Quando si tratta di lavori usuranti, la normativa in Italia tende a garantire tutta una serie di diritti a chi svolge queste attività, in quanto comportano un’usura fisica o mentale maggiore se paragonati a molte altre professioni.
Per questo motivo, considerando la categoria speciale nel sistema previdenziale italiano, chi svolge lavori usuranti può accedere anticipatamente alla pensione, in presenza di determinati requisiti contributivi e anagrafici.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, partiamo quindi dallo spiegare che cosa si intende per lavori usuranti, quali sono i requisiti per il riconoscimento e gli obblighi del datore di lavoro.
- Cosa si intende per lavori usuranti?
- Elenco aggiornato dei lavori usuranti nel 2025
- Requisiti per il riconoscimento del lavoro usurante
- Gli obblighi del datore di lavoro
- I lavori notturni sono sempre considerati usuranti?
- Domande frequenti relative ai lavori usuranti
Cosa si intende per lavori usuranti?
Per lavori usuranti si intendono quelle attività lavorative che, per la loro natura, espongono il lavoratore a rischi fisici, ritmi intensi e condizioni ambientali particolarmente gravose, tali da determinare un logoramento anticipato della salute e delle capacità lavorative. In questo contesto, è fondamentale rispettare i diritti e doveri del datore di lavoro per garantire un ambiente di lavoro sicuro e conforme alla normativa vigente
I lavori usuranti sono attività individuate dal Decreto Legislativo 21 aprile 2011, n. 67 quali:
- l’attività in fabbrica cosiddetta “linea catena”;
- la conduzione di veicoli adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo;
- il lavoro esclusivamente notturno o a turni.
Questo decreto non ha solo definito il concetto di “lavori usuranti”, ma ha introdotto anche il diritto alla pensione anticipata per chi svolge tali attività. Con la Legge di Bilancio 2017, poi, sono stati rivisti alcuni requisiti per facilitare l’accesso alla pensione a chi è impiegato in queste attività.
Elenco aggiornato dei lavori usuranti nel 2025
Per l’anno 2025, l’elenco ufficiale delle attività riconosciute come usuranti mantiene una sostanziale continuità con le disposizioni precedentemente stabilite.
Questo elenco si basa sulle previsioni contenute negli allegati al D.Lgs. n. 67/2011 e si avvale della classificazione delle professioni CP2021, la quale rappresenta lo standard di riferimento attualmente in vigore per l’identificazione e la categorizzazione delle diverse mansioni lavorative.
Codici ISTAT e classificazioni ufficiali
La consultazione dei codici ISTAT associati a ciascuna professione è essenziale per una corretta individuazione delle attività che rientrano nelle categorie considerate logoranti o particolarmente faticose.
Ecco le categorie di lavori usuranti, con i riferimenti aggiornati:
1. . Lavoratori addetti a mansioni particolarmente usuranti
Questa categoria include mansioni classificabili sotto i codici ISTAT
- 7.1.1
- 7.1.2
- 7.1.4
- 8.1.3.3.
Si tratta di ruoli come minatori, operai specializzati della manutenzione, palombari e operatori termici industriali. All’interno di questa classificazione rientrano specificatamente:
- lavori in galleria, cava o miniera;
- lavori in cassoni ad aria compressa;
- lavori svolti dai palombari;
- lavori ad alte temperature;
- lavori in spazi ristretti;
- lavori di asportazione amianto.
2. Lavoratori notturni a turni
Per questa tipologia non esiste un codice ISTAT specifico, in quanto il carattere usurante deriva dalla modalità di svolgimento del lavoro (il turno di notte) e non dalla specifica mansione professionale.
Sono infatti considerati lavoratori notturni quelli che svolgono la loro attività per:
- almeno 6 ore durante l’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino;
- un minimo di 64 notti all’anno, in conformità con quanto stabilito dal D.Lgs. n. 66/2003;
- almeno 7 anni negli ultimi 10 o l’intero periodo lavorativo degli ultimi 10 anni (requisito previsto dall’art. 1, comma 206, L. 232/2016).
Questo significa che il lavoro notturno non è una professione a sé stante, ma una modalità di svolgimento del lavoro che può essere applicata a una vasta gamma di occupazioni (non c’è infatti una categoria specifica che si chiami “lavoratore notturno”).
Pertanto, può essere svolto da professioni che rientrano in diversi codici ISTAT a seconda del settore e della natura dell’attività. Un infermiere può lavorare di notte, così come un operaio in una fabbrica a ciclo continuo, un addetto alla sicurezza, un panettiere o un autista di mezzi pubblici. E ognuna di queste figure professionali ha il proprio codice ISTAT di riferimento.
3. Lavoratori alla catena di montaggio (a ciclo continuo)
Questa tipologia comprende lavori usuranti caratterizzati da ripetitività e ritmi imposti da macchine o dalla linea di montaggio, tipici delle produzioni industriali. Ecco esempi di codici ISTAT che rientrano in questa categoria:
- 7.2.1.1 – Operatori su impianti industriali automatizzati.
- 7.3.1.2 – Addetti alla produzione alimentare.
4. Conducenti di veicoli adibiti a servizi pubblici di trasporto collettivo
Questa categoria include tutti coloro che guidano mezzi destinati al trasporto pubblico di persone, come autobus, tram o treni. I principali codici ISTAT correlati sono:
- 7.4.1.1 – Conducenti di autobus e tranvieri.
- 7.4.3.1 – Macchinisti ferroviari.
Requisiti per il riconoscimento del lavoro usurante
Per accedere alla pensione anticipata riconosciuta per l’esecuzione di lavori usuranti, i lavoratori devono soddisfare un insieme di requisiti ben definiti che, per il 2025, presentano delle specificità importanti. Non si tratta semplicemente di aver svolto una mansione logorante, ma di incrociare precise soglie anagrafiche e contributive.
La base per l’accesso a questa forma di pensionamento anticipato si fonda su un’attenta combinazione di età e anzianità contributiva. Per il 2025, 35 anni di contribuzione rappresentano la soglia minima. Senza il raggiungimento di tale anzianità contributiva, l’accesso alla pensione anticipata per lavori usuranti non è possibile. Per quanto riguarda invece l’età anagrafica, le soglie sono state calibrate come segue, tenendo conto della gravosità intrinseca delle diverse tipologie di lavori usuranti:
- per i lavori genericamente usuranti e per i lavoratori notturni che superano le 78 notti all’anno, l’età minima richiesta è di 61 anni e 7 mesi;
- per i lavoratori notturni con un’esposizione minore, ma comunque significativa, le soglie si differenziano. Chi effettua tra le 72 e le 77 notti all’anno deve raggiungere i 62 anni e 7 mesi di età, mantenendo sempre i 35 anni di contributi. Ulteriormente, per chi si colloca nella fascia delle 64-71 notti all’anno, il requisito anagrafico sale a 63 anni e 7 mesi;
- per i conducenti di veicoli adibiti a servizi pubblici di trasporto collettivo, l’età minima per l’accesso è fissata a 61 anni e 7 mesi.
Inoltre, al di là dei requisiti individuali di età e contributi per ciascuna categoria, la normativa introduce altri due paletti per il riconoscimento dei lavori usuranti, ovvero:
- il raggiungimento della “quota 97,6”. Questo significa che la somma dell’età anagrafica e dell’anzianità contributiva del lavoratore deve essere pari o superiore a 97,6. Questo requisito aggiuntivo non è meramente formale, ma opera come un filtro supplementare. Anche se un lavoratore dovesse soddisfare l’età minima e i 35 anni di contributi specifici della sua categoria, se la somma dei due valori non raggiunge 97,6, l’accesso alla pensione anticipata non è consentito. Questo meccanismo di “quota” assicura che il beneficio sia effettivamente riservato a chi ha maturato una combinazione significativa di anni lavorati e di età, fungendo da ulteriore misura di sostenibilità per il sistema pensionistico, pur riconoscendo la gravosità del lavoro svolto;
- la “finestra mobile di 12 mesi”, il periodo di attesa una volta soddisfatti tutti i requisiti anagrafici, contributivi e di quota, che i lavoratori devono affrontare prima della decorrenza effettiva della pensione. Questo significa che la pensione decorrerà solo 12 mesi dopo la data di maturazione di tutti i requisiti.
Gli obblighi del datore di lavoro
Quando si parla di lavori usuranti, ad essere coinvolti non sono solo i lavoratori, poiché la legge impone anche precise responsabilità e doveri ai datori di lavoro che, per garantire la tutela previdenziale dei dipendenti.
Il mancato rispetto di questi obblighi espone all’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie.
A tal proposito, l’articolo 5 del Decreto Legislativo 67/2011 stabilisce chiaramente che le imprese hanno un appuntamento annuale improrogabile: entro il 31 marzo di ogni anno, devono provvedere a una comunicazione obbligatoria dei lavori svolti che rientrano tra le attività usuranti.
Questa comunicazione si concretizza in tre passaggi fondamentali, ovvero:
- Trasmissione del modulo LAV_US: il datore di lavoro è tenuto a compilare e inviare il modulo specifico, denominato LAV_US. L’invio deve avvenire per via telematica, utilizzando il portale Servizi Lavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Questo garantisce un tracciamento ufficiale e centralizzato delle informazioni.
- Indicazione dei lavoratori coinvolti: l’impresa deve specificare quali lavoratori sono stati impegnati in mansioni riconosciute come usuranti durante l’anno solare precedente. Questo implica un monitoraggio costante e preciso delle attività svolte dal proprio personale.
- Conservazione della documentazione: oltre all’invio telematico, i datori di lavoro hanno l’obbligo di conservare tutta la documentazione pertinente per un periodo di tempo adeguato. Questa prassi è cruciale perché, in caso di ispezioni da parte degli enti preposti (come l’Ispettorato Nazionale del Lavoro), l’azienda deve essere in grado di comprovare la veridicità e la completezza delle comunicazioni effettuate.
La normativa è chiara anche sulle conseguenze in caso di inadempienza. La mancata o anche solo la tardiva comunicazione dei dati relativi ai lavoratori impegnati in mansioni usuranti non è un’infrazione di poco conto. Essa può comportare l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie che vanno da 500 a 1.500 euro per ciascun lavoratore coinvolto.
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I lavori notturni sono sempre considerati usuranti?
Il lavoro notturno non è automaticamente considerato usurante ai fini pensionistici. La legge italiana stabilisce criteri molto precisi che devono essere soddisfatti affinché venga riconosciuta questa condizione. Non basta cioè lavorare di notte saltuariamente.
Affinché il lavoro notturno rientri nella categoria dei lavori “usuranti”, devono essere contemporaneamente soddisfatti i seguenti requisiti: :
- il lavoratore deve svolgere almeno 6 ore di lavoro all’interno della fascia oraria che va dalla mezzanotte alle 5 del mattino;
- l’attività nel “periodo notturno” deve essere svolta per un minimo di 64 notti all’anno. Non si tratta quindi di qualche turno sporadico, ma di un impegno notturno sistematico e regolare;
- oltre ai criteri orari e annuali, la normativa impone un requisito di continuità nel tempo, come specificato dall’articolo 1, comma 206, della Legge 232/2016. Questo significa che il lavoro notturno, con le caratteristiche sopra descritte, deve essere svolto per almeno sette anni negli ultimi dieci di attività lavorativa oppure per l’intero periodo lavorativo (se inferiore a dieci anni) negli ultimi dieci anni.
Questi criteri sono stati stabiliti per distinguere il mero lavoro in orario notturno da quello che effettivamente comporta un’usura psicofisica tale da giustificare un accesso anticipato alla pensione.
Domande frequenti relative ai lavori usuranti
Lavori usuranti: quali sono?
Comprendono mansioni in ambienti fisicamente gravosi (es. cave, gallerie), lavori notturni, lavori a catena, e conducenti di mezzi pubblici. L’elenco è definito dal D.Lgs. 67/2011 e aggiornato secondo le classificazioni CP2021.
Quali sono i lavori usuranti in edilizia?
In edilizia, si considerano usuranti soprattutto le mansioni svolte in ambienti confinati, esposti a calore o con movimentazione manuale dei carichi, come muratori in galleria o addetti al montaggio prefabbricati. Dipende dalla mansione specifica, non dal settore in sé.
Quali sono i codici ISTAT dei lavori usuranti?
Ecco codici ISTAT CP2021 rilevanti: 7.1.1: minatori e cavatori; 7.2.1.1: operatori su linee automatizzate; 7.4.1.1: conducenti autobus; 8.1.3.3: tecnici dell’impiantistica termica.
Il lavoro notturno è sempre riconosciuto come usurante?
No. È necessario superare 64 notti lavorate all’anno e avere una continuità temporale negli ultimi anni, come richiesto dalla normativa vigente.
Cosa cambia per i lavori usuranti nel 2025?
Nel 2025 non ci sono novità normative sostanziali, ma si conferma il sistema delle quote (età + contributi), rimane l’obbligo di comunicazione annuale dei datori di lavoro entro 31 marzo 2025, sono in corso valutazioni su una possibile semplificazione dell’elenco usuranti e revisione dei codici CP2021, ma non ancora attuate.