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Blocco licenziamenti: cosa cambia con il decreto agosto

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5 minuti di lettura
blocco licenziamenti

Il blocco dei licenziamenti istituito dal governo italiano che si protrae dal 17 marzo 2020 è stato parzialmente rivisto e modificato. Da una parte vediamo la proroga del blocco licenziamenti che andrà avanti fino al 16 novembre, dall’altra una maggiore flessibilità in alcuni casi specifici.

Facciamo chiarezza sui cambiamenti delle ultime ore e capiamo insieme perchè è importante gestire al meglio il licenziamento di uno o più dipendenti.

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Blocco licenziamenti durante il confinamento

Le difficoltà in tema di licenziamenti sono cresciute in maniera esponenziale durante l’emergenza sanitaria causata da COVID-19. Molte aziende hanno visto le proprie entrare ridursi in maniera drastica a causa della chiusura obbligatoria di negozi, uffici, e interi settori di business.

Secondo l’OCSE, entro la fine del 2020 la disoccupazione in Italia dovrebbe arrivare al 12,4%, portandosi via anni di miglioramenti e iniziative per contenere questo dato.

Tra le iniziative intraprese durante il periodo di confinamento iniziato a marzo 2020, inclusa nel “Decreto Rilancio” vi era anche una disposizione del governo che vietava i licenziamenti per tutte le aziende, a prescindere dalle dimensioni. Attenzione, i licenziamenti a cui si fa riferimento sono quelli riconducibili ai cambiamenti dell’attività di produzione delle aziende. Dal decreto rimanevano esclusi:

1. I cosiddetti “licenziamenti disciplinari” individuali;

2. I licenziamenti inerenti a inidoneità allo svolgimento del lavoro;

3. Quelli per superamento del periodo di comporto (il quale tutela le assenze per malattia o infortunio);

4. Termine di periodi di prova (come stage o apprendistato).

Decreto Rilancio 2

Nel mese di agosto il governo ha deciso di prorogare il blocco dei licenziamenti secondo il “Decreto Rilancio 2”. Rimane quindi in vigore il divieto di licenziamento.  Ma allora cos’è cambiato?

Prima questo divieto veniva esteso indistintamente a tutte le aziende, mentre ora ci sono delle eccezioni. Le aziende che non usufruiscono della Cassa integrazione e degli ammortizzatori sociali potranno tornare a esercitare il loro diritto di licenziamento del personale. Con il decreto agosto, lo stop ai licenziamenti per giustificato motivo oggettivo che vieta le procedure di licenziamento tanto individuali quanto collettive proseguirà, come stabilito per ora, fino al 16 novembre. La nuova Cassa integrazione, istituita durante il lockdown, sarà così allungata per altre 18 settimane.

In quali casi si potrà licenziare

Il blocco dei licenziamenti includerà ora delle categorie di eccezione per cui questa restrizione non sarà valida. Tra le eccezioni che permetteranno ad alcune aziende di tornare a licenziare rientrano:

1. I licenziamenti dovuti alla cessazione definitiva dell’attività;

2. I licenziamenti che prevedono accordo collettivo aziendale di incentivo all’esodo (da concordare singolarmente con ciascun dipendente);

3. I licenziamenti motivati dal fallimento dell’impresa (con conseguente cessazione dell’attività).

A questi si aggiunge, come indicato sopra, la possibilità di licenziare nel caso in cui l’impresa abbia esaurito le 18 settimane messe a disposizione per l’utilizzo della cassa integrazione.

Cosa succederà al termine del blocco licenziamenti

La paura dello sviluppo di nuovi focolai e il rischio di una seconda quarantena sono ancora molto vivi. Questi sentimenti di incertezza si contrappongono invece ai messaggi della fetta di popolazione che sostiene che il peggio ormai sia passato. La situazione attuale rende difficile poter indicare con certezza ciò che accadrà al termine del blocco licenziamenti, e se ci sarà un termine a novembre. Se il provvedimento non verrà prorogato, dal 17 novembre le aziende potranno tornare a licenziare i dipendenti come facevano prima della crisi COVID-19.

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Perché è importante la digitalizzazione

A causa della crisi del coronavirus molte aziende si sono trovate a dover ripensare a come vengono svolte le proprie operazioni. Diverse imprese hanno dovuto spostare il proprio business su altre piattaforme che in “tempi normali” costituivano solo un supporto o un canale secondario.
Il processo di digitalizzazione può essere lungo e complicato. Specialmente se non ci si affida ai programmi giusti, software in grado di integrarsi e adattarsi alle esigenze di ciascuna azienda.

Un’azienda che possiede un software HR per la gestione del personale sarà in grado di svolgere anche questa funzione delle risorse umane in maniera semplice evitando errori comuni. Incorrere in errori durante la fase di chiusura di un contratto è più semplice di quanto si possa pensare. Ciò può provocare danni dal punto di vista legale, economico, d’immagine aziendale e influire sul rapporto con i dipendenti.

Un software HR integrato nel sistema di gestione delle risorse umane assicura che le leggi siano rispettate. E non solo. Garantisce anche che entrambe le parti abbiano a disposizione gli strumenti giusti per comunicare il licenziamento.

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Come agire in fase di licenziamento

Quello dei licenziamenti è di per sé un tema molto delicato. Non è mai piacevole interrompere un contratto lavorativo. I rapporti tra azienda e lavoratore non si limitano a un semplice contratto. Soprattutto quando l’impresa riesce a costruire una cultura aziendale basata su valori come la fiducia, l’onestà, il rispetto, il senso dell’umore. Una cultura aziendale forte fa nascere legami forti e quando arriva il momento di dirsi addio le cose possono complicarsi.

I licenziamenti sono il frutto di decisioni difficili da prendere e comunicare al dipendente. Allo stesso modo i licenziamenti volontari da parte dei lavoratori possono lasciare grandi vuoti all’interno dell’azienda, sia dal punto di vista delle competenze che quello emotivo.

Innanzitutto, prima di agire per l’interruzione di un rapporto lavorativo, oggi più che mai è necessario accertarsi di rispettare tutte le leggi e le ordinanze in vigore. Superato questo ostacolo è necessario garantire la migliore esperienza per i lavoratori che escono dalla nostra azienda.

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L’importanza dell’offboarding

Svolgere una buona amministrazione del personale significa saper gestire in maniera adeguata anche i licenziamenti. Alcuni datori di lavoro cadono nell’errore di non dare importanza alla fase del licenziamento.

L’offboarding di un dipendente è tanto importante quanto l’onboarding.
Con il termine offboarding si identifica una serie di processi atti a concludere il rapporto tra azienda e dipendente.

Quando bisogna licenziare uno o più dipendenti, un software di gestione delle risorse umane rende questo spiacevole compito più semplice. Bastano dei piccoli accorgimenti per accertarsi di rendere il processo di licenziamento meno traumatico e difficile. Assicurarsi che il dipendente riceva il giusto supporto e la giusta considerazione lascerà senz’altro un ricordo migliore dell’azienda.

Per esempio, non sempre si riesce ad esprimere quello che si pensa a voce. Un software HR ci può permettere di creare moduli e modelli personalizzati per semplificare la comunicazione tra azienda e dipendente.

Richiedere e garantire al dipendente uscente la possibilità di esprimersi in merito alla propria esperienza all’interno dell’azienda è fondamentale. Ne beneficerà l’azienda, che potrà ottenere feedback su come migliorare i propri processi. Si darà valore all’opinione del dipendente che percepirà un maggiore senso di professionalità.

Perché scegliere un software HR

In periodi difficili e incerti come quello che stiamo vivendo è importante che le energie del personale vengano concentrate nei compiti più importanti, per rendere il proprio team ancora più efficiente e coeso. Ecco perché, se ancora non lo hai fatto, dovresti affidarti a un software HR per la gestione delle risorse umane.

Mentre tu ti occupi di sviluppare il talento all’interno del tuo team, software HR come Factorial si assicurano che tutti i processi di gestione delle risorse umane, tra cui anche i licenziamenti, vengano svolti in maniera facile, efficiente, sicura.

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Isotta è Content Marketing Specialist in Factorial ed è appassionata di comunicazione, copywriting, social media e HR. Ama la natura, viaggiare e giocare a pallavolo.

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