Le aziende con una cultura aziendale solida sono più redditizie. E i dati lo confermano.
Per molti anni, è stata reiterata la convinzione che il profitto dovesse essere la priorità assoluta per garantire il successo di un’impresa. Questa tesi, negli ultimi anni, è stata confutata a più riprese, con le maggiori imprese al mondo che hanno scardinato le precedenti convinzioni per investire sul benessere dei propri team.
La realtà, infatti, racconta una storia molto diversa: le aziende che mettono al primo posto la cultura aziendale, il benessere dei dipendenti e che hanno dei valori chiari sono più redditizie, più resilienti e più attrattive per i migliori talenti.
La prova è nei numeri.
- Il potere di una cultura aziendale solida: cosa dicono i dati
- Un esempio virtuoso: la cultura aziendale di Patagonia
- Nasty Gal: un modello fallimentare
- Investire sul posto di lavoro è la chiave per il successo
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Il potere di una cultura aziendale solida: cosa dicono i dati
I numeri parlano chiaro. Secondo uno studio di Gallup, le aziende con una cultura aziendale forte registrano un aumento del fatturato del 33% rispetto a quelle che non investono in questo aspetto.
Ma non è solo una questione di crescita economica: creare un ambiente di lavoro sano porta a una maggiore stabilità del team e una riduzione del turnover, un aspetto cruciale in un’epoca in cui la guerra dei talenti è più accesa che mai.
Secondo l’analisi di Great Place to Work US, ad esempio, un numero più alto di dipendenti più felici corrisponde anche a un tasso maggiore di profitti. Nello specifico:
- Le persone che trovano un senso nel proprio lavoro sono da 2 a 6 volte più propense a restare
- Le aziende con una leadership chiara ottengono il 6,9% di ritorni finanziari in più rispetto alla media del mercato
- Nei posti di lavoro migliori, il 58% dei dipendenti dichiara di avere un alto livello di benessere, contro appena il 16% delle aziende medie
Questi dati dimostrano che investire nelle persone non è solo un vantaggio dal punto di vista etico, ma anche una scelta strategica vincente.
Come sottolinea Jill Cotton, esperta di tendenze nel mondo del lavoro: “Le persone vogliono lavorare in un ambiente positivo e in un’azienda con una missione e dei valori in cui si riconoscono”.
E quando i dipendenti si sentono valorizzati, sono più motivati, più produttivi e meno inclini a cambiare lavoro. Non è un caso che aziende con una forte cultura aziendale abbiano tassi di retention significativamente più alti rispetto a chi punta solo ai numeri.
Ma cosa succede quando le imprese mettono la crescita economica al di sopra di tutto, trascurando il proprio capitale umano? Due esempi emblematici—Patagonia e Nasty Gal—mostrano come la cultura aziendale possa determinare il successo o il fallimento di un’azienda.
Un esempio virtuoso: la cultura aziendale di Patagonia
Se c’è un’azienda che dimostra il potere di una cultura aziendale solida, è Patagonia. Fin dalla sua fondazione, il brand di abbigliamento outdoor ha costruito il proprio successo non solo sulla qualità dei prodotti, ma anche su valori autentici e condivisi.
Il fondatore dell’impresa, Yvon Chouinard, ha sempre creduto che il business dovesse essere guidato da principi etici, sintetizzando la sua filosofia in una frase: “Il modo in cui si scala una montagna è più importante della vetta stessa“.
Da questa visione sono nati i tre pilastri di Patagonia:
- Integrità: produzione etica e trasparente, con materiali sostenibili e pratiche di lavoro responsabili.
- Qualità: prodotti durevoli che riducono l’impatto ambientale e promuovono un consumo consapevole.
- Sostenibilità: un impegno concreto per l’ambiente, che si traduce in politiche aziendali innovative.
L’approccio di Patagonia non si limita alle parole, sono diverse infatti le iniziative che, tutt’oggi, la compagnia promuove per far sì che i dipendenti possano sfruttare benefit che siano allineati con la cultura aziendale.
Ad esempio, permessi retribuiti per attivismo climatico, per consentire ai dipendenti di partecipare a iniziative ecologiche, oppure la decisione, nel 2022, di donare i profitti a organizzazioni ambientaliste, per contribuire attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico.
E i risultati? Gli impiegati restano fedeli a un’azienda in cui credono: il tasso di turnover di Patagonia è del 4%, rispetto alla media del 57% negli Stati Uniti. E anche i conti tornano: i profitti annuali stimati dell’azienda si aggirano attorno ai 100 milioni di dollari.
Il caso Patagonia dimostra che un’impresa che mette i valori e le persone al centro non solo funziona, ma è anche estremamente redditizia.
Nasty Gal: un modello fallimentare
L’approccio opposto è quello di Nasty Gal, un’azienda che ha dato priorità alla crescita finanziaria senza costruire una cultura aziendale solida.
Fondata nel 2006 come negozio online di moda, Nasty Gal ha raggiunto in poco tempo quasi 100 milioni di dollari di vendite. Un successo incredibile… almeno all’apparenza.
Nel 2015-16, l’azienda ha iniziato a sgretolarsi: tre round di licenziamenti in un solo anno, denunce per discriminazione nei confronti di dipendenti in gravidanza e un punteggio di soli 2.6/5 su Glassdoor, con recensioni che descrivono un ambiente “nasty to the core” e una cultura del lavoro tossica.
Nel giro di poco tempo, Nasty Gal ha dichiarato bancarotta. Il Chief Restructuring Officer, Joe Scirocco, ha ammesso che la crescita troppo veloce ha impedito all’azienda di strutturarsi in modo adeguato.
Un’azienda che punta solo ai numeri, senza preoccuparsi delle persone, può arrivare rapidamente in alto, ma il crollo può essere altrettanto veloce. E Nasty Gal ne è la prova.
Investire sul posto di lavoro è la chiave per il successo
Come diceva Douglas Conant, ex CEO di The Campbell’s Company: “Per vincere sul mercato, devi prima vincere sul posto di lavoro“.
Il successo di un’azienda non si misura solo nei numeri, ma anche nella capacità di creare un ambiente lavorativo sano e motivante. Perché, come dimostrano i dati, un team felice lavora meglio, produce di più e porta l’azienda al successo.
La lezione è chiara: investire nella cultura aziendale non è solo una scelta etica, ma una strategia di business vincente. E se Patagonia e Nasty Gal insegnano qualcosa, è che la differenza tra il successo e il fallimento spesso dipende da come un’azienda tratta le proprie persone.