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Credito d’imposta 4.0: guida completa e esempio di come calcolarlo

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7 minuti di lettura
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Cos’è il credito d’imposta 4.0 e come si calcola?

Se hai cercato come ottenere agevolazioni fiscali per la tua azienda, sicuramente ti sarai imbattuta/o nel credito d’imposta 4.0.

Questo strumento messo a disposizione dal governo è stato pensato per aiutare le aziende a effettuare investimenti strategici in beni 4.0, ovvero prodotti e servizi tecnologicamente avanzati, mirati a favorire lo sviluppo del Paese.

Ma come funziona nello specifico il credito d’imposta 4.0?

E soprattutto, come si calcola?

In questa guida vedremo un esempio di credito d’imposta 4.0, spiegheremo come funziona quest’agevolazione e vedremo tutte le procedure da seguire per ottenerla.

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Cos'è il credito d'imposta

Il credito d’imposta consiste in una forma di agevolazione fiscale, e nel dettaglio in uno strumento che permette alle aziende di detrarre parte delle proprie imposte nei confronti dello Stato.

Più specificamente, grazie al credito d’imposta è possibile detrarre dalle imposte una somma specifica e variabile di caso in caso, che consiste in una percentuale per le spese sostenute in alcuni beni e servizi strategici elencati dalla legge.

Fra questi ultimi rientrano i cosiddetti beni 4.0, da cui l’agevolazione prende comunemente il nome di credito d’imposta 4.0.

Come abbiamo accennato, i beni 4.0 sono servizi o prodotti tecnologicamente avanzati, che contribuiscono alla trasformazione digitale e alla modernizzazione dell’industria e dei processi produttivi.

L’elenco dei beni 4.0 è definito con chiarezza dallo Stato e include sia strumenti materiali (come macchinari o robot), che strumenti immateriali, quali ad esempio i software.

Tramite il credito d’imposta 4.0 il Governo mira a favorire lo sviluppo della cosiddetta Industria 4.0, ovvero un nuovo tipo di industria che si basa sugli sviluppi tecnologici più recenti (grazie ai beni 4.0, per l’appunto).

Il tutto si inserisce in un apposito piano nazionale, cioè il Piano Transizione 4.0, una serie di misure introdotte recentemente dallo Stato e che si sostituiscono ai provvedimenti precedenti, ormai datati.

Credito d'imposta e transizione 4.0: come si ottiene

Per ottenere il credito d’imposta 4.0, le aziende devono assicurarsi di documentare in maniera adeguata tutte le spese per le quali è previsto e per cui intendono richiederlo.

Successivamente, l’agevolazione viene riconosciuta in maniera automatica in sede di dichiarazione dei redditi e può dunque essere utilizzata per ridurre le imposte che l’impresa deve versare.

In ogni caso, le aziende devono sempre rispettare alcuni criteri e requisiti specifici per accedere al credito d’imposta 4.0.

In particolare, l’impresa che richiede l’agevolazione deve produrre uno fra questi documenti:

  • Un attestato di conformità, rilasciato da un ente di certificazione accreditato;
  • Una perizia tecnica, rilasciata da un perito industriale o da un ingegnere iscritto nel relativo albo.

Lo scopo di ciascuno di questi atti è testimoniare che i beni per cui si intende richiedere il credito d’imposta 4.0 rientrino fra quelli elencati dallo Stato.

L’unica eccezione alla regola riguarda i beni 4.0 di costo inferiore ai 300.000 euro.

In tal caso, l’azienda può limitarsi a presentare una semplice dichiarazione, purché redatta da un legale rappresentante.

Esempio di credito d'imposta per beni strumentali

Un esempio di credito d’imposta è quello per beni strumentali.

Per comprendere al meglio il funzionamento del credito d’imposta 4.0, è bene fare chiarezza e distinguere i beni 4.0 dai ‘comuni’ beni strumentali.

Partiamo con la definizione di questi ultimi.

I beni strumentali consistono in attrezzature, macchinari o software che l’azienda sfrutta per gestire o produrre i propri servizi e prodotti.

Sebbene questa definizione ricordi molto quella dei beni 4.0 – che, come abbiamo visto, possono essere strumenti in ciascuna di queste tre categorie – c’è un’importante differenza da segnalare.

Difatti, non tutti i beni strumentali concorrono al processo di Transizione 4.0, perciò dunque non tutti i beni strumentali sono al contempo beni 4.0.

Al contrario, talvolta, i beni 4.0 possono anche essere considerati beni strumentali.

È importante fare questa distinzione, poiché non sempre un incentivo è previsto per entrambe le categorie, così come testimoniano le modifiche alla legge introdotte nel 2023 (che vedremo tra poco).

Assicurati dunque di verificare che le spese per cui hai intenzione di richiedere il credito d’imposta 4.0 rientrino nell’elenco dei beni 4.0 previsti dallo Stato, o la tua azienda potrebbe non avere diritto a tale agevolazione.

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Credito d'imposta 4.0 esempio: come calcolarlo

Ecco un esempio di credito d’imposta 4.0 e di come calcolarlo.

Ipotizziamo che la tua impresa quest’anno abbia investito 10.000 euro in un bene 4.0.

Se nel 2023 la percentuale di costi detraibili per tale spesa ammonta al 20%, allora la tua azienda potrà accedere a un credito d’imposta pari a 2.000 euro.

Potrai dunque segnalarlo in sede di dichiarazione dei redditi, per detrarre tale somma direttamente dalle imposte che l’impresa deve versare allo Stato.

Così è come funziona in maniera semplice il credito d’imposta 4.0.

L’unica eccezione alla regola è quando l’importo dell’agevolazione supera la quota dei debiti fiscali dell’azienda.

In tal caso, la tua impresa potrà utilizzare il credito d’imposta 4.0 ottenuto per compensare le proprie imposte relative ai periodi successivi.

Credito d'imposta 4.0: quali sono le novità 2024

Anche per quest’anno il credito d’imposta è orientato unicamente verso i beni 4.0 e dunque verso lo sviluppo dell’Industria 4.0.

Oltre a ciò, le aliquote hanno subito diversi cambiamenti:

Per i beni 4.0 materiali

  • il credito per gli investimenti consegnati entro il 30 novembre 2023 è del 40%, fino a 2,5 milioni, del 20% fino a 10 milioni, e del 10% oltre 10 e fino a 20 milioni.
  • A partire dal 2023, il credito si riduce della metà (20% – 10% – 5%), mantenendo una logica decrescente in base all’ammontare investito.

Per i beni 4.0 immateriali, il credito per l’anno 2022 è stato potenziato al 50% con una spesa massima di 1 milione. In questo caso, è necessario che la consegna avvenga entro il 30 giugno 2023, a condizione che l’acconto del 20% sia versato entro il 31 dicembre 2022. A partire dal 2023, il credito scende al 20%.

Aliquote credito d'imposta transizione 4.0 per i software 2024

I software sono un investimento strategico a cui sempre più aziende ricorrono.

L’impatto che i software possono avere su fattori come digitalizzazione, semplificazione delle procedure aziendali e gestione del personale li rende fra i beni 4.0 di maggiore rilievo e su cui le aziende puntano più spesso.

Lo Stato promuove l’investimento in software tramite agevolazioni fiscali ed essi rientrano difatti fra i beni immateriali per cui è previsto il credito d’imposta 4.0.

Di conseguenza, l’aliquota prevista dal credito d’imposta 4.0 per l’uso di software è pari al 20% nel 2024, per costi complessivi ammissibili sino a 1 milione di euro, così come abbiamo appena visto.

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Credito d'imposta 4.0: cosa fare se le fatture d'acquisto non riportano i riferimenti di legge

All’interno delle fatture per l’acquisto di beni validi all’ottenimento del credito d’imposta 4.0, è previsto che sia inserita un’apposita dicitura, che ne testimoni l’appartenenza alle categorie per cui l’agevolazione è prevista.

Ma cosa fare quando questa dicitura manca?

Innanzitutto, niente panicoè comunque possibile ottenere il credito d’imposta 4.0.

Ecco, difatti, le soluzioni che l’Agenzia delle Entrate propone nel caso in cui le fatture che abbiamo citato siano sprovviste della dicitura adeguata:

  • Per i documenti cartacei, è sufficiente riporta la dicitura con scrittura indelebile o attraverso l’utilizzo di un timbro;
  • Per le fatture elettroniche, l’acquirente ha due soluzioni:
    • Stampare la fattura e apportare la dicitura manualmente, come nel caso delle fatture cartacee;
    • Realizzare un’integrazione elettronica da unire e conservare assieme all’originale, contenente i dati da aggiungere e gli estremi stessi della fattura, e da trasmettere al Sistema di Interscambio.

Cosa si intende per iperammortamento?

Il termine iperammortamento indica un tipo di agevolazione fiscale diversa rispetto al credito d’imposta 4.0.

Nello specifico, l’iperammortamento è una misura che permette di detrarre dal reddito imponibile di un’azienda una somma maggiore del costo sostenuto per una determinata spesa.

Ad esempio, tramite l’iperammortamento, un’azienda può acquistare un bene dal costo di 100.000 euro, ma detrarre – supponiamo – una somma pari a 120.000 euro dal proprio reddito imponibile.

L’iperammortamento era previsto dal piano precedente rispetto al Piano Transizione 4.0 e permetteva di detrarre somme fino a oltre il doppio dei costi originali di alcune spese specifiche.

Tuttavia, è bene segnalare che questa misura non è più in vigore, quantomeno per i beni che abbiamo visto, per cui è valido invece il credito d’imposta 4.0.

Consigliamo in ogni caso di tenere d’occhio le normative, per assicurarsi di rimanere al passo con gli aggiornamenti ricorrenti da parte del Governo.

Factorial rientra tra i beni strumentali stabiliti dalla transizione 4.0

Il credito d’imposta è uno strumento di grande efficacia, che può aiutare nel concreto le aziende a velocizzare la propria digitalizzazione, ridurre i propri costi e massimizzare la propria produzione.

Tuttavia, non sempre il credito d’imposta si rivela efficace, ed anzi – alle volte, può condurre a più danni, che vantaggi.

Difatti, è bene sottolineare che il credito d’imposta copre solo una parte degli investimenti effettuati dalle aziende e che acquistare un bene rimane pur sempre un costo che le imprese devono sostenere di tasca propria.

Il credito d’imposta 4.0 può dunque essere fuorviante e portare all’acquisto di strumenti inefficaci, che non sono in grado di dare un ritorno concreto alla propria azienda.

Al contrario, una spesa fallimentare rappresenta inevitabilmente un danno a livello di risorse come tempo, denaro e organizzazione dei processi produttivi.

Perciò, come assicurarsi che un bene per cui il credito d’imposta è previsto possa davvero aiutare la propria azienda a crescere?

Ebbene, al giorno d’oggi ci sono diverse aree strategiche da cui la gran parte delle imprese italiane può trarre vantaggio, ed in cui spesso sono carenti:

  • Digitalizzazione, ovvero il passaggio graduale dalla carta a documenti redatti completamente in formato digitale;
  • Gestione del talento, cioè l’adozione di strategie per attrarre le menti più brillanti nel panorama del lavoro, e di conseguenza per trattenerle;
  • Ottimizzazione dei processi aziendali, per ridurre i costi in termini di tempo, denaro e attenzione del personale, che potrebbe concentrarsi in altri settori strategici per l’azienda.

Questi aspetti sono fondamentali per garantire stabilità e successo di un’azienda nel lungo termine e per la scelta dei giusti beni 4.0 in cui investire.

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Nata a Piacenza e laureata in Economia e Gestione dei Beni Culturali presso l'Università Cattolica di Milano. Ha collaborato con una rivista di attualità culturale e mercato dell'arte. Ora vive a Barcellona dove lavora come Copywriter in Factorial e si dedica alla stesura di articoli e contenuti per il mercato italiano. Interessata alla digitalizzazione dei processi HR e agli strumenti di innovazione per la gestione del personale. Ama fare yoga, dedicarsi alla ceramica, viaggiare e guardare film.

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