Hai un piano per prevenire casi di malattia professionale in azienda?
Alcuni ambienti di lavoro presentano seri rischi per la salute dei dipendenti: ponteggi, macchinari pesanti, e parti meccaniche in movimento costituiscono elementi che possono mettere a repentaglio la loro incolumità.
Ma c’è un’altra categoria di rischi più sommersa, che si nasconde tra le condizioni ambientali, le sostanze chimiche, o le dinamiche sociali all’interno dell’azienda. Si tratta delle malattie professionali, patologie che si manifestano nel tempo a causa dell’esposizione prolungata o ripetuta a fattori nocivi per la salute.
Spesso questi fattori di rischio sono impossibile da eliminare del tutto. Tuttavia, puoi adottare misure di protezione individuale e collettiva, nonché formare i tuoi lavoratori sui danni alla salute e su come evitarli.
In questo articolo imparerai cos’è la malattia professionale, come comportarti in caso un dipendente ne contragga una, e come prevenirla.
Sommario
- Definizione di malattia professionale
- Quando una malattia si considera professionale
- La denuncia di malattia professionale
- Cosa deve sapere il datore di lavoro riguardo la malattia professionale
- Prevenzione per malattia professionale in azienda
- Gestione dei corsi sicurezza e prevenzione in azienda
- Digitalizzare la gestione dei corsi di formazione con un software HR
- ✅ Prova Factorial gratuitamente per 14 giorni e gestisci la formazione del personale per evitare malattie professionali
Definizione di malattia professionale
Una malattia professionale è una patologia che il lavoratore contrae a causa della sua attività lavorativa.
Attenzione a non confonderle con gli infortuni. L’infortunio è un evento improvviso e violento che provoca un danno alla salute del lavoratore durante l’esercizio della sua attività lavorativa, mentre la malattia professionale è una patologia che si manifesta gradualmente nel tempo a causa dell’esposizione a fattori di rischio presenti nell’ambiente di lavoro.
Tra le cause principali delle malattie professionali troviamo:
- Esposizione a sostanze nocive, siano essere polveri come silicio e amianto, o elementi chimici tossici come solventi, metalli pesanti, e benzene.
- Esposizione a rumore, vibrazioni, radiazioni, o campi elettromagnetici, che a lungo andare possono provocare danni permanenti all’udito, al sistema nervoso, o alla vista.
- Esposizione a stress fisico o psicologico, mobbing, o burnout, che possono provocare disturbi psichici, ansia, o depressione.
- Esposizione a posture o movimenti ripetitivi o scorretti che possono provocare malattie muscolo-scheletriche come tendiniti, ernie, lombalgie.
Queste malattie sono insidiose; non si manifestano subito, ma solo dopo anni di esposizione ai fattori di rischio. Inoltre, non tutti vengono colpiti da queste malattie allo stesso modo. Un altro grave problema di queste malattie è che, una volta che si sono manifestati i sintomi, è spesso troppo tardi per intervenire e curarle efficacemente.
Vediamo ora quando la legge Italiana considera una malattia come professionale.
Quando una malattia si considera professionale
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali definisce così la malattia professionale:
qualsiasi stato morboso che possa essere posto in rapporto causale con lo svolgimento di una qualsiasi attività lavorativa
Quindi, deve esistere un rapporto diretto di causa-effetto tra l’ambiente di lavoro e la malattia contratta dal dipendente. Inoltre, secondo l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL):
La stessa causa deve essere diretta ed efficiente, cioè in grado di produrre l’infermità in modo esclusivo o prevalente: il Testo Unico, infatti, parla di malattie contratte nell’esercizio e a causa delle lavorazioni rischiose.
Continuando a leggere il testo dell’INAIL, troviamo anche la distinzione tra malattie professionali tabellate e non tabellate.
- Le malattie professionali tabellate sono quelle per cui il lavoratore non deve dimostrare l’origine professionale della malattia, ma solo l’adibizione a una lavorazione rischiosa e l’esistenza della patologia.
- Le malattie professionali non tabellate sono quelle per cui il lavoratore deve dimostrare che la malattia è di origine professionale anche se non è prevista nelle tabelle.
Per cui un lavoratore che contrae una malattia professionale non tabellata dovrà denunciare la sua condizione all’INAIL e fornire le prove necessarie per dimostrare il nesso causale tra la malattia e l’attività lavorativa svolta.
La denuncia di malattia professionale
La denuncia di malattia professionale è l’atto con cui il lavoratore comunica all’INAIL e al datore di lavoro la sua condizione di malattia causata dall’attività lavorativa svolta. La denuncia è necessaria per ottenere le prestazioni e gli indennizzi previsti dalla legge.
Per le malattie professionali tabellate e non tabellate occorse a lavoratori dell’industria, dell’artigianato, dei servizi e delle pubbliche amministrazioni, la denuncia deve essere fatta online tramite il sito dell’INAIL.
Per le altre categorie di lavoratori, la denuncia deve essere fatta con il modulo cartaceo 101 R.A. da inviare all’INAIL per posta o per PEC.
In entrambi i casi, il lavoratore deve allegare il certificato medico che attesta la malattia professionale e la sua origine lavorativa. Il certificato medico deve essere inviato al datore di lavoro entro 15 giorni dal manifestarsi della malattia. La denuncia tardiva comporta la perdita del diritto all’indennizzo per il periodo precedente alla denuncia.
Sembra complicato? Diventa più chiaro con un esempio:
Marco è un minatore che lavora in una miniera di carbone da 20 anni. Un giorno, inizia a sentire un forte dolore al petto e una tosse persistente. Si reca dal medico e scopre di avere la silicosi, una malattia causata dall’inalazione di polvere di silice.
Il medico gli rilascia un certificato medico che attesta la sua condizione e la sua origine lavorativa. Marco decide di denunciare la sua malattia professionale all’INAIL e al suo datore di lavoro per ottenere le prestazioni e gli indennizzi previsti dalla legge. Essendo un lavoratore dell’industria, Marco deve fare la denuncia online tramite il sito dell’INAIL, allegando il certificato medico.
Marco invia anche il certificato medico al suo datore di lavoro entro 15 giorni dal manifestarsi della malattia. Se Marco avesse fatto la denuncia dopo i 15 giorni, avrebbe perso il diritto all’indennizzo per il periodo precedente alla denuncia.
Cosa deve sapere il datore di lavoro riguardo la malattia professionale
La prima cosa che devi sapere riguardo alla malattia professionale in quanto datore di lavoro è se la tua attività rientra tra quelle soggette a tale rischio e quali sono le malattie professionali tabellate e non tabellate previste dalla legge.
Qui trovi l’elenco completo delle malattie professionali tabellate previste dall’INAIL.
Poi devi sapere cosa fare quando un tuo dipendente denuncia una malattia professionale. Ecco i passaggi da seguire:
- Ricevere il certificato medico del dipendente che attesta la malattia e la sua origine lavorativa.
- Inviare la denuncia di malattia professionale all’INAIL entro cinque giorni dalla ricezione del certificato medico.
- Inviare il certificato medico all’INAIL solo se richiesto espressamente dall’Istituto.
- Rispettare gli obblighi di prevenzione e sicurezza sul lavoro per evitare il ripetersi di malattie professionali.
Infine, devi sapere quali sono le conseguenze legali ed economiche di una malattia professionale per il datore di lavoro. Ecco alcuni aspetti da considerare:
- Puoi essere sanzionato amministrativamente o penalmente se non rispetti gli obblighi di denuncia, prevenzione e sicurezza sul lavoro.
- Puoi essere chiamato a risarcire il danno subito dal lavoratore per la malattia professionale, se si dimostra che la malattia è dovuta a una tua colpa o negligenza.
- Puoi beneficiare di agevolazioni contributive se adotti misure di prevenzione e protezione efficaci e partecipi ai programmi di bonifica ambientale promossi dall’INAIL.
Vediamo ora un esempio rovinoso di negligenza da parte di un’azienda che lavorava con l’amianto.
Un esempio estremo di danni derivati dalla negligenza di malattia professionale
Il caso dei lavoratori della fabbrica di esfoliazione della vermiculite di Libby negli Stati Uniti è esemplare.
Questa fabbrica era contaminata da amianto tremolite, una fibra anfibola molto pericolosa. L’azienda sapeva dei rischi causati dall’amianto, ma li ha tenuti nascosti ai suoi lavoratori, e di conseguenza si è ritrovata a rimborsare milioni di dollari ad alcuni ex-dipendenti.
Ma la parte peggiore è stata la catastrofe sanitaria causata dall’azienda: tra il 1924 e il 1990, circa 8.000 persone sono state esposte all’amianto e hanno sviluppato asbestosi e altre malattie asbesto-correlate, tra cui mesotelioma e cancro ai polmoni. Circa 400 persone sono morte a causa dell’esposizione all’amianto.
Questo caso dimostra quanto sia importante la prevenzione delle malattie professionali in azienda. I dipendenti spesso non possono sapere di star inalando sostanze nocive che possono compromettere la loro salute a lungo termine.
È quindi responsabilità del datore di lavoro garantire un ambiente di lavoro sicuro e conforme alle normative vigenti, nonché informare e formare i lavoratori sui rischi specifici della loro attività.
Prevenzione per malattia professionale in azienda
Prevenire non è solo meglio che curare. È anche l’unico modo di evitare danni irreversibili ai tuoi dipendenti, dato che le malattie professionali non sono quasi mai curabili.
È cruciale mettere in atto misure che permettano ai tuoi dipendenti di lavorare in sicurezza. Sei responsabile della sicurezza sul lavoro che passa dalla valutazione dei rischi, l’informazione e la formazione dei lavoratori, la sorveglianza sanitaria e il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori.
Il metodo migliore per prevenire le malattie professionali è quello di eliminare o ridurre al minimo i fattori di rischio presenti nell’ambiente e nella lavorazione che possono causare una patologia legata al lavoro.
Ma ciò non è sempre possibile. Esistono settori come l’edilizia, la metallurgia, l’agricoltura o la sanità, i lavoratori sono esposti a rischi specifici che non possono essere completamente eliminati. Prendiamo il settore agricolo: non c’è modo di eliminare il contatto con i pesticidi, le polveri organiche, o potenziali animali pericolosi.
In tal caso, il datore di lavoro deve adottare altre misure di prevenzione e protezione, come l’uso di dispositivi di protezione individuale, la rotazione dei lavoratori, la limitazione dei tempi di esposizione, la sorveglianza sanitaria, e, soprattutto, la formazione specifica.
Con i corsi di sicurezza infatti rendi i dipendenti coscienti dei rischi a cui sono esposti e delle modalità per prevenirli o ridurli. Inoltre, li rendi responsabili del loro comportamento e del rispetto delle norme di sicurezza.
Vediamo come puoi gestire i corsi di sicurezza e prevenzione in azienda.
Gestione dei corsi sicurezza e prevenzione in azienda
La gestione dei corsi di sicurezza e prevenzione in azienda riguarda l’obbligo di formazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza sul lavoro, previsto dal D.Lgs. 81/2008 — il Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Si tratta di una normativa che recepisce 9 direttive europee sulla sicurezza e che stabilisce una serie di obblighi per i datori di lavoro, i dirigenti, i preposti e i lavoratori.
Lo scopo del decreto è quello di garantire un ambiente lavorativo salubre e sicuro, definendo le misure preventive indispensabili e necessarie per ridurre al minimo i rischi connessi al lavoro.
Tra le misure più importanti introdotte dal decreto ci sono i corsi di formazione sulla sicurezza. Questi corsi si dividono in generici e specifici, a seconda del settore di attività e del livello di rischio.
- I corsi generici sono uguali per tutte le aziende e durano 4 ore. Un esempio di corso generico è quello che illustra le principali norme e disposizioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, le procedure da seguire in caso di emergenza, e le tecniche di primo soccorso.
- I corsi specifici variano in base al settore di attività e al livello di rischio (basso, medio o alto) e durano dalle 4 alle 12 ore. Esempi di corsi specifici sono quelli sulla sicurezza antincendio, sul primo soccorso, sull’uso delle attrezzature e sui rischi biologici.
Per la gestione e l’erogazione dei corsi è possibile affidarsi a piattaforme web-based che offrono una copertura funzionale completa in ambito HSE (Health, Safety, and Environment — Salute, Sicurezza, e Ambiente).
Ad esempio, puoi usare un software come Factorial per pianificare e controllare tutte le sessioni di formazione della tua azienda ed assicurarti che ogni dipendente riceva il training adeguato in ambito di sicurezza.
Digitalizzare la gestione dei corsi di formazione con un software HR
Per prevenire le malattie professionali devi formare ed informare i tuoi dipendenti sui rischi e le misure di prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro.
La gestione dei corsi di formazione può essere semplificata e ottimizzata con l’uso di un software HR come Factorial, che offre diverse funzionalità in ambito HSE.
Con Factorial puoi gestire la formazione del personale grazie a queste funzionalità:
- Creare tabelle personalizzabili per pianificare e controllare le sessioni di formazione
- Dare accesso ai tuoi dipendenti a tutti i corsi online di cui hanno bisogno
- Monitorare il progresso delle competenze dei tuoi dipendenti e rilevare le esigenze di formazione
- Valutare le conoscenze acquisite dopo ogni formazione con sondaggi
- Gestire tutta la documentazione della formazione e la sua firma tramite Factorial
Factorial ti permette di digitalizzare la gestione dei corsi di formazione con un software HR semplice e visivo, contribuendo alla prevenzione delle malattie professionali. Così proteggi i tuoi dipendenti, rispetti le normative vigenti, e ottimizzi le risorse umane.