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Contributo IVS in busta paga: cos’è e come funziona

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5 minuti di lettura

Il contributo IVS (contributo per Invalidità, Vecchiaia e Superstiti), destinato al finanziamento del sistema pensionistico italiano, rappresenta un elemento chiave del costo del lavoro.

Per le aziende, che operano come sostituti di imposta, comprenderne il funzionamento è quindi fondamentale, per una corretta gestione delle buste paga e degli obblighi previdenziali a loro carico. 

In questo articolo analizziamo cos’è, dove si trova in busta paga e quando non è richiesto il versamento, focalizzandoci anche su quali sono le responsabilità del datore di lavoro e su come una gestione efficiente di questi adempimenti possa semplificare i processi aziendali.

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Cos’è il contributo IVS

Il contributo IVS è un’imposta obbligatoria di tipo previdenziale che si applica sulla retribuzione del lavoratore al fine di finanziare le pensioni di Invalidità, Vecchiaia e Superstiti. Serve cioè ad assicurare il lavoratore – sia esso autonomo o dipendente – dagli eventi che potrebbero renderlo non più abile o idoneo allo svolgimento dell’attività lavorativa 

Questo contributo:

  • Viene versato all’INPS ma viene gestito dal datore di lavoro quando opera come sostituto di imposta per conto dei propri dipendenti;
  • È pari al 33% della retribuzione lorda, di cui il 23,81% a carico del datore di lavoro e il 9,19% a carico del lavoratore.

L’aliquota però può variare in base alla categoria lavorativa e al tipo di CCNL applicato, inoltre deve tenere conto dei minimali di retribuzione imponibile previsti dalla legge.

Dove si trova il contributo IVS in busta paga

Il contributo IVS è indicato nella busta paga all’interno della sezione dedicata ai contributi previdenziali. Solitamente, lo si trova tra le voci relative alle trattenute previdenziali, con specificata la percentuale applicata e l’importo sottratto dallo stipendio lordo.

Esempio di busta paga con contributo IVS

Esempio di busta paga con contributo IVS

Chi è esonerato dal pagamento

Alcune categorie di lavoratori dipendenti possono beneficiare dell’esonero totale o parziale dal contributo IVS. Tra queste rientrano:

  • Lavoratori per cui il legislatore ha riconosciuto particolari agevolazioni contributive

Tra questi ci sono i giovani under 36 anni assunti a tempo indeterminato a partire dal 1° gennaio 2021 e fino al 31 dicembre 2022, per cui la Legge di Bilancio 2021 (Legge n. 178/2020) ha previsto un esonero totale dai contributi previdenziali. L’esonero, particolare, copre il 100% dei contributi a carico del datore di lavoro, fino a un massimo di 6.000 euro all’anno e per un periodo di 36 mesi, quindi chi ha assunto nel 2022 ne usufruisce ancora nel 2025. 

Poi, la Legge di Bilancio 2023 (Legge n. 197/2022) ha esteso questa agevolazione per tutto il 2023, innalzando il limite massimo a 8.000 euro annui. Di conseguenza, chi ha assunto giovani fino a 35 anni a tempo indeterminato nel 2023 può usufruire di questo sgravio contributivo fino al 2026

  • Determinate categorie di lavoratori con disabilità  

La Legge 68/1999 (che contiene le “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”) prevede che i datori di lavoro che assumono persone con disabilità possano ottenere una riduzione dei contributi previdenziali. L’entità di questa riduzione varia a seconda del grado di disabilità del lavoratore, e le condizioni sono state ulteriormente dettagliate dal Decreto Legislativo 151/2015.

  • Lavoratrici madri di tre più figli nel 2025 

La Legge di Bilancio 2025 ha confermato il bonus introdotto nel 2024 per le lavoratrici madri con tre o più figli. Si tratta, in questo caso, di uno sgravio totale dei contributi a carico della lavoratrice, che viene coperto interamente da fondi pubblici. In pratica, lo Stato si assume l’onere di pagare la quota a carico della dipendente (9,19%) e, di conseguenza, quest’ultima non subisce alcuna trattenuta in busta paga, fino a un massimo di 250 euro al mese.

  • Lavoratrici con ISEE inferiore a 40 mila euro 

In favore delle lavoratrici dipendenti madri di due o più figli, la cui retribuzione o reddito imponibile non è superiore all’importo di 40.000 euro annui, sempre la Legge di Bilancio 2025 ha previsto, a decorrere dall’anno 2025, l’esonero contributivo della quota del contributo IVS a carico della lavoratrice. Tuttavia, l’esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. 

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Le responsabilità del datore di lavoro

Il datore di lavoro ha precise responsabilità legate al pagamento del contributo IVS, a partire dal loro calcolo corretto, sulla base della retribuzione del dipendente. 

Il datore di lavoro deve infatti determinare l’importo esatto del contributo previdenziale da versare, poiché l’aliquota da applicare varia a seconda del livello di retribuzione, oltre che dalle varie ed eventuali disposizioni normative che possono essere di anno in anno aggiornate dal legislatore. 

È il datore di lavoro, inoltre, che in quanto sostituto di imposta deve trattenere dalla busta paga la quota di contributi IVS da versare. Questa trattenuta deve essere effettuata in modo trasparente e coerente con gli importi previsti dalla legge. Infatti, la somma trattenuta deve essere specificata chiaramente nella busta paga, per garantire la trasparenza verso il lavoratore e per consentire il controllo da parte degli organi competenti.

Infine, è responsabilità del datore di lavoro anche versare il contributo all’INPS entro le scadenze previste, tenendo conto sia della quota a suo carico che di quella del lavoratore. Questo versamento deve avvenire:

  • Rispettando le scadenze stabilite dalla normativa, solitamente mensili o trimestrali;
  • Tramite i canali ufficiali predisposti dall’INPS

In caso di mancato adempimento degli obblighi previsti, l’azienda può incorrere in sanzioni amministrative e interessi di mora per il mancato o tardivo versamento dei contributi IVS, oltre al recupero delle somme dovute. 

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Domande frequenti relative al contributo IVS

Chi ha diritto all’esonero IVS?
L’esonero IVS può essere concesso a specifiche categorie di lavoratori, come giovani assunti con agevolazioni, lavoratori autonomi con regimi fiscali agevolati e alcune categorie di disabili.

Cosa significa contributo IVS sulla busta paga?
Il contributo IVS in busta paga è la quota di contributi previdenziali versata per finanziare la pensione del lavoratore. Questo importo viene trattenuto dallo stipendio e versato all’INPS insieme alla quota del datore di lavoro.

Comprendere il contributo IVS è essenziale per una corretta gestione della propria retribuzione e delle prospettive pensionistiche future.

Consulente del lavoro ed esperta di Fisco, Tasse e Diritto. Laureata in Scienze dell'Amministrazione e dell'Organizzazione presso l'Università di Palermo, dal 2016, mi occupo principalmente di scrittura su temi legati a Previdenza, Economia e Lavoro, con un focus sull'attualità e i temi caldi. La mia curiosità e passione mi spinge al costante aggiornamento e un’analisi approfondita delle dinamiche di cui tratto. Scrivo perché quando lo faccio ho l'impressione di stare al posto giusto nel momento giusto

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