Le aziende che intendono assumere donne in Italia possono usufruire del cosiddetto “bonus donne” 2025. Dopo mesi di attesa, la misura è stata sbloccata a maggio di quest’anno, grazie alla pubblicazione del decreto attuativo del ministero del Lavoro e alla conseguente circolare INPS, che hanno definito requisiti, modalità e tempi per presentare le domande.
Il bonus nasce per aumentare l’occupazione femminile in Italia, con particolare attenzione al Mezzogiorno e può essere richiesto per tutte le assunzioni fatte dal 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025, purché le lavoratrici rientrino tra le categorie svantaggiate.
Vediamo allora quali sono i requisiti per accedervi, quali le condizioni per non perderlo e come funziona.
- Cos’è il bonus donne
- Durata e misura del beneficio
- Come funziona
- Come richiedere il bonus donne
- Vantaggi per aziende e lavoratrici
- Criticità e limiti del bonus donne
- Domande frequenti (FAQs)
Cos'è il bonus donne
Il bonus donne 2025 è un esonero contributivo del 100% destinato alle aziende che assumono lavoratrici svantaggiate a tempo indeterminato. L’esonero non si applica ai contributi dovuti all’INAIL, ai contributi previdenziali che sono per legge a carico della lavoratrice dipendente e non è valido per i rapporti di lavoro domestico e per i contratti di apprendistato.
Chi può accedere al bonus donne
Il bonus donne è un incentivo economico rivolto esclusivamente ai datori di lavoro privati che decidono di assumere specifiche categorie di lavoratrici svantaggiate. Ovvero, spetta per l’assunzione con contratto a tempo indeterminato (part time o full time) di donne disoccupate senza impiego da almeno 24 mesi. Il requisito di disoccupazione scende a sei mesi per le donne residenti in una delle regioni ZES (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia o Sardegna) e che sono impiegate in settori o professioni in cui è accertata una disparità occupazionale di genere. La sola residenza in ZES non è sufficiente se non si rientra anche nella disparità di genere.
Tuttavia, se l’assunzione riguarda donne senza lavoro da 24 mesi (o impiegate in settori specifici con disparità di genere), la domanda di incentivo può essere inoltrata sia per assunzioni che sono già state effettuate, sia per quelle che si hanno intenzione di fare in futuro.
Se l’assunzione riguarda donne senza impiego da almeno 6 mesi nelle regioni ZES del Sud, l’azienda deve obbligatoriamente presentare la domanda prima di procedere all’assunzione della lavoratrice.
Durata e misura del beneficio
L’incentivo consiste in un esonero contributivo pari al 100% della quota a carico del datore di lavoro, ma entro un tetto massimo di 650 euro al mese. Il beneficio non è cumulabile con altri esoneri di natura contributiva. Tuttavia, è prevista la sua compatibilità con diverse misure fiscali, come ad esempio il cosiddetto “Superbonus lavoro” o altre agevolazioni non contributive.
Come funziona
Per poter usufruire pienamente di questo bonus, l’azienda deve rispettare specifiche condizioni legate all’andamento occupazionale e tenere conto di particolari meccanismi di calcolo che hanno anche un impatto sulla fiscalità futura. In primis, la condizione sine qua non per l’ottenimento dell’agevolazione è l’incremento occupazionale netto. Solo se il datore di lavoro dimostra che c’è stato un effettivo aumento del numero di dipendenti mantiene il diritto a fruire del bonus. Se l’incremento netto viene a mancare, durante i mesi di validità del beneficio,, l’azienda perde l’agevolazione per l’assunzione e dovrà restituire quanto già fruito.
Come richiedere il bonus donne
La domanda si presenta esclusivamente online, accedendo al sito INPS con SPID, CIE o CNS. Una volta autenticato, il richiedente deve selezionare la voce “Incentivi Decreto Coesione – Articolo 23 – Donne” e compilare il modulo telematico, allegando i documenti richiesti.
Dopo l’invio della domanda, l’INPS calcola l’importo spettante e verifica i requisiti. In caso di accoglimento:
- per assunzioni già avvenute, la conferma attiva lo sgravio;
- per le assunzioni future, l’accoglimento consiste in un invito a procedere all’assunzione entro 10 giorni. Se l’assunzione non avviene, le risorse vengono liberate e occorre presentare una nuova richiesta.
Vantaggi per aziende e lavoratrici
Il bonus donne rappresenta un’importante misura di politica attiva del lavoro, offrendo benefici tangibili sia ai datori di lavoro che alle lavoratrici. Per le imprese, l’incentivo si traduce in un notevole vantaggio economico e strategico. Il principale beneficio è la riduzione significativa del costo del lavoro.
Per le donne che rientrano nei requisiti, il bonus offre nuove e concrete possibilità di inclusione lavorativa. In primo luogo, aumenta drasticamente la loro possibilità di ottenere un lavoro stabile grazie all’incentivo offerto alle aziende.
Criticità e limiti del bonus donne
Sebbene il bonus donne sia un’importante misura di sostegno, i datori di lavoro che intendono usufruirne devono essere consapevoli di alcuni limiti e criticità che possono complicare o precludere l’accesso all’agevolazione.
Il primo ostacolo è rappresentato dalla natura obbligatoria e telematica della domanda. L’unica via per accedere al beneficio è l’invio della richiesta attraverso i canali telematici dell’INPS. Questo processo non ammette errori: imprecisioni o incompletezze nella compilazione della domanda possono portare a un rallentamento significativo, se non addirittura al blocco totale, dell’autorizzazione e, di conseguenza, dell’erogazione dell’incentivo.
Un altro vincolo è l’incompatibilità di questo bonus con altri sgravi di natura contributiva. L’azienda deve operare una scelta: se l’assunzione può beneficiare contemporaneamente del bonus donne e di un altro esonero (ad esempio, un incentivo per l’assunzione di giovani), dovrà optare per l’uno o per l’altro. Non è possibile cumulare le diverse agevolazioni contributive per la stessa assunzione, riducendo così le opzioni di massimizzazione del risparmio.
C’è poi la necessità di garantire un incremento occupazionale netto. Questo significa che il numero totale di lavoratori occupati dall’azienda (calcolato in base alla media dei dodici mesi precedenti) non deve diminuire a seguito dell’assunzione incentivata. Se l’azienda, dopo aver assunto la lavoratrice con il Bonus, dovesse registrare una riduzione della sua forza lavoro complessiva, l’agevolazione verrà revocata, con la conseguente richiesta di restituzione degli importi già fruiti.
Infine, l’erogazione del conus è strettamente legata alla disponibilità di risorse finanziarie pubbliche. L’incentivo è concesso fino all’esaurimento dei fondi stanziati per la misura. Una volta che l’INPS comunica l’esaurimento di tali risorse, l’Istituto non ha più l’autorità per autorizzare nuove richieste, indipendentemente dal fatto che l’azienda e la lavoratrice soddisfino tutti gli altri requisiti formali.
Domande frequenti (FAQs)
Chi può usufruire del Bonus donne?
I datori di lavoro privati che assumono donne senza impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi oppure donne senza lavoro da almeno 6 mesi residenti nelle regioni ZES Mezzogiorno.
Quanto dura il Bonus donne?
L’esonero contributivo dura 24 mesi, con tetto massimo di 650 euro al mese.
Il Bonus donne è cumulabile con altri incentivi?
Sì solo con alcune misure fiscali (es. Superbonus lavoro). Non è cumulabile con altri esoneri contributivi.

