Categorie protette: cosa sono? Chi ci rientra? Che tipo di tutele garantiscono sul luogo di lavoro?
Si sente spesso parlare di lavoratori appartenenti alle cosiddette “Categorie protette”, ma non tutti sanno a cosa si riferisce nello specifico questa dicitura e quali diritti garantisce lo Stato a chi rientra in questa categoria.
In questa pratica guida, andremo ad approfondire tutto ciò che è necessario sapere su questa categoria di lavoratori, da quali diritti e doveri hanno sul luogo di lavoro agli obblighi di assunzione da parte del datore di lavoro.
- Cosa sono le categorie protette
- Quali sono le categorie protette per la legge 68/99
- Iscrizione alla categorie protette e certificato: come funziona
- I diritti delle categorie protette sul lavoro
- Gli obblighi del datore di lavoro per le categorie protette
- Orario di lavoro per le categorie protette
- La gestione ferie per le categorie protette
- Ottimizza gestione ferie e orari di lavoro con Factorial
Cosa sono le categorie protette
Lo Stato italiano garantisce ai cittadini che fanno parte di determinate categorie, in particolare alle persone affette da disabilità, l’appartenenza al regime delle cosiddette “Categorie protette”.
Questo diritto è regolato dalla legge numero 68 stabilita il 12 marzo 1999 (chiamata comunemente legge 68/99). Questa norma è stata pensata per evitare qualsiasi tipo di discriminazione sul luogo di lavoro delle persone affette da disabilità o da delicate condizioni di salute psicofisica.
Proprio per questo motivo, essa regola l’assunzione e l’impiego nelle aziende italiane di questi dipendenti che, tramite un attestato che certifica il diritto di appartenere alle categorie protette, hanno accesso a una graduatoria per il collocamento mirato.
A determinate condizioni, che specificheremo più avanti, le aziende italiane hanno l’obbligo di assumere almeno un dipendente che rientri in questa categoria.
Quali sono le categorie protette per la legge 68/99
Secondo la legge 68/99, nelle categorie protette rientrano due tipi di lavoratori: le persone affette da disabilità e i lavoratori definiti come appartenenti ad “altre categorie“.
Andiamo a vedere nel dettaglio chi rientra in una o l’altra lista.
Persone affette da disabilità
Nella categoria delle persone affette da disabilità, come previsto dalla legge, rientrano:
- Invalidi civili con percentuale minima di invalidità pari o superiore al 46%
- Invalidi del lavoro con percentuale minima di invalidità pari o superiore al 34%
- Non vedenti (rientrano in tale categoria le persone colpite da cecità assoluta o con residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi anche con correzione di lenti)
- Non udenti (persone colpite da sordità dalla nascita o prima dell’apprendimento della lingua parlata purché la sordità non sia di natura esclusivamente psichica o dipendente da causa di guerra, di lavoro o di servizio ai sensi della legge 381/70)
- Invalidi di guerra, invalidi civili di guerra, invalidi di servizio (T.U. pensioni di guerra – DPR 915/78 e successive modifiche)
Altre categorie
Le altre categorie protette, definite dall’articolo 18 della Legge 68/99, sono:
- Orfani e coniugi superstiti di coloro che siano deceduti per cause di lavoro, di guerra e di servizio svolto nelle pubbliche amministrazioni
- Soggetti equiparati, ovvero coniugi e figli di soggetti riconosciuti grandi invalidi per causa di guerra, lavoro e servizio
- Profughi italiani rimpatriati riconosciuti ai sensi della legge 763/81
- Orfani, coniugi e familiari delle vittime del terrorismo, criminalità organizzata e del dovere
Sempre secondo la legge, gli orfani e i figli di soggetti riconosciuti come grandi invalidi per causa di guerra, di servizio e di lavoro possono iscriversi negli elenchi del collocamento obbligatorio se, al momento del riconoscimento dello status del genitore o del suo decesso, erano ancora minori.
L’età del minore può essere considerata fino a 21 anni se ancora studenti di scuola superiore o a 26 anni se studenti universitari.
Iscrizione alla categorie protette e certificato: come funziona
Il procedimento per vedersi riconosciuto lo status di lavoratore appartenente al regime delle “Categorie protette” cambia in base a quale tipo di categoria si fa riferimento.
In generale, però, per rientrare in questa categoria sarà necessaria un’attestazione di appartenenza, che verrà rilasciata dietro presentazione di un verbale normalmente redatto dalla ASL, dall’INAIL o dall’INPS che certifichi il diritto del lavoratore di appartenere a questo regime.
Andiamo a vedere i casi specifici, secondo la legge, per ottenere l’attestazione di appartenenza:
- Invalidi Civili e sordomuti: Verbale di invalidità civile rilasciato dall’ufficio invalidi civili del distretto ASL con percentuale uguale al 46 % e oltre. Dal 1 gennaio 2010 la domanda per il riconoscimento dell’invalidità o della permanenza dello stato invalidante deve essere fatta all’Inps, direttamente o per il tramite di un patronato.
- Invalidi del lavoro: Verbale di invalidità rilasciato dall’Inail con percentuale maggiore del 33 % e oltre.
- Non vedenti: Verbale che attesta riconoscimento di cecità assoluta o con residuo visivo non superiore ad un decimo ad entrambi gli occhi rilasciato dalla competente commissione ASL.
- Invalidi civili di guerra o per servizio: Certificato che attesta una minorazione ascritta dalla prima all’ottava categoria di cui alle tabelle annesse al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915, e successive modificazioni rilasciato dal comando o dell’amministrazione di appartenenza.
- Invalidi di guerra: Certificato che attesta una minorazione ascritta dalla prima all’ottava categoria rilasciato dalla commissione medica militare o certificato comprovante la presenza negli appositi elenchi della prefettura.
- Vittime del terrorismo, criminalità organizzata e del dovere: certificato, rilasciato dal Ministero dell’Interno o dal Prefetto territorialmente competente delegato, che attesta l’appartenenza alla categoria.
I diritti delle categorie protette sul lavoro
Le persone che rientrano nelle categorie protette, fanno parte di una graduatoria per il collocamento mirato, ovvero l’accesso a “strumenti finalizzati a promuovere l’inserimento e l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità (quali ad esempio i servizi di sostegno e le azioni positive per risolvere i problemi connessi con gli ambienti di lavoro e le relazioni interpersonali)”.
Una volta inserite nel posto di lavoro, però, le persone appartenenti alle categorie protette godono degli stessi diritti e hanno gli stessi doveri di tutti gli altri lavoratori e ai contratti di lavoro si applicano le stesse norme e garanzie di tutti gli altri dipendenti, come ad esempio lo stesso trattamento economico e gli stessi orari lavorativi.
I lavoratori che usufruiscono della Legge 104, però, hanno una serie di diritti garantiti che riguardano in particolare permessi lavorativi specifici di tre giorni retribuiti dall’INPS.
Gli obblighi del datore di lavoro per le categorie protette
Secondo la legge, le aziende italiane hanno l’obbligo di assumere una percentuale di dipendenti che rientrano tra le categorie protette.
Il numero di lavoratori assunti di questa categoria varia in base alle dimensioni dell’azienda:
- Per le aziende tra i 15 e i 35 dipendenti: obbligo di assunzione di almeno un lavoratore appartenente alle categorie protette.
- Per le aziende tra i 36 e i 50 dipendenti: minimo due lavoratori appartenenti a questa categoria.
- Per le aziende con più di 50 dipendenti: obbligo di assunzione di dipendenti di questa categoria pari al 7% dei dipendenti totali.
Nel caso di mancata assunzione di dipendenti che rientrano in questa categoria, l’azienda andrà incontro a sanzioni amministrative e pecuniarie che possono spingersi fino a 50mila euro l’anno.
Le aziende che contano più di 35 dipendenti potranno richiedere di essere esonerate parzialmente dell’obbligo, fino al 60% della quota di riserva, solo nel caso in cui dimostreranno che alcune condizioni della loro attività non permettono di impiegare la percentuale prevista di persone con disabilità
Obblighi nei confronti del lavoratore
Una volta completata l’assunzione, il datore di lavoro avrà, nei confronti di questi dipendenti, gli stessi obblighi che avrà nei confronti di tutti gli altri, dovendogli garantire un trattamento paritario, sia per le norme del contratto, sia dal punto di vista della compensazione economica.
Il contratto di lavoro potrà essere interrotto sia per giusta causa sia per l’insorgere di un aggravamento delle patologie dei dipendenti che rendano impossibile lo svolgimento ottimale delle proprie mansioni.
Il datore di lavoro, come previsto dalla legge, avrà anche l’obbligo di inviare ogni anno, tramite il sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, un prospetto informativo rispetto al numero di lavoratori appartenenti alle categorie protette già assunto e a quello ancora da assumere in base alla quota di riserva.
Orario di lavoro per le categorie protette
Le categorie protette, come specificato già in precedenza, hanno diritto a un trattamento paritario rispetto agli altri dipendenti.
Proprio per questo, gli orari di lavoro, i turni e gli straordinari sono regolati esattamente come nel caso di tutti gli altri dipendenti.
L’unica eccezione viene rappresentata da quei casi in cui una commissione medica, al momento dell’assegnazione del certificato di invalidità, ha precisato la necessità dello svolgimento di un lavoro con orario ridotto (part-time) o senza la presenza di turni e straordinari.
La gestione ferie per le categorie protette
Le categorie protette hanno un accesso alle ferie agevolato rispetto agli altri dipendenti?
No, non c’è nessuna legge che regola la richiesta delle ferie per questo tipo di lavoratori. L’ipotesi di concedere un trattamento vantaggioso alle categorie protette rispetto agli altri dipendenti, quindi, è a discrezione del datore di lavoro.
C’è però da specificare che i dipendenti che appartengono alle categorie protette, nello specifico chi fa riferimento alla Legge 104, ha diritto a una serie di congedi e permessi relativi alla propria condizione.
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