Il contratto di somministrazione è una delle formule più utilizzate nel mondo del lavoro oggi, grazie alla sua capacità di offrire flessibilità alle aziende e opportunità ai lavoratori.
Ma come funziona esattamente? Quali sono le norme che lo regolano? E soprattutto, quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa tipologia contrattuale?
In questa guida esamineremo in dettaglio tutto ciò che c’è da sapere sul contratto di somministrazione, dai riferimenti normativi alle differenze rispetto ad altre forme di assunzione, fino a un’analisi completa dei benefici e delle possibili criticità per le aziende. Inoltre, risponderemo alle domande più comuni per chiarire ogni dubbio su questo strumento lavorativo.
- Cos’è il contratto di somministrazione
- Cosa dice la legge sul contratto di somministrazione
- Differenza tra assunzione e somministrazione
- Contratti di somministrazione a tempo indeterminato o determinato
- Contratto di somministrazione: vantaggi e svantaggi per le aziende
- Gestisci onboarding, contratti e documenti aziendali con Factorial
- Domande frequenti relative al contratto di somministrazione
- Prova un software completo per gestire documenti e contratti in pochi click 🚀
Cos’è il contratto di somministrazione
Il contratto di somministrazione è una forma di rapporto lavorativo che coinvolge tre soggetti principali, ovvero:
- Lavoratore, che presta la propria attività lavorativa.
- Agenzia per il lavoro (somministratore), un ente autorizzato che assume il lavoratore e lo invia a prestare servizio presso un’altra azienda.
- Azienda utilizzatrice che si rivolge all’agenzia e beneficia del lavoro svolto dal lavoratore somministrato.
Di fatto, il lavoratore viene assunto dall’agenzia ma presta la propria attività lavorativa presso l’azienda utilizzatrice. Quindi, l’agenzia per il lavoro assume il lavoratore e stipula un contratto di somministrazione con l’azienda utilizzatrice.
Quest’ultima utilizza le competenze del lavoratore per un periodo definito (tempo determinato) o continuativo (tempo indeterminato).
Cosa dice la legge sul contratto di somministrazione
La disciplina del contratto di somministrazione è contenuta nel Decreto Legislativo 81/2015, ovvero il Jobs Act, aggiornato con importanti novità dalle modifiche introdotte dal DDL Lavoro 2024 dalla Legge di Bilancio 2025.
Nel dettaglio, la normativa prevede che:
- Al lavoratore assunto tramite somministrazione vengano riconosciuti gli stessi diritti e lo stesso trattamento economico e normativo riservato ai dipendenti dell’azienda utilizzatrice, compresi salario, ferie, malattia e altri benefici previsti dal contratto collettivo;
- Per essere valido, il contratto di somministrazione deve essere stipulato in forma scritta;
- L’agenzia per il lavoro deve essere autorizzata dal Ministero del Lavoro per operare;
- La somministrazione di lavoro non è consentita nelle Pubbliche Amministrazioni;
- In assenza di specifiche eccezioni, l’azienda che stipula un contratto di somministrazione deve giustificare il motivo per cui sceglie di utilizzare un contratto a tempo determinato piuttosto che un contratto a tempo indeterminato inserendo una causale.
Inoltre, sono previsti dei limiti quantitativi per l’utilizzo di lavoratori in somministrazione, che cambiano a seconda che questa sia a tempo determinato o indeterminato. Infatti:
- Nel caso di somministrazione a tempo indeterminato, il numero di lavoratori somministrati non può superare il 20% del totale dei lavoratori a tempo indeterminato dell’azienda utilizzatrice al 1° gennaio dell’anno in cui viene stipulato il contratto;
- Nel caso di somministrazione a tempo determinato, il limite è invece fissato al 30%.
Alcune categorie di lavoratori sono però esclusi dal calcolo dei limiti percentuali. Si tratta nel dettaglio di:
- Apprendisti assunti tramite l’agenzia;
- Disoccupati che abbiano beneficiato di ammortizzatori sociali per almeno 6 mesi;
- Lavoratori svantaggiati o molto svantaggiati, come definiti dal Regolamento UE 651/2014.
Novità 2024/2025 relative a questo contratto
Nell’ultimo anno, il legislatore è intervenuto a più riprese sui contratti di somministrazione, introducendo delle importanti novità, prima con il DDL Lavoro 2024 e poi con la Legge di Bilancio 2025. Questi interventi hanno avuto come obiettivo quello di migliorare la flessibilità del lavoro, ma anche di garantire maggiori tutele per i lavoratori.
Nel dettaglio, con il DDL Lavoro 2024, le modifiche riguardano:
- La durata per le missioni in somministrazione a tempo determinato fissandola a 24 mesi. Superato questo termine, il contratto deve trasformarsi in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con l’azienda utilizzatrice, senza possibilità di prolungamento, nemmeno con la trasformazione a tempo indeterminato presso l’agenzia di somministrazione. In passato invece la durata delle missioni in somministrazione a tempo determinato poteva essere rinnovata più volte, con un limite che, in teoria, non era rigido;
- La normativa riguardo alla causale per i contratti a tempo determinato, ovvero non è più necessaria una giustificazione in caso di contratti legati a esigenze temporanee o sostitutive o quando il lavoratore è assunto a tempo indeterminato dall’agenzia di somministrazione;
- Il limite di somministrazione per le aziende, mantenuto al 20% per i contratti di somministrazione a tempo indeterminato e al 30% per quelli a tempo determinato. Tuttavia, è stato stabilito che tale limite non vale per i disoccupati che ricevono sostegni da almeno 6 mesi, i lavoratori svantaggiati o molto svantaggiati e gli apprendisti assunti tramite l’agenzia;
- L’introduzione di un’indennità di disponibilità (pari almeno al 20% della retribuzione del CCNL), per i lavoratori assunti a tempo indeterminato dall’agenzia di somministrazione, che si applica nel caso di periodi di inattività tra una missione e l’altra.
Con la Legge di Bilancio 2025 invece:
- La durata massima di una missione presso lo stesso utilizzatore non potrà superare i 24 mesi;
- Se il limite dei 24 mesi viene superato, il contratto di somministrazione si trasforma automaticamente in un contratto a tempo indeterminato. Questo implica che il lavoratore sarà assunto direttamente dall’azienda utilizzatrice, senza ulteriori possibilità di ricorrere alla somministrazione;
- È stata esclusa la possibilità di prolungare la missione oltre i 24 mesi anche nel caso in cui il contratto del lavoratore venga trasformato in un contratto a tempo indeterminato presso l’agenzia di somministrazione. Questa modifica è finalizzata a prevenire l’abuso della somministrazione come strumento di lavoro a lungo termine.
Differenza tra assunzione e somministrazione
La principale differenza tra un’assunzione diretta e un contratto di somministrazione riguarda la natura del rapporto contrattuale e la gestione delle diverse fasi lavorative.
Quando un lavoratore è assunto direttamente da un’azienda, il contratto di lavoro viene stipulato tra il lavoratore e l’azienda. In questo caso, l’azienda è il datore di lavoro che si assume direttamente tutte le responsabilità legate al lavoratore, come la gestione del salario, le ferie, i permessi e le tutele previdenziali. Inoltre, l’azienda è anche quella che gestisce le mansioni quotidiane del dipendente, che lavora esclusivamente per essa. La relazione contrattuale è diretta e senza intermediari, creando un legame stabile e duraturo tra l’azienda e il lavoratore.
Nel caso di un contratto di somministrazione, il lavoratore non è assunto direttamente dall’azienda utilizzatrice, ma da un’agenzia per il lavoro. L’agenzia stipula il contratto di assunzione e si occupa della gestione amministrativa del lavoratore, come il pagamento del salario e la gestione delle pratiche burocratiche. Tuttavia, il lavoratore svolge le proprie mansioni presso l’azienda utilizzatrice, che non è il datore di lavoro, ma si occupa della gestione quotidiana del lavoro del dipendente. L’azienda utilizzatrice supervisiona le attività del lavoratore, stabilisce le modalità di esecuzione del lavoro e fornisce gli strumenti necessari per il suo svolgimento, ma non ha un rapporto diretto con il lavoratore dal punto di vista contrattuale.
In questo caso, l’azienda utilizzatrice non ha un rapporto diretto con il lavoratore dal punto di vista contrattuale, ma ne gestisce il lavoro quotidiano. La differenza fondamentale risiede quindi nel fatto che nella somministrazione l’agenzia per il lavoro è il datore di lavoro formale, mentre l’azienda utilizzatrice gestisce il lavoro quotidiano senza assumersi gli oneri amministrativi e contrattuali, che rimangono competenza dell’agenzia.
Contratti di somministrazione a tempo indeterminato o determinato
Il contratto di somministrazione può essere a tempo determinato, per esigenze temporanee o progetti specifici, oppure a tempo indeterminato, per attività continuative, come la gestione di processi aziendali o reparti.
Nel caso di contratti di somministrazione a tempo indeterminato:
- Il lavoratore è assunto a tempo indeterminato dall’agenzia di somministrazione e svolge la propria attività presso un’azienda utilizzatrice;
- È possibile per qualsiasi ambito di attività e tipologia di lavoratori, ma è soggetto al limite del 20% del numero di lavoratori a tempo indeterminato in forza presso l’azienda utilizzatrice;
- Possono essere esclusi dal limite i lavoratori individuati dal DDL Lavoro 2024 (ovvero disoccupati che hanno beneficiato di ammortizzatori sociali, apprendisti e lavoratori svantaggiati);
- Il lavoratore ha diritto a un’indennità di disponibilità durante i periodi di inattività (lavoro intermittente), che non può essere inferiore al 20% della retribuzione.
Nel caso invece di contratti di somministrazione a tempo determinato:
- L’agenzia per il lavoro assume il lavoratore e lo invia presso l’azienda utilizzatrice per un periodo determinato;
- La durata della missione deve essere comunicata per iscritto e può essere prorogata con il consenso del lavoratore ma fino a un massimo di 24 mesi presso lo stesso utilizzatore, a meno che il contratto non venga trasformato in un contratto a tempo indeterminato;
- Il numero di lavoratori assunti con contratti a tempo determinato o somministrazione a tempo determinato non può superare il 30% dei lavoratori a tempo indeterminato presso l’azienda utilizzatrice;
- È più richiesta una causale per la somministrazione a termine tranne quando l’azienda ricorre a questo tipo di contratto per necessità stagionali, progetti temporanei, picchi di produzione o sostituzioni di dipendenti.
Contratto di somministrazione: vantaggi e svantaggi per le aziende
Una delle principali ragioni per cui le aziende scelgono il contratto di somministrazione è la flessibilità.
Questo tipo di contratto, infatti, consente di adattarsi rapidamente ai picchi di lavoro, senza dover fare assunzioni definitive. Inoltre, le aziende possono ridurre i rischi legali, poiché l’agenzia per il lavoro si occupa della gestione amministrativa e contrattuale, sollevando l’azienda da molte delle responsabilità legate all’impiego.
Un altro vantaggio importante è la possibilità di accedere a competenze specializzate per specifici progetti, senza dover cercare e assumere un dipendente a lungo termine.
Tuttavia, ci sono anche degli svantaggi. Il costo del contratto di somministrazione è infatti generalmente più alto rispetto a un’assunzione diretta, a causa delle spese aggiuntive per il servizio dell’agenzia.
Inoltre, esistono delle limitazioni legali e restrizioni sull’utilizzo della somministrazione, regolando il suo impiego per evitare abusi. Per cui il mancato rispetto delle disposizioni espone l’azienda a sanzioni e conseguenze negative.
Infine, i lavoratori somministrati potrebbero sentirsi meno integrati nell’azienda senza un piano di onboarding adeguato che li coinvolga, in quanto non sono dipendenti diretti, il che può influire sulla loro motivazione nel lungo periodo.
Gestisci onboarding, contratti e documenti aziendali con Factorial
Generare un contratto di lavoro subordinato è soltanto una delle tante fasi dei processi di recruiting, che iniziano con la pubblicazione di un’offerta di lavoro e la selezione dei candidati tramite un software ATS e si concludono con l’onboarding del futuro dipendente. La soluzione per alleggerire il carico di lavoro è quella di utilizzare un software gestionale, come ad esempio Factorial.
Factorial supporta l’azienda semplificando e automatizzando tutti i processi lenti e macchinosi, intervenendo anche sulla fase di onboarding dei candidati. Per esempio, tramite il gestionale potrai:
- Impostare obiettivi e compiti da completare nelle diverse fasi dell’onboarding
- Creare cartelle personalizzate per ogni documento e caricare più documenti in blocco
- Controllare lo stato di avanzamento delle attività in tempo reale
- Permettere ai dipendenti di firmare i documenti relativi all’approdo in azienda in maniera immediata con una firma elettronica.
👉 Chiedi una demo gratuita e scopri tutte le funzionalità e i vantaggi che un software come Factorial può portare alla tua azienda.
Domande frequenti relative al contratto di somministrazione
Cosa si intende con contratto in somministrazione?
È un contratto di lavoro tramite cui il lavoratore viene assunto da un’agenzia per il lavoro ma svolge le sue attività presso un’azienda terza.
Che differenza c’è tra assunzione e somministrazione?
Nell’assunzione diretta il lavoratore ha un rapporto contrattuale con l’azienda, mentre nella somministrazione è assunto da un’agenzia per il lavoro e inviato a prestare servizio presso un’azienda utilizzatrice.
Quanto durano i contratti di lavoro in somministrazione?
La durata dipende dalle esigenze aziendali: può essere di pochi mesi (tempo determinato) o continuativa (tempo indeterminato).
Quanto si guadagna con il contratto di somministrazione?
Il lavoratore in somministrazione ha diritto a un salario equiparato a quello dei dipendenti diretti dell’azienda utilizzatrice, secondo il CCNL applicato.