Ogni anno, aziende e imprese soggette all’IRAP sono tenute a rispettare una precisa scadenza IRAP per il versamento e la presentazione della dichiarazione, al fine di adempiere correttamente agli obblighi fiscali ed evitare sanzioni per ritardi o omissioni.
Il rispetto di tali termini è quindi essenziale per garantire una gestione efficiente della fiscalità aziendale e prevenire il rischio di accertamenti da parte dell’Amministrazione finanziaria.
E poiché l’aggiornamento tempestivo da parte delle aziende diventa fondamentale per pianificare al meglio le proprie scadenze fiscali, in questo approfondimento analizzeremo quali sono le normative di cui tenere conto, nonché le date dei versamenti e le strategie per una corretta gestione dell’imposta nel 2025.
- Cos’è l’IRAP e chi deve pagarla
- Scadenza IRAP 2025: le nuove date da segnare
- Sanzioni per ritardi o omissioni
- Come prepararsi alla scadenza IRAP 2025: strumenti e consigli
Cos'è l'IRAP e chi deve pagarla
L’IRAP è un’Imposta Regionale sulle Attività Produttive che grava sul valore della produzione netta delle imprese e di alcuni lavoratori autonomi, disciplinata dal D.Lgs. 15 dicembre 1997, n. 446.
È un’imposta di competenza regionale, non è deducibile ai fini delle imposte sui redditi e colpisce fonti di ricchezza a carattere patrimoniale (per questo viene definita “imposta reale”).
Chi è obbligato al pagamento dell’IRAP?
Il pagamento dell’IRAP è dovuto nel caso di esercizio abituale, in Italia, di attività autonomamente organizzate e dirette alla produzione o allo scambio di beni e alla prestazione di servizi.
Nel dettaglio, sono obbligati al versamento:
- Società di capitali e di persone (S.p.A., S.r.l., S.a.p.a., S.n.c., S.a.s.), indipendentemente dal regime contabile adottato;
- Imprenditori individuali, purché svolgano un’attività in forma organizzata;
- Professionisti e lavoratori autonomi, ma solo se operano con una struttura organizzata in modo autonomo e continuativo (articolo 3, comma 1, lettera c del D.Lgs. n. 446/1997);
- Enti non commerciali, limitatamente all’attività commerciale esercitata;
- Pubbliche amministrazioni, secondo quanto previsto dall’articolo 3, comma 1, lettera e del D.Lgs. n. 446/1997.
Va chiarito, a tal proposito, che ogni anno la dichiarazione IRAP si rifà al periodo d’imposta precedente. Quindi, come chiarito anche nelle istruzioni per la compilazione pubblicate dall’Agenzia delle Entrate il 14 marzo 2025, il Modello IRAP 2025 deve essere utilizzato per dichiarare l’imposta regionale sulle attività produttive relativa al periodo di imposta 2024.
Mentre i contribuenti per i quali il periodo d’imposta si è chiuso anteriormente al 31 dicembre 2024 non devono utilizzare il modello 2025 ma quello approvato l’anno precedente (anche in caso di scioglimento di società di persone senza formale procedura di liquidazione).
Chi è esonerato dal pagare l’IRAP?
I principali soggetti esclusi dal pagamento dell’IRAP sono:
- I lavoratori autonomi e i professionisti che operano senza una struttura organizzata, secondo l’orientamento consolidato della Corte di Cassazione;
- I contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni che hanno aderito al cosiddetto regime forfettario agevolato o al regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2022;
- Gli incaricati di vendita a domicilio soggetti alla ritenuta a titolo d’imposta, individuati anche in questo caso dalla Legge di Bilancio 2022;
- Le imprese agricole con redditi derivanti esclusivamente da attività agricole ai sensi dell’articolo 32 del TUIR;
- Le vittime di richieste estorsive, come previsto l’articolo 20, comma 2, della legge 23 febbraio 1999, n. 44, ha disposto la proroga di tre anni dei termini di scadenza degli adempimenti fiscali ricadenti entro un anno dalla data dell’evento lesivo, con conseguente ripercussione anche sul termine di presentazione della dichiarazione annuale;
Tuttavia, anche se in generale è la normativa nazionale che decide chi è esonerato dal pagamento dell’IRAP ogni anno, è prevista la possibilità di introdurre nuove e diverse esenzioni a livello regionale.
Infatti, le Regioni hanno autonomia nel determinare aliquote e agevolazioni IRAP, quindi possono prevedere aliquote ridotte o azzerate per specifiche categorie di contribuenti. Per esempio in alcuni casi è stato deciso che enti non profit e organizzazioni di volontariato possono essere esentati se svolgono esclusivamente attività non commerciali, oppure che il pagamento non è dovuto nel caso in cui si tratti di imprese che assumono giovani o donne in condizioni di svantaggio (disoccupati, con basso reddito o residenti in zone con un basso tasso occupazione) o di soggetti colpiti da eventi eccezionali (come terremoti, alluvioni o disastri ambientali, di volta in volta individuati dal legislatore).
In passato sono stati riconosciuti anche temporanei per incentivare determinate attività economiche sul territorio. Per questo motivo, è fondamentale che imprese e professionisti monitorino annualmente la Legge di Bilancio e i provvedimenti regionali per verificare se rientrano tra i soggetti esonerati.
Scadenza IRAP 2025: le nuove date da segnare
Le scadenze IRAP per il 2025 variano in base alla forma giuridica e alla tipologia di contribuente. In particolare, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate:
- Le società semplici, le società in nome collettivo ed in accomandita semplice, nonché per le società ed associazioni ad esse equiparate ai sensi dell’articolo 5 del TUIR, presentano la dichiarazione tra il 15 aprile e il 31 ottobre dell’anno successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta. Quindi chi ha esercitato attività dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 ha tempo per presentare la dichiarazione dal 15 aprile 2025 al 31 ottobre 2025;
- I soggetti IRES ( art. 73, comma 1, del TUIR), nonché per le amministrazioni pubbliche, presentano la dichiarazione IRAP a partire dal 15 aprile dell’anno successivo alla chiusura del periodo d’imposta. Tuttavia, se il periodo d’imposta coincide con l’anno solare (cioè, dal 1° gennaio al 31 dicembre), la dichiarazione deve essere inviata entro l’ultimo giorno del decimo mese successivo alla fine dell’esercizio fiscale. In questo caso, per un periodo d’imposta che termina il 31 dicembre 2024, la dichiarazione IRAP deve essere trasmessa entro il 31 ottobre 2025. Se invece il periodo d’imposta non coincide con l’anno solare, ad esempio dal 1° luglio 2024 al 30 giugno 2025, la dichiarazione dovrà essere inviata entro il 30 aprile 2026, ossia entro il decimo mese dalla fine del periodo d’imposta.
La dichiarazione si considera presentata nel giorno in cui è trasmessa mediante procedure telematiche e precisamente nel giorno in cui è conclusa la ricezione dei dati da parte dell’Agenzia delle Entrate. Mentre le dichiarazioni presentate entro 90 giorni dalla scadenza dei suddetti termini sono valide, salva l’applicazione delle sanzioni previste dalla legge. Quelle presentate, invece, con ritardo superiore a 90 giorni si considerano omesse, ma costituiscono titolo per la riscossione dell’imposta che ne risulti dovuta (quindi espongono i soggetti obbligati a eventuali sanzioni e recuperi da parte del Fisco).
Dichiarazione IRAP: modalità e scadenza IRAP 2025
La dichiarazione IRAP va presentata esclusivamente per via telematica all’Agenzia delle Entrate tramite i servizi telematici Entratel o Fisconline e può essere trasmessa:
- Direttamente dal dichiarante;
- Tramite un intermediario abilitato (commercialista, consulente del lavoro, Caf etc.);
- Tramite altri soggetti incaricati (per le Amministrazioni dello Stato);
- Tramite società appartenenti al gruppo, ai sensi dell’art. 3, comma 2-bis del D.P.R. 22 luglio 1998, n. 322 e successive modificazioni.
La prova della presentazione della dichiarazione è data dalla comunicazione attestante l’avvenuto ricevimento dei dati, rilasciata sempre per via telematica.
Il servizio telematico restituisce infatti immediatamente dopo l’invio, un messaggio che conferma prima l’avvenuta ricezione del file e, in seguito, fornisce all’utente un’altra comunicazione attestante l’esito dell’elaborazione effettuata sui dati pervenuti, che, in assenza di errori, conferma l’avvenuta presentazione della dichiarazione.
Sanzioni per ritardi o omissioni
Chi non rispetta la scadenza IRAP per il pagamento o la dichiarazione può incorrere in sanzioni amministrative significative, variabili a seconda della violazione. In particolare, il legislatore ha previsto:
- Una sanzione pari al 30% dell’importo in caso di omesso versamento;
- Una sanzione compresa tra il 120% e il 240% dell’imposta dovuta, con un importo minimo che non può essere inferiore a 250 euro, in caso di dichiarazione tardiva;
- Una sanzione tra il 90% e il 180% dell’imposta evasa in caso di dichiarazione infedele;
In caso di pagamento tardivo, è prevista poi una sanzione pari all’1% dell’importo dovuto per ogni mese di ritardo. In questo caso l’importo minimo da versare non può essere inferiore a 25 euro.
Per gli errori emersi in fase di dichiarazione, invece, le sanzioni variabili dipendono dalla gravità dell’errore. Se l’errore è lieve, le penalità sono ridotte. Ricorrere al ravvedimento operoso, per esempio, permette di ridurre l’ammontare delle sanzioni in base alla tempestività con cui si rimedia, incentivando così una regolarizzazione tempestiva.
Come prepararsi alla scadenza IRAP 2025: strumenti e consigli
Per evitare problemi e sanzioni legate all’IRAP, è essenziale pianificare con anticipo sia il versamento che la dichiarazione, segnandosi date e scadenze.
È fondamentale anche verificare eventuali novità normative, come le possibili esenzioni a livello regionale, e accantonare le somme necessarie con anticipo per evitare difficoltà finanziarie dell’ultimo minuto.
Per questo motivo, l’utilizzo di software di gestione fiscale può essere di grande aiuto nel calcolare correttamente gli importi dovuti, riducendo il rischio di errori e garantisce il rispetto e l’adeguamento alle normative.
Con queste accortezze, le aziende potranno affrontare l’IRAP 2025 in modo efficiente e senza sorprese.