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Legge 104 e permessi di lavoro: tutto quello che bisogna sapere

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5 minuti di lettura
Legge 104 e permessi di lavoro: tutto quello che bisogna sapere

Cos’è la Legge 104? Come funziona per i lavoratori dipendenti? Quali permessi si possono richiedere e in quali circostanze possono essere negati? Se stai cercando una risposta a queste domande, sei nel posto giusto.

Nella gestione delle risorse umane, HR manager e imprenditori devono avere a cuore la tutela dei propri lavoratori e questo include il riconoscere le esigenze personali e familiari dei propri dipendenti, nonché dei loro diritti.

Lo Stato Italiano garantisce una serie di tutele a favore dei lavoratori in situazioni di disabilità o che debbano farsi carico dell’assistenza di un familiare disabile. La Legge 104 va a definire nello specifico i requisiti e le agevolazioni spettanti in ogni singolo caso.

In questo articolo capiremo quindi meglio come funzionano la Legge 104 e i permessi a essa correlati, come richiederli e quali sono i diritti e i doveri per il dipendente e il datore di lavoro.

Cos’è la Legge 104?

La Legge 104 è una legge entrata in vigore nel 1992 che viene definita dalla Gazzetta Ufficiale come la legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone diversamente abili. Lo scopo primario della legge è quello di tutelare i diritti delle persone affette da disabilità.

Questa legge, nel corso degli anni ha subito varie modifiche attuate da successive leggi e decreti legislativi. Rimane comunque tuttora il pilastro fondamentale a cui attingere per comprendere i diritti delle persone (e nel nostro specifico caso, dei lavoratori) affette da disabilità.

A chi è rivolta la Legge 104? Ecco come funziona

La Legge 104 è rivolta alle persone affette da disabilità. Con la nuova definizione stabilita dal Decreto Legislativo numero 62/2024 del maggio 2024, il ministero identifica la disabilità come “una duratura compromissione fisica, mentale, intellettiva, del neurosviluppo o sensoriale che, in interazione con barriere di diversa natura, può ostacolare la piena ed effettiva partecipazione nei diversi contesti di vita su base di uguaglianza con gli altri.”

È “duratura” quella compromissione “che persiste nel tempo o per la quale è possibile una regressione o attenuazione solo nel lungo periodo“.

La legge tutela non solo le persone affette da disabilità ma anche i cosiddetti “caregivers”: i familiari più a stretto contatto che ne possano garantire l’assistenza e il supporto personale e psicologico.

Legge 104: permessi e agevolazioni

Per quanto riguarda la tutela dei lavoratori, la Legge 104 prevede delle agevolazioni lavorative che consistono principalmente in permessi retribuiti INPS.

I permessi della Legge 104 sono rivolti alle persone affette da disabilità, fisiche o psichiche, che abbiano difficoltà nel normale svolgimento e nell’integrazione lavorativa. La legge tutela sia tali lavoratori sia i dipendenti familiari di persone disabili, secondo alcuni parametri.

Chi ha diritto ai permessi?

Nello specifico, l’articolo 33 (e successive modifiche apportate dalla L. 183/2010 e dal D.lgs. 119/2011) prevede che i permessi in busta paga della Legge 104 spettino a:

  • lavoratori disabili in situazione di gravità (articolo 3, comma 3 della legge)
  • genitori di figli disabili in situazione di gravità e familiari fino al secondo grado di parentela: coniugi, parte dell’unione civile, conviventi di fatto, parenti o affini

Nel secondo caso, il diritto può essere esteso a parenti ed affini di terzo grado soltanto qualora il “caregiver” abbia già compiuto i 65 anni di età o sia affetto da patologie invalidanti.

In cosa consistono i permessi della Legge 104

La legge prevede una distinzione nel diritto al beneficio dei permessi retribuiti in base al soggetto destinatario. Nello specifico, viene effettuata una distinzione fra:

  • Fruizione da parte del lavoratore affetto da disabilità grave
  • Fruizione da parte del genitore di figli affetti da disabilità grave
  • Fruizione da parte dei familiari di persone affette da disabilità grave

Nel caso dei genitori, i permessi della Legge 104 includono anche il prolungamento del congedo parentale.

Il lavoratore con disabilità grave potrà beneficiare di:

  • riposi orari giornalieri di 1 o 2 ore, in base all’orario lavorativo
  • tre giorni mensili di permesso retribuito (anche frazionabili in ore)

Il genitore di figli con disabilità grave di età minore di 3 anni potrà beneficiare di:

  • tre giorni mensili di permesso retribuito (anche frazionabili in ore)
  • prolungamento del congedo parentale, con diritto per tutto il periodo ad un’indennità pari al 30% della retribuzione

Il genitore di figli con disabilità grave di età compresa tra i 3 e i 12 anni potrà beneficiare di:

  • tre giorni mensili di permesso retribuito (anche frazionabili in ore)
  • prolungamento del congedo parentale, con diritto per tutto il periodo ad un’indennità pari al 30% della retribuzione

Il genitore di figli con disabilità grave oltre i 12 anni di età potrà beneficiare di:

  • tre giorni mensili di permesso retribuito (anche frazionabili in ore)

ll familiare di persona affetta da disabilità grave potrà beneficiare di:

  • tre giorni mensili di permesso retribuito (anche frazionabili in ore)

Il congedo straordinario della Legge 104

Oltre ai permessi lavorativi, la Legge 104 prevede quello che viene definito congedo straordinario: si tratta di un periodo di assenza dal lavoro retribuita. Spetta ai lavoratori dipendenti che debbano assistere familiari affetti da disabilità grave.

I requisiti per la domanda di congedo straordinario sono vari. Sicuramente è inclusa la convivenza con il familiare disabile. Può essere richiesto per un massimo di 2 anni, anche frazionabili in giorni.

Come richiedere i permessi per la Legge 104

I permessi che riguardano la Legge 104, come abbiamo visto, sono già previsti e ampiamente regolati dall’attuale normativa.

A essere regolato è anche l’intero processo per richiederli. Essendo una prestazione a sostegno del lavoro, la presentazione della domanda per avere accesso ai permessi della Legge 104 va effettuata all’INPS.

La domanda dovrà essere presentata per via telematica. Per la presentazione ci sono 3 possibilità:

  • attraverso i servizi telematici del portale web dell’INPS, accessibili tramite PIN richiamando il servizio di “Invio Online di Domande di Prestazioni a Sostegno del Reddito”.
  • attraverso un patronato o un CAF
  • Telefonicamente, tramite il Contact Center dell’INPS

Al datore di lavoro, invece, andrà presentato il numero di protocollo per conoscenza.

Dal momento della presentazione della domanda, verranno effettuati gli opportuni accertamenti in merito alla disabilità del soggetto richiedente e, una volta confermata l’accettazione della domanda, sarà possibile usufruire di tutte le agevolazioni previste.

Una volta ricevuto il diritto di usufruire della Legge 104, i dipendenti potranno usare le ore e i giorni di permesso per svolgere attività di aiuto e cura della persona disabile, incluso, ad esempio, fare la spesa o andare in farmacia.

È bene tenere presente che i lavoratori devono necessariamente usufruire dei permessi nel corso del mese, senza possibilità di portare il residuo non fruito nei mesi successivi.

Il datore di lavoro può negare il permesso?

Ma il datore di lavoro, di fronte a una richiesta del dipendente, può negare le ore di permesso relative alla Legge 104? No, questi giorni di permesso sono un diritto sancito dalla legge e vanno necessariamente approvati.

Il datore di lavoro, quindi, in nessun caso può negare al dipendente questo tipo di permesso, ma può impegnarsi a creare un rapporto di reciproco rispetto e collaborazione con i propri lavoratori, stabilendo una procedura per la programmazione dei permessi e un eventuale preavviso, in modo che l’impatto sulla vita aziendale sia minimo.

Va specificato, però, che nel caso in cui il dipendente tutelato dalla Legge 104 avesse bisogno di un permesso urgente senza preavviso, avrà tutto il diritto di inoltrare la richiesta tramite l’INPS a prescindere dal regolamento interno.

Uso improprio dei permessi

Il datore di lavoro, invece, verrà tutelato nel caso in cui i permessi previsti dalla Legge 104 vengano usati in maniera impropria.

Questo significa che il dipendente, dopo aver richiesto il permesso, lo sfrutta per attività diverse dal prestare assistenza al parente disabile, come ad esempio per svolgere un secondo lavoro.

Questo comportamento del dipendente rappresenterebbe una vera e propria frode e legittimerebbe il datore di lavoro ad avviare le procedure per il licenziamento per giusta causa.

Dopo anni di esperienza nel mondo dell'editoria digitale e delle start-up, attualmente vive a Barcellona, dove è copywriter per Factorial e crea contenuti per il mercato italiano. Appassionata di scrittura e letteratura, non potrebbe mai vivere senza viaggiare e senza il suo gatto.

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