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Filippo Poletti, Top Voice LinkedIn Italia: basi di comunicazione interna aziendale

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6 minuti di lettura
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Filippo Poletti, nominato Top Voice ufficiale di LinkedIn in Italia nell’edizione 2020 cura dal 2017 su LinkedIn la rassegna quotidiana dedicata ai cambiamenti del mondo ed è promotore del portale Rassegnalavoro. Ogni giovedì, su LinkedIn, conduce il talk “New Normal Live” dedicato alla “nuova normalità” sul mondo del lavoro. Giornalista professionista ed ex consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, ha scritto per più di 30 testate come il Corriere della Sera. Tra i diversi temi di cui tratta si occupa anche di comunicazione digitale aziendale, promuovendo online community professionali, servizi e prodotti. Proprio lo scorso anno, nel mezzo della pandemia, ha pubblicato il suo libro “Tempo di IoP: Intranet of People” dedicato alla comunicazione interna aziendale. In uscita prossimamente il libro dedicato alla grammatica del nuovo mondo, nato nel 2020. È iscritto all’EMBA del MIP Politecnico di Milano.

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Filippo, viviamo nell’epoca del cosiddetto “New Normal”, in cui i lavoratori si sono dovuti adattare a numerosi cambiamenti.

E: Nel tuo libro Tempo di IoP parli proprio di come ripartire ai tempi del coronavirus. Cos’è esattamente il Tempo di IoP?

Per Filippo è il tempo del lavoro con al centro le persone. E, mai come oggi al tempo della pandemia, occorre unire le forze per ripartire. Di questo parla questo volume destinato a quanti vogliono approfondire le sfide della comunicazione sul posto di lavoro e che tutti coloro che si occupano di risorse umane devono abbracciare per almeno due ragioni: per ridurre i costi di coordinamento nelle imprese e per ridurre i costi di “transazione”, ovvero i costi legati alla gestione degli scambi informativi fra le diverse unità organizzative.

F: Più comunichiamo in azienda, più facile sarà raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.

Una buona comunicazione interna aziendale oggi è più importante che mai, specialmente per quelle aziende in cui è stato implementato il lavoro da remoto e la comunicazione non è più faccia a faccia.

E: Quali sono i pilastri della comunicazione interna aziendale?

Filippo individua cinque pilastri fondamentali che includono l’unità per il bene comune, il dialogo aperto, la formazione per la crescita, il benessere o welfare, e infine la sostenibilità. Ciascuna azienda dovrebbe fare propri questi cinque pilastri sempre tenendo ben presente che la comunicazione deve emozionare e saper coinvolgere.

F: Tanto più sapremo parlare alle persone, mettendole al centro, tanto più la nostra comunicazione interna aziendale sarà efficiente ed efficace.

Filippo ci ricorda anche che, come ha scritto il giornalista e scrittore Massimo Gramellini, «in ciascuno di noi c’è una storia: valorizziamola anche nella comunicazione interna aziendale».

Al giorno d’oggi, grazie ai costanti sviluppi tecnologici le aziende hanno a disposizione un’incredibile quantità di strumenti per comunicare con i propri collaboratori. A volte si corre il rischio di pensare che più canali di comunicazione si possiedono e più la comunicazione sarà fluida. Quello che è importante chiedersi in questo caso è se stiamo effettivamente tenendo conto dei bisogni e delle preferenze dei nostri dipendenti. Ovvero, tanti strumenti poco utilizzati o che non permettono ai dipendenti di potersi esprimere in maniera libera non porteranno a una comunicazione interna aziendale efficace.

E: Quali sono gli strumenti che consiglieresti per una comunicazione interna aziendale efficiente ed efficace?

Filippo ci dice che la comunicazione interna aziendale può essere fatta attraverso un portale di servizio destinato ai colleghi comunemente indicato come “intranet” (comprensiva, in forme più articolate, di una web radio o di una web tv) oppure un’applicazione mobile o un social media come Telegram, tramite ad esempio la creazione di un canale o di un gruppo chiuso. Quest’ultimo canale offre la possibilità di garantire la riservatezza dei numeri di telefono e di allegare file di grandi dimensioni fino a 1,5 gigabyte con l’ausilio di didascalie e hashtag. Volendo confrontarsi con due soluzioni proposte oggi alle aziende, si possono studiare le soluzioni proposte da Microsoft 365 e da Facebook con la piattaforma Workplace».

La comunicazione interna aziendale non deve essere pensata, in ogni caso, come una comunicazione diretta ai dipendenti, ma costruita insieme a loro. Una comunicazione interna aziendale non solo verticale ma anche, e sempre più, orizzontale, in modo da permettere uno scambio di feedback e di idee.

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E: Qual è invece il ruolo dei collaboratori nella comunicazione interna aziendale?

A questa domanda Filippo risponde andando dritto al punto e ci conferma che anche per il lui il ruolo dei collaboratori è centrale. E continua dicendo che qualsiasi sia lo strumento adottato, la prima regola da seguire è fare nostre le parole dello scrittore Italo Calvino: “Chi comanda al racconto non è la voce: è l’orecchio”.

F: La comunicazione interna aziendale è anzitutto un grande orecchio. Occorre, in sostanza, ascoltare tutti i collaboratori dell’impresa. Il racconto d’impresa deve vedere tutti protagonisti, nessuno escluso.

Andiamo allora a capire nella pratica come è possibile sviluppare un buon piano di comunicazione interna aziendale.

E: Come si struttura un piano di comunicazione interna aziendale?

Per Filippo la regola aurea è quella di pianificare le condivisioni, siano esse testi, foto, audio o video. Facciamo nostro il “metodo BBC World Service” o, più in generale, radiofonico, basato su un calendario articolato. La programmazione può così essere quotidiana oppure più dilatata nel tempo: ciò che conta, come sempre, è la qualità dei contenuti.

Nella sua carriera di comunicatore e influencer Filippo Poletti è stato nominato Top Voice LinkedIn per il 2020 nella prima edizione italiana della classifica più ambita dei comunicatori sulla rete professionale, quindi colgo l’occasione per chiedergli come si raggiunge un risultato del genere.

E: Cosa significa fare un piano editoriale per un social media professionale come LinkedIn?

Fare un piano editoriale su LinkedIn, ci spiega, significa condividere, quotidianamente, il proprio “know-how” e il “know where”. In rete siamo tutti dei media. Non fa eccezione chi è iscritto a LinkedIn dove, all’importanza delle messa online dei contenuti, deve essere affiancata l’attività di networking, da sviluppare partecipando alle discussioni quotidiane.

F: Personalmente, da cinque anni, pubblico ogni mattina alle ore 8 la “Rassegna del cambiamento”, condividendo uno spunto legato all’attualità del lavoro.

Contenuti di valore, condivisione di esperienze e del proprio sapere unito al networking risultano quindi in una strategia vincente.

E: Qual è il segreto per utilizzare LinkedIn in maniera professionale, apportando valore alla propria audience?

Fondamentale qui risulta saper distinguere il piano personale da quello professionale. LinkedIn non è Instagram o Facebook. E neppure Clubhouse. LinkedIn è un canale riservato ai professionisti.

F: Non voglio dire che non bisogna parlare della propria vita privata, ma concentriamoci sul “professional branding”, lasciando lo spazio e il tempo del nostro “personal branding” ad altri social media.

Sappiamo bene che ciascun social media ha le proprie regole e bisogna quindi imparare a capire come e quando utilizzare l’uno o l’altro, in base ai nostri scopi di comunicazione. Un altro concetto importante discusso durante la chiacchierata con Filippo è la formazione. Continuare a formarsi durante la propria carriera professionale è la chiave per rimanere sempre informati su nuovi metodi e strumenti che possono aiutarci a migliorare il nostro lavoro e la produttività.

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E: Stai frequentando l’EMBA al MIP Politecnico di Milano: cosa significa formarsi oggi? Quanto è importante il concetto di “formazione continua”?

Chi si forma non si ferma. Vale a qualsiasi età e per qualsiasi professione. E vale soprattutto oggi in un mondo in continua trasformazione. Filippo ricorda un’intervista di Gianfranco Chimirri, direttore HR di Unilever Food Solutions, in cui sottolineava come la vita media delle competenze tecniche sia di due anni. E ricorda anche di Marc Randolph, uno dei due fondatori di Netflix, che nel libro “Non funzionerà mai: La nascita di Netflix” racconta come a un certo punto della sua carriera fu costretto lasciare la carica di CEO, perché non aveva più le competenze necessarie.

F: Ebbene, le “skills” si usurano con il tempo. Per questo occorre rinnovarle costantemente.

Ed è per questo che ha deciso di seguire l’EMBA del MIP, la scuola di formazione manageriale del Politecnico.

E: Sei promotore del portale Rassegna lavoro: qual è il tuo consiglio per essere sempre aggiornati sul mondo del lavoro?

Innanzitutto per chi può essere interessato, Filippo conduce il talk “New Normal Live”, online su LinkedIn ogni giovedì dalle ore 18 alle 18:30, assieme a Monica Bormetti e grazie alle testimonianze dei diversi ospiti rappresenta un’ottima opportunità per imparare dalle esperienze altrui. È un viaggio virtuale alla scoperta dei professionisti che operano nel nostro Paese e nel resto del mondo. Primo ospite del talk fu il manager Enrico Borgogna, da 13 anni a Mission Vejo in California alla guida di LPM North America. A seguire le sorelle Alessi, fondatrici di Secretary, la più grande community italiana delle assistenti di direzione, e Philip Baglini Olland e Mattia Manzi, rispettivamente fondatore di London One Radio, l’unica radio in lingua italiana a Londra, e il professionista in staff a Moody’s Corporation e da un anno nella City. E poi, ancora, hanno partecipato Paolo Privitera, attivo a San Francisco come CEO della grande azienda online Evensi ed Elisabetta Cardolini Rizzo, in staff a Logitech fondata da un gruppo di imprenditori tra cui gli italiani Giacomo Marini e Pierluigi Zappacosta. Oppure, ancora, l’italianista Luca Cottini, docente in Pennsylvania e promotore del portale “Italian Innovators”. Confrontarsi con altri professionisti è importantissimo per continuare a crescere, conclude Filippo.

Ringraziamo Filippo Poletti per aver condiviso con Factorial la sua esperienza nei diversi ambiti della sua carriera professionale.

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Isotta è Content Marketing Specialist in Factorial ed è appassionata di comunicazione, copywriting, social media e HR. Ama la natura, viaggiare e giocare a pallavolo.

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