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Esempio busta paga contratto a chiamata: come leggerla e regole

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6 minuti di lettura
Esempio busta paga contratto a chiamata: come leggerla e regole

Hai mai visto un esempio di busta paga di un contratto a chiamata? Sai quali sono le voci più importanti da controllare per assicurarti che tutto sia in ordine?

All’interno di un’azienda capita spesso di dover ricorrere all’utilizzo di un lavoratore in maniera discontinua, a seconda delle esigenze che si vengono a creare nel corso dell’anno lavorativo.

Regolamentare la sua presenza, naturalmente, è un obbligo di legge: proprio per questo esistono i contratti a chiamata. In questo articolo ti spiegheremo come ne va redatto uno e quali sono le voci nella busta paga di questo tipo di lavoratori.

Gestisci, per esempio, la busta paga di un contratto a chiamata con Factorial

Cos’è il contratto a chiamata

Il contratto a chiamata è una tipologia di lavoro che permette alle aziende di richiedere una o più prestazioni lavorative in maniera discontinua o intermittente. Esso è disciplinato dalla legge 81/2015.

Ad eccezione delle aziende che operano nei settori di turismo, esercizi pubblici e spettacolo, il lavoratore con contratto intermittente non può lavorare per più di 400 giorni in tre anni. Nel caso in cui un lavoratore dovesse superare questo limite, il suo contratto si trasformerebbe automaticamente in un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Per quanto riguarda le ore, invece, non c’è un tetto massimo: il dipendente con contratto a chiamata può lavorare 40 ore settimanali, anche se alcuni CCNL hanno fissato il limite a 38 o 39 ore.

Infine, il lavoratore ha diritto a un compenso determinato solo sulle giornate in cui ha effettivamente lavorato. È prevista anche un’indennità per tutti quei giorni in cui il lavoratore si è reso disponibile alla chiamata ma non è stato poi effettivamente contattato dall’azienda.

Come viene calcolata la retribuzione del contratto a chiamata

In linea generale, la retribuzione di un dipendente con un contratto a chiamata deve essere pari a quella di un altro lavoratore che ricopre le stesse mansioni e che ha, per esempio, un contratto a tempo indeterminato.

Questo implica che, per stabilire la retribuzione, bisognerà fare fede al CCNL di riferimento, che stabilisce sia la paga in base alle mansioni equivalenti, sia le maggiorazioni relative agli orari notturi o in giornate feriali o festive.

Bisogna specificare che la paga farà riferimento esclusivamente alle ore lavorate, mentre per quelle inizialmente accordate ma non lavorate il contratto può prevedere un’indennità corrispondente al 20% della cifra prevista per la giornata lavorativa mancata.

Lo stipendio lordo mensile, definitivo dal livello e dal CCNL, verrà quindi diviso per le ore lavorate e retribuito di conseguenza.

Per quanto riguarda le tasse, invece, i compensi riconosciuti per il lavoro a chiamata sono soggetti alle stesse trattenute per i contributi INPS e trattenute IRPEF di qualsiasi altro contratto.

Maturazione ferie, permessi, mensilità aggiuntive e TFR

A differenza di quanto si tende a pensare, il lavoratore con contratto a chiamata ha diritto, oltre alla retribuzione, a fruire di:

  • Permessi retribuiti
  • Permessi per malattia
  • Tredicesima (in base ai giorni lavorati)
  • TFR

In più, il lavoratore matura le ferie, le quali sono calcolate sempre sulla base dei giorni che ha effettivamente lavorato. Il lavoratore a chiamata può in qualsiasi momento verificare quante ore ha lavorato e di conseguenza sapere quanti giorni di ferie ha maturato. Queste informazioni sono generalmente riportate, per esempio, nella busta paga del contratto a chiamata.

Come nella maggior parte dei casi, il calcolo delle ferie maturate dal lavoratore a chiamata varia in base al CCNL di riferimento. In linea generale, però, il calcolo è lo stesso che viene fatto per altri contratti di lavoro.

Calcolo TFR: esempio in busta paga con contratto a chiamata

Facciamo un esempio pratico per capire meglio come funziona il calcolo del TFR per un contratto a chiamata.

A questo punto, il calcolo è lo stesso che per qualsiasi altro lavoratore. Nel caso in cui è dovuto, bisogna sottrarre l’importo relativo all’INAIL (assicurazione contro gli infortuni sul lavoro), che corrisponde allo 0,50% della retribuzione. Il risultato è poi diviso per 13,5 per ottenere l’importo del TFR.

Se per esempio, quindi, nella busta paga del lavoratore con contratto a chiamata lo stipendio sarà di 1000 euro lordi, questo importo andrà:

  • Ridotto sottraendo lo 0.50% alla somma totale: 1000-5= 995
  • Diviso per 13,5: 995:13,5= 73,70

Il risultato, 73,70, sarà quindi il TFR maturato dal lavoratore con contratto a chiamata.

La buona notizia è che non serve fare questo calcolo ogni mese: l’importo sarà presente in busta paga, nella parte bassa del cedolino.

Esempio busta paga contratto a chiamata

Andiamo adesso a vedere un esempio di come si compone la busta paga di un contratto a chiamata.

Innanzitutto specifichiamo che le buste paga dei contratti a chiamata non presentano particolari differenze rispetto a quelle degli altri tipi di contratti.

Le differenze principali riguardano TFR, ferie e permessi, che sono proporzionali alle ore lavorate. Le ore lavorate e l’indennità di disponibilità saranno inserite come due voci separate.

Va anche specificato che, a seconda dei contratti e delle aziende, le buste paga potrebbero presentare delle variazioni.

Esempio di una busta paga con contratto a chiamata di Factorial

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Spesso, i responsabili HR si trovano a perdere ore e ore a gestire, per esempio, le buste paga dei contratti a chiamata. Ogni caso è unico e fa riferimento a documenti, richieste e calcoli aggiuntivi unici, che possono rivelarsi non solo estremamente time-consuming, ma anche soggetti a errori di calcolo.

Proprio per questo, oltre ad affidarsi a consulenti del lavoro esperti, le aziende possono valutare la possibilità di utilizzare un software che centralizza e digitalizza la gestione delle buste paga. La digitalizzazione del processo di elaborazione e consegna della busta paga online può davvero aiutare la tua azienda a risparmiare tempo e denaro.

Disporre di un software HR in grado di elaborare le buste paga infatti, significa beneficiare di uno strumento in grado di raccogliere molteplici informazioni che probabilmente finora hai rilevato a mano o mediante fogli di calcolo elettronici.

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FAQ: esempio busta paga contratto a chiamata

Come si viene pagati con il contratto a chiamata?

In linea generale, la retribuzione di un dipendente con un contratto a chiamata deve essere pari a quella di un altro lavoratore che ricopre le stesse mansioni e che ha, per esempio, un contratto a tempo indeterminato.

Quanto si paga di tasse su un contratto a chiamata?

I compensi riconosciuti per il lavoro a chiamata sono soggetti alle stesse trattenute per i contributi INPS e trattenute IRPEF di qualsiasi altro contratto, in maniera proporzionale al guadagno.

Quante ore settimanali con un contratto a chiamata?

Nella maggior parte dei casi, un dipendente con contratto a chiamata può lavorare le canoniche 40 ore settimanali, anche se, per alcuni CCNL, il limite si ferma a 38/39 ore. La cosa importante, però, è che il lavoratore con questo tipo di contratto non può lavorare per più di 400 giorni in tre anni.

Come funziona il Tfr con il contratto a chiamata?

A differenza di quanto si tende a pensare, il lavoratore con contratto a chiamata ha diritto, oltre alla retribuzione, a fruire di: permessi, congedi, ferie, tredicesima e TFR. Tutti questi elementi verranno calcolati sulla percentuale corrisposta dal datore di lavoro in base alle ore lavorate dal dipendente.

Dopo anni di esperienza nel mondo dell'editoria digitale e delle start-up, attualmente vive a Barcellona, dove è copywriter per Factorial e crea contenuti per il mercato italiano. Appassionata di scrittura e letteratura, non potrebbe mai vivere senza viaggiare e senza il suo gatto.

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