Come presentare le dimissioni online? La procedura è necessariamente telematica? Quali sono i passi da seguire?
Le dimissioni online rappresentano la modalità ufficiale per comunicare all’azienda la propria intenzione di cessare il rapporto di lavoro. La procedura da seguire, quindi, è telematica.
Vediamo nel dettaglio come funzionano e come dare le dimissioni volontarie online, in conformità con le linee guida definite dal Ministero del Lavoro e con la normativa attualmente vigente in Italia.
- Come dare le dimissioni online
- Chi può presentare le dimissioni online
- Obblighi in caso di dimissioni online
- Le dimissioni possono essere revocate?
- Cosa fare se il lavoratore non presenta le dimissioni telematiche?
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Come dare le dimissioni online
Presentare le dimissioni online è un processo semplice e rapido, pensato per agevolare i lavoratori nella gestione autonoma della propria cessazione del rapporto di lavoro. Questa modalità, prevista dalla normativa italiana, è regolamentata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e richiede il rispetto di alcune procedure chiave.
Per procedere, è necessario accedere al portale dedicato www.cliclavoro.gov.it per le dimissioni online oppure al sito INPS, utilizzando le credenziali SPID, CIE o CNS.
Una volta effettuato l’accesso, il lavoratore deve compilare il modulo digitale con i dettagli del proprio contratto e indicare la data dell’ultima giornata lavorativa. Al termine della compilazione, la richiesta sarà inviata automaticamente al datore di lavoro, che riceverà la notifica in tempo reale.
Questa procedura, introdotta per garantire trasparenza e tracciabilità, è obbligatoria e regolata dal Decreto Legislativo n. 151/2015, con l’obiettivo tutelare i diritti dei lavoratori e di contrastare le dimissioni in bianco, ossia le dimissioni cartacee che in passato venivano fatte firmare in anticipo e senza data ai lavoratori, usate impropriamente dai datori di lavoro per cessare unilateralmente i contratti.
Infatti il sistema elettronico consente di tracciare ogni passaggio, conferendo piena visibilità ai lavoratori, ai datori di lavoro e agli enti competenti, come il Ministero del Lavoro e l’INPS, che possono intervenire in caso di irregolarità.
A partire dall’introduzione delle dimissioni telematiche, il Ministero del Lavoro ha reso non più necessaria la lettera di dimissione.
Come fare le dimissioni online: le procedure da seguire
Per dare le dimissioni online, sia il portale Cliclavoro che il sito dell’INPS richiedono un’identità digitale certificata. Inoltre, entrambe le piattaforme garantiscono che il datore di lavoro venga notificato in tempo reale, rendendo il processo trasparente e sicuro.
I passaggi da seguire per portare a termine la procedura telematica, però, sono diversi. Vediamoli nel dettaglio.
Dimissioni online Cliclavoro
Per presentare le dimissioni online tramite Cliclavoro bisogna:
- Collegarsi al sito www.cliclavoro.gov.it;
- Effettuare il login con SPID, CNS o CIE;
- Selezionare la voce “Dimissioni volontarie”;
- Compilare il modulo di dimissioni con i dettagli del rapporto di lavoro che si desidera cessare, come la data d’inizio e l’ultima giornata lavorativa;
- Verificare i dati prima dell’invio e procedere con la conferma;
Una volta confermato, il sistema notificherà il datore di lavoro.
Dimissioni online INPS
Per dare le dimissioni tramite INPS è necessario:
- Accedere al sito www.inps.it;
- Cercare la sezione dedicata digitando sulla barra di ricerca “dimissioni volontarie”;
- Effettuare l’accesso con SPID, CNS o CIE;
- Accedere alla procedura di dimissioni e inserire i dati relativi alla posizione lavorativa, inclusa la data in cui si intende cessare l’attività;
- Confermare e inviare la richiesta.
Al termine di questa procedura verrà rilasciata una ricevuta digitale di conferma, che attesta l’avvenuta presentazione delle dimissioni.
Chi può presentare le dimissioni online
Le dimissioni online possono essere presentate da tutti i lavoratori dipendenti che intendono interrompere volontariamente il proprio rapporto di lavoro. Questa modalità è obbligatoria per legge, e si applica in particolare ai seguenti casi:
- Lavoratori subordinati del settore privato;
- Apprendisti;
- Collaboratori domestici e lavoratori a distanza;
- Lavoratori part-time o full-time;
La procedura di dimissioni online non si applica invece a i seguenti casi:
- Dipendenti pubblici, per cui valgono procedure specifiche per il recesso, che non includono l’obbligo delle dimissioni online;
- Contratti di lavoro marittimo e pubblico spettacolo, che sono esonerati dalla procedura online e seguono normative settoriali specifiche;
- Dimissioni nel periodo di prova, poiché i lavoratori in prova possono dimettersi senza utilizzare la procedura online, poiché il rapporto di lavoro non è ancora consolidato.
Obblighi in caso di dimissioni online
Le dimissioni online sono regolate da una normativa che stabilisce obblighi specifici sia per il lavoratore sia per il datore di lavoro. Ecco cosa deve fare ciascuna parte per garantire la corretta gestione del processo.
Obblighi del dipendente in caso di dimissioni
Il dipendente ha l’obbligo di inviare le dimissioni online esclusivamente tramite il portale Cliclavoro o il sito dell’INPS, utilizzando un’identità digitale valida come SPID, CNS, o CIE. Dimettersi tramite altri canali non è considerato valido dalla normativa.
Lo stesso è tenuto inoltre a rispettare i tempi di preavviso previsti dal contratto di lavoro, a meno che le dimissioni non siano per giusta causa. In caso di mancato rispetto del preavviso, il datore di lavoro potrebbe trattenere una somma proporzionale dal TFR o intraprendere altre azioni previste dal contratto.
Attenzione, Il calcolo del preavviso per le dimissioni online può variare in base al contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) di riferimento, all’anzianità del lavoratore e alla tipologia di contratto (ad esempio, a tempo determinato o indeterminato). Quindi, il primo passo da fare è consultare il CCNL di riferimento, che stabilisce le regole di preavviso per le dimissioni, indicando i giorni o le settimane di cui tener conto in base all’anzianità e alla posizione del lavoratore.
Obblighi del datore di lavoro in caso di dimissioni
In caso di dimissioni del lavoratore, anche in capo al datore di lavoro ci sono diversi obblighi. Nello specifico, quest’ultimo, dopo aver ricevuto la notifica delle dimissioni, ha l’obbligo di accettarle e di aggiornare la posizione del dipendente presso gli enti competenti, in linea con le normative di comunicazione obbligatoria al Centro per l’Impiego.
Il datore di lavoro deve inoltre verificare il rispetto dei termini di preavviso previsti dal contratto e, se il lavoratore li rispetta, è tenuto a mantenere il rapporto fino alla scadenza di tale periodo, salvo diverso accordo tra le parti.
Concluso il contratto, il datore deve elaborare il TFR e altre eventuali spettanze e indennità, entro i termini previsti dal contratto e dalla legge.
Le dimissioni possono essere revocate?
C’è l’eventualità che le dimissioni online vengano revocate dal lavoratore e, in questi casi, il datore di lavoro è tenuto ad accettarle se la richiesta è presentata entro 7 giorni dall’invio. La revoca delle dimissioni, infatti, è un istituto riconosciuto dalla legge.
Il procedimento avviene sempre online,utilizzando il medesimo portale utilizzato per l’invio. Quindi, se il lavoratore ha presentato le dimissioni tramite INPS, anche la revoca deve avvenire attraverso l’Istituto. E lo stesso vale in caso di dimissioni con ClicLavoro.
La revoca, una volta accettata, annulla la procedura di cessazione.
Questi obblighi assicurano che il processo di dimissioni sia corretto, tracciabile e conforme alla normativa, tutelando sia il dipendente sia il datore di lavoro da potenziali controversie.
Cosa fare se il lavoratore non presenta le dimissioni telematiche?
Quando un dipendente decide di interrompere il rapporto di lavoro senza presentare le dimissioni telematiche, le aziende si trovano a dover gestire una situazione delicata e complessa.
In questi casi, i datori di lavoro hanno di fronte tre possibili scelte operative.
1) Procedimento disciplinare per licenziamento per giusta causa
Una prima opzione è avviare un procedimento disciplinare nei confronti del dipendente, con l’obiettivo di procedere al licenziamento per giusta causa, per via delle assenze ingiustificate. Tuttavia, questa procedura comporta oneri significativi per l’azienda, tra cui:
- L’obbligo di versare all’INPS un contributo di licenziamento (variabile tra 500 e 1.500 euro, in base all’anzianità del dipendente);
- Il rischio di contestazioni da parte del lavoratore, che potrebbe impugnare il licenziamento per ragioni procedurali o di merito, allungando i tempi e aumentando i costi per l’azienda.
2) Contestazione per abbandono del posto di lavoro
Un’alternativa meno complessa è contestare formalmente al dipendente l’abbandono del posto di lavoro. Questo approccio prevede di:
- Registrare le assenze come ingiustificate nel Libro Unico del Lavoro (LUL), evitando di versare contributi previdenziali e mantenendo il lavoratore formalmente in stato di assenza;
- Continuare a sollecitare il dipendente, invitandolo a presentare le dimissioni telematiche tramite i canali ufficiali, come previsto dalla normativa vigente.
Con questo metodo, l’azienda si limita a registrare le assenze del lavoratore senza retribuzione né contributi, riducendo i rischi di contestazioni legali e le spese.
3) Segnalazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro
Se il datore di lavoro scopre che il dipendente ha iniziato una nuova attività presso un’altra azienda o come lavoratore autonomo, potrebbe essere utile informare l’Ispettorato Territoriale del Lavoro. La segnalazione serve a dimostrare la buona fede del datore di lavoro, che si trova ad attendere una formale cessazione del rapporto da parte del lavoratore.
A questo punto, l’Ispettorato può contattare il lavoratore, invitandolo a presentare le dimissioni telematiche per regolarizzare la propria posizione.
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