Vai al contenuto

Skill-based hiring: è tempo di rivoluzionare la strategie di recruiting

Contenuti e approfondimenti sul mondo del lavoro che fanno la differenza, due volte al mese, direttamente nella tua casella di posta. Iscriviti alla nostra newsletter
·
3 minuti di lettura

Skill-based hiring: è questo il nuovo trend che rivoluzionerà il modo di fare recruiting?

Non è un segreto che le strategie di selezione del personale, in particolare nell’ultima decade, hanno continuato a evolversi, adattandosi continuamente alle esigenze del mercato del lavoro e al ricentramento delle necessità sia delle aziende, sia dei candidati.

Ancora una volta, lo stato attuale del mondo del lavoro sta riproponendo un problema alle organizzazioni:

L’assunzione basata sulle competenze

L’assunzione basata sulle competenze si concentra sulle capacità reali dei candidati piuttosto che sul loro background accademico o professionale. Questo approccio si allontana dalla tradizionale dipendenza dai titoli di studio e dagli anni di esperienza per mettere in primo piano ciò che una persona sa realmente fare.

In un contesto lavorativo in continua trasformazione, questa strategia può aiutare le aziende a individuare talenti con il giusto mix di abilità e potenziale.

Un elemento chiave dello skill-based hiring è la valutazione basata su prove pratiche, assessment specifici e analisi delle soft e hard skills.

Sempre più aziende stanno adottando questa metodologia per superare i limiti dei curriculum tradizionali e rendere il processo di selezione più inclusivo ed efficace.

Da dove nasce l’esigenza di riadattare il processo di recruiting

Ma da dove nasce l’esigenza di riadattare il processo di recruiting?

Negli ultimi anni, il mondo del lavoro ha subito cambiamenti significativi, spingendo le aziende a riconsiderare i metodi tradizionali di selezione del personale. Fattori come la digitalizzazione, la carenza di talenti in alcuni settori e la crescente richiesta di flessibilità hanno messo in discussione l’importanza esclusiva di titoli accademici e percorsi formali.

In questo contesto, lo skill-based hiring emerge come un nuovo approccio che punta sulle competenze effettive dei candidati piuttosto che sui loro titoli di studio o sulle esperienze lavorative pregresse.

Del tema ha parlato anche Mercedes MacPherson, Chief of People di Factorial, nel suo contributo per la Guida HR 2025:

Al giorno d’oggi, il vero problema non è la scarsità di profili validi, bensì la mancanza di strumenti e metodologie efficaci per scovare il loro potenziale. Tradizionalmente, le strategie di recruiting si sono concentrate su credenziali, esperienza pregressa e risultati comprovati.
Sebbene questo approccio offra una certa sicurezza, limita significativamente il bacino di candidati disponibili, portando non solo a un’inflazione salariale, ma anche all’esclusione di profili ad alto potenziale. I candidati che rispondono a questi rigidi criteri, infatti, sono spesso già impegnati in altri progetti e richiedono incentivi sostanziali per cambiare posizione.
Così facendo, le organizzazioni ignorano un ampio gruppo di persone con competenze e potenziale che vengono trascurate, a causa di pratiche di assunzione tradizionali e della riluttanza delle organizzazioni e dei leader ad adottare approcci innovativi e rischiosi nel reclutamento
“.

I vantaggi dello skill-based hiring in numeri

Secondo la ricerca Embracing a Skills-First Mindset condotta nel 2023 da OneTen, l’adozione di una strategia di assunzione basata sulle competenze porta a risultati concreti.

Sul campione intervistato, soltanto il 19% ha affermato di adottare un approccio skill-first per tutte le posizioni, nonostante il 77% dei responsabili delle assunzioni ha dichiarato di avere difficoltà nel reperire candidati qualificati e pronti al lavoro. Tra questi due gruppi, coloro che utilizzavano un approccio skills-first trovavano candidati due volte più facilmente rispetto a chi non lo faceva.

I dati evidenziati da OneTen

Fonte: OneTen

Ma i vantaggi, secondo lo studio, non si fermano qui:

  • Il 77% dei responsabili HR intervistati ha dichiarato di trovare difficoltà a reperire candidati qualificati e pronti al lavoro.
  • I manager che hanno iniziato a utilizzare una strategia skills-first hanno trovato candidati 2 volte più facilmente rispetto a chi non la usa.
  • Il 79% afferma che la strategia ha ridotto gli errori di assunzione (mis-hiring).
  • II 62% ha notato una forza lavoro più diversificata e inclusiva.

Garantire un processo di assunzione più equo alle persone

Basarsi sulle competenze nel momento dell’assunzione non è soltanto un vantaggio per le aziende, ma rappresenta anche un’opportunità di inclusione per i candidati.

Dare la priorità alle competenze reali e all’attitudine dei candidati, piuttosto che ai percorsi formativi tradizionali, permette di ampliare il bacino di talenti e di offrire opportunità a persone provenienti da contesti meno convenzionali.

Ad esempio, un professionista con una formazione nel settore B2C potrebbe venire sfavorito rispetto a chi ha esperienza diretta nel B2B, nonostante possieda competenze trasferibili e un mindset adatto al ruolo. Lo skill-based hiring contribuisce a superare questi pregiudizi, valorizzando le capacità pratiche dei candidati e favorendo una selezione più equa ed efficace.

Lo skill-based hiring non è solo un trend, ma una vera e propria rivoluzione nel mondo del recruiting. Le aziende che scelgono di adottare questa strategia possono beneficiare di un accesso più ampio ai talenti, una forza lavoro più diversificata e assunzioni più mirate e di qualità.

Con l’evoluzione del mercato del lavoro, sempre più organizzazioni potrebbero abbracciare questo approccio, trasformando il modo in cui viene valutato il potenziale dei candidati.

Dopo anni di esperienza nel mondo dell'editoria digitale e delle start-up, attualmente vive a Barcellona, dove è copywriter per Factorial e crea contenuti per il mercato italiano. Appassionata di scrittura e letteratura, non potrebbe mai vivere senza viaggiare e senza il suo gatto.

Post correlati