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Gestione del personale

Quanto costa licenziare un dipendente

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Licenziare un dipendente non è mai una decisione a costo zero. Il costo licenziamento dipendente nel quadro normativo italiano continua a essere articolato e caratterizzato da una serie di costi obbligatori (dalle spettanze di fine rapporto al cosiddetto ticket di licenziamento INPS) e da possibili oneri aggiuntivi in caso di contenziosi, soprattutto se il licenziamento dovesse risultare ingiustificato o gestito in modo non corretto.

Capire quanto costa realmente licenziare un dipendente significa quindi valutare una somma di vari fattori: dalle indennità previste per legge alle eventuali mensilità di preavviso, fino al contributo dovuto all’INPS per finanziare la NASpI. Costi che diventano ancora più elevati se il licenziamento è collettivo o coinvolge più lavoratori.

Analizziamo nel dettaglio tutte le voci che compongono il costo effettivo di un licenziamento nel 2025, evidenziando regole, aggiornamenti normativi e gli elementi più critici da tenere in considerazione per aziende e professionisti.

Perché licenziare un dipendente comporta spese significative

Licenziare un dipendente non significa soltanto terminare il rapporto di lavoro. Per l’azienda comporta costi effettivi di liquidazione, contributivi, di gestione delle procedure, oltre al rischio (e quindi al costo implicito) di contenziosi.

Tra i principali elementi che generano spesa, da considerare, ci sono:

  • le spettanze di legge (ferie non godute, tredicesima/quattordicesima maturate, TFR); 
  • il preavviso (o l’indennità sostitutiva);
  • il contributo per il “ticket di licenziamento” a carico del datore di lavoro, per finanziare la prestazione di disoccupazione (NASpI) del lavoratore.

A questi si aggiungono i vari costi aggiuntivi legali e procedurali in caso di licenziamento collettivo o tardivo contestazione. Come, per esempio, la possibilità di dover corrispondere un’indennità risarcitoria in caso di licenziamento illegittimo. Anche se la legge non definisce un costo fisso per ogni licenziamento, l’azienda deve tener conto di fatto di una pluralità di voci (le cosiddette spettanze di legge) che possono far crescere sensibilmente l’onere.

Spettanze di legge e indennità da corrispondere

Rientrano tra le Le spettanze di legge tutti gli importi che il datore di lavoro è obbligato per legge e contratto a versare al dipendente al momento della risoluzione del rapporto, indipendentemente dalla causa (licenziamento legittimo, dimissioni, scadenza del termine, etc.). Le principali poste che l’azienda deve liquidare al lavoratore licenziato sono le seguenti:

  • Ferie, permessi, tredicesima/quattordicesima, TFR

Indipendentemente dalla causa del licenziamento, il datore di lavoro deve corrispondere al lavoratore l’importo corrispondente alle ferie non godute, ai permessi residuali e alle frazioni di tredicesima/quattordicesima, se non ancora corrisposte. Inoltre andrà calcolato il trattamento di fine rapporto (TFR) se spettante. Questi costi sono e dipendono dal rapporto di lavoro, contratto applicato, anzianità, orario di lavoro.

  • Preavviso o indennità sostitutiva

Se il CCNL o il contratto individuale prevede un periodo di preavviso e questo non viene rispettato, l’azienda deve corrispondere una somma pari alle mensilità mancanti come indennità sostitutiva. Anche questa è una voce che incide sul costo di licenziamento dipendente complessivo.

  • Indennità in caso di licenziamento illegittimo

Nel caso in cui il licenziamento sia impugnato e dichiarato illegittimo o infondato, l’azienda può essere condannata a versare una indennità risarcitoria al lavoratore. Nel 2025, la Corte Costituzionale con la sentenza n. 118 ha dichiarato incostituzionale il tetto massimo di 6 mensilità per le aziende sotto i 15 dipendenti, rimettendo al giudice la determinazione dell’indennità e rompendo una certezza precedente. In particolare, per le piccole imprese, ora l’indennità può andare da un minimo di circa 3 mensilità a un massimo di circa 18 mensilità della retribuzione di riferimento, in base a criteri quali anzianità, comportamento delle parti, dimensioni dell’azienda. Quindi, in fase di pianificazione aziendale, bisogna tenere conto anche di un rischio variabile legato ai contenziosi.

Ticket INPS e impatto sul costo licenziamento del dipendente

Il ticket di licenziamento ha un impatto diretto per l’azienda che decide di recedere dal rapporto di lavoro con il dipendente, licenziandolo, appunto.Questo è a carico del datore di lavoro, finalizzato a finanziare la NASpI per il lavoratore licenziato.

Il contributo ticket per il datore di lavoro è pari al 41% della retribuzione convenzionale, per ogni anno del rapporto di lavoro. Gli importi delle retribuzioni convenzionali sono stabiliti ogni anno da un decreto ministeriale del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Questi importi sono suddivisi in tabelle che variano in base a settore e qualifica del lavoratore. 

Se l’azienda intende licenziare un lavoratore a tempo indeterminato, deve considerare fin dall’inizio che al costo delle spettanze e del preavviso va sommato anche questo contributo fisso minimo/standard. Inoltre, è importante che la lettera di licenziamento venga redatta correttamente, includendo tutte le informazioni richieste dalla normativa vigente, per evitare problematiche legali e garantire la corretta gestione del processo.

Licenziamento collettivo: quanto incide sul costo per l’azienda

Quando l’azienda decide di procedere non con un solo licenziamento ma con una procedura collettiva, i costi e gli obblighi aumentano. In questo caso, ssi tiene conto di quanto stabilito dalla Legge n. 223/1991 e successive modifiche, che richiede la verifica, ovvero se ci sono i presupposti (numero di lavoratori, arco temporale, provincia, ecc.) per procedere. 

L’azienda deve poi attivare la procedura sindacale obbligatoria, predisporre documentazione, negoziare con i rappresentanti dei lavoratori. Tutto questo genera costi indiretti (consulenze, ore di lavoro, organizzazione) e indiretti (effetti sull’immagine, clima aziendale). Inoltre, nel licenziamento collettivo, il ticket INPS può essere applicato per ciascun lavoratore interessato, ossia moltiplicato per il numero dei lavoratori licenziati, amplificando l’onere totale. 

Infine, bisogna ricordare che le indennità risarcitorie per licenziamento illegittimo collettivo possono risultare molto più elevate, proprio perché coinvolgono più soggetti e spesso la dimensione dell’azienda è maggiore (quindi la tutela rafforzata si applica). Per questo un licenziamento collettivo richiede una pianificazione molto più precisa (e prudenziale) sul costo complessivo.

Domande frequenti sul costo licenziamento dipendente 

Cosa succede se un datore di lavoro licenzia un dipendente?

Se un datore di lavoro licenzia un dipendente, deve innanzitutto rispettare la normativa (motivazione – se richiesta – formalità scritte, preavviso o indennità, comunicazioni). La normativa base è la Legge n. 604/1966 che regola i licenziamenti individuali. Inoltre, deve corrispondere tutte le spettanze maturate e versare il ticket INPS (se dovuto) e, se la procedura è errata o se il licenziamento è illegittimo, potrebbe essere condannato a pagamento di un’indennità risarcitoria.

Come licenziare un dipendente con contratto a tempo indeterminato?

Per un dipendente con contratto a tempo indeterminato, l’azienda deve rispettare:

  • la motivazione (giusta causa o giustificato motivo) o comunque la normativa applicabile;
  • la forma scritta della lettera di licenziamento, con indicazione della causa;
  • gli obblighi di preavviso o l’indennità sostitutiva conformemente a CCNL e contratto individuale;
  • la liquidazione delle spettanze;
  • il versamento del ticket INPS (se previsto).

Se non viene rispettata la procedura, si rischia contenzioso e costi maggiori.

Cos’è il ticket di licenziamento?

Il ticket di licenziamento, chiamato anche contributo licenziamento per l’accesso alla NASpI, è un contributo che il datore di lavoro deve versare all’INPS quando effettua un licenziamento individuale a tempo indeterminato. Serve a finanziare la prestazione di disoccupazione (NASpI) del lavoratore.   

Quanto costa un licenziamento collettivo?

Non esiste un «costo standard» unico per il licenziamento collettivo: dipende da quante persone sono licenziate, dall’anzianità, dallo stipendio, dalla procedura, e da eventuali accordi o contenziosi.  Tuttavia, i costi da considerare includono:

  • le spettanze individuali dei lavoratori (ferie, TFR, ecc.);
  • il ticket INPS moltiplicato per ciascun licenziato;
  • costi di procedura (consulenze, negoziazione sindacale, comunicazioni);
  • eventuali indennità risarcitorie in caso di illegittimità;
  • impatti organizzativi/immagine che possono avere un costo indiretto.
Consulente del lavoro ed esperta di Fisco, Tasse e Diritto. Laureata in Scienze dell'Amministrazione e dell'Organizzazione presso l'Università di Palermo, dal 2016, mi occupo principalmente di scrittura su temi legati a Previdenza, Economia e Lavoro, con un focus sull'attualità e i temi caldi. La mia curiosità e passione mi spinge al costante aggiornamento e un’analisi approfondita delle dinamiche di cui tratto. Scrivo perché quando lo faccio ho l'impressione di stare al posto giusto nel momento giusto