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Transizione 4.0: come ottenere il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali [Guida]

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7 minuti di lettura
Transizione 4.0

Vuoi che la tua azienda rientri nella transizione 4.0? Sai come ottenere il credito d’imposta per la trasformazione?

La transizione 4.0 rappresenta un piano dello Stato Italiano col supporto dell’Unione Europea per stimolare gli investimenti e rafforzare il tessuto produttivo Italiano. Lo scopo è quello di ammodernare l’economia e accompagnarla verso l’evoluzione dell’industria 4.0. Col piano transizione 4.0 il governo mette a disposizione miliardi di euro sotto forma di credito d’imposta per le aziende che ne soddisfano i requisiti. 

Questa è un’opportunità unica per la tua azienda; è raro avere a disposizione capitali così alti senza sobbarcarsi notevoli rischi. Modernizzando la tua azienda con gli investimenti concessi dal piano di transizione, ti prepari al mercato del futuro e aumenti la tua competitività

In questo articolo vedremo cos’è il piano di transizione 4.0, come il PNRR lo influenza, e come ottenere agevolazioni e credito d’imposta per la tua impresa.

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Che cos’è il piano di transizione 4.0

Il piano di transizione 4.0 è un piano economico volto a rendere più attraenti gli investimenti in Italia. La misura scelta dal governo per il piano è quella del credito d’imposta — un’agevolazione fiscale che permette al beneficiario di detrarre parte delle imposte che dovrebbe pagare al fisco.

Più avanti vedremo nello specifico come funziona, e come puoi sfruttarlo per ammodernare la tua azienda, ma in breve funziona così: 

  1. Investi in uno dei tre fattori stabiliti dal governo nel piano di transizione — beni strumentali, ricerca e sviluppo, o formazione.
  2. Documenta tutte le spese.
  3. Comunicale tramite l’apposito modello di comunicazione, insieme agli esiti della perizia tecnica o attestato di conformità che dimostrano il tuo investimento.

La novità che ha portato il governo a riadattare il piano è l’introduzione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza creato per promuovere la ripresa dalla crisi pandemica.

PNRR e transizione 4.0

Il PNRR, conosciuto anche come Italia domani, è il progetto del governo per accedere al fondo Europeo del Next Gen EU, un pacchetto da 750 miliardi di euro progettato per rispondere agli effetti devastanti della pandemia del COVID-19 sulle economie dei paesi membri.

La tranche Italiana del piano ammonta a 235,12 miliardi di euro che verranno rilasciati in 6 anni, dal 2021 al 2026. Tra gli obbiettivi della misura figura anche l’ammodernamento del tessuto produttivo, incluso nel piano di transizione 4.0.

All’interno del pacchetto del PNRR rientra anche il piano di transizione 4.0 da 18,43 miliardi, il cui scopo è quello di sostenere la trasformazione digitale, l’innovazione, e la competitività del sistema produttivo.

Le novità dal 2023 al 2025 

Il governo Meloni ha approvato un decreto legge il 16 febbraio 2023 che apporta numerose modifiche al PNRR, volto a semplificare le procedure necessarie per l’attuazione del piano. 

Il cambiamento principale — che prescinde dal decreto legge sopra citato — riguarda le aliquote del credito e il limite massimo di investimenti contemplati dalle agevolazioni fiscali; vediamole insieme.

Cominciamo dalla formazione 4.0. Non è più prevista l’erogazione di crediti d’imposta per nuove attività di formazione 4.0. Puoi ancora richiedere il credito per le spese di formazione che hai sostenuto nel 2022, ma se eroghi nuova formazione adesso non riceverai alcuna agevolazione.

Anche il credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica cambia dal 2023. Fino al 2022 veniva riconosciuto un credito d’imposta pari al 20% della relativa base di calcolo, fino a un massimo di 4 milioni di euro. Dal 2023 fino al 2031, invece, l’aliquota passa al 10%, nel limite massimo annuale di 5 milioni di euro

Le novità più importanti sono quelle sul credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, anche in questo caso con aliquote riviste al ribasso. Tanto per cominciare, vengono aboliti super- ed iperammortamento; l’unica agevolazione fiscale disponibile dal 2023 è il credito d’imposta.

A cosa serve il piano di transizione 4.0 

La missione del piano di transizione 4.0 è quella di incentivare le aziende ad investire sulla transizione digitale. Gli obiettivi non sono esclusivamente economici, ma includono anche sostenibilità ed innovazione. 

Per raggiungere questi obbiettivi il governo ha varato il piano di transizione 4.0 che prevede detrazioni fiscali a quelle aziende che si impegnano a modernizzare e digitalizzare il processo produttivo. 

L’idea dietro al piano è quella di rendere le aziende Italiane più competitive, aumentando produttività e redditività, oltre che creare nuovi posti di lavoro. Questi aumenti a loro volta si traducono in maggiori introiti per le casse dello Stato che potrà investire in nuove infrastrutture e progetti per aumentare il benessere dei cittadini.

L’interesse è duplice: da un lato abbiamo lo Stato che rinuncia ad entrate a breve termine nella speranza di recuperare tutto con gli interessi una volta messa in moto la crescita. Dall’altro, abbiamo un tentativo di far tornare gli investimenti privati in Italia, che negli ultimi due decenni hanno visto alti e bassi.

👉 Leggi anche: Industria 4.0: come stanno cambiando le aziende nell’era digitale

Quali sono i vantaggi del piano di transizione 4.0 

Le massicce risorse messe in campo dal governo per il piano di transizione 4.0 porteranno una serie di vantaggi al Paese:

  • Aumento della competitività. Gli incentivi agli investimenti contribuiscono a svecchiare il tessuto produttivo Italiano, con aumento della produttività e della competitività delle aziende sul mercato globale.
  • Maggiore resilienza. Le aziende che non sfrutteranno gli incentivi rimarranno indietro rispetto alla concorrenza, e saranno in una posizione più debole nel mercato del futuro.
  • Migliore sostenibilità. La sostenibilità è un argomento che sta a cuore a tutti, consumatori inclusi. Col piano di transizione puoi rendere i tuoi processi produttivi più sostenibili dal punto di vista ambientale, e sarai pronto a fronteggiare eventuali regolamentazioni ambientale che potrebbero arrivare in futuro.
    • Più innovazione. L’innovazione tecnologica corre a ritmi pazzeschi, ma in Italia tende ad arrancare rispetto ad altre aree del mondo. Col piano di transizione le aziende Italiane possono investire di più in innovazione, che porta a prodotti e processi migliori.
  • Una forza lavoro più moderna. La modernizzazione dell’apparato produttivo aumenterà la richiesta di figure specializzate nel mercato del lavoro. Questo alzerà il livello di educazione medio del Paese, con grossi vantaggi per tutta la popolazione.

Vediamo ora come puoi accedere alle agevolazioni del piano transizione 4.0.

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Transizione 4.0: come accedere alle agevolazioni 

Il procedimento per richiedere le agevolazioni offerte dal piano di transizione 4.0 non è complicato, ma va seguito con cura onde evitare di vedersi il credito rifiutato.

Ecco cosa devi fare:

  1. Inviare una comunicazione al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) in cui notifichi il ministero di voler sfruttare le agevolazioni. Devi inviare via PEC questo modello compilato al seguente indirizzo: benistrumentali4.0@pec.mise.gov.it
  2. Indicare il credito d’imposta nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta. Ricordati di comunicare nelle fatture il riferimento alle disposizioni di legge relative al piano di transizione. Qui trovi maggiori informazioni a riguardo.
  3. Ottenere una certificazione da un ingegnere o perito tecnico che provi che i tuoi investimento siano effettivamente stati usati per ammodernare l’azienda secondo gli standard dell’industria 4.0

Tuttavia, c’è un’eccezione alla regola; non devi seguire questo procedimento per i beni strumentali di costo inferiore ai 300.000 euro. In tal caso ti basterà presentare una dichiarazione resa da un legale rappresentante che attesti la transazione.

Credito di imposta: le regole della transizione 4.0 

Oltre alle già citate soglie di aliquote, ci sono altre regole da seguire per rientrare nel piano di transizione 4.0. 

Per prima cosa, controlla la liste di software e macchinari che rientrano nel piano transizione, onde evitare di investire in qualcosa non coperto dal bonus.

Poi, controlla le date di validità dei bonus. Ad esempio, il credito di imposta per l’erogazione di formazione 4.0 è scaduto, ma puoi ancora richiederlo se hai offerto formazione 4.0 nel 2022. Oppure, per il credito d’imposta dedicato ai beni strumentali materiali, puoi ricevere le quote del 2022 per gli investimento effettuati fino al 30 novembre 2023, a patto che l’ordine sia stato effettuato ed accettato dal venditore entro il 31 dicembre 2022.

Per finire, dovrai aggiornare come compili le fatture. Il comma 1062 della legge di bilancio 2021 infatti richiede che fatture e documenti relativi all’acquisto dei beni eleggibili rechino l’espresso riferimento alla disposizione agevolativa, ossia i commi da 1054 a 1058-ter dell’art. 1 della Legge 178 del 30 dicembre 2020, come modificata dalla legge 234/2021, art. 1, comma 44.

👉 Può interessarti anche: Guida al credito d’imposta

Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali 

Il piano transizione 4.0 separa i beni strumentali in due categorie — beni materiali e immateriali, ciascuno con le proprie aliquote:

  • I beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati. Questi sono i macchinari di ogni tipo, oltre che sensori e dispositivi intelligenti per l’interconnessione. Qui trovi una lista di tutti i beni materiali interessati. 
  • I beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati. Questi sono i software necessari a connettere e gestire i macchinari. Qui trovi una lista di tutti i tipi di software interessati.

Le aliquote del credito d’imposta sono divise in scaglioni sulla base della somma investita. Cominciamo con le novità del 2023-2025 per i beni strumentali materiali:

  • Fino a 2,5 milioni di euro l’aliquota passa dal 40% al 20%
  • Dai 2,5 fino ai 10 milioni di euro l’aliquota passa dal 20% al 10%
  • Dai 10 ai 20 milioni di euro l’aliquota passa dal 10% al 5%
  • C’è anche una nuova voce nel 2023: 5% del costo per la quota di investimenti superiore a 10 milioni fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 50 milioni di euro degli investimenti inclusi nel PNRR, diretti alla realizzazione di obiettivi di transizione.

Per quanto riguarda invece i beni strumentali immateriali, il limite massimo di investimento è 1 milione di euro. Quello che cambia è l’aliquota: nel 2022 la quota di credito d’imposta che ricevevi era pari al 50% della soma investita; nel 2023 la quota scende al 20%, nel 2024 al 15%, e nel 2025 a 10%.

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In sicurezza, perché con la nostra firma elettronica che rispetta gli standard di sicurezza eIDAS (electronic IDentification, Authentication and trust Services) Europei. Così puoi inviare i documenti e farli firmare al volo a chi di dovere. 

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Investire in Factorial ti da accesso al credito di imposta per beni strumentali e ti aiuta a riformare la tua azienda, rendendola più produttiva, digitale, e sostenibile.

Vediamo come nello specifico.

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Content Writer specializzato nella scrittura di contenuti per le aziende software. Ha collaborato con aziende Italiane ed internazionali per dar loro una voce che si distinguesse nel chiasso di internet. Vive a Morbegno, un paese in provincia di Sondrio. La lettura è la sua più grande passione; economia, filosofia, e storia sono i suoi principali campi di interesse, ma c'è sempre anche un romanzo aperto sul suo Kindle.

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