Nel panorama delle politiche aziendali, i fringe benefit 2025 rappresentano un’importante risorsa per le imprese che desiderano migliorare il benessere dei propri dipendenti, incentivare la produttività e, al contempo, ottimizzare la gestione fiscale.
Una corretta gestione e la comprensione della normativa che li disciplina, a partire da quanto deciso con la Legge di Bilancio 2025, è tuttavia fondamentale.
In questo articolo, esploreremo quindi cosa sono i fringe benefit, chi può usufruirne, come vengono calcolati in busta paga e quali le regole di cui tenere conto nel 2025 per massimizzare i vantaggi economici senza incorrere in problematiche legate alla compliance normativa.
- Che cosa sono i fringe benefit
- Chi può usufruire dei fringe benefit
- Fringe benefit 2025: le novità della Legge di Bilancio
- Come si calcolano i fringe benefit in busta paga
- Fringe benefit 2025: cosa dice la normativa
- Tipologie ed esempi di fringe benefit
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Che cosa sono i fringe benefit
Partiamo dalle basi: cosa si intende per fringe benefit?
I fringe benefit sono compensi non in denaro, concessi dal datore di lavoro ai propri dipendenti oltre al salario base, ma non sono tassabili né sottoposti a contribuzione entro specifiche soglie.
Questi compensi possono essere sotto forma di beni o servizi che non sono retribuzione diretta ma che contribuiscono al benessere del lavoratore. Possono comprendere una vasta gamma di benefit, come auto aziendali, buoni pasto, assicurazioni sanitarie, e altro. L’obiettivo di tali benefici è migliorare la qualità della vita dei dipendenti, incentivando al contempo il loro impegno e la loro produttività.
Chi può usufruire dei fringe benefit
Possono usufruire dei fringe benefit tutti i lavoratori dipendenti, inclusi i dirigenti, i quadri, e i lavoratori subordinati, a condizione che il datore di lavoro decida di offrirli. Tuttavia, la possibilità di beneficiare di questi vantaggi non è automatica, ma dipende strettamente dalle politiche aziendali e dalle specifiche condizioni contrattuali.
In generale, la fruizione dei fringe benefit è regolata dal contratto di lavoro individuale o collettivo stipulato tra il dipendente e l’azienda. Questo significa che un datore di lavoro può scegliere di includere i fringe benefit come parte del pacchetto retributivo per alcuni dipendenti, mentre può decidere di non offrirli ad altri o addirittura non garantirli, in base alle esigenze dell’azienda o alla tipologia di contratto.
Per esempio, i lavoratori con contratti a tempo determinato, contratti di somministrazione o contratti part-time potrebbero non avere diritto agli stessi fringe benefit previsti per i lavoratori a tempo indeterminato. Allo stesso modo, le politiche aziendali possono stabilire dei criteri specifici per l’accesso a determinate forme di fringe benefit, come l’anzianità di servizio, la posizione aziendale, o l’adempimento di determinati obiettivi.
In alcuni casi, inoltre, possono essere esclusi i lavoratori con contratti atipici o quelli che non raggiungono determinati requisiti, come un livello minimo di retribuzione o di performance. Le aziende, quindi, hanno una certa flessibilità nella scelta di quali dipendenti beneficiare di questi vantaggi, ma è fondamentale che le regole siano chiare e uniformi, per evitare disuguaglianze o contestazioni.
Inoltre, è importante che le politiche aziendali siano allineate alle normative fiscali e alle disposizioni legislative, per garantire che i fringe benefit siano gestiti correttamente sia dal punto di vista fiscale che normativo.
Fringe benefit 2025: le novità della Legge di Bilancio
La Legge di Bilancio 2025 porta con sé alcune importanti novità in merito ai fringe benefit. Queste novità riguardano in particolare la tassazione e la regolamentazione delle auto aziendali. Esaminiamo le principali novità:
H3: La tassazione dei fringe benefit
Nel 2025, il trattamento fiscale dei fringe benefit subirà una modifica importante, poiché il loro valore verrà considerato come reddito imponibile, ma solo oltre determinate soglie. In altre parole, la Legge di Bilancio ha stabilito che i datori di lavoro, in quanto sostituti d’imposta, dovranno considerare i fringe benefit come parte della retribuzione totale del dipendente, ma solo l’importo che supera le soglie esenti sarà tassato come reddito.
In particolare, il Governo ha confermato che per il 2025 i fringe benefit resteranno esenti da tassazione:
- fino a 2.000 euro per i dipendenti con figli e fino a 1.000 euro per quelli senza figli;
- fino a 5.000 euro per i lavoratori dipendenti che hanno trasferito la propria residenza nel comune in cui ha sede il luogo di lavoro, se il comune di destinazione è distante più di 100 chilometri dalla residenza precedente del lavoratore. Tale agevolazione vale per gli assunti a tempo indeterminato nel corso del 2025 (dal 1° gennaio 2025 al 31 gennaio 2025) e per le somme erogate direttamente dal datore di lavoro o rimborsate dallo stesso per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione relative agli immobili in affitto. È previsto inoltre che il beneficio sia valido per i primi due anni a partire dalla data di assunzione.
Tenuto presente di queste condizioni, l’importo che eccede le soglie sopra indicate sarà soggetto alla normale tassazione sul reddito, con le aliquote previste per il salario del lavoratore.
Va specificato, infine, che le esenzioni previste non riguardano solo il reddito imponibile per le imposte sul reddito, ma si estendono anche alla base imponibile della contribuzione previdenziale. Questo significa che le somme erogate come fringe benefit (entro i limiti indicati) non saranno conteggiate neanche per il calcolo dei contributi previdenziali, offrendo un ulteriore vantaggio sia per il lavoratore che per il datore di lavoro.
Fringe benefit auto aziendali 2025
Con la Legge di Bilancio 2025, cambia il trattamento fiscale e previdenziale delle auto aziendali, uno dei principali fringe benefit riconosciuti ai dipendenti.
Nel dettaglio, a partire dal 1° gennaio 2025, il trattamento fiscale per le auto aziendali in uso promiscuo (veicoli messi a disposizione dal datore di lavoro ai propri dipendenti per scopi sia professionali che privati) verrà calcolato in base al costo chilometrico, calcolato dall’ACI per una percorrenza convenzionale di 15.000 km annui. La percentuale di tassazione varia in questo caso in base al tipo di alimentazione del veicolo, ed è pari al:
- 10% del costo chilometrico per le auto elettriche
- 20% del costo chilometrico per le auto ibride plug-in;
- 50% del costo chilometrico per le Auto a benzina, diesel o GPL
A tale importo verrà applicato un 50% per determinare il valore del fringe benefit ai fini fiscali, al netto di eventuali somme trattenute al dipendente.
Questo nuovo regime si applica a partire dal periodo d’imposta 2025 e rappresenta una modifica significativa rispetto alla normativa precedente, che prevedeva percentuali diverse basate sulle emissioni di CO₂ dei veicoli. L’intento è quello di incentivare l’adozione di veicoli a basse emissioni, come le auto elettriche e ibride, che beneficeranno di un trattamento fiscale più favorevole, contribuendo così alla transizione ecologica e alla sostenibilità ambientale.
Come si calcolano i fringe benefit in busta paga
Il calcolo dei fringe benefit in busta paga avviene in base al valore economico del beneficio offerto dal datore di lavoro. Ogni fringe benefit ha infatti una valutazione specifica.
La prima cosa da fare, quindi, è identificare i fringe benefit, ovvero i beni o i servizi che l’azienda fornisce al dipendente come utilizzo di auto aziendale, buoni pasto, telefonini e altri dispositivi aziendali, sconti su prodotti o attività.
A questo punto bisogna determinare il valore del fringe benefit in base al suo valore di mercato o, in alcuni casi, a specifiche tabelle fiscali stabilite dalla legge. Ad esempio, se l’azienda mette a disposizione un’auto aziendale, si applica un valore annuo calcolato in base al tipo di auto (a seconda della cilindrata, delle emissioni, ecc.), stabilito dall’ACI.
Una volta determinato il valore di ogni fringe benefit, questi vanno sommati per ottenere il valore complessivo dei benefit offerti al dipendente. Se questo è entro i limiti individuati dalla Legge di Bilancio, allora sarà considerato esentasse. In caso contrario, l’importo eccedente complessivo dei fringe benefit viene aggiunto al reddito del dipendente per il calcolo delle imposte e del contributo previdenziale, anche se il tipo di trattamento fiscale dipende dal tipo di fringe benefit e può essere agevolato.
Fringe benefit 2025: cosa dice la normativa
L’articolo 51 del TUIR (D.Lgs. 917/1986) è la principale norma che regola la tassazione dei fringe benefit e stabilisce che sono considerati come reddito da lavoro dipendente e, pertanto, soggetti a tassazione, salvo specifiche esenzioni o agevolazioni.
Col tempo, infatti, i governi sono intervenuti sulla questione, modificando o disciplinando specifici aspetti che hanno integrato la normativa. Per esempio:
- la Legge di Bilancio 2020 ha stabilito che i buoni pasto elettronici fino a 8 euro al giorno sono esenti da imposta, mentre il limite di esenzione per i buoni pasto cartacei è rimasto a 5,29 euro al giorno;
- il Decreto Ministeriale 701/1997 specifica le modalità di calcolo per alcuni fringe benefit, come l’auto aziendale;
- la Legge di Bilancio 2024 ha introdotto significative modifiche riguardo ai fringe benefit per i lavoratori dipendenti. In particolare, è stato innalzato il limite di esenzione fiscale per i fringe benefit, che è passato da 258,23 euro annui per ciascun dipendente a 1.000 euro per la generalità dei dipendenti e a 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico;
- la Legge di Bilancio 2025 ha confermato tali soglie e ha inoltre introdotto una nuova soglia per i lavoratori che per motivi di lavoro si trasferiscono in un comune a più di 100 chilometri dalla residenza precedente del lavoratore. Questa agevolazione riguarda i fringe benefit considerati esentasse fino al valore di 5.000 euro se erogati ai lavoratori assunti a tempo indeterminato nel corso del 2025 (dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025).
Tipologie ed esempi di benefit
I fringe benefit possono assumere molteplici forme, ognuna con le proprie caratteristiche e vantaggi. Ecco alcuni esempi:
- Auto aziendale: un classico fringe benefit, che consente al lavoratore di utilizzare un veicolo aziendale sia per motivi professionali che personali.
- Buoni pasto: una forma di benefit molto diffusa, esente da imposte fino a un certo limite mensile.
- Assicurazione sanitaria: le aziende possono offrire polizze sanitarie per i dipendenti, che coprono spese mediche o infermieristiche.
- Abbonamenti a palestre o centri benessere: un fringe benefit utile per il benessere fisico e psicologico dei lavoratori.
- Formazione professionale: il finanziamento di corsi di formazione o master per migliorare le competenze professionali del dipendente.
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