Quando e perché la formazione dei lavoratori è obbligatoria? Quali sono le regole da seguire per le aziende?
La formazione dei lavoratori è obbligatoria per garantire la sicurezza, l’efficienza e la conformità alle normative nei luoghi di lavoro.
La normativa italiana, infatti, stabilisce in maniera chiara quando e in che misura le aziende devono investire nella formazione dei propri dipendenti.
In questo articolo, vedremo insieme tutti i principali obblighi e quali sono le regole da seguire in merito di formazione.
- Quando la formazione dei lavoratori è obbligatoria: cosa dice la normativa
- Ogni quanto vanno tenuti i corsi di formazione
- Conseguenze per la mancata formazione dei lavoratori
- Come Factorial può supportarti nella gestione della formazione aziendale
- Domande frequenti sulla formazione dei lavoratori obbligatoria
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Quando la formazione dei lavoratori è obbligatoria: cosa dice la normativa
Partiamo dalle basi: quando la formazione dei lavoratori è obbligatoria?
Secondo quanto stabilito dal Decreto Legislativo 81/2008, tutti i lavoratori devono ricevere una formazione specifica in ambito di salute e sicurezza, per garantire che siano adeguatamente informati e formati sui potenziali rischi sul posto di lavoro.
In particolare, la formazione dei lavoratori è obbligatoria nei seguenti casi:
- All’atto dell’assunzione, quando cioè un lavoratore entra in azienda, deve essere formato sui rischi generali e specifici relativi al suo ruolo e al posto di lavoro;
- In caso di cambiamento delle mansioni, ovvero se un lavoratore cambia ruolo o le sue mansioni comportano nuovi rischi, è obbligatorio fornire una formazione adeguata. Questo accade quando il lavoratore inizia a svolgere attività che richiedono competenze o conoscenze specifiche in tema di sicurezza sul lavoro;
- Quando si introducono nuovi rischi o modifiche al processo lavorativo come nuovi macchinari, attrezzature, sostanze pericolose, oppure ancora se si modificano le modalità di lavoro che comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, è obbligatoria una formazione aggiuntiva;
- In caso di infortuni sul lavoro, per cui può essere necessaria una formazione integrativa per evitare che si ripetano incidenti simili;
- Periodicamente per l’aggiornamento, in particolare quando ci sono cambiamenti nelle normative di sicurezza o nei rischi legati al lavoro. La periodicità dell’aggiornamento dipende dal tipo di rischio e dalle disposizioni normative applicabili.
Formazione generale e formazione specifica
La normativa però distingue tra formazione generale e formazione specifica: la prima riguarda la sicurezza generale sul lavoro, mentre la seconda è relativa ai rischi specifici legati al tipo di attività svolta.
In particolare, la formazione generale include tematiche come:
- Rischi generali sul lavoro, ad esempio rischi ergonomici, rischi da movimentazione manuale dei carichi, rischio elettrico, ecc.);
- Misure di prevenzione generale, come l’uso corretto degli attrezzi, l’importanza dell’adozione di comportamenti sicuri, l’importanza dell’ergonomia, e la gestione di situazioni di emergenza;
- I diritti e i doveri del lavoratore e del datore di lavoro, il ruolo degli organi di vigilanza, le disposizioni previste dalla legge sulla sicurezza sul lavoro.
La formazione specifica, invece, riguarda i rischi legati al tipo di attività lavorativa che il dipendente svolge. È una formazione mirata che affronta i pericoli concreti e specifici del posto di lavoro, tenendo conto della natura delle mansioni e delle attrezzature utilizzate. Ad esempio, lavorare in un cantiere edile comporta rischi legati a macchinari pesanti, materiali pericolosi e rischi di cadute dall’alto, mentre lavorare in un laboratorio chimico implica rischi legati all’utilizzo di sostanze chimiche e alla gestione di apparecchiature pericolose.
Questa formazione viene fornita al momento dell’assunzione e ogni volta che il lavoratore cambia mansioni, assumendo un ruolo che comporta rischi differenti. Inoltre, essa deve essere aggiornata periodicamente, in particolare quando vengono introdotti nuovi macchinari, tecnologie, o modifiche nelle procedure operative.
Ogni quanto vanno tenuti i corsi di formazione
L’aggiornamento della formazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza è previsto con cadenza quinquennale, come stabilito nell’Accordo Stato-Regioni del 21 dicembre 2011. Questo accordo impone al datore di lavoro l’obbligo di garantire che i lavoratori ricevano almeno 6 ore di formazione ogni 5 anni. L’obiettivo di questo aggiornamento è quello di mantenere i lavoratori informati e preparati riguardo ai rischi sul luogo di lavoro e alle misure di sicurezza da adottare.
Tuttavia, è importante precisare che specifici corsi di formazione possono essere organizzati dalle aziende prima dei 5 anni, qualora sia necessario un aggiornamento tempestivo, per esempio in seguito a cambiamenti normativi o evoluzioni tecnologiche nel settore molto importanti e che implicano un cambio di mansioni o nuovi rischi su cui i dipendenti e i collaboratori devono essere aggiornati.
La frequenza e la tipologia di corsi possono essere stabilite in base alle esigenze specifiche del lavoro e delle normative in vigore, con l’obiettivo di garantire un ambiente lavorativo sempre in linea con gli standard richiesti.
Conseguenze per la mancata formazione dei lavoratori
Il Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro (Decreto Legislativo 81/2008) stabilisce in che modo la mancata formazione o la formazione inadeguata sono sanzionabili.
In particolare, l’articolo 55 del Decreto prevede che se il datore di lavoro non adempie agli obblighi di formazione, informazione e prevenzione dei rischi, e questa violazione non ha causato danni, rischia:
- Una multa da 2.500 a 6.400 euro;
- L’arresto da 3 a 6 mesi.
Se invece la violazione la violazione degli obblighi di sicurezza sul lavoro provoca lesioni personali colpose (ossia danni alla salute dei lavoratori per colpa o negligenza dell’azienda), la pena è:
- Una multa da 5.000 a 10.000 euro;
- L’arresto da 6 mesi a 1 anno.
Infine, se la violazione degli obblighi di sicurezza sul lavoro causa un decesso (omicidio colposo), la pena è la reclusione da 2 a 5 anni del datore di lavoro.
Oltre al datore di lavoro, anche i dirigenti, i preposti e gli altri soggetti aziendali che non adempiono agli obblighi di sicurezza sono responsabili e possono essere sanzionati in base alla loro posizione e al grado di responsabilità.
Come Factorial può supportarti nella gestione della formazione aziendale
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Domande frequenti sulla formazione dei lavoratori obbligatoria
Quando la formazione dei lavoratori è obbligatoria?
Secondo quanto stabilito dal Decreto Legislativo 81/2008, tutti i lavoratori devono ricevere una formazione specifica in ambito di salute e sicurezza, per garantire che siano adeguatamente informati e formati sui potenziali rischi sul posto di lavoro.
Quando i corsi di formazione sono obbligatori?
L’aggiornamento della formazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza è previsto con cadenza quinquennale, come stabilito nell’Accordo Stato-Regioni del 21 dicembre 2011. Questo accordo impone al datore di lavoro l’obbligo di garantire che i lavoratori ricevano almeno 6 ore di formazione ogni 5 anni. L’obiettivo di questo aggiornamento è quello di mantenere i lavoratori informati e preparati riguardo ai rischi sul luogo di lavoro e alle misure di sicurezza da adottare.
Cosa comporta la mancata formazione dei lavoratori?
Ci sono diverse pene previste dal Decreto Legislativo 81/2008 per i datori di lavoro che non forniscono la formazione obbligatoria ai propri dipendenti. Le pene, a seconda delle conseguenze, comportano multe tra i 2.500 e i 10.000 euro e l’arresto da 3 mesi a un anno. Se, invece, la violazione degli obblighi di sicurezza sul lavoro causa un decesso (omicidio colposo), la pena è la reclusione da 2 a 5 anni del datore di lavoro.