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Idoneità alla mansione: cos’è e come si ottiene il certificato

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7 minuti di lettura
Idoneità alla mansione: cos'è e come si ottiene il certificato

Hai mai sentito parlare di idoneità alla mansione? Ti stai chiedendo se i tuoi dipendenti ne avranno bisogno e come ottenerla per tutti i tuoi lavoratori?

L’idoneità alla mansione è un documento fondamentale per potersi accertare di operare a norma di legge, che deve essere conseguito da tutti i lavoratori che operano in determinati settori.

In questo approfondimento, vedremo cos’è questo tipo di documento, quando è necessario e cosa fare quando il giudizio di idoneità del medico stabilisce che un lavoratore non può svolgere una determinata mansione.

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Cos’è l’idoneità alla mansione

Partiamo dalle basi: cosa intendiamo quando parliamo di idoneità alla mansione?

Come suggerisce la parola, si tratta di un documento, spesso riferito come certificato di idoneità alla mansione specifica, che stabilisce se un lavoratore può o non può svolgere le proprie mansioni, da un punto di vista puramente medico.

Si tratta, quindi, di una certificazione mediche che riguarda i rischi professionali e che viene rilasciato al lavoratore dal medico in via preventiva o periodicamente. Per rilasciarlo, il medico avrà il compito di valutare tutti i rischi a cui può essere esposto il dipendente e prendere una decisione di conseguenza.

In specifici settori e per determinate mansioni, questo certificato rientra tra i documenti obbligatori per l’assunzione di un nuovo dipendente.

Il decreto che regola l’idoneità alla mansione è il 81/08, conosciuto comunemente come il testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Quando è necessario il certificato di idoneità alla mansione

Ma il certificato di idoneità alla mansione specifica è sempre necessario? No.

Questo tipo di documento non è necessario per i lavoratori di ogni azienda e che svolgono qualunque mansione, ma soltanto per quelli che ricoprono posizioni lavorative specifiche, generalmente .

Nel dettaglio, come riporta il decreto, per presentarsi la necessità di un’idoneità alla mansione è necessario che il lavoratore ricopra mansioni ad alto rischio, che comportano:

  • Esposizione ad agenti chimici, fisici o biologici
  • Movimentazione manuale dei carichi
  • Utilizzo di videoterminali per più di 20 ore settimanali
  • Lavoro notturno
  • Lavori in quota

Inoltre, c’è da specificare che l’idoneità che dovranno richiedere può essere di diversi tipi. In base alle specifiche del lavoro, infatti, il giudizio di idoneità alla mansione deve essere:

  • Preventivo: effettuato prima di iniziare l’attività lavorativa
  • Individuale: riguarda tutti i lavoratori in maniera singola
  • Temporale: ha durata limitata e va ripetuto dopo un determinato periodo di tempo
  • Probabilistico: riguarda soltanto le attività che andrà a svolgere il lavoratore

Infine, c’è da specificare che la richiesta di visita medica per idoneità alla mansione non è sempre richiesta dal datore di lavoro, ma può anche essere avanzata dal dipendente, tramite una richiesta al SSN da parte del proprio medico curante.

Chi stabilisce l’idoneità alla mansione

Il giudizio di idoneità alla mansione viene espresso dal medico competente, che prenderà la sua decisione dopo aver effettuato una visita medica al lavoratore.

Questo medico, che deve essere iscritto all’Elenco Nazionale del Ministero del lavoro, viene selezionato dal datore di lavoro, che ha il compito di contattarlo periodicamente per assicurarsi che tutti i certificati dei dipendenti che ne hanno bisogno siano aggiornati.

Per essere qualificato a esprimere il giudizio, il medico non può essere il medico di base, né un altro tipo di specialista che non sia qualificato come competente.

Infine, il medico competente non può essere il datore di lavoro, l’RSPP (Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione), né nessun altro tipo di figura aziendale.

Tipi di giudizi di idoneità

Come si può immaginare, naturalmente, il giudizio di idoneità alla mansione specifica non è sempre positivo, ma il responso può essere di diverso tipo e può squalificare, sia temporaneamente sia definitivamente, un lavoratore dallo svolgere una determinata mansione.

Il giudizio va redatto in due copie: quella da consegnare all’azienda dovrà essere estremamente sintetica in quanto, per motivi di privacy, il datore di lavoro non può avere informazioni sulle condizioni di salute del lavoratore.

Vediamo, quindi, quali sono le quattro opzioni possibili per il giudizio di idoneità a disposizione del medico competente.

Idoneità

Il primo caso è quello in cui, dopo la visita medica, il lavoratore viene giudicato idoneo alla mansione.

Questo implica che il lavoratore, secondo il parere del medico competente, è in grado di poter svolgere la mansione stabilita dal datore di lavoro senza rischiare reali ripercussioni di salute. Di conseguenza, può iniziare a lavorare da subito.

Idoneità parziale con limitazioni

Il caso della idoneità parziale alla mansione è quello in cui, invece, il lavoratore viene giudicato idoneo, ma con delle specifiche limitazioni.

Questo vuol dire che, pur potendo svolgere le attività e il tipo di lavoro che è stato stabilito dal datore di lavoro, il dipendente dovrà osservare specifiche prescrizioni mediche.

Ad esempio, un magazziniere potrebbe spostare i carichi richiesti, ma come un limite di peso di 30 kg.

Inidoneità temporanea

Ci sono poi le due opzioni che non concedono l’idoneità. La prima è l’inidoneità temporanea alla mansione.

Questo tipo di giudizio implica che il dipendente è momentaneamente impossibilitato a svolgere le attività richieste.

Con questo giudizio, il medico competente stabilisce anche un periodo di tempo in cui il lavoratore dovrà attendere prima di effettuare una nuova visita.

Inidoneità permanente

L’ultimo caso è quello in cui il medico competente decide che il lavoratore non è giudicato idoneo a svolgere la mansione richiesta dal datore di lavoro.

Questo può accadere, per esempio, nel caso in cui il medico dovesse riscontrare un problema di salute importante.

Cosa succede in caso di mancata inidoneità

Ora che abbiamo visto tutte le opzioni, approfondiamo l’ultima. Cosa succede quando il medico competente stabilisce che il lavoratore è permanentemente inidoneo a svolgere la mansione? In questo caso, ci sono due possibilità a disposizione del datore si lavoro.

La prima è quella di ricollocare il lavoratore in un’altra posizione lavorativa, permanentemente oppure finché non ottiene l’idoneità.

La seconda, invece, è quella del licenziamento, che però può avvenire soltanto nel caso in cui il datore di lavoro sia in grado di dimostrare che il lavoratore non può ricoprire nessun’altra posizione in azienda e che non c’è una tempistica definibile per il reinserimento alla sua mansione precedente.

È possibile presentare ricorso?

Naturalmente, sia il datore di lavoro, sia il lavoratore stesso possono contestare la decisione del medico competente.

In questo caso, il ricorso andrà presentato entro un massimo di 30 giorni dal giorno in cui è stato espresso il giudizio del medico competente.

Il ricorso verrà preso in carico dall’ASL, che aprirà una pratica e, dopo aver effettuato gli aggiornamenti del caso, esprimerà un nuovo giudizio.

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FAQ: idoneità alla mansione

L’idoneità alla mansione è obbligatoria?

L’idoneità alla mansione è obbligatoria soltanto per lavori specifici, elencati nel decreto 81/08. Nel dettaglio, per quelle categorie di lavoratori che svolgono mansioni che comportano esposizione ad agenti chimici, fisici o biologici, movimentazione manuale dei carichi, utilizzo di videoterminali (per più di 20 ore settimanali), lavoro notturno e lavori in quota.

Chi rilascia il certificato di idoneità alla mansione?

Il giudizio di idoneità alla mansione viene espresso dal medico competente, che prenderà la sua decisione dopo aver effettuato una visita medica al lavoratore.

Questo medico, che deve essere iscritto all’Elenco Nazionale del Ministero del lavoro, viene selezionato dal datore di lavoro, che ha il compito di contattarlo per periodicamente.

Cosa succede se il medico competente non da l’idoneità alla mansione?

In questo caso, ci sono due possibilità. La prima è quella di ricollocare il lavoratore in un’altra posizione lavorativa, permanentemente oppure finché non ottiene l’idoneità.

La seconda, invece, è quella del licenziamento, che però può avvenire soltanto nel caso in cui il datore di lavoro sia in grado di dimostrare che il lavoratore non può ricoprire nessun’altra posizione in azienda e che non c’è una tempistica definibile per il reinserimento alla sua mansione precedente.

Il dipendente può essere licenziato in caso di inidoneità?

Il dipendente potrebbe essere licenziato in caso di inidoneità, ma soltanto nel caso in cui il datore di lavoro riesca ad accertare la definitiva impossibilità di reinserire il lavoratore non idoneo.

Dopo anni di esperienza nel mondo dell'editoria digitale e delle start-up, attualmente vive a Barcellona, dove è copywriter per Factorial e crea contenuti per il mercato italiano. Appassionata di scrittura e letteratura, non potrebbe mai vivere senza viaggiare e senza il suo gatto.

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