinari contro chiunque violi le misure volte a proteggere i whistleblower.

Inoltre, il whistleblower o il suo rappresentante sindacale ha il diritto di denunciare all’Ispettorato Nazionale del Lavoro qualsiasi misura pregiudizievole contro il whistleblower.

In caso di inosservanza, qualsiasi licenziamento, retrocessione o qualsiasi altra misura ritorsiva o dannosa presa contro il denunciante è nulla e l’onere della prova è a carico del datore di lavoro.

Infine, la mancata attuazione delle misure di tutela del whistleblower o il mancato rispetto della legge in materia di tutela del whistleblower può comportare anche l’annullamento del regime di esenzione della responsabilità penale d’impresa, che altrimenti deriverebbe dall’adozione del Modello 231 da parte del datore di lavoro-azienda.

Sanzioni in caso di infrazione della normativa whistleblowing nel settore pubblico

Nel settore pubblico, il whistleblower (o il suo rappresentante sindacale) deve notificare all’ANAC ogni presunta misura ritorsiva o lesiva adottata nei confronti del whistleblower, affinché possa essere intrapresa un’azione correttiva o irrogata una sanzione.

A seguito della notifica, la legge prevede le seguenti sanzioni e/o risarcimenti:

  • In caso di trattamento lesivo nei confronti del whistleblower adottato dalla pubblica amministrazione, possono essere previste sanzioni amministrative pecuniarie da 5.000 a 30.000 euro.
  • In caso di inadeguatezza delle procedure di segnalazione e dei sistemi di gestione delle segnalazioni, può essere prevista una sanzione amministrativa pecuniaria da € 10.000 a € 50.000.
  • In caso di mancato corretto esame e trattamento delle segnalazioni ricevute, può essere prevista una sanzione amministrativa pecuniaria da € 10.000 a € 50.000.
  • Il whistleblower che è stato licenziato a causa della sua segnalazione ha diritto ad essere reintegrato e in questo caso l’onere della prova è a carico del datore di lavoro del settore pubblico per dimostrare che il licenziamento non era né discriminatorio né ritorsivo.

Software per whistleblowing e piattaforme

Come abbiamo visto finora, la Direttiva UE impone alle imprese con più di 250 dipendenti (50 dal dicembre 2023) di dotarsi di un sistema che permetta ai lavoratori di segnalare eventuali illeciti. 

Il sistema da implementare in azienda deve soddisfare i requisiti previsti nella normativa. Riassumendo dovrai dotarti di un whistleblowing software o app oppure di una vera e propria piattaforma per il whistleblowing che: 

  • Permetta ai dipendenti d’inviare segnalazioni anonime scritte, verbali, telefoniche 
  • Assicuri l’anonimato ai lavoratori
  • Sia accessibile solo dai soggetti autorizzati 

Dotarsi di un sistema conforme alle direttive UE è obbligatorio per alcune tipologie d’azienda e facoltativo per tutte quelle con meno di 50 dipendenti, tuttavia, dotarsene porta dei vantaggi che è bene considerare: 

  • Previeni la corruzione: un sistema di whistleblowing in azienda incoraggia i lavoratori a segnale gli illeciti siano questi comportamenti contro il regolamento aziendale o peggio illegali. 
  • Migliori la sicurezza: un dipendente potrebbe individuare gravi problemi di sicurezza nelle reti informatiche e segnalarlo senza alcuna conseguenza per il suo posto di lavoro. 
  • Rafforzi l’immagine del brand: la tua azienda migliora l’immagine che ha di sé nei confronti dei lavoratori, dei dipendenti e di tutti gli stakeholders. 
  • Risparmi denaro: prevenire è meglio che curare. Come abbiamo visto, essere coinvolti in un episodio di corruzione, di frode, di gestione illecita dei fondi e così via, può portare a ingenti richieste di risarcimento che potrebbero mettere in serie difficoltà la tenuta finanziaria dell’azienda. 

Factorial, il software HR per whistleblowing

Factorial è il software HR che ti permette d’implementare un sistema per il whistleblowing. Con Factorial hai la certezza di utilizzare una funzionalità conforme ai requisiti UE. Questo significa che i lavoratori possono inviare le richieste per iscritto o verbalmente con la garanzia di mantenere l’anonimato.

La funzionalità “Reclami” è molto semplice da utilizzare. Il dipendente accede a una pagina dedicata dalla quale può: 

  • Compilare il modulo di richiamo 
  • Fornire informazioni dettagliate sull’episodio accaduto o in corso 
  • Allegare documenti e altre prove 

Inoltre, il documento preparato è protetto da una password scelta dal lavoratore. Una volta inviata la segnalazione il lavoratore riceve un “numero di reclamo” che può utilizzare per verificare lo stato d’avanzamento della segnalazione. 

In più, hai la possibilità di designare un responsabile dei reclami, il quale si occuperà di gestire tutte le segnalazioni secondo quanto previsto dalla Direttiva UE. 

Il software ti permette di digitalizzare e automatizzare tantissimi processi in ambito HR. Si tratta di uno strumento all in one, completo e sviluppato sulle reali esigenze dei lavoratori e delle PMI. 

Whistleblowing: le conclusioni

In questo articolo abbiamo visto cos’è il whistleblowing, quali sono le normative da rispettare e quale software puoi utilizzare. 

Abbiamo anche riportato alcuni esempi di whistleblowing scoprendo come le segnalazioni possano effettivamente aiutare le organizzazioni a far emergere e risolvere gravi problematiche aziendali, il tutto garantendo l’anonimato ai lavoratori e il mantenimento del posto di lavoro. 

In conclusione, è ancora una volta la tecnologia a rivelarsi un importante alleato per la tua azienda e per i lavoratori. 

È grazie a questa che puoi oggi: incoraggiare le risorse umane a mantenere un comportamento corretto, rispettare le normative vigenti ma anche migliorare la trasparenza in azienda e la reputazione di cui gode il tuo marchio. 

Domande frequenti sulla nuova normativa Whistleblowing

Che cos’è il whistleblowing?
Il whistleblowing è il processo in cui un individuo, noto come whistleblower, rivela informazioni su attività illegali o scorrette all’interno di un’organizzazione attraverso un canale di denunce. Queste segnalazioni, che possono essere fatte in modo anonimo, contribuiscono a promuovere la trasparenza, l’integrità e la conformità alle leggi aziendali, consentendo interventi correttivi e prevenendo comportamenti illeciti.

Quali sono i cambiamenti nella normativa whistleblowing in Italia a partire da dicembre 2023?
A partire dal 17 dicembre 2023, la normativa whistleblowing in Italia subirà alcune modifiche significative per migliorare la protezione dei whistleblower e la gestione delle segnalazioni, soprattutto nelle aziende con più di 50 dipendenti. Questi cambiamenti mirano a promuovere un ambiente aziendale trasparente e a garantire la sicurezza di coloro che segnalano irregolarità.

Come il nostro software si allinea con la nuova normativa whistleblowing?
Il nostro software è progettato per conformarsi pienamente alle nuove disposizioni della normativa europea sul whistleblowing. Grazie a Factorial, hai la sicurezza di adottare una funzionalità totalmente conforme ai requisiti dell’Unione Europea. Ciò significa che i dipendenti possono inviare segnalazioni, sia per iscritto che verbalmente, con la certezza di mantenere l’anonimato.

Con la funzionalità reclami sei a norma con la direttiva Whistleblowing

Nata a Firenze e laureata in Scienze Politiche (in particolare Comunicazione e Giornalismo) all’Università di Firenze. In Italia ha lavorato come giornalista ed ha collaborato con diversi siti web dedicati al mondo dell’attualità. Adesso vive a Barcellona ed è Content Marketing Specialist in Factorial e si occupa della creazione dei contenuti del mercato italiano. Il suo obiettivo è dare supporto, ispirazione e strumenti per far conoscere il mondo delle Risorse Umane e far crescere la community HR. Ama l’avventura, la natura, viaggiare e giocare a pallavolo.

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