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Gallup Report 2025: l’urgenza di motivare i leader nell’epoca dell’AI

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Anche quest’anno il Gallup Report ci offre una fotografia allarmante.

Il mondo lavorativo sta vivendo un cambio epocale, influenzato dall’AI e da una visione del lavoro che le organizzazioni stanno ripensando sempre più velocemente per adattarsi ai cambiamenti. Se un anno fa, la preoccupazione principale era quella dell’engagement dei dipendenti, quest’anno il focus è molto più specifico: i manager.

Perché la leadership aziendale sta vivendo una crisi così profonda? Quali sono le conseguenze e, soprattutto, quali possono essere le soluzioni?

I principali dati del Gallup Report 2025

Ogni anno, Gallup, società internazionale di ricerca e consulenza, pubblica il suo celebre “Gallup Report”, uno studio annuale che fornisce una visione completa sullo stato del lavoro nel mondo.

Il report di quest’anno conferma una tendenza sempre più preponderante nell’era post-Covid: quella della progressiva perdita di interesse dei dipendenti nei confronti del proprio lavoro. Nello specifico, nel 2025, si è registrato un calo di due punti percentuali, un crollo significativo che, negli anni 2000, si è verificato solo durante la pandemia .

Se nel passato, però, il cosiddetto disengagement era distribuito linearmente su tutta la forza lavoro, nell’analisi del 2025 ha un volto preciso: il management.

Sono proprio i manager, infatti, ad aver perso più fiducia e proattività nei confronti del proprio ruolo, facendo crollare a picco le statistiche. Secondo i dati raccolti dal Gallup Report, il coinvolgimento dei manager è sceso dal 30% al 27%. Il livello di engagement dei collaboratori individuali, invece, è rimasto stabile al 18%.

Nessun’altra categoria di lavoratori ha registrato un calo così significativo.

Una leadership in cerca di motivazione

La mancanza di motivazione nei leader dell’azienda ha radici profonde.

Negli ultimi anni, il ruolo del manager è cambiato radicalmente: da figura di coordinamento e guida, è diventato spesso un punto di snodo tra esigenze strategiche, innovazione tecnologica, benessere dei dipendenti e, soprattutto, gestione operativa.

Mentre il mondo del lavoro si trasforma a una velocità vertiginosa, molti manager si trovano senza strumenti adeguati per affrontare questo cambiamento. Devono gestire team sempre più ibridi, imparare a usare nuove tecnologie, garantire produttività e allo stesso tempo prendersi cura del benessere psicologico delle persone. In questa complessità, spesso manca il supporto formativo, l’ascolto organizzativo e, soprattutto, un senso di direzione.

Il Gallup Report sottolinea come due categorie siano particolarmente colpite: i manager sotto i 35 anni e le donne in posizioni di leadership. Il coinvolgimento dei giovani manager è calato di 5 punti percentuali rispetto all’anno precedente, mentre per le donne si registra un crollo di ben 7 punti. Due segnali chiari che raccontano non solo una crisi di motivazione, ma anche una mancanza di inclusione e valorizzazione dei talenti emergenti.

Qual è lo stato dei manager europei e come le aziende possono supportare i loro leader? Abbiamo provato a comprenderlo attraverso il nostro report: “Vita da manager”.

Il prezzo del disengagement secondo il Gallup Report

Ma cosa significa, in termini concreti, avere una forza manageriale disconnessa? Il disengagement non è solo una questione culturale o motivazionale.

Questo distacco tra azienda e lavoratori ha conseguenze importanti, che si traducono in effettivo spreco di denaro, calo delle performance e potenzialità inespressa. Alcuni esempi delle conseguenze sono:

  • Bassa produttività: i dipendenti con un basso livello di engagement riducono al minimo la propria produttività, avendo un impatto diretto su quella dell’azienda.
  • Alto turnover: avere una percentuale di dipendenti che lasciano continuamente l’azienda implica ingenti costi da dedicare al recruiting e alla formazione dei nuovi assunti.
  • Poca innovazione: continue assunzioni, poca produttività e poco interesse nel proprio lavoro implicano anche poca innovazione da parte dei dipendenti: l’azienda perde quindi uno dei motori principali di crescita.

Nello specifico, Gallup calcola che le variazioni nell’engagement dei manager, nel 2024, sono già costate 438 miliardi di dollari all’economia mondiale.

Questo perché, quando parliamo di leader, le conseguenze non si riflettono solo sulla performance personale, ma anche su quella dei team che gestiscono.

La chiave è nell'AI

Ad offrire la soluzione (e, in un certo senso, il problema) al disengagement dei manager sono le parole di Jon Clifton, CEO di Gallup, che nella nota a inizio report ha spiegato quale, secondo lui, è la vera via percorribile.

Il Global State of the Workplace Report 2025 di Gallup offre quella che potrebbe essere la nostra ultima fotografia di una forza lavoro sull’orlo di un cambiamento epocale. I dati mostrano che i dipendenti, in particolare i manager, si sentono disconnessi, il che non è un buon segno in vista di un futuro plasmato dall’intelligenza artificiale. Allo stesso tempo, però, gli strumenti stessi che potrebbero aumentare il coinvolgimento e le performance stanno arrivando a una velocità sorprendente“, ha spiegato il dirigente.

La domanda, quindi, è come padroneggiare l’AI in modo da stimolare la crescita: fornendo a manager e team le risorse per eccellere, offrendo ampie opportunità di sviluppo e riconnettendo tutti a una missione condivisa. Al contrario, se gestita male, l’AI potrebbe ridurre il coinvolgimento interrompendo quei legami umani fondamentali, le amicizie sul lavoro, la sensazione di essere ascoltati, la cura autentica dei colleghi, che permettono ai team di prosperare“, ha concluso.

Il rapporto attuale tra AI e forza lavoro

Secondo i dati del Gallup Report, la forza lavoro non sta ancora sfruttando l’AI al suo pieno potenziale.

Solo il 9% dei dipendenti a livello globale, infatti, dichiara di utilizzare strumenti di intelligenza artificiale nel proprio lavoro quotidiano. E, dato ancora più rilevante, solo il 4% afferma che l’AI ha migliorato significativamente il proprio benessere lavorativo.

Questo significa che, nonostante il dibattito sull’adozione massiva dell’intelligenza artificiale, nella pratica la sua diffusione è ancora limitata, e spesso non accompagnata da un vero cambiamento culturale o formativo.

In un’epoca in cui tutto cambia, il vero vantaggio competitivo sarà dato da chi saprà creare un equilibrio tra innovazione tecnologica e benessere umano, a partire da chi guida le persone: i manager.

Dopo anni di esperienza nel mondo dell'editoria digitale e delle start-up, attualmente vive a Barcellona, dove è copywriter per Factorial e crea contenuti per il mercato italiano. Appassionata di scrittura e letteratura, non potrebbe mai vivere senza viaggiare e senza il suo gatto.