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Guida ai modelli organizzativi aziendali

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6 minuti di lettura
modelli organizzativi

Cosa sono i modelli organizzativi aziendali? Quali sono i principali e quale adottare in azienda? In questa guida dedicata ai modelli di organizzazione aziendale, scopriremo la loro funzione e il motivo per cui sono utili.

Diciamo subito che un modello organizzativo ti permette di definire la struttura portante dell’impresa.

Questi modelli aiutano a definire i ruoli, le responsabilità, i flussi di lavoro, i rapporti all’interno dell’organizzazione e molto altro, rivelandosi assolutamente utili e funzionali per far comprendere a tutti come l’azienda è organizzata al fine di raggiungere i propri obiettivi.

Paragrafo dopo paragrafo, scopriremo però che non esiste un solo modello organizzativo. Ne esistono diversi: dai tradizionali a quelli più complessi, da modelli che ben si prestano ad aziende con una definita struttura gerarchica, a modelli dove i poteri decisionali sono distribuiti su più livelli.

Sommario

Cosa sono i modelli organizzativi aziendali

I modelli organizzativi aziendali, noti in inglese come business organizational models o corporate organizational models, sono strutture che definiscono come l’azienda è organizzata a tutti i livelli. Possiamo considerarli come lo scheletro che sorregge l’azienda. In parole semplici, si tratta di modelli consultabili che descrivono il modo in cui è organizzata l’azienda.

Da questi modelli è possibile acquisire varie informazioni, tra cui:

  • Attività dell’azienda
  • Gerarchie
  • Ruoli e responsabilità
  • Competenze
  • Cultura organizzativa
  • Comunicazione interna

I modelli organizzativi esistono sin dalla fine del 19° secolo. Oltre un secolo fa, infatti, ci si rese conto che suddividere le attività, stabilire le gerarchie e definire gli obiettivi da raggiungere è essenziale per lavorare nel modo migliore possibile.

Già nel 1910, in “The Principles of Scientific Management“, Frederick Winslow Taylor comprese l’importanza della divisione del lavoro, la standardizzazione dei processi e l’ottimizzazione dell’efficienza dei lavoratori. Negli stessi anni, l’ingegnere Henri Fayol, in “Administration industrielle et générale“, ribadì l’importanza dividere il lavoro per ruoli e competenze e si soffermò anche sulla divisione delle responsabilità e la definizione di obiettivi comuni.

Insomma, i modelli organizzativi aziendali sono strumenti fondamentali per il successo di un’impresa. Creare un modello su cui poggia la tua azienda ti permette di avere una base chiara per ottimizzare l’uso di risorse, adattarti rapidamente ai cambiamenti, stabilire politiche chiare e condivise con i lavoratori.

Quali sono i principali modelli organizzativi

Come accennato in precedenza, non esiste un solo modello organizzativo. In generale, ogni modello ha l’obiettivo di definire la struttura dell’organizzazione, ovvero la gestione delle attività, dei processi e delle relazioni interne dell’azienda.

Tuttavia, esistono molteplici modelli tra cui scegliere, che vanno da quelli tradizionali a quelli più flessibili. Vediamo i principali, in modo che tu possa selezionare quello che meglio si adatta alla tua realtà:

Modello organizzativo funzionale

Il modello organizzativo funzionale è senza dubbio uno dei più diffusi. Questo modello organizzativo suddivide tutte le attività dell’azienda in dipartimenti.

Il Modello Organizzativo Funzionale è semplice ed efficiente, ed è ideale soprattutto per le PMI. È necessario rappresentare graficamente tutti i dipartimenti aziendali, ad esempio:

  • Finanza
  • Risorse umane
  • Amministrazione
  • Marketing

Successivamente, per ciascun dipartimento, è importante definire la struttura gerarchica e l’organigramma aziendale, specificando le competenze richieste per ogni ruolo all’interno dell’organizzazione.

Con questo semplice modello, l’attenzione principale è sui compiti specifici svolti all’interno di ciascun dipartimento. Ogni dipendente può così comprendere facilmente il proprio ruolo all’interno dell’organizzazione, nonché i compiti e le mansioni a lui assegnati.

Modello organizzativo per divisioni

Il modello organizzativo per divisioni si focalizza sul ruolo e le responsabilità dei dipartimenti aziendali. Qui, si presume che ogni divisione sia pressoché autonoma, simile a una piccola azienda all’interno dell’azienda stessa.

Queste “mini aziende” godono di una certa autonomia e spesso devono adattarsi a un mercato e a clienti specifici. Questo modello è spesso adottato da realtà multinazionali o, in generale, da aziende che producono una vasta gamma di prodotti.

Creare un organigramma aziendale assume un ruolo ancor più importante in questo contesto, poiché è necessario suddividere tutti i compiti e le mansioni con estrema precisione al fine di evitare la duplicazione di funzioni e affrontare problematiche come la mancanza di condivisione delle risorse.

Modello organizzativo a matrice

Uno dei modelli organizzativi più complessi da realizzare è il modello a matrice. Questo modello combina i due modelli già visti, ovvero quello funzionale e quello per divisioni.

Creando una matrice, più o meno complessa, ogni dipendente ha al vertice della struttura gerarchica sia i manager funzionali che i manager a capo di uno specifico progetto o divisione.

Si tratta quindi di un modello ibrido, progettato per facilitare la condivisione di risorse, conoscenze e competenze tra le funzioni e i progetti. Ad esempio, il modello organizzativo a matrice potrebbe essere vantaggioso per gestire al meglio i ruoli e le competenze creando l’organigramma di un hotel.

Questo perché è una struttura in cui ci sono molteplici funzioni aziendali da gestire, come il front office, il back office, il servizio in camera e la manutenzione. Inoltre, c’è bisogno di adattarsi rapidamente alle esigenze dei clienti e di garantire una comunicazione e una collaborazione puntuali tra dipartimenti e team.

Modello organizzativo per processi

Come suggerisce il termine, questo modello organizzativo aziendale è scelto dalle aziende che desiderano concentrarsi sui processi anziché sulle divisioni o sulle funzioni specifiche.

In questo contesto, l’organigramma aziendale è dinamico. I dipendenti possono infatti essere assegnati a più team e lavorare su più progetti. Si promuove quindi una collaborazione trasversale, spinta dalla convinzione che una maggiore flessibilità e divisione delle competenze possa portare a flussi di lavoro più efficienti.

Il modello organizzativo per processi è spesso utilizzato da piccole realtà, in cui un lavoratore è chiamato ad essere particolarmente flessibile e a dare il suo contributo a più progetti.

Modello organizzativo circolare

Uno dei modelli organizzativi più innovativi è sicuramente quello circolare. Particolarmente adatto per realtà come le startup e le aziende che valorizzano la collaborazione e la creatività, questo modello si basa sull’idea che tutti dovrebbero partecipare ai processi decisionali, prendendo decisioni in modo collaborativo.

Questo modello organizzativo prevede che l’organigramma aziendale sia di tipo circolare, con più cerchi all’interno di un cerchio unico.

Ogni cerchio rappresenta gruppi di lavoro autonomi, con leadership, responsabilità e mansioni divise in modo equo tra tutti i componenti del cerchio. È prevista anche una certa rotazione di queste responsabilità al fine di promuovere l’apprendimento e lo sviluppo professionale.

L’organigramma aziendale può essere realizzato in Excel o ancor meglio in PowerPoint. Questo modello promuove un ambiente di lavoro collaborativo e inclusivo, dove ogni membro dell’organizzazione ha voce in capitolo e contribuisce al successo aziendale.

Modello organizzativo 231

L’ultimo modello organizzativo di cui vorremmo parlare è il Modello 231. Questo si differenzia sostanzialmente da quelli già visti. È un modello di cui troviamo riferimento nel Decreto legislativo del 08/06/2001 n. 231.

In parole semplici, il nostro legislatore ha stabilito delle linee guida da seguire per elaborare un modello di organizzazione, gestione e controllo che possa tutelare l’azienda nel caso di illeciti commessi dai dipendenti.

Più che un modello organizzativo vero e proprio, si tratta di un sistema di sicurezza, che stabilisce una serie di regole che i lavoratori devono seguire per prevenire reati come truffe, episodi di corruzione e in generale qualsiasi comportamento scorretto.

Adottare questo modello, in sinergia con quelli visti fino ad ora, permette all’azienda una tutela legale nel caso gli organi di vigilanza dovessero accertare un illecito commesso dai lavoratori. L’azienda così può dimostrare di aver adottato tutte le misure previste dalla legge per prevenirle.

Come scegliere il modello organizzativo giusto per la tua azienda

Scegliere il modello organizzativo più adatto per la tua azienda è fondamentale. Le variabili da considerare sono molte, tuttavia, come punto di portanza può tornare utile:

  • Valutare la situazione attuale: tenendo conto del settore in cui operi, del numero di dipendenti, della tipologia di gerarchia presente tra i lavoratori e del numero di dipartimenti e progetti in corso.
  • Analizzare i vari modelli: valutare tra i modelli funzionale, divisionale, a matrice, per processi e ibridi, considerando i pro e i contro di ciascuno e stabilendo quale si adatta meglio alla struttura gerarchica e alla filosofia aziendale.
  • Confrontarsi con il personale: coinvolgere i dipendenti può fornire utili spunti di riflessione e aiutare a progettare un modello organizzativo su misura per l’azienda.

I dipendenti in particolare e come spesso ripetiamo sono la vera risorsa per ogni organizzazione. Spesso sanno meglio di chiunque altro come funziona un dipartimento, se l’azienda è più orientata per una divisione dei compiti per processi o per divisioni, se è opportuno optare per un modello a matrice o per un più semplice modello funzionale.

Una volta considerate queste indicazioni, puoi iniziare a preparare il modello organizzativo. In tal senso, la tecnologia può essere di grande aiuto. Ad esempio, software HR come Factorial ti permettono di definire rapidamente un modello organizzativo.

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Nata a Firenze e laureata in Scienze Politiche (in particolare Comunicazione e Giornalismo) all’Università di Firenze. In Italia ha lavorato come giornalista ed ha collaborato con diversi siti web dedicati al mondo dell’attualità. Adesso vive a Barcellona ed è Content Marketing Specialist in Factorial e si occupa della creazione dei contenuti del mercato italiano. Il suo obiettivo è dare supporto, ispirazione e strumenti per far conoscere il mondo delle Risorse Umane e far crescere la community HR. Ama l’avventura, la natura, viaggiare e giocare a pallavolo.

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