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Riduzione orario di lavoro: come funziona e cosa dice la legge

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6 minuti di lettura

Stai valutando una riduzione dell’orario di lavoro, ma non sai cosa prevede la legge? Sai cosa bisogna fare in caso di rifiuto del lavoratore alla riduzione?

La riduzione dell’orario lavorativo può rappresentare una soluzione vantaggiosa in diversi scenari, come durante una crisi aziendale. Tuttavia, la normativa in merito non sempre è chiara o conosciuta sia dai datori di lavoro che dai dipendenti.

In questo articolo, esploreremo come funziona la riduzione dell’orario di lavoro, cosa dice la legge e come può essere gestita. Analizzeremo anche le situazioni in cui è possibile richiedere la riduzione delle ore, rispondendo alle domande più frequenti sull’argomento. 

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Cosa si intende per riduzione orario di lavoro

La riduzione dell’orario di lavoro consiste in una modifica del numero di ore settimanali, mensili o annuali previste dal contratto del dipendente. Questa variazione può essere temporanea o permanente e si applica, con modalità diverse, sia ai contratti full-time che part-time.

Per i lavoratori a tempo pieno, la riduzione dell’orario lavorativo comporta un passaggio a un monte ore inferiore, ad esempio da 40 a 30 ore settimanali. Nel caso dei contratti part-time, invece, può riguardare una diminuzione delle ore già concordate, sempre previo accordo tra le parti.

La riduzione dell’orario lavorativo può essere richiesta sia dal dipendente che proposta dal datore di lavoro per ragioni aziendali. Tuttavia, ogni modifica deve rispettare le normative vigenti e il contratto collettivo del caso.

In Italia, inoltre, il tema della riduzione dell’orario di lavoro da 40 a 30 o 32 ore è oggetto di un ampio dibattito. Recenti proposte di legge, infatti, prevedono la possibilità di ridurre le ore lavorative settimanali mantenendo invariata la retribuzione. 

A prescindere da chi fa la richiesta, infatti, al momento la riduzione dell’orario influisce sulla retribuzione. È quindi essenziale che il cambiamento venga formalizzato tramite un accordo scritto, che tuteli entrambe le parti coinvolte.

Riduzione dell’orario di lavoro: cosa dice la normativa

La normativa italiana stabilisce che ogni variazione dell’orario di lavoro deve avvenire nel rispetto del Decreto Legislativo 66/2003. Inoltre, per i contratti a tempo parziale, è applicato quanto previsto dall’Art. 5 del D.Lgs. 61/2000

Secondo queste disposizioni, il datore di lavoro non può modificare unilateralmente il monte ore del dipendente. È infatti richiesto il consenso esplicito del lavoratore, che deve essere formalizzato tramite accordo scritto. Tale accordo deve specificare i dettagli della riduzione, inclusa la durata e le modalità di applicazione.

Sono previste eccezioni per specifiche categorie di lavoratori, che possono fare richiesta di riduzione dell’orario di lavoro per motivi personali. Tra questi rientrano, ad esempio, i dipendenti che assistono familiari disabili (Legge 104/1992) e quelli in maternità o paternità (Decreto Legislativo 151/2001).

Per i contratti full-time, eventuali riduzioni possono avvenire anche in forma tacita, purché entrambe le parti siano d’accordo. Nei contratti part-time, invece, ogni modifica deve essere formalmente approvata. In caso contrario, infatti, il lavoratore ha diritto a richiedere un risarcimento per eventuali differenze retributive.

Richiesta di riduzione da parte del dipendente: casistiche

La riduzione dell’orario di lavoro può essere richiesta dai dipendenti per motivi personali, familiari o professionali. Di seguito analizziamo le principali casistiche che possono giustificare tale richiesta, con riferimento alle normative italiane.

  • Richiesta di riduzione per motivi familiari

I dipendenti possono richiedere una riduzione dell’orario per prendersi cura di familiari a carico, come minori o parenti con disabilità. La Legge 104/1992, ad esempio, garantisce ai lavoratori il diritto a permessi retribuiti e a orari flessibili o ridotti. Inoltre, il Decreto Legislativo 151/2001 prevede il diritto a trasformare il contratto a tempo pieno in part-time.

  • Richiesta di riduzione dell’orario lavorativo per studio o formazione

I lavoratori studenti hanno diritto a riduzioni dell’orario di lavoro o permessi per frequentare corsi o sostenere esami. Tale diritto è sancito dalla Legge 300/1970 (Statuto dei Lavoratori), che all’articolo 10 disciplina il diritto allo studio. Alcuni contratti collettivi nazionali (CCNL) possono inoltre prevedere ulteriori agevolazioni per conciliare lavoro e formazione.

  • Richiesta di riduzione dell’orario di lavoro per esigenze di salute

La riduzione dell’orario lavorativo può essere richiesta anche per motivi di salute, come gestione di una condizione cronica. La normativa italiana tutela questi casi attraverso il riconoscimento di orari flessibili o part-time, secondo il Decreto Legislativo 81/2015. Questo consente la trasformazione del contratto a tempo pieno in part-time per motivi di salute, previa presentazione di certificazione medica.

  • Richiesta di riduzione per pensionamento graduale

Il Decreto Legislativo 65/2015 ha introdotto l’opzione del part-time agevolato per i lavoratori prossimi alla pensione. Questa misura consente di ridurre l’orario di lavoro mantenendo una contribuzione previdenziale piena, grazie al sostegno economico dello Stato.

  • Richiesta di riduzione dell’orario lavorativo per motivi personali

I dipendenti possono richiedere la riduzione dell’orario anche per motivazioni personali, non strettamente legate a esigenze familiari o di salute. In questi casi, la trasformazione del contratto dipende dalla contrattazione individuale o collettiva e dall’accoglimento da parte dell’azienda. Tale riduzione è regolamentata dal Decreto Legislativo 81/2015, che regola la flessibilità contrattuale.

Richiesta di riduzione da parte del datore di lavoro: casistiche

Anche il datore di lavoro può richiedere una riduzione dell’orario lavorativo in specifiche situazioni. Le principali casistiche riguardano crisi aziendali, esigenze produttive straordinarie, necessità stagionali e modifiche contrattuali.

  • Riduzione dell’orario di lavoro per crisi aziendale

Durante periodi di difficoltà economica, il datore di lavoro può proporre una riduzione delle ore lavorative per evitare licenziamenti. Questa misura è spesso accompagnata da accordi aziendali o sindacali e, in alcuni casi, da incentivi statali.

  • Riduzione dell’orario lavorativo per esigenze produttive straordinarie

Se l’azienda affronta cambiamenti improvvisi nella domanda o nelle risorse disponibili, può richiedere una modifica temporanea dell’orario. Tuttavia, deve ottenere il consenso del lavoratore attraverso un accordo scritto.

  • Riduzione dell’orario di lavoro per necessità stagionali

In settori come il turismo o l’agricoltura, la domanda di lavoro varia in base alla stagione. Il datore può proporre riduzioni dell’orario di lavoro durante i periodi di bassa attività, rispettando sempre le clausole contrattuali.

  • Riduzione per modifiche contrattuali

Quando il contratto di lavoro include clausole elastiche o flessibili, il datore può adattare gli orari alle esigenze aziendali. Tali clausole devono essere negoziate e accettate al momento della firma del contratto.

Come richiedere la riduzione dell’orario di lavoro?

La richiesta di riduzione dell’orario lavorativo, ad esempio da 40 a 30 ore, deve essere formalizzata per iscritto.

La domanda, indirizzata al datore di lavoro o al responsabile HR, deve contenere:

  • Il tipo di riduzione richiesta (ad esempio, part-time orizzontale o verticale)
  • La durata
  • Le motivazioni

Alcuni contratti collettivi nazionali (CCNL) prevedono moduli specifici da compilare. In altri casi, invece, può essere sufficiente una lettera firmata dal lavoratore.

In genere, il dipendente deve allegare documentazione che giustifichi la richiesta, come certificati medici o attestazioni scolastiche. Il datore di lavoro è tenuto a rispondere alla domanda entro i termini stabiliti dalla legge o dal CCNL applicabile. 

In caso di approvazione, sarà necessario firmare un accordo scritto che modifichi le condizioni contrattuali. Tale accordo deve dichiarare esplicitamente il nuovo orario e la durata della riduzione.

Come visto, anche il datore di lavoro può proporre una riduzione dell’orario per esigenze organizzative, produttive o economiche. Tuttavia, la proposta deve essere presentata per iscritto al dipendente, specificando le motivazioni e i dettagli della modifica. 

La riduzione può essere applicata solo con il consenso del lavoratore, formalizzato tramite un accordo scritto. Se la modifica riguarda un diritto contrattuale o legale, l’azienda deve rispettare i requisiti previsti dalla normativa vigente.

La richiesta può essere rifiutata?

Il datore di lavoro può rifiutare una richiesta di riduzione dell’orario di lavoro? La risposta è sì, salvo che il dipendente non invochi diritti specifici garantiti dalla legge. 

In assenza di tali diritti, il rifiuto deve essere motivato da ragioni organizzative, produttive o economiche. Inoltre, deve essere comunicato tempestivamente, in modo chiaro e trasparente.

È importante, tuttavia, distinguere il caso in cui sia il datore di lavoro a proporre una riduzione dell’orario. In questo scenario, il rifiuto del lavoratore alla riduzione dell’orario lavorativo è pienamente legittimo. 

Secondo l’Art. 5 del D.Lgs. 61/2000, infatti, il datore di lavoro non può modificare unilateralmente l’orario del dipendente. Il consenso del lavoratore, perciò, è obbligatorio e deve essere formalizzato attraverso un accordo scritto.

Se il lavoratore rifiuta, il datore non può licenziarlo per giustificato motivo legato al mancato consenso. Inoltre, in caso di controversie, il dipendente può rivolgersi all’Ispettorato del Lavoro o alle rappresentanze sindacali.

Domande frequenti relative alla riduzione orario di lavoro

Cosa succede se si fanno meno ore rispetto al contratto?

Se il dipendente lavora meno ore rispetto a quanto previsto dal contratto senza autorizzazione, il datore può applicare sanzioni o trattenere parte dello stipendio. Se la riduzione è concordata, lo stipendio sarà adeguato alle nuove ore lavorative.

Cosa deve fare il datore di lavoro per cambiare orario?

Il datore deve ottenere il consenso del dipendente e formalizzare l’accordo con un documento scritto, specificando i nuovi orari e le condizioni. Senza consenso, la modifica non è valida.

Quando si può chiedere la riduzione dell’orario di lavoro?

La riduzione può essere richiesta per motivi personali, come salute, studio o esigenze familiari. Inoltre, può essere richiesta anche in base a diritti specifici previsti dalla legge, come la Legge 104/1992.

Come richiedere la riduzione dell’orario di lavoro?

Il dipendente deve presentare una richiesta scritta al datore, indicando le motivazioni e i dettagli della riduzione. La modifica diventa effettiva solo con l’approvazione formale dell’azienda.

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