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Costi deducibili: cosa sono e come influenzano il carico fiscale

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7 minuti di lettura
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Parlare di costi deducibili significa entrare nel cuore della pianificazione fiscale di un’impresa, quindi capire quali spese possono essere sottratte dal reddito complessivo e in che misura può cambiare, di conseguenza, l’ammontare delle imposte da pagare (al netto appunto di quello che si può dedurre). 

Dal singolo lavoratore dipendente all’imprenditore, conoscere la disciplina della deducibilità è essenziale per evitare errori in sede di dichiarazione dei redditi e per prendere decisioni economiche informate.

Per capire meglio come funzionano, è bene partire dal significato stesso di costi deducibili, distinguendo poi le tipologie e tracciando le differenze rispetto alle detrazioni. 

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Cosa sono i costi deducibili

I costi deducibili sono spese che il legislatore consente di sottrarre dal reddito complessivo (nel caso di persone fisiche) o dal reddito d’impresa/di lavoro autonomo (per soggetti IRES/IRPEF nelle forme aziendali) prima del calcolo dell’imposta. Quello che fa la deduzione, di fatto, è ridurre la base imponibile su cui verrà applicata l’aliquota fiscale, per cui: meno reddito imponibile = meno imposta dovuta.

La principale disciplina che regola le deduzioni è il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (D.P.R. n. 917/1986 — TUIR), che definisce regole, limiti e criteri di imputazione temporale delle spese ammesse in deduzione. Per alcune categorie specifiche (es. contributi previdenziali, spese per assegni, oneri per lavoro dipendente, ecc.) esistono specifici articoli del TUIR e disposizioni attuative che chiariscono modalità e limiti.

Tipologie di costi deducibili

La classificazione pratica dei costi deducibili è ampia. Per i cittadini, per esempio, la deducibilità è spesso legata a oneri e spese che hanno una forte valenza sociale o previdenziale. Al contrario, per le imprese e i professionisti, la logica è diversa ma complementare: la deducibilità serve a calcolare il reddito d’impresa effettivo, tenendo conto dei costi necessari per svolgere l’attività. 

Per esempio:

  • tra i costi deducibili dal reddito delle persone fisiche, ci sono: contributi previdenziali obbligatori e volontari (es. INPS); assegni periodici corrisposti al coniuge in base a sentenza o accordo (se deducibili); spese per il mantenimento dei figli. 
  • tra i costi deducibili per imprese e professionisti, troviamo invece: costi di esercizio (materie prime, servizi, canoni) imputabili al periodo d’imposta e ammortamenti; interessi passivi e oneri finanziari nei limiti di legge; spese di rappresentanza e omaggi. 

Va ribadito, a tal proposito, che molte spese sono soggette a limiti quantitativi, percentuali o soglie temporali, quindi la mera esistenza di una spesa non garantisce la deducibilità integrale. Tuttavia, le disposizioni fiscali e il TUIR specificano solitamente condizioni e plafond, poiché quando si tratta di impresa o lavoro autonomo, le tipologie di costi deducibili variano in base alla natura dell’attività e al regime fiscale adottato. 

Di seguito, un elenco delle categorie più comuni di costi deducibili:

  • Costi operativi e di produzione

Questi costi deducibili rappresentano il cuore dell’attività aziendale e sono direttamente legati alla produzione di beni o alla fornitura di servizi. Sono pienamente deducibili se inerenti all’attività svolta. Rientrano in questa macro-categoria le spese per l’acquisto di materie prime e merci destinate alla produzione o alla rivendita. A queste si aggiungono i costi per servizi esterni (come consulenze, pulizie, manutenzioni, e servizi informatici) e le utenze (energia elettrica, gas, acqua, internet). Anche le spese per il personale, tra cui stipendi, contributi previdenziali e TFR, sono integralmente deducibili, riconoscendo l’importanza delle risorse umane. Infine, rientrano in questa categoria anche gli affitti e i canoni di locazione degli immobili o dei beni strumentali necessari per l’attività.

  • Ammortamenti e canoni di leasing

Quando un’azienda acquista un bene strumentale di valore elevato (come macchinari o immobili), non può dedurne l’intero costo in un solo anno. La legge permette di distribuire questo costo nel tempo attraverso gli ammortamenti, ovvero quote annuali che riflettono la perdita di valore del bene. In alternativa all’acquisto, le aziende spesso optano per il leasing. I canoni periodici pagati per l’utilizzo dei beni in leasing (es. autovetture, attrezzature) sono deducibili, seguendo specifiche regole fiscali che variano in base al tipo di bene.

  • Spese di rappresentanza e pubblicità

Queste spese sono cruciali per promuovere l’attività, ma la loro deducibilità è regolamentata con attenzione. Le spese di pubblicità e propaganda, finalizzate a promuovere l’immagine aziendale o i prodotti, sono generalmente interamente deducibili. Al contrario, le spese di rappresentanza (come omaggi o ospitalità per clienti) sono deducibili solo entro specifici limiti percentuali basati sul fatturato. La normativa è molto rigorosa e richiede che tali spese siano effettivamente inerenti all’attività e di importo congruo.

  • Spese di viaggio, vitto e alloggio

Quando dipendenti e collaboratori si spostano per lavoro, le spese sostenute sono deducibili. Le trasferte aziendali comprendono costi di viaggio, vitto e alloggio, e possono essere rimborsate in diversi modi (a piè di lista, forfettariamente, ecc.). Per i professionisti, le spese di trasferta sostenute durante l’attività sono deducibili, ma con un limite preciso: sono deducibili al 75% e comunque entro un massimo del 2% dei compensi totali.

  • Spese di formazione e oneri finanziari

Investire nella crescita professionale è un costo deducibile. Le spese per corsi di formazione e aggiornamento, così come per l’acquisto di libri e riviste professionali, sono deducibili se strettamente connesse all’attività lavorativa. Sul fronte finanziario, gli interessi passivi sui prestiti sono deducibili, ma con limitazioni specifiche che variano in base al tipo di impresa e al reddito operativo lordo (ROL). Inoltre, i premi assicurativi sono deducibili se legati a polizze obbligatorie o a copertura di rischi inerenti all’attività, come la RC professionale.

  • Imposte, tasse e spese promiscue

Anche alcune imposte possono essere dedotte dal reddito d’impresa o professionale, come l’IMU sugli immobili strumentali o l’IRAP. Allo stesso modo, sono deducibili i diritti camerali e i bolli. Un’ulteriore particolarità, soprattutto per i professionisti, riguarda le spese promiscue, cioè quelle che hanno sia un utilizzo professionale che personale (es. telefonia, autovetture). In questi casi, la deducibilità è solitamente limitata a una percentuale stabilita dalla legge. Infine, per i professionisti, l’acquisto di beni strumentali dal costo unitario inferiore a 516,46 euro può essere dedotto interamente nell’anno di acquisto, senza dover ricorrere all’ammortamento.

Differenza tra costi deducibili e detraibili

La distinzione tra costi deducibili e detraibili è un concetto chiave del sistema fiscale, spesso fonte di confusione per i contribuenti, ma la cui comprensione è fondamentale per una corretta pianificazione fiscale.

La differenza principale risiede nel momento in cui la spesa viene sottratta nel calcolo dell’imposta dovuta. Ovvero: 

  • deducibile: la spesa viene sottratta dal reddito complessivo (riduce la base imponibile). L’effetto è proporzionale all’aliquota marginale del contribuente: più alta è l’aliquota, maggiore è il risparmio fiscale derivante dalla deduzione. (Concetto regolato dal TUIR); 
  • detraibile: la spesa dà diritto a una detrazione diretta dall’imposta lorda, spesso in una percentuale prefissata (es. 19% per alcune categorie di oneri, percentuali maggiori per bonus edilizi a determinate condizioni). Le detrazioni possono prevedere franchigie, limiti e ripartizioni nel tempo. Le regole aggiornate al 2025 per le detrazioni figurano nelle guide e nel modello 730/2025 dell’Agenzia delle Entrate. 

Quindi, se la deduzione diminuisce la base imponibile, la detrazione riduce l’imposta già calcolata. Per questo la scelta (o l’ordine in cui si applicano alcune agevolazioni) può influire sul risultato finale.

Come calcolare l’impatto fiscale

Per determinare l’impatto fiscale dei costi deducibili, si deve prima calcolare il reddito imponibile ridotto. Questo si ottiene sottraendo l’ammontare del costo deducibile dal reddito complessivo. Successivamente, si applicano le aliquote d’imposta sul nuovo reddito imponibile. La differenza tra l’imposta che si sarebbe dovuta pagare senza la deduzione e quella calcolata con la deduzione rappresenta il risparmio fiscale.

Per le imprese, il calcolo può essere complesso e richiede un’analisi dettagliata. Anche se l’approccio di base rimane lo stesso (riduzione della base imponibile e applicazione dell’aliquota IRES), si devono considerare infatti le specifiche regole contabili, i limiti di deducibilità (come quelli per gli interessi passivi) e le diverse agevolazioni fiscali esistenti (come i super-ammortamenti). Inoltre, le normative, come le Leggi di Bilancio annuali, possono introdurre nuove regole o modificare quelle esistenti. 

Per esempio, la Legge di Bilancio 2025, a partire dal periodo d’imposta successivo al 31/12/2024 (quindi applicazioni pratiche nel 2025), la deducibilità di certe spese aziendali è subordinata al pagamento tramite strumenti tracciabili (bonifico, carta, assegno), anche se restano i limiti quantitativi già previsti dalla normativa previgente, ora si richiede prova della tracciabilità.

Pertanto, è fondamentale verificare le disposizioni applicabili al periodo d’imposta di riferimento.

Domande frequenti sui costi deducibili 

Cosa sono le spese deducibili?

Sono spese riconosciute dalla legge che si sottraggono dal reddito complessivo o dal reddito d’impresa per calcolare la base imponibile; riducono quindi l’imposta in maniera indiretta (tramite la riduzione della base imponibile).

Ci sono costi deducibili al 100%?

Sì: in alcuni casi la normativa prevede la deducibilità integrale (es. taluni contributi obbligatori, spese sostenute per particolari finalità). Tuttavia molte voci sono soggette a limiti, percentuali o condizioni (es. deducibilità parziale, tetti numerici). Bisogna leggere la specifica norma che disciplina ciascun onere.

Qual è la differenza tra spese deducibili e detraibili?

La spesa deducibile diminuisce il reddito imponibile; la spesa detraibile riduce direttamente l’imposta dovuta, spesso con percentuali o franchigie diverse. L’impatto numerico di una deduzione dipende dall’aliquota marginale del contribuente; l’impatto di una detrazione dipende dalla percentuale e dai massimali previsti dalla legge.

Come influiscono i costi deducibili sulla pianificazione fiscale?

Le deduzioni sono uno strumento centrale per la pianificazione fiscale: scegliere il momento in cui sostenere una spesa deducibile (se possibile), valutare la composizione del reddito e sfruttare deduzioni e detrazioni in modo coordinato può ridurre significativamente il carico fiscale. Per le imprese, una corretta pianificazione richiede anche attenzione alla documentazione, alla tracciabilità dei pagamenti (quando richiesta) e alla compatibilità con le regole civilistiche e fiscali. Vista la complessità e le frequenti novità normative (es. Legge di Bilancio 2025), per decisioni rilevanti è consigliabile il confronto con un commercialista o fiscalista. 

Consulente del lavoro ed esperta di Fisco, Tasse e Diritto. Laureata in Scienze dell'Amministrazione e dell'Organizzazione presso l'Università di Palermo, dal 2016, mi occupo principalmente di scrittura su temi legati a Previdenza, Economia e Lavoro, con un focus sull'attualità e i temi caldi. La mia curiosità e passione mi spinge al costante aggiornamento e un’analisi approfondita delle dinamiche di cui tratto. Scrivo perché quando lo faccio ho l'impressione di stare al posto giusto nel momento giusto