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Gestione del personale

Contestazione dell’infortunio da parte del datore di lavoro: cosa dice la legge e come comportarsi

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La contestazione dell’infortunio da parte del datore di lavoro ha delle implicazioni legali, assicurative e disciplinari che riguardano sia l’azienda sia il lavoratore.

In presenza di un infortunio sospetto o non immediatamente denunciato, l’azienda ha la facoltà (e in certi casi il dovere) di attivarsi per accertare la veridicità dell’evento. Il lavoratore, dal canto suo, ha la possibilità di difendersi, presentando ricorso e dimostrando la legittimità della sua posizione.

Per capire nel dettaglio come funziona, vediamo cosa prevede la normativa vigente, come comportarsi correttamente e quali sono le possibili conseguenze per le parti coinvolte.

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Infortunio sospetto: come riconoscerlo e come agire

Un infortunio sul lavoro può essere considerato sospetto quando:

  • Non è stato immediatamente segnalato al datore di lavoro;
  • Presenta incongruenze temporali o dinamiche poco chiare;
  • Avviene in assenza di testimoni o documentazione;
  • Il lavoratore presenta certificati medici sospetti o provenienti da ambulatori distanti dalla sede.

In questi casi, il datore di lavoro può:

  • Acquisire prove e testimonianze;
  • Verificare i referti medici;
  • Richiedere l’intervento del medico competente o dell’INAIL, che è l’ente competente alla valutazione dell’evento, per eventuali accertamenti;
  • Inviare osservazioni motivate all’INAIL.

Fasi della contestazione infortunio da parte del datore di lavoro

La legge riconosce al datore di lavoro di contestare un infortunio, ma seguendo un iter preciso. In particolare, come sancito dall’art. 53, D.P.R. 1124/1965, bisogna prima di tutto inviare entro 2 giorni la relativa comunicazione all’INAIL dell’incidente avvenuto. E questo è un passaggio obbligatorio anche se si dubita della veridicità del lavoratore. Infatti, anche se si dubita della veridicità dell’infortunio, la mancata denuncia all’INAIL comporta l’esposizione alle relative sanzioni. 

Dopo di che l’azienda ha la possibilità di segnalare eventuali anomalie all’INAIL o al medico legale aziendale. 

A questo punto, se emergono elementi gravi (es. simulazione, dolo, false dichiarazioni), si può avviare un procedimento disciplinare

Simulare un infortunio o presentare certificati falsi è considerato grave inadempimento del lavoratore, tale da compromettere il vincolo fiduciario con il datore di lavoro, giustificando il licenziamento per giusta causa (art. 2119 del Codice Civile: “Ciascuno dei contraenti può recedere dal contratto prima della scadenza del termine se si verifica una causa che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto di lavoro”). Lo stesso lavoratore può essere accusato di truffa e falso ideologico. 

In ogni caso, l’onere della prova è in capo al datore di lavoro. È cioè l’azienda o l’impresa che per poter procedere deve dimostrare che l’infortunio non si è mai verificato. 

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Infortunio non dichiarato subito: cosa può fare il datore

Diversa è la situazione in cui un infortunio non viene dichiarato immediatamente dal lavoratore. La legge e la prassi aziendale impongono al lavoratore l’obbligo di comunicare senza ritardo qualsiasi evento lesivo occorso durante l’attività lavorativa. Tuttavia, può accadere che il dipendente segnali l’infortunio in modo tardivo, ad esempio giorni dopo l’accaduto, rendendo difficile la verifica dell’effettiva dinamica e delle cause.

In questo caso il datore di lavoro può contestare la mancata comunicazione tempestiva – prevista dal contratto o dal regolamento interno – e incaricare il medico competente aziendale o un medico legale per verificare:

  • Lo stato di salute del dipendente;
  • L’effettiva incapacità lavorativa;
  • L’eventuale presenza di elementi incoerenti con la versione fornita.

Se emergono indizi di simulazione, reticenze volontarie o intenzionalità nell’occultare l’evento, il datore può procedere con un’azione disciplinare, fino al licenziamento per giusta causa (art. 2119 Codice Civile), ma solo dopo un’attenta raccolta documentale.

Se l’INAIL invece riconosce l’infortunio, ma il datore ritiene infondata o non provata la versione del lavoratore, allora quest’ultimo può presentare ricorso entro 30 giorni dalla ricezione del verbale di riconoscimento dell’evento, come previsto dall’art. 104 del D.P.R. n. 1124/1965 (il “Testo Unico Infortuni sul lavoro e malattie professionali”). 

Possibili conseguenze per il lavoratore

Le conseguenze di una condotta irregolare da parte del lavoratore in materia di infortuni possono variare a seconda della gravità e dell’intenzionalità del comportamento. In particolare, è importante distinguere tra:

1) Infortunio non dichiarato tempestivamente

Si tratta del caso in cui il lavoratore subisce un infortunio reale, ma omette di segnalarlo tempestivamente al datore di lavoro o all’INAIL. La mancata comunicazione entro i termini previsti dalla normativa può costituire violazione degli obblighi contrattuali o regolamentari e, di conseguenza, portare a richiami o sanzioni in base alla gravità del ritardo (e a quanto previsto dai regolamenti aziendali/CCNL). 

Inoltre, l’INAIL potrebbe rigettare la domanda di indennizzo se la denuncia viene ritenuta tardiva o non adeguatamente giustificata, rendendo più complessa la ricostruzione della dinamica, tanto da far dubitare della reale origine lavorativa dell’infortunio.

2) Infortunio falso o simulato

Si verifica quando il lavoratore dichiara un infortunio mai avvenuto, oppure amplifica dolosamente i sintomi per ottenere indebiti benefici economici.

In questo caso le conseguenze sono molto più gravi e il lavoratore può essere licenziato per giusta causa (ovvero comportamento fraudolento che mina irrimediabilmente il rapporto fiduciario con il datore, come indicato all’art. 2119 Codice Civile). Una volta segnalata questa situazione all’INAIL, presentando prove e motivazioni, se l’ente accerta la mancanza di nesso causale o la falsità del certificato medico, può revocare le prestazioni erogate. 

Inoltre, ai sensi della normativa generale sul ripristino dell’indebito percepito, l’INAIL può recuperare tutte le somme versate in modo illegittimo. Mentre se il comportamento del lavoratore integra una condotta fraudolenta può scattare la denuncia per truffa aggravata ai danni dello Stato (art. 640 Codice Penale) o il reato di falso ideologico commesso da privato in atto pubblico (art. 483 Codice Penale).

Come Factorial contribuisce alla gestione degli infortuni sul lavoro

In questo articolo abbiamo sottolineato parlato della contestazione infortunio da parte del datore di lavoro, ma per evitare spiacevoli incidenti la prassi fondamentale è la prevenzione degli infortuni sul lavoro.

In questo contesto, la tecnologia può essere di grande aiuto sia per te che per i lavoratori, garantendo il rispetto delle norme e mantenendoti sempre aggiornato sulle ultime disposizioni. In particolare, i software di gestione aziendale come Factorial offrono diverse funzionalità che ti consentono di centralizzare e migliorare la gestione della sicurezza aziendale.

Tra queste funzionalità, di sicura utilità risultano:

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  • La gestione delle pratiche di sicurezza e dei documenti legali: accedere facilmente e condividere in modo rapido tutti i documenti relativi alla sicurezza. Puoi condividere procedure, protocolli e standard da rispettare, chiedendo ai dipendenti di firmarli digitalmente una volta letti.
  • Il reporting e l’analisi per l’identificazione delle cause e delle azioni correttive: generare report dettagliati su diversi aspetti, come il numero e il tipo di infortuni, hai a disposizione strumenti pratici per pianificare strategie future e adottare azioni correttive volte al miglioramento della sicurezza sul luogo di lavoro.

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Domande frequenti relative alla contestazione infortunio da parte del datore di lavoro

Come posso contestare un infortunio sul lavoro?

Se sei un datore di lavoro e sospetti che l’infortunio non sia reale, devi comunque inviarne comunicazione all’INAIL. Contestualmente, puoi segnalare i tuoi dubbi in forma scritta e allegare prove o dichiarazioni che mettano in dubbio la dinamica o l’effettiva esistenza dell’evento. Puoi anche presentare opposizione ai verbali INAIL entro 30 giorni.

Cosa succede se il datore di lavoro non riconosce l’infortunio?

Il datore ha l’obbligo di denunciare l’infortunio a prescindere dal riconoscimento soggettivo. Tuttavia, può inviare note di contestazione all’INAIL o agire disciplinarmente, se vi sono prove di dolo. L’INAIL decide autonomamente se riconoscere l’infortunio e liquidare l’indennizzo.

Quanto tempo ha l’azienda per denunciare un infortunio?

Secondo l’art. 53 del D.P.R. 1124/1965 (“Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali”), la denuncia va presentata entro 2 giorni dalla ricezione del certificato medico, oppure entro 24 ore se l’evento ha causato la morte del lavoratore. Il mancato rispetto dei termini comporta sanzioni amministrative.

Quando il datore di lavoro è ritenuto responsabile dell’infortunio?

Il datore è responsabile se vi è omessa formazione, mancata sorveglianza, violazione delle norme di sicurezza (D.Lgs. 81/2008). In caso di colpa grave o negligenza, può essere citato per danno differenziale o responsabilità penale (art. 589 e 590 Codice Penale).

Come posso contestare un infortunio INAIL?

Il datore di lavoro può inviare osservazioni scritte all’INAIL o attivare un ricorso amministrativo entro 30 giorni dalla comunicazione dell’ente. In caso di rigetto, è possibile rivolgersi al giudice del lavoro per impugnare la decisione.

Consulente del lavoro ed esperta di Fisco, Tasse e Diritto. Laureata in Scienze dell'Amministrazione e dell'Organizzazione presso l'Università di Palermo, dal 2016, mi occupo principalmente di scrittura su temi legati a Previdenza, Economia e Lavoro, con un focus sull'attualità e i temi caldi. La mia curiosità e passione mi spinge al costante aggiornamento e un’analisi approfondita delle dinamiche di cui tratto. Scrivo perché quando lo faccio ho l'impressione di stare al posto giusto nel momento giusto